MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XCIV parte):
VALUTAZIONE DI ALCUNI POSTALETTERE NELL’ADEMPIMENTO DEL LAVORO POST CONSEGNA DI PLICHI RACCOMANDATI CON ALLEGATI AVVISI DI RICEVIMENTO
Antonio Rufini

Spesso i Modelli 23-I delle Poste (gli Avvisi di Ricevimento, ma che per moltissimi sono ancora “Ricevute di Ritorno”) costituiscono una miniera di informazioni, di cose non usuali, di bolli e timbri che non ci aspetteremmo mai di trovare, di dizioni strane, di timbretti di ricezione particolari e tanto altro ancora.

I Mod. 23-I li raccolgo non dall’altro ieri ma dall’anno 1970 e ne ho organizzato tre collezioni (aperte) diverse: a) incrementi della tassazione dal 1946 al 2001 <periodo Lira>; b) tipi di Mod. 23-I <dello stampatore ufficiale I.P.S., poi I.P.Z.S.> o di tipografie private autorizzate dalle Poste o da esse commissionate, usati dal 1946 al corrente; c) Mod. 23-I con bolli e timbri di Ufficio Postali del Comune di Roma. Una mia raccolta l’ho già mostrata ai lettori (1).

Da un relativo piccolo Ufficio di Distribuzione di un Comune che fa parte della Città Metropolitana di Roma, cioè Fiumicino, Comune creato ex novo nel 1992 stralciando la omonima frazione autonoma da Roma e nel cui territorio ricade oggi il gigantesco Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci, vennero restituiti ai mittenti (io ed una Società mia cliente) i dieci Mod. 23-I che mostro più avanti recto/verso.

Il Comune di Fiumicinio ha oggi 80.000 abitanti per una superficie di 213 Km2 (densità 370 abitati per chilometro quadrato) ma nel 1992 di abitanti ne aveva la metà (40.000); in un trentennio ha quindi avuto un incremento notevolissimo di abitanti ma nello stesso trentennio c’è stato un notevole decremento progressivo nell’uso dei servizi degli Uffici Postali(2), evento comune per tutta l’Italia e noto a tutti.

Per la creazione del nuovo Comune (cosiddetto “sparso”) la Regione Lazio fu costretta nell’anno 1992 ad accorpare varie Zone ben abitate del Comune di Roma e così oggi la popolazione comunale di Fiumicino è sparsa a mo’ di pelle di leopardo, col centro principale (Fiumicino Paese) che ha 16.000 abitanti, ma con altri nuclei molto popolosi (Aranova: 5.000 abitanti; Fregene: 7.000, Isola Sacra: 14.000; Maccarese: 4.500; Passoscuro; 4.600; Torrimpietra: 3.000; e così via), tanto che oggi, anno 2025, nel Comune di Fiumicino (escludendo il grande C.M.P. Roma Aeroporto) ci sono 9 Uffici Postali per gli 80.000 abitanti residenti e con uno, praticamente “agricolo”, posto nientemeno che a Testa di Lepre di Sopra (800 abitanti); in aeroporto, ma questa è un’altra storia, nel Terminal 1 c’è anche un punto di lavoro di Posteitaliane dedicato.

Dal C.P.D. del centro di Fiumicino (”Fiumicino Paese”) una quindicina di anni or sono, come anticipato, ricevetti i dieci Mod. 23-I che mostro di seguito e che, tra tutti quelli in mie mani, costituiscono un “unicum” molto particolare, per non affermare proprio che si trattò di un caso per me isolatissimo: in essi c’è una cosa che forse andava di moda durante il Regno d’Italia: ci sono i timbri di tre Portalettere e con tanto di loro nomi e cognomi; in uno c’è perfino l’indicazione “PORTALETTERE”.

Io possiedo oltre 6.000 (forse 7.000) Mod. 23-I e di varie epoche (da circa il 1920 fino al corrente) ma una cosa simile, così esotica, non mi è capitata di incontrare, dato che sulle DIVERSE corrispondenze ordinarie, anche sulle Cartoline Illustrate, talvolta capita d’incontrare il numero del portalettere (spesso in un cerchietto), come appresso





















Non dubito che in più di 160 anni nelle Poste Italiane qualcosa di simile a ciò che oggi mostro ai lettori de IL POSTALISTA possa essere stato realizzato, dato che si trattò di miliardi di corrispondenze; comunque non ho mai visto qualcosa di uguale e forse nemmeno di simile a ciò che i portalettere di Fiumicino Paese C.P.D. (ed in parte anche gli altri) hanno realizzato.

Possiedo forse un centinaio di Mod. 23-I del decorso quarantennio restituitimi coi bolli datari di Fiumicino (B.T.C., B.T.FMR, B.T.PI), tutti relativi o a Dichiarazioni ICI (la ex Imposta Comunale sugli Immobili, oggi sostituita dall’I.M.U.) o a Comunicazioni di cessione di fabbricato allegati a raccomandate inviate alla locale Autorità di pubblica sicurezza (cioè la Polizia di Stato). In nessun relativo Mod. 23-I, dall’anno 1980 al corrente, sono mai comparsi timbretti col nome del portalettere e mai loro firme o sigle.

