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STORIA POSTALE - PACCHI POSTALI .1861 - 1985

 

Per il settore pacchi è descritto il periodo 1861 - 1981 con immagini che arrivano agli anni "80.

E' un servizio che inizialmente le Regie Poste lasciarono ai privati e alle ferrovie che già lo effettuavano; solo su sollecitazione dell'U.P.U. l'Italia lo introdusse il 1° Ottobre 1881 in reciprocità con le amministrazioni postali estere aderenti all'Unione Postale Universale.

L'adesione al servizio favorì la diffusione dell'uso del sistema metrico in Italia anche al difuori del sistema postale; fin dal 1850 il Regno di Sardegna aveva introdotto nei suoi territori l'adozione del sistema metrico decimale cioè c.g.s. (centimetro, grammo, secondo). Dopo l'Unità nel resto dell' Italia erano rimasti in uso anche i pesi e le misure tradizionali del passato che i piemontesi , per non urtarsi con la popolazione, avevano tollerato. Da un punto di vista postale, già prima del servizio pacchi, le norme U.P.U. avevano stabilito per i paesi aderenti l'obbligo dell'uso del sistema metrico decimale. Ufficialmente, dal 1° Ottobre 1881 con il servizio pacchi l'amministrazione postale italiana si dovette adeguare stampando per il servizio dei "Bullettini" con il peso espresso nel sistema metrico (sia per l'interno che per l'estero).

Il servizio pacchi dell'amministrazione postale italiana ricalcava per i rapporti con l'estero la stessa reciprocità e integrazione della corrispondenza epistolare. Inizialmente il servizio era limitato ai pacchi di peso fino a 3 Kg. da ritirarsi a cura del destinatario all'ufficio postale di destinazione (altro possibile luogo era la colletteria di prima classe), questa procedura valeva sia per il servizio pacchi in arrivo dall'estero che per quelli movimentati all'interno. Nel caso di pacchi con dichiarazione di valore dovevano essere chiusi come da norme e sigillati con ceralacca; la stessa impronta del sigillo era applicata al bollettino.

Dopo i primi tempi si ebbe la consegna a domicilio per tutti gli invii e l'aumento del peso massimo dei pacchi a Kg. 5 e successsivamente a 10 Kg. (seguendo le convenzioni U.P.U.)
Per alcuni anni per la spedizione furono utilizzati dei moduli bilingui (francese e italiano) in cartoncino secondo il modello internazionale. Nel 1888 i moduli vennero modificati e perfezionati (sempre in ambito U.P.U.) per aderire meglio al servizio. Nell'occasione la normativa venne meglio puntualizzata e i "Bullettini di spedizione" ebbero nuove tariffe e furono differenziati nel colore (per meglio riconoscerli) secondo la destinazione geografica di servizio, sia per l'interno che per l'estero. A volte per carenza di tagli si adeguavano alla tariffa con francobolli ordinari o per pacchi.
In estrema sintesi il regolamento specificava:

  • 1) - che la spedizione doveva essere pagata in anticipo;
  • 2) - che le cartoline erano composte da tre parti: una per il mittente, una per l'ufficio postale destinatario ed una per il destinatario;
  • 3) - che il "bullettino" (cartolina) per pacchi doveva essere compilato dal mittente;
  • 4) - che nel pacco non ci fossero scritti ricadenti nella categoria corrispondenza
  • 5) - che gli uffici che vendevano i bullettini (di valore) avevano lo stesso aggio dei francobolli;
  • 6) - inizio dell'uso dei bullettini dal 1° Febbraio 1888.


Nel Regno d'Italia per il servizio interno (solamente interno), nonostante l'introduzione e la regolamentazione del trasporto pacchi ad opera del servizio statale, per oltre quarant'anni, cioè fino all' 8 Febbraio 1923, sia le Regie Poste che le ferrovie e i privati poterono trasportare i pacchi in "felice" concorrenza, dopo tale data anche per i pacchi postali (portati al peso di 20 Kg) venne introdotta la privativa "per la raccolta, il trasporto e la consegna a domicilio".

