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  Introduzione alle Tae Citis pistoiesi
Enrico Bettazzi

PERCORSO: le schede > Cataloghi filatelici di Pistoia e della sua provincia > questa pagina > Le impronte Tae Citis della provincia di Pistoia

Brevemente riportiamo alcuni dati essenziali introduttivi, ripresi da: https://www.ilpostalista.it/toscana/_tae.htm

Le TAE Citis PT 3 e PT 10 sono macchine affrancatrici date in dotazione dalle Poste, dapprima agli uffici “principali” e successivamente alle succursali e uffici locali di maggiori dimensioni a partire dal 1971, furono utilizzate fino a poco oltre l’anno 2000.

La Citis era una ditta di Torino che successivamente si trasformò in TAE (Telefonia Automazione Elettronica) con sede a Volpiano (To), poi si trasferì a San Benigno Canavese, sempre in provincia di Torino, con il nome di E.M.S. (Elettronica Meccanica Sistemi).

Le macchine dovevano essere utilizzate per il servizio di Raccomandazione, A.R., Assegno, Assicurata, Espresso, Pacchi, ma anche per la Posta Celere, vi sono anche alcuni casi di utilizzo per le Tassate.

L’impronta rilasciata dalle PT 3 e PT10 si presenta in forma semplice e raccolta con molte informazioni al suo interno: Nel datario: cap, ufficio, provincia, data; nel blocchetto: in alto la matricola della macchina, la R di Raccomandata, il numero progressivo del servizio; nel punzone di stato: la tariffa espressa in 5 cifre; sotto: l’operatore della macchina individuato attraverso un quadrato o un triangolo in piccolo, poi l’eventuale servizio aggiuntivo richiesto. L’uso dei due diversi simboli si dovrebbe riscontrare unicamente nelle macchine degli uffici a doppio turno.

Questo vale per le PT 3, mentre le PT 10, fornite a partire dal 1994, sono diverse seppur di poco: i simboli per individuare l’operatore sono 3, viene aggiunto anche un piccolo cerchio, nel punzone di stato c’è il solo fregio di sinistra ed espone 6 cifre per la tariffa anziché 5.
Le matricole di queste macchine non hanno una numerazione continua, perché questa era unica per ogni tipo di affrancatrice e attribuita secondo la cronologia degli acquisti. Le Tae Citis furono distribuite a gruppi ed in periodo diversi; la prima PT 3 ha il numero 238, l’ultima il 4488, le PT 10 dal numero 4348 fino a circa il 5700. Come si può notare dalla numerazione, in uno stesso periodo, si distribuirono sia PT 3 che PT 10.

Immagine tratta dalla pubblicazione di Pozzati, riportata in calce a questo articolo.

Esempio di come si presenta la normale impronta di una Citis PT3; nel catalogo è stata tralasciata l’indicazione dei simbolini geometrici indicanti gli operatori che utilizzavano la macchina (∆, □ ).


Per Pistoia, scorrendo i numeri di matricola delle bollatrici, risultano assegnate 39 bollatrici, di cui trenta PT3 e nove PT10.

Vi sono particolarità come lo spostamento di alcune macchine da diverse “locations”: tra uffici diversi (la 2226 da Pistoia Via Buonafonte a Quarrata), o per spostamento dei medesimi (3213 per Pistoia 4 da Via Spontini a Viale Adua e la 3700 per Pistoia 2 da Via Borgo Viterbo a Via dello Stadio), o per trasformazione dell’ufficio (caso della macchina 4007 del C.P. trasformatosi in C.P.O.).

Nella dicitura del bollo datario possono esistere piccole varianti come trattini separatori nel nome dell’ufficio o varianti di trascrizione del medesimo: è conosciuto per Pistoia 3 l’indicazione della via con o senza abbreviazione (Via o V. Buonafonte).

Tra le PT10, dopo che nella fase iniziale le affrancatrici erano state distribuite, dopo le prime trenta di Roma, in tranches di 100 secondo l’ordine alfabetico degli uffici poi senza un ordine preciso ed infine a blocchi provinciali ed è questo il caso delle pistoiesi che vanno dalla matricola 5057 alla 5062 nel 1994.
La sequenza 5057-5062 fu preceduta da una sequenza lucchese e seguita da una senese.

Nell’articolo introduttivo segnalato con il link all’inizio di questo, si racconta anche che a cavallo degli anni settanta/ottanta a livello nazionale furono create scorte regionali di tali macchine bollatrici, da tenere pronte per la sostituzione d’emergenza nel caso le bollatrici di assegnazione locale avessero problematiche.
Pertanto queste macchine, nel gergo “meccanofilo” furono chiamate “macchine di scorta” e date in dotazione alle Direzioni Compartimentali; per la Toscana mancano indicazioni per l’uso nel pistoiese; queste ultime, se ivi utilizzate, sarebbero identificabili se associate al guller dell’ufficio ove erano in sostituzione provvisoria.

Le Tae Citis PT3 e PT10 sono facilmente individuabili, mentre dalle forniture post matricola 5700 circa, furono assegnate le nuove Citis PT100, non recante matricola e pertanto uniforme e non individuabile nell’uso (per esempio ci dice Sortino, a Milanofil ne furono installate ben quattro, ma le impronte erano tutte uguali…).

Con l’introduzione del “tracing” ovvero delle etichette di raccomandazione con il codice a barre, il blocchetto con la “R” divenne inutile. Ci racconta Sortino che ogni ufficio si sbizzarrì: chi tracciava un frego con una penna sulla R, chi la eliminò materialmente, chi tolse completamente il blocchetto eliminando così il numero di matricola e rendendo l’impronta visibile col solo numero progressivo centrale di utilizzo giornaliero.

Un cultore della materia come Pirazzoli ci dice che furono introdotte anche macchine speciali multifunzione, quindi con blocchetto diverso dall’usuale, tipo la matr. 4777 usata a Pistoia o la 4778 a Montecatini Terme.
Con questa “vandalizzazione” e retrocessione a semplici affrancatrici (con solo ufficio, data e importo pagato) si concludeva poco gloriosamente il lungo servizio prestato da queste multifunzionali bollatrici.

Immagine dell’impronta di PT3 “vandalizzata”; si tratta della macchina n. 3213 in precedenza presso l’ufficio postale di Via Spontini.


Seguono le tabelle in ordine di numero di matricola predisposte da Alcide Sortino, che non smetteremo mai di ringraziare per il supporto e le notizie forniteci.
Ringraziamenti anche a Matteo Merla (scomparso l’anno scorso quasi novantenne, massimo cultore delle Tae-Citis) per aver fornito le date presunte degli anni di installazione.
Ringraziamenti anche agli autori precedenti Alberto Caroli e Roberto Monticini, ai quali mi sono rifatto per rendere uniforme la catalogazione.
Infine ringraziamenti a Pietro Pirazzoli per le notizie collezionistiche, l’implementazione delle sopracitate tabelle e per aver fornito parte delle immagini del catalogo.
Per approfondimento dell’argomento si rimanda alla fondamentale opera di Mario Pozzati, Le affrancatrici meccaniche negli Uffici Postali Italiani, Aicam pubblicazione n. 206, 1999 .

Enrico Bettazzi
08/12/2021