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Centenario aeronautica: aerei e piloti nella Grande Guerra

Enrico Bettazzi

All’nizio della Grande Guerra, il 24 Maggio 1915, pur essendo stata la prima nazione a far uso bellico degli aeroplani, l’Italia, che non disponeva allora di una forte industria nazionale, dovette attingere da quella d’oltralpe per l’aviazione. Questa non era ancora un corpo militare a se stante, abbiamo visto in Libia era una sezione speciale del Genio e il suo utilizzo era principalmente dedicato all’osservazione aerea (non vi erano ancora le specialità di bombardamento e caccia).

All’inizio della guerra l’Esercito disponeva di soli 86 aerei, ripartiti in 15 squadriglie, tutte dedicate alla ricognizione. Questi velivoli, fragili e poco o per nulla armati, erano di produzione straniera.
All’inizio sono pressappoco quelli della guerra in Libia (Bleriot, Farman, Nieuport N10) con l’aggiunta degli Aviatik (costruito dalla SAML di Brescia dopo la cattura di un esemplare austro-ungarico). L’industria aeronautica nel primo anno di guerra consegna meno di 400 apparecchi, quasi tutti su licenza straniera. Poi inizia la produzione di caccia Nieuport-Macchi, di idrovolanti FBA della SIAI, i trimotori da bombardamento Caproni. Nell’ottobre 1915 il numero dei bombardieri è di 58 esemplari, quello dei caccia attorno alle 200 unità.

Catene di montaggio di alcuni stabilimenti industriali. Foto tratta da rivista “Storia Militare Dossier”, in bibliografia.


Come sappiamo grande fu lo sforzo bellico della nazione a fronte di un altrettanto grande bisogno dal fronte; furono mobilitate tutte le risorse di manodopera e capitali a disposizione. Furono predisposti vari prestiti di guerra, anche per colmare i gaps nell’aviazione.

 

Volantino di propaganda per sottoscrivere il Prestito stampato dalla Banca Italiana di Sconto. Questo appello specifico “ut etiam coelo patria sicura sit”, affinché la patria sia sicura anche in cielo.


In effetti i primi raids aerei nemici, sia con dirigibili che con aerei ci colsero impreparati; col passare dei mesi si cercò di rimediare anche con iniziative locali per avere la salvaguardia dei cieli delle nostre città.

Cartolina ricordo per la consegna alla difesa aerea di due velivoli.

Cartolina in franchigia con timbro di posta militare illeggibile dal 3° Cantiere Dirigibili, Zona di Guerra.

 

Comunque oramai l’ingranaggio industriale era partito e gli anni successivi videro un exploit produttivo tale da essere superiore addirittura a quello che verrà messo in atto per la seconda guerra mondiale. Già nel 1916 l’industria nazionale riesce a consegnare 1.255 aeroplani, stavolta di concezione nazionele e classificabili tra i migliori protagonisti dello scontro nei cieli di allora.
Si avrà complessivamente per gli anni di guerra una produzione di oltre 12.000 apparecchi, la maggior parte provenienti da grandi complessi industriali come la Caproni, la Macchi, la SIAI e la Ansaldo.

Cartolina in franchigia postalizzata da PM Intendenza II Armata in data 17/12/1915 da soldato appartenente al Gruppo aviazione per artiglieria 5a Squadriglia.


Come già detto all’inizio l’aviazione fu utilizzata per ricognizione, per aggiustare il tiro delle artiglierie o avvistare i movimenti del nemico. Ma dopo poco si svilupparono anche le altre specialità ove ci distinguemmo per la affidabilità dei mezzi e la bravura dei nostri piloti.
Anche se la tecnologia applicata sugli aerei l’aveva notevolmente migliorati, questi restavano sempre una quotidiana sfida alla sopravvivvenza di chi vi era imbarcato. Un aviatore in volo aveva
meno possibilità di sopravvivenza di un fante in trincea.

Oltre al nemico, era l’aereo stesso a rappresentare un pericolo costante per l’aviatore. Il pilota, di solito un ufficiale di cavalleria (da qui spesso la denominazione di “cavalieri dell’aria”, dovuta all’inizio anche per un fair play aristocratico nei confronti dell’avversario), non aveva spesso cognizioni tecniche, messo in postazioni con limitata visibilità a causa di montanti e tiraggi attorno all’abitacolo, con strumentazione quasi inesistente ed una autonomia limitata. L’equipaggiamento personale assomigliava più a quello di un alpinista, con berretti in pelle poi sostituiti da caschi rigidi; l’uniforme di volo non era certo ergonomica.