Dopo pochi mesi, venne data la possibilità ai privati di ottenere la concessione per il trasporto dei piccoli pacchi che rientravano nella privativa, mediante il pagamento dei diritti postali in percentuale sul costo applicato per il trasporto. La tassa era assolta mediante applicazione dei francobolli per pacchi sulle bollette di trasporto. La spedizione in concessione doveva essere eseguita usando bollettari numerati, i cui fogli dovevano essere costituiti da madre e figlia, e i francobolli appositi erano divisi applicandone una parte sulla bolletta madre che restava in ufficio del concessionario del trasporto per il controllo, l'altra parte sulla figlia che accompagnava il pacco fino alla consegna. Successivamente (dal 1953) i concessionari trasportatori su ogni bolletta di spedizione poterono utilizzare sia i soliti francobolli per pacchi oppure le speciali marche di trasporto in concessione introdotte in tale data, anch'esse in due sezioni molto simili ai francobolli per pacchi.

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marche di trasporto in concessione
bolleta di trasporto privato in concessione
1953 - Marche di concessione trasporto pacchi. A destra esempio di matrice (del 1971) dove applicare le mezze marche corrispondenti a quelle applicate sulla bolletta di consegna del trasportatore.

L'amministrazione postale, dall'introduzione del trasporto privato in concessione, per risparmio ebbe spesso l'occasione di servirsi delle stesse agenzie private che agivano in concessione, sia per il trasporto che per la consegna a domicilio dei pacchi per conto delle Poste.

La modulistica del servizio pacchi postali dell'Ente Poste variò nel tempo (oltre al cambiamento degli stemmi e delle effigi reali); per esempio i bollettini di spedizione si modificarono nei colori e nel testo (formulario). Le modalità di spedizione in pochi anni subirono parecchie modifiche nel servizio. Ad esempio, per un certo periodo i bollettini vennero spediti separatamente dal pacco, in questo caso il destinatario era avvisato una prima volta con un modulo specifico di avviso dall'ufficio postale destinatario dell'arrivo del pacco ed in seconda istanza con un modulo raccomandato in franchigia. In seguito bollettino e pacco seguirono la stessa strada postale e nell'ultimo periodo i bollettini furono fissati al pacco con lo spago.

I bollettini di spedizione dei pacchi postali all'inizio del servizio (1881-1888) furono previsti senza valore.
Sul primo modulo, il Mod.258, per segnalare il pagamento totale della spedizione che doveva essere effettuato in contanti, si scriveva la cifra riscossa e si applicava un bollo ovale "R.P.PAGATO" (lo stesso che rivedremo nella seconda guerra mondiale per quietanzare gli invii in carenza di francobolli). Il secondo modulo emesso, il Mod. 251 (per l'interno) e Mod.402B (per l'estero), era a quattro sezioni e con il testo del formulario molto più complesso. Nel primo periodo l'applicazione dell'affrancatura era effettuata con segnatasse ed in seguito con speciali francobolli per pacchi e a volte anche con francobolli normali (tutti debitamente annullati con bollo a data) .

Successivamente i bollettini Mod. 251 e Mod. 402B muniti di stemma Savoia diventarono di valore cioè dei veri interi postali perchè riportavano prestampata l'impronta dei francobolli per pacchi con il valore di affrancatura, riproducente l'effigie del Re.
I tagli di valore degli pseudofrancobolli impressi erano diversi e diverso il colore dei bollettini, realizzati in una serie corrispondente ai valori delle tariffe necessarie per le spedizioni sia per l'interno che per l' estero, diventando così dei veri interi postali.
La tariffa stampata sul bollettino, in caso di necessità, per destinazione o per servizi accessori, poteva essere integrata con gli specifici francobolli per pacchi menzionati sopra, oppure con normali francobolli.

Dal 1 Luglio 1914 per un maggior controllo delle affrancature si "inventarono" i francobolli per pacchi a due sezioni (era riportato il valore su entrambe le sezioni) da applicarsi a cavallo delle due parti dei nuovi bollettini pacchi, modificati appositamente per il nuovo sistema. Le due sezioni del bollettino erano separate poi con le forbici e il francobollo era diviso in due, una parte del francobollo rimaneva sulla parte del modulo da spedire ancora separatamente dal pacco e l'altra parte consegnata come ricevuta al mittente; questi francobolli a due sezioni rimasero in uso per oltre quarant'anni, fino al 1957, quando il sistema fu di nuovo modificato.

