MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XXXVI parte):

STORIE DI AFFRANCATURE FILATELICHE SU MODELLI 23-I

Antonio Rufini

Dopo aver abbandonato la filatelia classica (francobolli) mi dedicai alla Storia Postale con qualche pausa per motivi di studio (ultimi due anni di Università) e per il servizio militare di leva obbligatoria. Seguitai però ad acquistare francobolli di nuova uscita, ma per affrancare.

Una volta diventato libero professionista ho seguitato ad affrancare lettere e Modelli 23-I; le lettere sono finite in mano ai destinatari, alcune avevano ottime affrancature e solo 4 o 5 sono tornate in mie mani; la maggioranza avrà fatto una brutta fine, strappate in mille pezzi o appallottolate e gettate nel cestino della cartastraccia; invece, quasi tutti gli Avvisi di Ricevimento mi sono stati restituiti.

Su tutti gli invii mi sono divertito a fare affrancature filateliche o eccezionali, per puro divertimento, aiutato da un amico pugliese più grande di me e che ha lasciato questo mondo.
Un mio amico di famiglia che gestiva un negozio di filatelia e numismatica qui a Roma centro mi presentò un poveretto che aveva acquistato, anche dopo lo “sboom” del 1965, francobolli ad interi fogli di valori, tutti commemorativi; quel povero illuso che aveva pensato di fare una speculazione mi vendette i fogli completi al 50% del valore facciale ed io, per anni, usai i francobolli per l’affrancatura di lettere e Raccomandate, Avvisi compresi.

Poi quando il costo delle Raccomandate divenne notevole (dalla fine degli anni ’80 in poi), smisi di acquistare i vecchi valori perché anche su buste formato americano 11 x 23 centimetri era impossibile arrivare all’affrancatura dovuta con valori da £. 20 o 40, 50 o 90, 120 o 170 e via dicendo, dato che nella mia città non tutti gli Uffici Postali erano dotati di M.A. Citis con le quali era possibile l’integrazione della tassa, ma accettavano le Raccomandate affrancate con numeratore in cartella e alcuni (pochi) ancora con il blocchettario Mod. 22-E ed etichette da incollare sugli invii, se usavo troppi “vecchi” piccoli valori, allo sportello, sulla busta, non c’era più posto per l’integrazione (con altri valori). Ho però seguitato ad acquistare francobolli negli sportelli filatelici e ad usarli, perché tanto, pagare all’Ufficiale postale che avrebbe accettato le Raccomandate o pagare i valori anticipatamente e usarli per l’affrancatura degli Avvisi di Ricevimento (e buste da raccomandare) era la stessa cosa, erano soldi anticipati e non “buttati” via.

Ho realizzato moltissime affrancature “filateliche”; alcune, a mio giudizio bellissime e senza pari, dato che cosine, non solo simili ma nemmeno analoghe, mai sono apparse nel Web.
Ho tagliato, per esempio, il foglietto di “ITALIA ‘98” dedicato alla Ferrari ed ho affrancato alcuni Modelli 23-I che qui mostro e che, secondo me, sono carinissimi (ma prima ancora avevo tagliato alcuni foglietti di “ITALIA ‘90”, o usato il foglietto integrale di “ITALIA ’85 ESPOSIZIONE MONDIALE DI FILATELIA); successivamente mi sono sbizzarrito con foglietti ad un solo valore (es: Meucci 2003 o Tratturo Magno del 2004) o foglietti plurivalori (es: Campionato Mondiale di Calcio, Design Italiano 2002 e via di seguito); ho impiegato anche vari eteroblocchi e valori di Serie Ordinarie in più di sette su Avviso, fatto affrancature con “gemelli”, realizzato affrancature con vari francobolli del medesimo colore, in somma un mucchio di invii tutti personalissimi.

Per questa puntata mostrerò alcuni invii (tutti Avvisi di Ricevimento) che potrebbero definirsi “filatelici” da parte di alcuni, ma che comunque riguardano tutti oggetti postali veri che hanno effettivamente circolato, non si tratta mai di creazioni fatte “ad hoc” per avere bolli figurarti di manifestazioni o ricorrenze; tutti gli oggetti sono passati per qualche Ufficio Postale all’accettazione e sono stati regolarmente infilati nei dispacci in partenza e alla fine distribuiti col resto della posta, che poi è il destino di tutti gli Avvisi di Ricevimento.

Mostro solamente alcuni oggetti, suddivisi per “tipo”, premettendo che di alcune cose ho realizzato più invii, quattro o cinque o anche più, a seconda di quante corrispondenze, per motivi di lavoro e in quel momento storico, dovevano essere inviate. E’ una panoramica di quanto potesse realizzarsi con un pizzico di fantasia:


















Antonio Rufini
10-06-2022

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