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 Vite corsive di Marco 
  Nundine - Ibiskos Editrice Risolo, 
  www.ibiskoseditricerisolo.it 
  , Empoli 2008, 178 pagine, brossura, ISBN 978-88-546-0448-3, euro 13,00
 Pubblicato nella collana Minimal Yellow narrativa, il testo 
  può essere paragonato ad un giallo poliziesco ambientato nel futuro. Questa 
  volta invece del solito, il protagonista è un filografo (neologismo generato 
  per gemmazione dal termine “filografia”) a cui è demandato in qualità di 
  esperto di risolvere la lettura di un brano di lettera scritta in corsivo 
  ritrovata fra le mani della vittima o perlomeno trovare le tracce per una 
  pista per le indagini riguardo tale omicidio. Perché la trama è immaginata in 
  un futuro non ben precisato: la cosa sicura è che in questo domani nessuno sa 
  più leggere la scrittura corsiva. Corsivo è il participio passato del verbo 
  latino correre e la parola scritta in corsivo, senza più lettere staccate fra 
  loro come nello stampatello, può diventare fluente. Non è una nuova idea 
  quella di non riuscire più a leggere il corsivo (mentre lo stampatello è 
  risultato intramontabile nei secoli): senza andare troppo lontano nel tempo 
  infatti le scritture in corsivo ritrovate sui muri come graffiti negli scavi 
  di Pompei risultano per noi incomprensibili, segno che si configura un tratto 
  di scrittura più corruttibile dal tempo e dalla cultura.
 L’interessante è che l’autore fa procedere la trama del giallo attraverso il 
  rivolgersi ad un filografo per poter decifrare uno scritto (ieri lo si avrebbe 
  chiamato semplicemente un esperto calligrafo, oggi un semiologo, domani un 
  filografo) quasi che la scrittura corsiva sia diventata in sé un codice, 
  concetto per noi e per il momento ancora bizzarro ma non del tutto da 
  scartare. Il nostro è il mondo della comunicazione: verbale, telefonica, 
  scritta (SMS prima di tutto) e il continuo decadimento numerico delle lettere 
  scritte a mano che riceviamo può essere una prova che alla fine la rivoluzione 
  digitale del secondo millennio avrà ormai cancellato il corsivo. Il presagio è 
  di un mondo il cui passato presto svanirà nell’effimera vita di uno stile di 
  comunicare senza più carta, senza più inchiostro. Un mondo senza più lettere: 
  ma la filografia domani sarà una nuova scienza dotta, oggi è invece solo un 
  aspetto del collezionismo.
 
 Danilo Vignati
 
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 Elena Cortesi - Reti 
  dentro la guerra, corrispondenza postale e strategie di sopravvivenza 
  (1940-1945) - Carocci editore www.carocci.it 
  , Roma 2008, 198 pagine, brossura, ISBN 975-88-430-4405-4, euro 19.10 Pubblicato con un contributo del 
  Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna, il volume 
  rappresenta per l’autrice non un traguardo (alla base vi è la sua tesi di 
  dottorato) quanto un successivo sviluppo teso a capire quale impatto ebbe la 
  Seconda guerra mondiale (una guerra del tutto totale come viene da alcune 
  parti incisivamente definita) sui ritmi quotidiani, sulle relazioni sociali, 
  sui tempi/spazi esteriori e interiori, sui sentimenti, le emozioni, 
  l’immaginario e le mentalità di militari e civili. Il testo ritiene che gli 
  studi del genere sulla seconda guerra mondiale non siano ancora andati 
  sufficientemente a vedere quali segni quel trauma abbia lasciato, quali vie ha 
  aperto e quali ha chiuso per la generazione dell’epoca e per quelle 
  successive. Mentre invece gli studi del genere abbondano per il periodo della 
  guerra del 15-18.
 La scommessa dell’autrice è stata quella di concentrare l’analisi su tutta la 
  corrispondenza che, in originale o in documentazione, fosse disponibile presso 
  gli organi centrali che organizzavano il lavoro della censura postale. Quindi 
  una fonte già scelta rispetto all’ipotetica risorsa dal commercio attraverso 
  le lettere scampate sia dall’oblio del tempo e dalla comprensibile ricerca di 
  una inevitabile damnatio memoriae. Viene sviluppato quindi il concetto di 
  corrispondenza postale come strategia di sopravvivenza alla guerra e nel 
  successivo capitolo come strategie di sopravvivenza nelle lettere degli 
  italiani. Attraverso la lettura di centinaia di frasi estrapolate dalle 
  lettere affiora un’umanità lacerata dagli eventi da tutto ciò che di più caro 
  potesse legarli alla vita e al quotidiano perduto ed evocato. Non mancano 
  pensieri struggenti che danno veramente un’idea del dolore che ha accomunato 
  un’intera nazione e che ha trovato nella corrispondenza postale un modo o un 
  mezzo, a volte unico, per aggrapparsi ad un futuro di cambiamento che sarebbe 
  poi arrivato solo con la fine delle ostilità. Una disperazione che non vedeva 
  una via d’uscita dagli eventi traumatici quotidiani che sembra non avessero 
  mai fine, ma se ciò che chiamiamo disperazione è in realtà la dolorosa 
  impazienza della speranza non alimentata, moltissimi scritti qui raccolti 
  rappresentavano invece un modo per sperare, per condividere le preoccupazioni, 
  per fissare e lanciare lontano da se l’orrore della guerra. Con un occhio 
  anche rivolto al mondo della censura sapendo ciò che si può e non si può 
  scrivere.
 
