MEMORIE
di Antonio Rufini

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XXXVII parte):

AZIENDE ITALIANE: CURIOSITÀ, OGGETTI POSTALI, LORO PRODOTTI E PUBBLICITÀ

Antonio Rufini

Tempo or sono imposi a me stesso di non trattare per i lettori de IL POSTALISTA di materiale troppo recente, ma di affrontare ricordi legati ad oggetti di Storia Postale di almeno 20 anni o giù di lì.
Questa volta vado contro i miei stessi intenti. Però alcuni materiali che mostro potrebbero essere dell’anno 2002.
Devo iniziare con una frase storica “E’ MORTO IL RE, VIVA IL RE!”

Perché principiare proprio con questa locuzione storica usata nei paesi monarchici?
M’è venuta in mente pensando che quand’ero ancora giovane (anni ’70 dello scorso secolo) morì lentamente il vecchio, tradizionale, (a giudizio di molti “squisito”) formaggio GRANONE DI LODI (1), il primo, il padre e il re di tutti i formaggi “grana” che gli sono seguiti e che si producono ancor oggi. Morto il Re chi è stato il nuovo Re? Non si sa. Una vera successione dinastica è mancata e il titolo di nuovo Re se lo contendono almeno quattro principi, i quattro figli del vecchio Re: il Grana Padano, il Parmiggiano Reggiano, il Trentingrana e il Granone Piacentino. Con la premessa non voglio certo scatenare la reazione delle tifoserie dei quattro principi, l’ho solo fatta, en passant, per anticipare che questa puntata è dedicata, in maniera totalmente mia personale, ad uno dei quattro Principi pretendenti alla corona; il Parmigiano Reggiano. Devo essere anche attento a non sconfinare in una felicissima rubrica de IL POSTALISTA, cioè in AL DENTE, dato che sto trattando di un alimento italiano di grandissima eccellenza, cioè del terzo formaggio più prodotto in Italia; difatti ha avuto il suo bel francobollo di Posteitaliane; quindi starò ben attentio a non mettere nemmeno una punta di piede oltre il limes, oltre il finis (qui sì, ho sconfinato due volte, ma nella lingua latina).

C’è anche una spiegazione di questa scelta: da decenni sono amico di un attore, un po’ più maturo di me, nato nel 1938, umbro, e che con suo gran piacere s’è occupato del Parmigiano Reggiano tra il 2002 e il 2006. L’amico si chiama Sergio Tardioli ed ha lavorato molto per cinema, teatro e per la TV, sia della RAI che commerciale. E’ stato, inoltre, interprete di vari spot pubblicitari televisivi (2), e. fra l’altro, di una felicissima serie di spot prodotti per il Consorzio di Tutela del Parmiggiano Reggiano che vorrei ricordarvi.

Il tema degli spot era, molto grosso modo, sempre lo stesso: una mucca (3) di origini ed alimentazione ignote che intendeva introdursi nel pascolo di quelle mucche, ultra controllate, col latte delle quali si produce il Parmiggiano Reggiano e che ogni volta, dal contadino o dal “casaro” (impersonificato dal Tardioli) veniva mandata via, espulsa con la frase “…..non so cosa mangi!......” intendendo che non conoscendo quale fosse l’alimentazione (obbligatoria per le mucche col latte delle quali di produce il “ParmaReggio”) non potesse permetterle affatto di far parte della mandria.

