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I battaglioni volontari della G.I.L. 

I ragazzi di Bir el Gobi. Il Reggimento Giovani Fascisti nella campagna dell’Africa Settentrionale

A guardia delle Oasi. Storia del IX Btg. G.a.F. e del suo Comandante

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I battaglioni volontari della G.I.L. 
Enrico Bettazzi

La G.I.L., Gioventù Italiana del Littorio, nacque nel 1937 dalla fusione dei Fasci Giovanili di Combattimento con l’Opera Nazionale Balilla.
Il carattere di questa associazione era paramilitare, oltre che di indottrinamento: alla fine dell’iter formativo era previsto per i ragazzi il servizio premilitare.

Nel 1940, all’annuncio dell’entrata in guerra dell’Italia, molti di questi giovani si presentarono presso i comandi provinciali della Gioventù Italiana del Littorio per chiedere di servire in armi la nazione. I vertici dell’esercito furono sorpresi da tale entusiasmo e rimasero perplessi su come gestire questo flusso di quindicenni/diciottenni: tali volontari necessitavano addirittura del consenso scritto dei genitori.

Fu dato il permesso dal Ministero della Guerra di costituire 24 battaglioni Giovani Fascisti composti da ragazzi della sola classe 1922. In pochi giorni il numero dei volontari assommò a circa 24 mila, comprendendo anche i giovani del 1923,1924 e 1925.

I battaglioni assunsero il nome del luogo di costituzione, così come le compagnie che li componevano. La forza di ogni battaglione era di circa 1000 giovani, con 20 ufficiali e 50 sottufficiali provenienti dal Regio Esercito, per lo più dai bersaglieri. L’armamento individuale era il moschetto mod. 1891 ed il pugnale della G.I.L.; l’uniforme quella grigioverde di fanteria ed una di colore coloniale in tela. Sulla bustina il fregio metallico della G.I.L., con scudo, daga e fascio, mentre sulla manica della giubba uno scudetto rosso/giallo con il nome del Comando Federale di appartenenza.

I volontari suddivisi in tre raggruppamenti raggiunsero i luoghi prescelti per l’addestramento militare: il 1° e il 2° sulla riviera ligure, il 3° sul litorale adriatico. Ad agosto, per propaganda e per “distrarre” l’animosità dei reparti, venne deciso di effettuare una marcia di circa 400 chilometri, a tappe, convergendo dai luoghi di addestramento verso Padova.

Il 26 agosto 1940 iniziò la “marcia della giovinezza” con partenze da Albissola verso Vicenza e da Arenzano ed Ancona verso Padova. L’arrivo per i vari gruppi fu tra il 17 ed il 20 dello stesso mese ed il 10 ottobre Mussolini assistette alla sfilata dei battaglioni nel capoluogo veneto. La giornata ebbe un finale amaro per i volontari: giunse la notizia di smobilitare e grande fu il malcontento di questi giovani che per tutta la vita nient’altro avevano sentito se non la propaganda bellica del regime. Si decise allora di mantenere una parte di questa forza inserendola in due Battaglioni Speciali: le adesioni furono di circa 2000 giovani, così che si dette vita a tre battaglioni. L’intero gruppo fu messo agli ordini del Ten. Col. Tanucci Nannini.

A metà dicembre i tre battaglioni furono trasferiti in treno verso tre zone ove continuare l’addestramento: il 1° Btg. fu distaccato a Formia, il 2° a Gaeta ed il 3° a Scauri. Ogni battaglione fu inquadrato su tre compagnie più un plotone comando; ai tre battaglioni fu aggiunta una compagnia mitraglieri autonoma.
I primi volontari a partire per il fronte furono sei giovani estratti a sorte e mandati a consegnare pacchi dono ai combattenti in Albania.

Nel frattempo i battaglioni erano stati ridotti a due, facendo confluire l’organico del terzo negli altri.
Il 12 aprile 1941 i battaglioni furono trasformati nella 301a Legione Camicie Nere; dopo appena sei giorni un contrordine portò i giovani tra le fila del Regio Esercito: fu formato il Gruppo Battaglioni Giovani Fascisti, con tanto di stellette al bavero. I due battaglioni di stanza a Formia e Gaeta vennero considerati unità dipendenti dal Centro di Mobilitazione del Deposito del 81° Rgt. Ftr. a Roma. L’uniforme, l’organico e l’armamento era quello del reggimento di fanteria tipo Africa Settentrionale; due furono però le peculiarità delle divisa: al bavero le fiamme a due punte, rosse sottopannate di giallo, come i colori di Roma e della G.I.L.; il fez come copricapo, al posto della bustina, nero come quello degli arditi della prima guerra mondiale.

I giovani volontari, inquadrati come “volontari ordinari” e non come volontari di guerra, partirono per Napoli il 4 maggio 1941 aspettando un promesso utilizzo sul fronte russo. Giunse alfine l’ordine atteso di impiego, destinazione Africa Settentrionale. I battaglioni volontari del Littorio, divenuti Gruppo Btg. GG.FF., si prepararono al loro destino: saranno conosciuti dalla propaganda amica e nemica come i “Mussolini's Boys” e i “ragazzi di Bir el Gobi”.

