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CENSURE CON TIMBRO A e CON TIMBRO B
Giampiero D'Imperio

Cari amici,
ho molto gradito la risposta di Samuel Rimoldi sulle censure A ed ho assai apprezzato l'estensione al bollo B, pure inscritto in un cerchio, impresso sulle corrispondenze in arrivo a Bologna nel 1940. Questo bollo B mi era ignoto.
Per mantenere vivo e sviluppare l'argomento, vorrei presentare alcune osservazioni corredate da qualche immagine.

MILANO - Ufficio censura posta estera: il bollo A/X usato a Milano assume al "denominatore" i valori X = 1, 2, 3 (come mostrato opportunamente da Rimoldi) e non si trova anteriormente al Marzo né posteriormente all'8 Sett. 1943.
Viene impresso sulle corrispondenze aperte, ma non sulle buste. Nel caso di lettera esso viene apposto sullo scritto contenuto (fig.1).

Ho l'impressione che esso sia il segno lasciato da un supercontrollore che si dedica ad una verifica approfondita del testo già passato sotto la lente del censore ordinario (che si firma con il suo personale bollo del tipo 88/III inscritto in cerchio).
Sembra che questo bollo A/X scacci dall'uso l'altro bollo inscritto in un rettangolo verticale, costituito da una, per così dire, "frazione" con "numeratore" variabile da operatore a operatore e "denominatore" costante pari a 3 (numero dell'ufficio di Milano).

Ho registrato solo tre casi di compresenza dei due "rivali" rettangolari:
---9 Mar.43 - lettera da Masino Canav. (TO) a Colombes (F) con L.1,25 Galileo, che presenta sia A/3 che 12/3;
---17 Mag.43 - busta con lettera da Confienza (PV) a Castagnola - Lugano con c.50x2 + c.25, che presenta A/2 sullo scritto e 2/3 sulla busta (fig.1);
---1° Sett.43 - CP c.30 VINC. + c.20 + c.25 da Roma a Burgdorf (Berna, CH), che presenta sia A/3 che 5/3 (fig.2).

La mia statistica però si basa soltanto su diverse centinaia di corrispondenze censite e le considerazioni esposte potranno forse essere ribaltate.

 

BOLOGNA - Ufficio censura posta estera: il bollo A/X assume il valore estremo A/5 (fig.3).

 

SPALATO - Ufficio censura posta estera: il "denominatore" del bollo A/X assume i valori 1 e 2 (fig.4).

 

ROMA - Ufficio censura posta estera: a Roma il bollo di censura A prende normalmente la forma di una A inscritta in un triangolo equilatero con i lati paralleli a quelli della A medesima. Lo indico come T(A) (fig.5).

Mi pare che compaia solo poco prima del bollo A/X di Milano etc., nel mese di Febbraio del 1943.
Ne ho registrato anche una forma inusuale, un unico caso di A inscritta in una ellisse verticale con doppio contorno impressa su una cartolina artigianale del 19 Giu 43 dal campo internati civili di Ferramonti-Tarsia (CS) per Parigi, che si accompagna al "frazionario" in rettangolo vert. 5/I (fig.6).


Prima di chiudere vorrei tornare un attimo all'ufficio di Bologna, che lascia altri segni caratteristici, tra i quali due che forse si collegano direttamente a quelli presentati da Rimoldi.
Si tratta del piccolo bollo A inscritto in cerchietto del diametro di mm 8 c. e dell'altro, lettera B, inscritta anch'essa in cerchietto di diametro 8. Ambedue sono impressi in inchiostro nero, in genere al verso delle buste, sui lembi di chiusura. Non li ho mai reperiti su corrispondenze aperte (figg. 7 e 8).

L'ufficio di Bologna ha poi almeno un'altra peculiarità consistente nell'apposizione di un piccolo timbro quadrato di lato 5 ~ 6 mm in cui è inscritto un numero il cui valore massimo da me osservato è 15 (Mattiello: 8). Si trova sia su cartoline che su buste (fig.9 e cfr. fig.3 e 7 in cui compaiono 8, 8? e 11).

Tutti i pezzi presentati appartengono alla mia collezione tranne quello della fig.6


Giampiero D'Imperio
26/03/2022