Col passare dei mesi si svilupparono anche tattiche di combattimento aereo ed una organizzazione di volo in squadriglia. Il tutto era talmente “provvisorio” che si dette la qualifica di asso a partire dal terzo abbattimento di velivolo nemico (regola per gli Alleati) .
Così tra i nostri aviatori vi furono più di quaranta assi e molte medaglie d’oro al valor militare (Baracca e Locatelli i più ricordati); il primo aviatore a meritarsela fu Oreste Salomone. Non si può non ricordare anche D’Annunzio per le molte imprese rischiose effettuate durante la guerra come osservatore aereo.

Foto di Gabriele D’Annunzio sul cui braccio sinistro, sotto al distintivo da ardito, si nota il brevetto di osservatore aereo.

 

Uno dei volantini lanciati da D’Annunzio durante il volo sopra Vienna (9 agosto 1918) (dal Web)


Alla fine del conflitto l’arte della guerra aerea era cambiata. In quattro anni le missioni di ricognizione cedettero il passo ai combattimenti tra caccia per la conquista della superiorità aerea, all’appoggio diretto alle operazioni terrestri e al bombardamento strategico.
Le azioni svolte durante la guerra fecero capire l’importanza dell’arma aerea e così fu elevata a rango autonomo scorporandola dal Regio Esercito il 28 marzo 1923.

Enrico Bettazzi
04/05/2023

 

Cartolina in franchigia da caporale della 70ª Squadriglia aeroplani da caccia, postalizzata tramite PM21 in data 1/3/18. A quell’epoca la squadriglia era equipaggiata con HD1; era stata la prima squadriglia di Francesco Baracca.

 

Foto del tenente Ubaldo Chiara a bordo del suo apparecchio. Conseguì due medaglie d’argento al valor militare.

 

Cartolina in franchigia spedita da Padova (timbro di posta civile Padova Centro) affrancata per 10 cent. perché scritta ad altro ufficiale in Zona di guerra. Scritta dal Maggiore Negrotto. Pierino Negrotto Cambiaso , allora deputato (1909-1919), dopo un brillante passato nelle colonie (M.B.V.M. presa in Eritrea nel 1898) come ufficiale di cavalleriacoloniale, volle tornare come volontario al fronte. Aveva quasi 50 anni. Prestò servizio come mitragliere nel Servizio Aeronautico. Fu poi Senatore (1924-25).

 

Cartolina in franchigia postalizzata tramite PM3 il 7/6/18. Scritta da Enzo e Mario Fucini. Il tenente Mario Fucini, appartenente alla 78 squadriglia da caccia, ebbe 2 m.a.v.m. ed una m.b.v.m.. Asso con 7 velivoli abbattuti accreditati.

 

 

Cartolina in franchigia postalizzata tramite PM1 il 7/9/17, scritta dal tenente Ignazio Lanza di Trabia, figlio della principe Pietro e di Giulia Florio. Tre medaglie d’argento al v.m., caduto col suo aereo al rientro di una missione il 1/11/1917.



 

 

Cartolina in franchigia postalizzata tramite PM 6° corpo d’armata in data 28/8/16. Scritta dal Ten. Gian Carlo Massola appartenente alla 47 Sq. Aeroplani. M.B.V.M.

 

I documenti, salvo diversa indicazione, provengono dall’archivio dell’autore.

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

G. APOSTOLO (a cura di ), Ali tricolori. Gli aerei militari italiani. Parte 1a: 1910-1922. Dagli albori alla Grande Guerra, in “Storia Militare Dossier”, n.7 (2013)

F. CAFFARENA, La guerra aerea, in Dizionario storico della Prima guerra mondiale, (sotto la direzione di Nicola Labanca), Bari, 2014

https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Aviatori_italiani_della_prima_guerra_mondiale

https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Assi_dell%27aviazione_italiana_della_prima_guerra_mondiale

https://www.storicang.it/a/gli-assi-dellaviazione_14622

https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Fucini

https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Locatelli

https://it.wikipedia.org/wiki/Oreste_Salomone

https://it.wikipedia.org/wiki/Gabriele_D%27Annunzio

https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Baracca

https://it.wikipedia.org/wiki/Ignazio_Lanza_di_Trabia

https://www.ilpostalista.it/pm_file/pm_190.htm

https://www.ilpostalista.it/pm_file/pm_189.htm