Il 22 luglio ci fu la partenza da Napoli per Taranto in attesa dell’imbarco: il 27.07.1941 il 1°, il 2° battaglione ed il Comando Gruppo si imbarcarono sul Neptunia, l’Oceania e la Marco Polo e dopo due giorni e due notti arrivarono nel porto di Tripoli.

Era finita una lunga attesa: iniziava l’epopea di quei 1906 soldati italiani in Africa.
Ma questa è un’altra storia...



Cartolina disegnata da D'Ercoli per i Battaglioni G.I.L., scritta da Arenzano, una delle località di partenza della "Marcia della Giovinezza".




Cartolina della Tappa di Nogara (Verona) della marcia di trasferimento.
"15.9.40
Carissimi,
abbiamo fatto oggi altri 23 a passo da bersagliere e siamo arrivati ottimamente a Nogara Provincia di Verona per giovedì saremo a Padova. Domani partiamo per Legnago altri 28 km....
"

 

Cartolina illustrata con cartiglio stampato SAN BONIFACIO (Verona), manoscritto: XVI Tappa Verona- San Bonifacio 24 Km.

 

Cartolina ricordo della adunata finale a Padova 09.12.1940

 

Busta spedita in franchigia da Vicenza il 24/9/40 ad Ancona, luogo di partenza; manoscritto Corpo Volontari Giovinezza, IX Btg. Ancona; fascetta di censura con apposizione del bollo della Commissione di Censura di Ancona.

 

Cartolina in franchigia utilizzata da appartenente al 12° btg. G.I.L. Trieste. Si nota il timbro circolare viola con dizione "12° Battaglione Volontari del Littorio Comando 1ª compagnia". Si suppone che ogni battaglione avesse un timbro amministrativo da apporre per la franchigia.

 



Cartolina in franchigia scritta da volontario del 17° battaglione Livorno, 2ª compagnia Siena. Si nota timbro circolare col simbolo della G.I.L. e nel giro la dizione "2° raggrupp.o Battaglioni G.I.L. XVII BTG. G.I.L. Livorno". Scritta da Padova in data 16.11.40 e viaggiata con timbro di PM concentramento di Bologna.

Vi si legge a ricordo della visita di Mussolini: "...dopo una lunga marcia siamo giunti a Padova dove abbiamo avuto la sosta finitiva, qua il Duce ci a passati i rassegna dove e rimasto soddisfatto".

 

Su questa cartolina in franchigia scritta da volontario del 13 Btg. Padova, 2ª cp. Vicenza, si vede l'utilizzo del timbro circolare "XIII Battaglione Volontari del Littorio". Viaggiata in posta militare.

 



Uno dei differenti timbri reperibili sulla corrispondenza dei volontari. Lineare del battaglione di Livorno, compagnia di formazione Siena. Al retro della franchigia "Padova 7.11.40 ...Rimarremo ancora diversi giorni a Padova per dare la precedenza di partenza ad altri reparti dell'Esercito".

 

Cartolina in franchigia: l'apposizione del timbro di posta militare del concentramento di Bologna caratterizza solo gli invii del novembre 1940, durante la permanenza dei reparti nei dintorni di Padova in attesa della prevista smobilitazione.

 

Cartolina in franchigia scritta da Gaeta il 26.1.41. Indicazione manoscritta II Btg. Speciale GIL e timbro circolare II Battaglione Speciale Volontari del Littorio.

Al verso della cartolina scritta dal capitano senese in data 26.1.41 da Gaeta (vedi immagine precedente) si parla dei 6 volontari spediti in Albania: "Domani un po' di volontari partono in aereo. Ci precedono e ci aspetteranno lì. Vanno per presenziare la consegna dei pacchi inviati dal partito ai combattenti. È stato un problema la scelta: tutti volevano andare e si è dovuto fare una estrazione a sorte. I fortunati prescelti piangevano dalla gioia".

 



Cartolina in franchigia scritta da Gaeta il 21.4.41. Appare manoscritta la nuova dizione Gruppo Btgg. Volontari G.G.F.F. 2° btg. Al verso, infatti, l'ufficiale dice: "Avrai già saputo che i volontari sono passati all'esercito e ci stiamo approntando. Non so quando partiremo né per dove".

 

Cartolina in franchigia postalizzata da Napoli il 15/5/41 con timbro civile, spedita da ufficiale dell'Esercito del 1 btg. Volontari a commilitone della Divisione Torino. A maggio si iniziava a parlare di un possibile impiego bellico, tra le righe del testo il capitano dice: "Io mi trovo qui in attesa di una caravella che non faccia acqua per raggiungere la quarta sponda.", allusione ai pericoli che i convogli navali incontravano nel raggiungimento delle sponde libiche.

 



Cartolina in franchigia scritta da Napoli il 24.5.41. Indicazione manoscritta Gruppo Btgg. GGFF e timbro ovale del Regio Esercito Comando Battaglione Volontari del Littorio. Al verso si dà notizia della visita di Umberto di Savoia: "Questa mattina abbiamo avuto la grande soddisfazione di essere passati in rivista dal Principe che è rimasto soddisfatto di noi".

 



Altri timbri utilizzati dai volontari in giugno/luglio 1941 per il Gruppo Battaglioni GG.FF. In quello circolare lo scudo sabaudo ha ormai sostituito il precedente simbolo della G.I.L. a testimonianza del passaggio della unità nei ranghi del Regio Esercito.

Enrico Bettazzi
29-12-2020