 Danilo Vignati
 
 
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 M. Ferroni - M. Serone - 
  10 CENTES. PRIMA EMISSIONE DEL LOMBARDO VENETO - 152 pp. - ill. a colori e b/n 
  - brossura - ed. 2009 In italiano, inglese e abstract in tedesco - € 30,00reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 
 Anni di studio dei due autori solo sul francobollo da 10 centesimi della prima 
  emissione del Lombardo Veneto sono condensati in questo volume secondo un 
  approccio scientifico per riprendere gli aspetti tecnici e verificare con gli 
  occhi di oggi quanto è già stato scritto nel passato da altri illustri 
  collezionisti senza dimenticare spunti di approfondimento più moderni.
 L’approccio è di tipo classico descrivendo minuziosamente la vignetta 
  attraverso il progetto tipografico e la sua realizzazione di stampa. Sono 
  motivati i dubbi riguardo i quantitativi delle tirature proponendo valori 
  differenti rispetto a quelli ipotizzati da nomi prestigiosi del passato come 
  Müller, De Frank, Provera e Huber: infatti, gli autori ritengono plausibile 
  una tiratura per i francobolli in carta a mano maggiore delle stime 
  precedenti; per la carta a macchina ribalta invece i dati accettati nel tempo 
  proponendo una tiratura di circa 300.000 esemplari certamente inferiore agli 
  800.000 finora stimati.
 Non manca di affrontare il problema della carta, della filigrana, delle sue 
  tipologie e la misurazione degli spessori diversi e viene proposta una 
  elencazione finora inedita delle località in cui fu utilizzato il 10 centesimi 
  carta a macchina.
 Lo studio continua quindi ad affrontare il consueto approccio specialistico 
  sui francobolli del Lombardo Veneto per mezzo dell'esame delle numerose 
  caratteristiche tipografiche, delle prime tirature e della progressiva usura 
  dei cliché, che agevola la cronologia di apparizione delle varianti. 
  Inevitabile anche la disanima degli spazi tipografici, della distanza fra 
  francobolli all'interno dei fogli di stampa, dei punti di registro nei 
  margini, della stampa a margine, dei vari tipi di decalco, degli stemmi in 
  risalto, delle stampe a fisarmonica (pieghe di stampa), dei bordi di foglio e 
  delle croci di S. Andrea.
 Un’accurata stampa del volume fa apprezzare la parte di studio dedicata ai 
  colori, individuando ben 10 tonalità per la carta a mano e 4 per la carta a 
  macchina.
 Lo studio di stampo “cartotecnico” passa quindi la mano alla visione storico 
  postale dell'utilizzo di tale francobollo prendendo in esame gli usi in città, 
  nei distretti, le tariffe speciali e gli usi particolari di navigazione e 
  modulistiche d'epoca. Attingendo immagini da grandi collezioni specializzate, 
  sono illustrati i pezzi con le affrancature più spettacolari: le tre strisce 
  di otto conosciute e alcune grandi affrancature, usi particolari, frodi, "forwarded" 
  e i pezzi più rari della carta a macchina. Per poi passare alle molte 
  affrancature miste e alle date estreme d'uso; per finire con uno studio 
  approfondito sulle ristampe e su alcune loro particolarità.
 E questa è solo la prima parte del volume: la seconda descrive con 
  illustrazioni anche ingrandite i molti difetti costanti di cliché con i 
  difetti più vistosi e noti, senza dimenticare che per qualcuno è stato 
  possibile mostrare i vari stadi di deterioramento del cliché tipografico 
  caratterizzanti gli anni di utilizzo per la stampa. Secondo gli autori questo 
  è il primo volume; la loro ambizione è di continuare con gli altri valori 
  della serie.
 
 
 
 Danilo Vignati
 
 
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 Storie di posta Nuova 
  serie Volume 1 - CIF Editore, Milano 2010, 176 pagine tutte a colori, euro 
  18,00, www.unificato.it
 
 Riprende dopo una pausa di un anno e mezzo (l’ultimo numero 
  era uscito nel maggio 2008) la pubblicazione della rivista Storie di Posta, 
  voce ufficiale dell’Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale. Cambiato 
  l’editore (prima Editoriale Olimpia la stessa di Cronaca Filatelica, adesso 
  CIF Catalogo Unificato) mantiene lo stesso formato ma cambia la cadenza: da 
  semestrale passa ad annuale.
 