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1914 - Francobolli a due sezioni in uso fino alla fine del secondo conflitto mondiale.
Notare i valori in alto senza fasci. In basso tipo regno con fasci sovrastampato R.S.I..
1946 - Francobolli a due sezioni della nuova serie repubblicana in uso fino agli anni "80. Furono adoperati ad esaurimento e sostituiti con valori ordinari di posta.
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Dal 1930 fu possibile utilizzare l'affrancatrice meccanica per integrare i bollettini per pacchi acquistati alle poste, oppure affrancare a macchina i bollettini pacchi stampati da privati (concesso dalle Regie Poste dal 1930 solo se conformi al modello postale, logicamente senza valore impresso).
Fu approntata per questa possibilità una speciale impronta rossa con doppia impressione di valore (come sempre con "punzone" fabbricato dalla Zecca dello Stato). L'impronta, come per i francobolli doppi per pacchi postali, rimaneva divisa fra le due parti del bollettino. Una parte seguiva il pacco, l'altra si restituiva come ricevuta al mittente.
Sia detto per inciso il bollettino viaggiava separato dal pacco. Per l'interno, a cominciare dal 1 Agosto 1957, furono creati dei bollettini di dimensione ridotta (tipo etichetta) da assicurare al pacco con cordicella.

Le spedizioni, come ovvio, si differenziarono nel tempo coll'aggiunta di nuovi servizi, si ebbero tariffe di: pacco ordinario, pacco ordinario con valore, pacco valore (con o senza assegno), con i servizi di "ingombrante", "fragile" ed "urgente".
I bollettini nel tempo assorbirono anche alcuni servizi propri della corrispondenza come l'espresso, la via aerea, la raccomandata e l'assicurata convenzionale, la ricevuta di ritorno, il contrassegno, ecc. completando tutte le possibilità. Bisogna precisare a questo proposito che a differenza della corrispondenza che poteva essere accelerata solamente nella consegna con il servizio espresso, nei pacchi postali convivevano sia il servizio "urgente" che aveva la priorità di trasporto, sia il servizio "espresso" che era consegnato appena arrivato a destino.
Per un certo periodo, dal 1894 fino all'inizio del primo conflitto mondiale, fu possibile spedire pacchi postali in "porto assegnato" facendo pagare al destinatario anche la spedizione. La normativa prescriveva che ciò fosse possibile solo ad aziende o individui che dessero garanzia di serietà e solvenza. Questo servizio non durò a lungo perchè macchinoso, fu risolto molto semplicemente con la spedizione in contrassegno facendo pagare anche la spedizione al destinatario al ritiro del "pacco valore".
Inoltre si ebbe la tariffa speciale per l'invio di libri e la spedizione in esenzione di tassa per il servizio postale d'ufficio.

Da non dimenticare i pacchi dono post-bellici inviati nel periodo 1945-50 dagli U.S.A.
L'ufficio postale destinatario provvedeva all'invio di un modulo speciale (oppure Mod. 26) di avviso a tariffa lettere da affrancare con francobolli doppi per pacchi,

Anche ai pacchi postali (considerati intrinsecamente di valore) si applicarono alcune possibilità della normativa della corrispondenza con ricevuta, cioè il reclamo per ricerca del pacco non consegnato o "scondizionato" (leggi aperto o disfatto) e inoltre la possibilità di avere una assicurazione aggiuntiva e di richiamare o cambiare l'indirizzo del pacco.
A causa delle dimensioni intrinseche di peso e ingombro dei pacchi la tendenza dell'amministrazione era quella di accorciarne la permanenza in magazzino facendo pagare sia la giacenza postale trascorsi pochi giorni, sia il pagamento della rispedizione in caso di restituzione al mittente.

Dalla lettura del modulario stampato sui bollettini ufficiali delle poste si rileva che inizialmente bisognava specificare, oltre al peso, anche la natura dell'invio, se pacco, cesta, involto, cassa ecc., e la natura del contenuto, essendo espressamente vietato l'invio di alcuni materiali delicati, pericolosi o sporchevoli. Successivamente alcune di queste richieste iniziali vennero abolite.
Una direttiva che rimase sempre in vigore fu il diritto per l'amministrazione postale di poter aprire il pacco per controllare che non contenesse scritti aventi carattere di corrispondenza (in tal caso doveva essere segnalato all'esterno del pacco con apposita scritta "pacco con lettera di accompagnamento" ed aggiunta all'affrancatura di spedizione anche la relativa affrancatura della corrispondenza). Penso che questa norma non sia mai stata attuata per evidenti motivi di carattere procedurale (apertura del pacco da parte di una commissione, stesura del verbale di constatazione, risigillatura, comunicazione al mittente di avvenuta ispezione eccetera.....) vedi prima foto in alto

Arrivato all'ufficio postale di destino il pacco seguiva la modalità solita per le raccomandate; se non potuto consegnare al primo invio veniva lasciato avviso Mod.26 (in assenza di risposta era recapitato un secondo avviso con il modello Mod.26 in raccomandata di servizio con etichetta rosa); poi il pacco seguiva il destino che era stato stabilito in partenza dal mittente: dopo un periodo gratuito di giacenza, il pacco poteva essere abbandonato o restituito al mittente (in tal caso, come già detto, pagava la rispedizionee e la eventuale giacenza all'ufficio postale del mittente) .

