Il bastone di Asclepio
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com]
I Santi....Medici

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Le tematiche in filatelia non sono compartimenti stagni ed esistono aree comuni in cui due o più tematiche possono insieme convivere. La tematica medica non sfugge a questo assunto anzi lo conferma pienamente, come potrete verificare se ci seguirete nel racconto nel quale analizzeremo le figure di alcuni personaggi storici che praticarono l’arte medica ma che ebbero poi anche il massimo riconoscimento da parte della Chiesa (vedi SANTA PAZIENZA a cura di Laura e Gianni Settimo).

Prendiamo spunto da due recenti annulli delle Poste Italiane (18 e 22 marzo) in cui si ricordano due avvenimenti importanti per la città di Bitonto in provincia di Bari che dal XVI secolo ospita prima nella chiesa di san Giorgio e poi nell’attuale Santuario le reliquie di quelli che possiamo considerare per antonomasia i più popolari rappresentanti della categoria che andremo a sviscerare : i santi Cosma e Damiano, conosciuti come i Santi Medici. I due gemelli, nati in Siria intorno al 250 d.C., dopo essersi convertiti al Cristianesimo, offrirono gratuitamente la loro assistenza ai più poveri; perseguitati e torturati rimangono illesi finchè non vengono definitivamente decapitati. Mentre Cosma diventa santo Patrono dei medici, Damiano lo è per farmacisti e barbieri salassatori, pratica ancora invalsa sino a poco tempo fa. L’iconografia ecclesiastica vuole il primo raffigurato con in mano un recipiente di vetro contenente urine, mentre il secondo mostra una scatola di medicinali.

Volendo ora seguire un ordine cronologico incontriamo san Luca (vedi), uno dei quattro Evangelisti, che compì i suoi studi a Tarso, in Cilicia. La sua attività medica ci viene confermata in una lettera di san Paolo ai Colossesi : “… vi ringrazia il medico Luca, il beneamato …”. E’ ritenuto il più colto tra gli Evangelisti e nei suoi scritti descrive sempre con correttezza ogni fenomeno morboso. Alla sua morte le spoglie vengono traslate a Costantinopoli ma la leggenda narra che durante il trasporto i cittadini di Jajce, cittadina della Bosnia in cui il Santo aveva svolto il suo compito di evangelizzazione, ne reclamarano i resti che si dice riposino nel campanile della chiesa che porta il suo nome. Anche se non c’è un riscontro storico abbiamo comunque un riscontro filatelico nel bollo qui riprodotto ed emesso nel 1910 dall’amministrazione postale di Bosnia-Erzegovina, in occasione degli 80 anni dell’imperatore Francesco Giuseppe. Fu utilizzato lo stesso francobollo emesso nel 1906 con l’aggiunta sottostante delle date.

Con un francobollo che raffigura un particolare di un bel mosaico bizantino, la Grecia nel 1959 ricorda san Basilio il grande. Nato in Cappadocia perfeziona i suoi studi medici a Costantinopoli e successivamente ad Atene. Dopo lungo peregrinare e osservando in ogni luogo una stretta vita monastica, ritorna in Asia Minore, dove fonda una comunità religiosa presso Annesi, sulle rive del fiume Iris. Nell’ottica di valorizzare gli aspetti sociali della religione, in qualità di vescovo di Cesarea, sua città natale, fa costruire la “Basiliade”, che potremmo definire una “città-ospedale”, un imponente complesso architettonico formato da botteghe artigiane, scuole industriali, ospedali, case per medici ed infermieri, alloggi per poveri e ostelli per i viaggiatori.

Nominato nel 1923 da papa Pio XI santo Patrono degli alpinisti e del soccorso medico in montagna, san Bernardo da Mentone lega indissolubilmente il suo nome oltre che al famoso valico alpino anche a quella razza canina così utile nei soccorsi. Nasce nell’alta Savoia da nobile famiglia ed entra nell’ordine degli Agostiniani diventando Vicario Generale della Diocesi di Aosta. Avendo a cuore la sorte dei viaggiatori che a quel tempo incontravano grosse difficoltà nell’attraversare gli impervi valichi alpini, fa edificare due ostelli in cui trovare ricovero. In questa emissione pro Croce Rossa del principato monegasco lo vediamo raffigurato mentre offre il suo soccorso ad un viandante sperduto tra la neve coadiuvato dal fido sanbernardo provvisto di borraccia.

Impara l’arte medica studiando in Spagna su testi arabi Gerberto d’Alvernia che nel 999 diventa papa col nome di Silvestro II. Le sue conoscenze non si fermano alla medicina, ma si cimenta anche nel campo della matematica e dell’astronomia. Durante il suo soggiorno a Reims riordina i testi greci di medicina della locale biblioteca. Consiglia Adalberone, vescoso della cittadina, affetto da calcolosi vescicole, di recarsi a Salerno e a Castellamare di Stabia per curarsi con le locali acque termali.

Anche se la regola monastica gli impediva di esercitare la professione, è considerata la figura medica più importante del medioevo. Parliamo di san Alberto Magno (vedi) che dopo profondi studi umanistici a Padova entra nell’ordine dei Domenicani. Viene nominato arcivescovo di Ratisbona, carica che lascia quasi subito per riprendere la sua attività di insegnamento. Si devono a lui diverse traduzioni di testi di Aristotele. E’ patrono degli studiosi di Scienze Naturali, menzione dovuta ai suoi studi raccolti nel testo “Summa Naturalium”, in cui ritroviamo la descrizione di molte piante e del loro utilizzo in medicina.. Qui lo vediamo raffigurato nell’emissione di un intero postale delle poste tedesche.

Recentemente iscritta nel catalogo dei santi da papa Benedetto XVI, santa Ildegarda (vedi) è ritenuta la prima donna tedesca che abbia abbracciato la professione medica. Le sue opere, tra cui ricordiamo il “Simplicis Medicinae” e il “Compositae Medicinae”, presentano completezza ed esaustività, rivelando genialità e tipica intuizione femminile. La Germania Federale la ricorda in questo bel francobollo che raffigura Ildegarda alle prese con una preparazione galenica.

La lista si impreziosisce ora con la figura di un re, san Ferdinando III di Castiglia, a cui si ascrive il merito di aver fondato una fiorente Scuola Medica presso l’Università di Salamanca, arricchendo la biblioteca con più di 80.000 volumi. Fu abile condottiero riconquistando al mondo cattolico diverse città tra cui Cordova e Siviglia e fu canonizzato da papa Clemente X. Qui è raffigurato nel sigillo della stessa università.

 Siamo già a cavallo del XVI secolo per parlare di san Giovanni di Dio (vedi), fondatore dell’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli. Dopo un primo periodo di vita dissennato, Giovanni si pente e si dedica alla cura dei poveri e dei malati. Per la sua opera è diventato patrono dei malati, dei moribondi, degli ospedali e delle infermiere.

Chiudiamo con una santa, Teresa Sanchez De Cepeda Y Ahumada, nota ai più come Santa Teresa d’Avila (vedi), suora carmelitana e fondatrice del convento di san Giuseppe presso Avila. E’ stimata in campo medico per il grande contributo dato allo sviluppo della psicologia. Nell’emissione del Vaticano, che ricorda il 4° centenario della morte, sul francobollo con facciale Lire 1000 l’artista del bozzetto ha voluta immortalare la Teresa scrittrice di opere mediche.