Per completezza di ricerca ho consultato il Catalogo Unificato di Storia Postale 1861-1968 edito dalla C.I.F. S.r.l. di Milano nel 1995-96; il “tomo” venne curato nientemeno che da Filanci & Angellieri con la collaborazione di Sirotti: orbene a pag. 398 (capitolo sui bolli accessori) c’è un sottocapitolo su “Bolli di Consegna e distribuzione”: comunque non c’è nulla di simile a quanto sopra mostrarvi! E niente di analogo nel successivo Capitolo INDICAZIONI MANOSCRITTE (pag. 405).

Le Raccomandate A.R. io seguito a farle tutt’ora ma sono meno di un tempo dato che certe comunicazioni oggi posso (per talune “debbo”) eseguirle tramite Posta Elettronica Certificata (P.E.C.); comunque non ho più reperito Avvisi di Ricevimento con timbretti dei portalettere e con loro nomi; però la mia esperienza si arresta qui, nella mia città metropolitana; ignoro cosa possa essere successo e cosa possa succedere in altre città, in altre Regioni.

Sulla fattura dei timbretti di Fiumicino C.P.D. che ho mostrato sopra posso solo congetturare che i portalettere se li siano fatti o fatti fare e di propria tasca, cioè a loro spese, escludo a spese di Poste Italiane; aggiungo: in Internet, più precisamente in AMAZON, è in vendita (meno di trenta €uro compresa spedizione) un timbretto nero autoinchiostrante componibile dall’utilizzatore (con lettere e numeri mobili, forse in gomma o silicone) anche su 6 righe ed è di produzione di una celebre ed affidabilissima ditta austriaca la quale, da quando ho memoria, fabbrica e commercializza prodotti di cancelleria (la TRODAT). Saranno stati usati dei Trodat componibili da quei portalettere?

Sono trascorsi tre lustri r più dalle date dei Mod. 23-I di Fiumicino C.P.D. nonché di Firenze e Roma: cosa posso oggi affermare? Mi sono solo chiesto come mai in un certo periodo di tempo i postini di quelle Distribuzioni avessero i loro timbretti da apporre sui Mod. 23-I. Insisto: ci saranno altri casi simili in Italia? Qualcuno potrà darmi una risposta?

Oggi posso solo fare un plauso generale per tutti e non solo per i portalettere di Fiumicino Paese, e dare un “voto” per il loro operato prendendo a mutuo, in prestito, il metodo in uso universale negli Atenei cioè nelle Università italiane (sia pubbliche che private):
- non posso qualificare il postino della Provincia di Roma che appose il pseudo “frazionario”, quindi lo reputo non valutabile;
- a tutti quelli di Roma attribuisco da 18/30 a 21/30 (causa le mancanze di firma e/o dei bolli non perfetti, con uno perfino senza bollo datario);
- al postino Rostello di Firenze e Contessa di Fiumicino un bel 24/30 ciascuno,
- al postino Tesoro di Fiumicino un bel 28/30 (a causa della mancata firma o sigla, anche se ci fu la dicitura “Portalettere” nel timbretto) e 28/30 anche a Romeo Daniela Fattorino 113 ed a Fattorino Ciallei M.;
- infine alla signorina o signora Cristina Moscariello del C.P.D. di Fiumicino Paese mi sento di dare il voto massimo, cioè 30 e Lode ! E se lo merita tutto.

Per finire: scorrendo i vari cartoncini bianchi (con solo uno color ocra) mi è venuto automatico un sospetto che cioè i timbretti dei portalettere (con loro nomi e/o numeri) possano essere in parte iniziati da dopo che le Distribuzioni di Posteitaliane vennero stralciate dagli Uffici Principali ed elevate ad Ufficio autonomo; potrebbe essere proprio così ma se qualche vero specialista delle “distribuzioni” (istituzione e funzionamento) lo confermasse sarebbe meglio perché, comunque, i Mod. 23-I continuano a pervenirmi in maggioranza senza nulla al verso (né nomi, né timbretti, né bolli). Non ci sono più i vecchi bollettini del Ministero delle Poste quindi andare a scoprire la normativa attuale diviene una ricerca dura e sterile, come ad andare a cercare gli asparagi selvatici fuori stagione…..

Temo che forse stavolta io abbia esagerato, ma attenzione: con i Mod. 23-I non finisce mica qui !

NOTE:

1) - su IL POSTALISTA in data 3/8/2021 ho mostrato la mia piccola collezione (incompleta di una sola tassazione) sull’incremento della tassa relativa agli Avvisi di Ricevimento dal 1946 al 2001 (solo periodo “Lira”).

2) - rammento ai lettori che l’elettronica/telematica ha radicalmente modificato “certi” adempimenti legali ai quali i contribuenti erano obbligati da decenni, cioè le “comunicazioni di cessione di fabbricato” (legge post rapimento Moro del 1978) alla locale Autorità di Pubblica Sicurezza: per gli atti notarili la comunicazione entro 48 ore (cartacea: o “a mani” o mediante Raccomandata A.R.) non è più obbligatoria e l’obbligo resta ormai per i soli atti di locazione di fabbricato tra privati o di comodato o pochissime altre sporadiche casistiche molto eventuali (es.: faccio l’Avvocato da 47 anni e a tutti i laureati in Giurisprudenza che potranno leggere questo mio scritto posso affermare di non aver mai incontrato contratti di “Anticresi”, istituto però ancora presente nel Codice Civile. Lo studiai più di 60 anni fa preparandomi per superare l’esame di Istituzioni di Diritto Privato. Qualcuno sa cosa sia o sono l’unico matto da legare a rammentarselo?).

il 27 maggio

Antonio Rufini
11-03-2025

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