Dal 1 Agosto 1957 i bollettini per l'interno cambiarono natura e aspetto; furono fabbricati in cartoncino con dimensioni ridotte e muniti di occhielli (uno o due) con cui fissarli al pacco con una cordicella. Contemporaneamente persero la loro caratteristica di interi postali perchè non ebbero più valore di affrancatura, tuttavia ebbero un prezzo (stampato dalla parte indirizzo) come modulo.
In caso di variazione del loro costo, il prezzo poteva essere aggiornato con francobolli pacchi interi applicati sul fronte dal lato indirizzo e annullati con il bollo a data del giorno. A conferma della loro mancanza di valore (e del loro alto prezzo) si diede la possibilità ai mittenti che ne facevan grande uso, di stamparli privatamente seguendo il modello ufficiale, ma usufruendo della possibilità di aggiungere a stampa la ragione sociale della ditta mittente e alcuni dati utilizzati dal servizio postale.

L'affrancatura della spedizione era effettuata al retro con i soliti francobolli per pacchi a due sezioni (o con l'affrancatura meccanica doppia ) a cavallo delle due sezioni dei "bollettini targhetta".
Come nei tipi precedenti le sezioni erano separate con le forbici in due parti, una parte applicata al pacco e una consegnata come ricevuta al mittente. Successivamente i francobolli doppi vennero usati ad esaurimento e sostituiti con francobolli ordinari; si ebbero perciò anche affrancature miste e affrancature effettuate con francobolli postali per la corrispondenza. Si tenga presente che i francobolli ordinari non dovevano essere sezionati ma applicati tutti sul bollettino, sulla ricevuta era previsto si applicasse il bollo "tassa pagata" (sottinteso sul bollettino del pacco).

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Cartellino di pacco espresso
Cartellino di pacco urgente
A sinistra parte di "cartellino di pacco ordinario (colore bianco) con etichetta per il servizio ESPRESSO. Come si vede anche sulla ricevuta visibile a destra (staccata dal bollettino) il mittente oltre all'affrancatura aveva avuto anche applicato il cartellino del servizio URGENTE richiesto. (sono due servizi distinti)

Naturalmente il servizio non mutò le sue caratteristiche ma divenne meno macchinosa la procedura cartacea della spedizione.

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Normativa postale
1886 - Normativa presente su ricevuta di bollettino per pacchi rilasciata al mittente. Secondo la modalità in uso nel periodo il pacco si poteva ritirare in posta, o pagando un supplemento farselo portare al domicilio. In questo periodo il bollettino viaggiava separato dal pacco.
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Bollettino di pacco di periodo regno 1897per l'estero
1897 - Dal 1888 entrò in uso questo nuovo bollettino Mod.251 (giallo per l'interno Mod. 402B (viola per l'estero) con impronta di valore stampata sul modulo.
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Bollettino di pacco di periodo regno 1904 per l'estero
1904 - Dal 1892 entrarono in uso i bollettini di nuovo tipo; Mod. 251 per l'interno e 402B per l'estero in vari tipi e colori differenziati secondo le tariffe e i paesi esteri di destinazione. Le impronte di valore (tipo francobollo) stampate sul modulo erano eventualmente da integrare secondo necessità con francobolli per pacchi (anche ordinari).
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Bollettino di pacco di periodo regno 1914 per l'estero
1914 - Dal 1906 entrarono in uso i bollettini 402B (per l'estero) di nuovo tipo , le varie aree geografiche dei paesi esteri furono soppresse ed unificate con la dicitura estero. Le impronte di valore ed il colore furono differenziate secondo il peso ed i servizi richiesti da integrare come il solito con francobolli ordinari.
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Bollettino di pacco di periodo regno 1926 retro
Bollettino di pacco di periodo regno 1926
1926 - Fronte e retro di bollettini tipo bilingue. Dal 1914 entrarono in uso questi bollettini di nuovo tipo usati sia per l'interno che per l'estero. Erano da usarsi con i nuovi francobolli a due sezioni applicati a cavallo del modulo e della ricevuta da staccare e consegnare al mittente. Questo modulo in particolare era predisposto per l'invio simultaneo di tre pacchi (per superare i limiti di peso dei regolamenti U.P.U., (si notino le tre righe in alto a destra per il peso). Era consuetudine in caso di mancanza di spazio sul fronte applicare i francobolli al retro.
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Bollettino di pacco di periodo regno
1928- Fronte di bollettino di un tipo che potremmo definire definitivo, era usato sia per l'interno che per l'estero. Inizialmente erano caratterizzati dall' essere filigranati ed avere l'effigie del re e del fascio con la dizione "Poste d'Italia" successivamente cambiato in "Poste italiane" come in precedenza, variò l'effigie e gli stemmi ma il modello rimase sostanzialmente immutato per tutto il periodo di nostro interesse ( nel 1957 per l'interno si introdussero dei bollettini simili a cartellini da applicare al pacco). Notare in alto un bollo e la scritta in matita blu della cifra da pagare per la dogana.
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Ricevute di pacchi con assicurazione privata  gestita dalle poste
1936 - Ricevute di bollettino pacco per l'Asmara con assicurazione privata aggiuntiva "L'assicurazioni d'Italia" di Lire 2 gestita dalle poste a beneficio dei postelegrafonici. A destra la ricevuta con marca assicurativa destinata al registro che per errore è stata applicata sulla ricevuta.
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Bollettino di pacco di periodo repubblicano
1958- Fronte di bollettino emesso in periodo repubblicano usato per l'estero. In questo periodo (dal 1° Agosto 1957) per l'interno era stato adottato il tipo semplificato a foggia di cartellino con occhielli da assicurare al pacco con dello spago. Il modello per l'estero conserva le stesse caratteristiche di quelli precedenti; ha carta filigranata (ruota) la stampa in vari colori in funzione del taglio e con l'integrazione applicata sempre con francobolli a due sezioni.
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1949 - Retro di bollettino che è stato privato sia della ricevuta che della cedoletta; riporta chiaramente tutte le indicazioni richieste dal mittente e la diligente bollatura dell'ufficio postale: bollo di quando arrivò il bollettino (che viaggiava separato), ed altri bolli di quando arrivò il pacco e quando fu consegnato.
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Bollettino  di pacco ordinario con assegno nuovo
1957 - Bollettino di pacco ordinario controassegno di piccole dimensioni da applicare al pacco con cordicella come un cartellino. Sul fronte è segnato il prezzo; l'affrancatura era effettuata come il solito con valori pacchi a due sezioni però applicati al retro.
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Cartellino di pacco  ordinario  con integrazione di prezzo
1973 - 1981 Fronte di bollettini di pacco ordinario; per la forte inflazione dal "73 all'"81 il prezzo è decuplicato passando da 10 lire a 100. La normativa prescriveva di integrarne il prezzo applicando dei francobolli pacchi intieri sul fronte da annullare con bollo a data.
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Cartellino di pacco  ordinario  affrancato a macchina con impronta doppia
1975 - Retro di bollettino di pacco ordinario urgente affrancato con impronta rossa doppia a macchina, la parte impressa sulla ricevuta è stata consegnata al mittente. Il valore pacchi a metà in alto è l'integrazione del prezzo del cartellino che è stato erroneamente applicato al retro come per l'affrancatura a cavallo della due sezioni.
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Cartellino di pacco  ordinario  affrancato a macchina e respinto fronte
Cartellino di pacco  ordinario  affrancato a macchina e respinto retro
1973 - Fronte e retro di bollettino di pacco ordinario con assegno a tariffa ridotta di fattura privata (manca dello stemma repubblicano ed è senza prezzo inoltre non ha applicati francobolli interi sul fronte). E' stato affrancato con impronta rossa doppia a macchina. Il pacco è stato respinto e seguendo le richieste del mittente è stato rimandato all'origine dove ha pagato la rispedizione (anch'essa ridotta per le case editrici) assolta con l'applicazione di francobolli pacchi metà per la cifra segnata sul cartellino applicato sul fronte. L'altra metà dei francobolli è stata applicata sul documento di rispedizione (notare che è stato cambiato il numero del pacco).
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Bollettino di consegna corriere privato
1946 - Fronte di bollettino di consegna per un pacco in contrassegno e con assicurazione emesso da trasportatore privato in concessione. Documento del primo dopoguerra quando non erano state approntate le marche di concessione ed era stata pagata la tassa del monopolio postale con valori dei pacchi postali a due sezioni. Al retro le tre marche da bollo per assolvere l'I.G.E.
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