E' una pretesa avere intitolato questo lavoro "100 
            anni di storia postale italiana".
            Infatti questo pretenzioso titolo nasce dall'inizale desiderio di 
            raccogliere e riassumere, a mio uso e consumo, le notizie riguardanti 
            il servizio postale nel suo insieme, rivolgendo l'attenzione sia agli 
            oggetti postali (lettere, cartoline, francobolli, moduli ecc) sia 
            ai regolamenti inerenti il servizio, cercando di legare le conoscenze 
            che via via accumulavo con gli oggetti in mio possesso, nel tentativo 
            di dominare (o almeno di inquadrare) la difficile e complessa materia 
            della storia postale italiana. partendo dall'Unità d'Italia. 
            
            Naturalmente non mi è stato possibile fare un quadro uniforme 
            ed esaustivo del tutto, il lavoro va recepito come un riassunto a 
            cui mancano sicuramente dei capitoli di storia postale (ampiamente 
            trattati dalle riviste e dai cataloghi specializzati), ma che può 
            dare una visione generale di insieme ed essere di utilità ai 
            curiosi ed ai collezionisti di "italian postal history" 
            alle prime armi.
            
            Il periodo scelto, dal 1861 al 1961, è interessante 
            perchè in questi cento anni è racchiusa una parabola 
            completa della storia postale italiana, dalla nascita del servizio 
            nazionale, al suo sviluppo, alla sua decadenza.
           La "posta italiana" è vista 
            nel suo complesso, dagli iniziali e tumultuosi esordi, volti alla 
            creazione di una struttura uniforme (nata fondendo e amalgamando le 
            organizzazioni postali degli "Antichi Stati" ereditate dall'unificazione 
            italiana), alla successiva creazione di un corpo postale omogeneo.
            Il risultato fu una organizzazione e un sistema postale diffuso capillarmente 
            sul territorio nazionale, che raggiunse anche le località più 
            remote, come mezzo primario di comunicazione, come atto di 
            sviluppo culturale oltre che commerciale e come contributo alla effettiva 
            riunificazione nazionale.  Infatti il sistema postale era visto 
            anche come il principale veicolo di diffusione delle leggi nazionali 
            e della rapida trasmissione delle disposizioni inerenti l'amministrazione 
            statale.
            
            Tutto questo fu ottenuto dalla Amministrazione Postale Sarda in poco 
            tempo integrando i sistemi postali eterogenei ereditati, con pochi 
            uomini e gli scarsi mezzi di un paese arretrato prevalentemente agricolo 
            e composto da una popolazione in massima parte analfabeta. Ciononostante, 
            a cavallo del Novecento, con l'applicazione di una precisa ed intelligente 
            normativa postale, si ottennero degli standard qualitativi di ottimo 
            livello pur con i mezzi limitati di una Nazione non ricca. 
            Ed infine la presa d'atto del suo declino, cominciato negli anni "50 
            del Ventesimo secolo e continuato inarrestabile in tutto il periodo 
            di nostro interesse. 
            Dall'esordio e fino ai primi anni della seconda guerra mondiale le 
            poste erano state statali sui generis, lo erano come organizzazione 
            (infatti erano gestiti direttamente dall'amministrazione solo gli 
            uffici principali) ma per motivi di bilancio le Regie Poste 
            (poi repubblicane) si basavano principalmente sull'apporto lavorativo 
            dei privati, ed al loro controllo a mezzo di ispettori.
            Le succursali, le ricevitorie, le agenzie e le collettorie erano assegnate 
            in appalto a privati che le gestivano in nome dell'Amministrazione 
            delle Poste, ed erano retribuite con percentuali sulle vendite dei 
            valori bollati e sul lavoro svolto. 
            Nel successivo periodo storico, statali lo furono realmente, con cambiamento 
            sia di mentalità che di rigore. Il processo involutivo (lento 
            ma continuo) era già iniziato da tempo ma la data ufficiale 
            fu l'anno 1952 quando per "riordinare il settore" 
            si trasferì tutta la struttura periferica delle Poste Italiane 
            (quella in appalto per intenderci, oggi si definirebbe in FRANCHISING) 
            alla assunzione diretta di tutto il personale da parte dello Stato 
            (da gestire politicamente).
            Si risolse nell'aumento vorticoso dei costi e del personale, unito 
            ad una perdita drammatica di efficienza.
            