In uno spot la mucca “intrusa” tentava di saltare la palizzata posta a recinzione del pascolo (4) facendo leva su di una sola zampa ma, scoperta, veniva scacciata dal contadino-casaro (il Tardioli); allego solo solo due immagini, l’atletico salto (4), (chissà come realizzato dal regista, di certo in post produzione, miracoli dell’elettronica) e la relativa “cacciata”; nel secondo spot l’intrusa tentava di superare la staccionata scavandone, al di sotto, una galleria, ma trovava, all’uscita della galleria realizzata, il Tardioli che le negava l’accesso (due immagini anche per questo spot); nel terzo l’intrusa, scalato il tetto della fattoria ed entrata furtivamente all’interno per vivere e mangiare nella stalla con le altre mucche produttrici di “quel” controllatissimo latte, si faceva scoprire dal Tardioli per aver messo, scendendo la scala, una zampa in un fusto d’alluminio o acciaio per trasporto latte, facendo un rumore terribile e quindi venendo espulsa (ultime due immagini). Le foto le ho tratte dal calendarietto da scrivania, distribuito gratuitamente dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e stampato in rotocalco (nelle mie 6 scansioni si vede la “retinatura” del rotocalco):



Siamo quindi giunti alla parte “postale”.
Nel 2011 (25 marzo) Posteitaliane, per l’emissione annuale di Francobolli a tema “MADE IN ITALY”, dedicò un bel francobollo al Parmigiano Reggiano, un valore di posta ordinaria da Euro 0,60 (autore: M.C. Perrini). Il francobollo riprende l’emblema del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, ma è molto più dettagliato e con l’aggiunta di forme sulle stigliature di stagionamento che si vedono sullo sfondo.

Avevo conservato da anni proprio quelle cosine relative al Parmigiano Reggiano, regalatemi dall’amico Tardioli ed ho preso, come si dice, la “palla al balzo” per usarle postalmente.

Come spesso (dovrei sostituire “spesso” con “sempre”) ed aiutato da un amico pugliese, più maturo di me (classe 1936) dedito e capace nella preparazione di codesti invii e che non è più, ho fatto circolare il valore, sia per posta ordinaria sia su un Mod. 23-I (che non ho più perché ceduto con uno “scambio”, in quel tempo, “bei tempi”, durante i quali negli Uffici Postali era possibile ottenere codesto “servizio” affrancando anche gli Avvisi, nonostante la cosa fosse contro il Regolamento, ma ovunque o per ignoranza o per bonomia comunque tollerata……); mostro cosa ho conservato, augurandomi che altri possessori di stampasti relativi al Parmigiano Reggiano abbiano fatto come me, affrancando col bel valore che vedete qui appresso:




Si è trattato di invii filatelici realizzati appositamente e che per pochissimo non hanno sconfinato nel prodotto filatelico “MAXIMUM”, dato che invii e valori erano a “tema”. Anche ad essere ultracritici sono carini e simpaticissimi, oltretutto fatti spendendo pochi Euro. Per me hanno un buon valore affettivo. Potranno avere un valore collezionistico forse verso l’anno 2100, beati coloro che ci saranno, dato che per essi non ci sarà problema di incollaggio poiché i valori non erano “autoadesivi”.

Come accade spesso, il caso realizza alcuni invii se non eccezionali, quanto meno inusuali: mia figlia tornò dalla “settimana bianca” a San Virgilio di Marebbe (BZ) il 29 marzo 2011 e dimenticò in albergo un passamontagna di lana, prestissimo speditole per PostaPrioritaria dalla direzione dell’albergo stesso (31/3/2011, accortezza, cortesia e tempistica da annotare e rimarcare, tipica della Aziende bolzanine; io che abito nel profondo SUD non posso che togliermi tanto di cappello) in una bustona, affrancata con 5 valori del Parmigiano Reggiano + integrazione mediante TPL, il tutto incollato alla buona e con i bolli leggerissimi a causa del contenuto della busta, molto leggera, bombata e floscia; così, nonostante l’operatività mia e del mio povero amico pugliese, oggi considero detta bustona, data l’affrancatura e l’integrazione, più pregiata degli invii quasi Maximum che vi ho mostrato. Certo mi sarebbe piaciuto avere ben chiari i bolli bilingue di S. Virgilio di Marebbe; ma che posso fare? Non posso mica mettermi a piangere! Ed ecco, qui sotto, la bustona in questione:





Antonio Rufini
10-06-2022

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori