Storia postale parmense

Introduzione agli Uffici Postali
1861-1946


Gli Uffici Postali 1861-1946

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La Posta di un Comune che non c’è più:
Boccolo dei Tassi e Pione

di Enrico DALLARA
“Sulla dirupata pendice dell’elevatissimo Monte Lama
vedesi un gruppetto di circa venti rustici tugurj,
con chiesa parrocchiale, denominato Boccolo dei Tassi.
La sua posizione, in un lembo estremo del territorio parmense,
fece riconoscere la convenienza di stabilire a capoluogo un villaggio più centrale,
e fu quindi providamente scelto nel 1828 Pione:
ciò nondimento restò a Boccolo il privilegio di dar nome al comune.”

Così viene descritto dal Buffagni Orlandini, nel 1839, il Comune di Boccolo dei Tassi, località appenninica nei pressi di Bardi, a ridosso del confine con la provincia di Piacenza. Sotto la dominazione francese, venne dichiarato Comune indipendente nel 1805 e, Napoleone, lo elevò a capoluogo rilevante del Dipartimento degli Appennini.


Il suo territorio comprendeva circa 6500 ettari di terra e oltre al Capoluogo, erano presenti le frazioni di Santa Giustina Val di Lecca, Ponteceno, Pione e Cassimoreno con Monte-Regio, questi ultimi, ora, in territorio piacentino. Ogni frazione era isolata dalle altre e collocata all’interno di valli scoscese che guardavano versanti diversi: Ponteceno sorgeva nella valle del fiume principale, il Ceno; Santa Giustina, Boccolo dei Tassi e Pione ciascuna in valli dei suoi affluenti; Cassimoreno e Montereggio erano invece vicino agli affluenti del torrente Nure, nel versante piacentino. La difficoltà di coltivare il territorio, tutto montuoso, scosceso e con molte frane, obbligava buona parte dei 2400 abitanti ad emigrare verso l’Oltrepò per lavori silvestri. Leggendo le guide topografiche di metà Ottocento, sembra che la vita in questi luoghi fosse estremamente difficoltosa, quasi impossibile.

Boccolo dei Tassi, località allora di soli 80 abitanti (!) rimase sede del Comune fino al 1828, anno in cui il Ducato di Parma riconobbe che la sua collocazione nella parte estrema a Nord Est del territorio Comunale non si addiceva a rappresentare un centro amministrativo.

Si decise, pertanto. di spostare il Municipio nella più centrale Pione, senza per questo modificare il nome del Comune: Sede Municipale di Pione, comune di “Boccolo dei Tassi”.

Con il plebiscito del Regno d’Italia e la formazione delle Provincie, Boccolo, assieme a Bardi entrarono a far parte del Circondario di Fiorenzuola in Provincia di Piacenza.

Sigillo del Comune di Boccolo “dei Tassi”

A Pione venne costruito il Municipio di “Boccolo”, un imponente palazzo a 4 piani posto in prossimità di Paese, ancora molto ben visibile, sebbene non agibile, situato sulla strada che congiunge l’abitato del paese con Bardi.

Palazzo Municipale di “Boccolo” a Pione, in una immagine degli anni ’20 ed in una dei nostri giorni

Il primo servizio postale, l’Ufficio di “Boccolo dei Tassi” fu inaugurato a Pione il 1 Giugno 1881, era un Ufficio Postale di 2^ classe, sotto il controllo del Circondario di Fiorenzuola d’Arda, in Provincia di Piacenza.

Nell’annullo con il numerale a sbarre 3413, il datario, con mese in lettere, è circondato dalla denominazione del Comune (“BOCCOLO DEI TASSI”) e da una piccola stella a sei punte. L’ufficio servì tutte le frazioni del Comune, anche se, diverse di esse, si trovarono molto più vicine ai comuni limitrofi che al comune capoluogo. Non sono rare lettere preparate da cittadini di Pione o di Boccolo stesso, imbucate a Bardi, come lettere di Ponteceno spedite da Bedonia.

Ragione dello scarso utilizzo di Pione, fu anche il tempo necessario per giungere alla sede del Circondario.

La posta raccolta a “Boccolo” veniva inviata verso Bardi da pedoni locali (10 chilometri di distanza, percorsi in un periodo medio di 3 ore) e da qui spedita verso Fiorenzuola da procacci che impiegavano altre 9 ore per giungere a destinazione!! In totale 12 ore per soli 60 chilometri.

In figura una lettera, che ha effettuato questo percorso, da Boccolo a Fontana di Cadeo.

Lettera da Boccolo dei Tassi a Cadeo (PC) del 24 Ottobre 1888 e impronta del suo numerale 


Dal 1889 il numerale “3413” viene ritirato e a suggellare la posta rimane il solo timbro a cerchio semplice, sicuramente utilizzato fino a tutto il 1902. Da questa data è probabilmente stato distribuito un tondo riquadrato di cui però non se ne conosce l’impronta.

Dal 1911 viene distribuito un timbro “Guller” a 8 sbarre che rimarrà “in servizio” fino al 1923. Le corrispondenze da questa località rimangono non particolarmente frequenti e le testimonianze sull’utilizzo dei vari annulli sono abbastanza ricercate.

Nel 1913 la rivoluzione che riclassifica le poste coinvolge anche questo piccolo presidio. Riclassificato come ricevitoria, la Posta di “Boccolo” viene univocamente identificata con il numero frazionario 48/6, 48 identificativo di Piacenza e 6 come 6° ufficio in ordine alfabetico presente nel territorio provinciale..

In figura sotto una cartolina del 6 Gennaio 1915 da Boccolo dei Tassi a Boulogne Seine con il timbro “Guller” a 8 sbarre.

Cartolina da Boccolo dei Tassi (Piacenza) a Boulogne Seine con l’annullo tipo “Guller” a 8 sbarre.  


Nel 1918 sono implementate le corse dei procacci da Pione a Bardi, per servire anche la ricevitoria di “Santa Giustina di Boccolo” aperta proprio in quell’anno.

Nel 1923, precisamente il 24 Settembre, il comune passa, assieme a quello di Bardi, dalla Provincia di Piacenza a quello di Parma . Il frazionario 48/6 viene sostituito dal 44/205 (44 per Parma e 205 per il numero progressivo di ufficio assegnato a questa provincia).

Immagine con evidenza della località di Boccolo dei Tassi in Provincia di Parma


Da diverse fonti risulta che questo passaggio crea non pochi problemi, in particolare per la gestione del personale. Dai Bullettini postali del periodo si segnala che: Fiorenzuola ritirò il proprio personale, mentre Parma ebbe non poche difficoltà a rimpiazzarlo. L’ufficio rimase sguarnito di personale dal 1923 fino all’anno 1925 inoltrato: la difficile accessibilità del territorio, oltre probabilmente ad uno scarso compenso, videro i concorsi per la sua assegnazione sempre deserti. Solo nel 1925 si riuscì a trovare una soluzione e proprio in quella data, a “Boccolo” arriva anche il telegrafo.

Tutto sembra sistemato quindi. Ma ancora pochi mesi e il 23 dicembre 1926, in periodo in cui il Regìme cambia nomi a molti Comuni Italiani, anche queste località non ne rimangono indenni. Il 23 Dicembre 1926 Boccolo dei Tassi viene rinominato Comune di “Pione”. Nulla cambia per l’Ufficio postale però situato a Pione, che riporterà ancora la vecchia indicazione di “Boccolo dei Tassi”.

Passano ancora pochi mesi e Mussolini, nell’Aprile del 1927, decide di incorporare l’appena costituito Comune di Pione con quello di Bardi, mentre l’amministrazione delle Poste e Telegrafi continuerà a identificare l’Ufficio di Pione, come Boccolo dei Tassi. Qui sotto una lettera con la nuova denominazione alle dipendenze della Direzione Provinciale PT di Parma, spedita da Boccolo dei Tassi a Bologna il 15 Gennaio 1928.

Lettera da Boccolo dei Tassi (Provincia di Parma) a Bologna. Annullo Guller con frazionario su 50 cent. Serie Parmeggiani del 1927


Ancora un anno ed anche le denominazioni postali sono completamente modificate. L’indicazione “Boccolo” mal si concilia con la presenza dell’Ufficio in Pione, E così, finalmente il 1° settembre 1929, l’antico Ufficio di Boccolo, aperto nel 1881, viene rinominato in “Pione” in accordo con la denominazione della ormai frazione che lo ospita.

Localizzazione di Pione nell’ormai Comune di Bardi.


La Direzione provinciale di Parma fornisce un nuovo “Guller” e il personale in servizio rimane lo stesso.

Piego da Pione a Parma del 24 Luglio 1945.


Con la ridenominazione di Pione e l’apertura di altre ricevitorie del territorio, l’Amministrazione postale riordina anche il servizio di raccolta e distribuzione posta anche in questa porzione di montagna Parmense. Rimane il procaccia a piedi o a cavallo per i collegamenti con Santa Giustina, viene stabilito un servizio di corriera tra Pione e Bardi, e da Bardi a Fiorenzuola, il trasferimento della posta viene garantivo attraverso automobili postali. La carta delle Comunicazioni del Regno del 1930, pubblicata dall’ISSP di Prato, consente di vedere come era collegato l’ormai Ufficio di Pione con la rete postale nazionale. Un procaccia a cavallo lo collega con Santa Giustina (linea rossa tratteggiata), mentre una vettura postale garantisce i collegamenti con Bardi (linea rossa sottile continua). Da Bardi poi, verso Metti (Bore) e Fiorenzuola, la posta viene trasportata in automobile.

Percorso della posta da e verso l’Ufficio di Pione (Anno 1930 - fonte ISSP.PO).


Il servizio viene garantito in questo modo fino al 1946, quando nuove normative e la neonata Repubblica, modificheranno ancora le cose… ma questa è un’altra storia.

Enrico Dallara
22-02-2021

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