            Ma torniamo a noi. Inizialmente fu solo la curiosità destata 
            da alcune lettere "antiche" che trovai sui mercatini, (a 
            prezzo modesto perchè senza francobollo, ) imparai successivamente 
            che erano "prefilateliche", della sfortunata REPUBBLICA 
             ROMANA 
            ; poi furono le cartoline con bandiere della "grande guerra" 
            anch'esse senza francobollo, benchè fossero coeve di altre 
            munite di francobollo che destarono la mia attenzione e mi chiesi 
            il perchè. La curiosità mi spinse all'acquisto di altri 
            oggetti, alcuni perchè mi colpivano per l'eleganza della scrittura, 
            altri per la loro estetica e il fascino del"vissuto" che 
            emanavano, altri ancora per i francobolli applicati; perciò 
            i primi acquisti si risolsero nel comprare sulle bancarelle dei mercatini 
            tutto ciò che colpiva la mia attenzione ed era a buon prezzo. 
            Poi scoprii che spesso pur apparentemente uguali, ogni oggetto aveva 
            una sua particolarità; quanti erano i tipi possibili, mi chiesi?.
            Più raccoglievo e maggiormente si complicava il tutto: tariffe, 
            combinazioni di francobolli, moduli, servizi accessori, affrancature 
            di emergenza, ecc. Lo scoglio maggiore era la modulistica di servizio 
            che mi confondeva; un vero rompicapo, che però mi affascinava.
            Finalmente entrai in possesso del catalogo Unificato di Storia 
            Postale,  frutto del lavoro di tre appassionati studiosi e ricercatori 
            di prim'ordine E. Angellieri, F. Filanci, L. Sirotti e i misteri 
            cominciarono a dipanarsi. La rubrica "Frammenti" di Cronaca 
            Filatelica mi aiutò chiarendomi parecchi misteri . Successivamente 
            le notizie le attinsi da "Storie di posta" grande 
            rivista della storia postale italiana, curata da Franco Filanci, 
            dove accanto ai pur bravissimi autori mi colpì per il suo tratto 
            funambolesco e poetico il gustosissimo Clemente Fedele. 
            Avendo raccolto una varietà cospicua di oggetti postali, nell'ordinarli 
            e catalogarli cominciai a leggere anche le corrispondenze, scoprendo 
            negli scritti squarci della "Nostra Storia" vista 
            attraverso le minute notizie che la "gente comune" 
            si inviava, pertanto non mi limitai al solo aspetto postale ma estesi 
            la mia curiosità anche alle comunicazioni trasmesse da questi 
            oggetti. Fra le notizie reperite non mancano descrizioni commoventi 
            legate alla prima e alla seconda guerra mondiale.
            
            Questo elaborato vuol essere utile a quanti, alle prime armi, siano 
            interessati alla storia e all'evoluzione della trasmissione delle 
            notizie nel nostro Paese, dall'Unità d'Italia in avanti; è 
            riportato ciò che l'autore ha scoperto e riassunto in un specie 
            di "brogliaccio", spero accessibile e di facile consultazione. 
            Dedicato a chi fa una collezione "minore" in termini 
            economici ma denso di suggestione e soddisfazione per chi sa vedere 
            nelle vecchie corrispondenze lo spirito dei tempi, le ansie e i problemi 
            dei primi cento anni della nostra Italia, permettendoci di 
            ricostruire delle tessere di quel grande mosaico che č stato il nostro 
            passato, capirne il vivere quotidiano e allo stesso tempo prendere 
            nota e meditare sui piccoli e sui grandi eventi, visti attraverso 
            le corrispondenze e gli oggetti postali di chi li visse direttamente. 
            Questi ci mostrano tracce evidenti dei nostri costumi e delle nostre 
            abitudini del passato, per aiutarci a capire meglio ciņ che siamo 
            stati; per far ciò basta saper vedere in "filigrana" 
            senza pregiudizi, facendo attenzione ai dettagli.
            
            Tutti i documenti riprodotti sono della collezione dell'autore e la 
            massima parte degli oggetti sono documenti non particolarmente rari 
            (escluso qualche documento di  
            pregio fortunosamente reperito 
            nei mercatini) ma sicuramente interessanti nell'illustrazione del 
            lavoro. 
          Un grazie sentitissimo per l'opera insostituibile svolta 
            dal godibilissimo Franco Filanci che con impagabile maestria 
            si è fatto carico di divulgare (con libri e articoli su riviste) 
            anche ai neofiti le sue conoscenze, contagiando col suo entusiasmo 
            me, e sicuramente molti altri, col virus storico postale.