 Quindi più che una rivista diventa quasi un libro: questa prima uscita di 
  gennaio 2010 conta 176 pagine e l’unico difetto sembra il peso: se prima era 
  agevole leggerla in poltrona ora per non stancare il polso occorre sicuramente 
  un piano d’appoggio.
 
 I contenuti sono quelli a cui ci eravamo abituati: alla fin fine la ricerca di 
  un collezionismo filatelico controcorrente se intendiamo la corrente un certo 
  conformismo al normale commercio filatelico. Perché parafrasando al contrario 
  l’incipit di Anna Karenina tutti i filatelici infelici si somigliano; ogni 
  filatelico felice è invece appagato a modo suo, sembra quasi il leit motiv di 
  tali letture e sicuramente lo spunto per deviare dalla strada già percorsa da 
  altri nel collezionismo filatelico. Come il breve pezzo una “Faccenda da 
  esposizione” che invita ad una maggior consapevolezza nell’acquisto e 
  nell’apertura mentale verso tutti i francobolli o l’altro articolo “Eccome se 
  esiste! E non è una varietà” (entrambi contenuti nella rubrica Spunti e 
  appunti) in cui si da enfasi all’introduzione ufficiale nel catalogo Unificato 
  della tiratura con inchiostro oleoso di alcuni francobolli del Pontificio. 
  Tiratura quindi di francobolli tipo e non tanto delle semplici varietà di 
  stampa.
 
 Comunque il volume si apre con il consueto editoriale per passare poi alla 
  filatelia artistica con “La mail art è nata con il francobollo” un corposo 
  articolo (in fatto di immagini) teso a dimostrare visivamente come il mezzo di 
  comunicazione possa essere anche oggetto d’arte. A seguire la commemorazione 
  del terremoto di Reggio e Messina a cent’anni di distanza dal 1908 con la 
  ricerca di un certo parallelo con il sisma dell’Abruzzo.
 
 Per gli interi postali e in particolare per i biglietti postali il 1946 
  nell’articolo si dimostra come sia stato un anno difficile per le 
  interpretazioni delle tariffe da adottare con il pasticcio di tariffe da 
  interpretare o da completare e che ha avuto ripercussioni anche nei cataloghi 
  moderni, non sempre attenti alla realtà delle cose.
 
 Il viaggio di formazione è il tema del successivo articolo dove partendo da 
  una lettera con stampate delle illustrazioni del luogo di partenza (precursore 
  della cartolina illustrata) viene visto il Gran Tour (al contrario) da parte 
  di un rappresentante della borghesia italiana che si reca all’estero per 
  capirne gli usi e costumi.
 
 Il successivo pezzo è un articolo di meta-filatelia che vuole illustrare la 
  storia della filatelia vista dalla parte dei protagonisti; una sorta di 
  racconto alla Honoré de Balzac (l’accostamento a Splendori e miserie delle 
  cortigiane viene quasi naturale) da cui sono richiamati in vita prese di 
  posizioni fra loro in antitesi di esperti e collezionisti, falsi filatelici e 
  collezioni stroncate, acquisti milionari e riapprodo sul mercato dei medesimi 
  pezzi con nuova vita davanti a sé. Sullo sfondo la bibliografia completa dello 
  studioso di storia postale che da il titolo all’articolo.
 
 Segue un altro articolo di interi postali dimostrando come a volte si sorvoli, 
  sbagliando, su particolari che a prima vista non sembrino importanti e che 
  invece approfondendo svelano spunti per una nuova collezione specializzata.
 
 Per finire ben 44 pagine sono dedicate alla recensione di volumi filatelici o 
  che abbiano attinenza con la filatelia in senso allargato. Visto il tempo 
  trascorso dal precedente numero di Storie di Posta, la mole dell’arretrato da 
  inserire nella rubrica “Il Club dell’occhio attento” ha richiesto giustamente 
  un quarto dello spazio del volume, inframmezzato da qualche pagina di 
  pubblicità che sarebbe stata meglio fosse stata posta tutta insieme alla fine 
  del testo. Spiace però scrivere che tanta critica, purtroppo non sempre 
  positiva, presente in questa rubrica alla fine stanca la lettura e non si sa 
  sino a che punto possa essere d’aiuto a chi legge.
 
 Immaginatevi per assurdo una guida gastronomica che segnali anche i ristoranti 
  con qualche problema non solo d’immagine ma con delle pecche più o meno gravi. 
  A chi servirebbe? Essere presenti o assenti in una guida gastronomica è già il 
  succo del discorso. Per traslato anche su Storie di Poste dovrebbe valere 
  altrettanto.
 
 Il citare è già un indizio di un’accettazione positiva e ai corsi 
  universitari, ove si insegna anche la recensione libraria o la critica 
  letterearia, mi sembra si dia ampio risalto alla benevolenza del recensore o 
  alla consapevolezza che, oltre l'intima struttura, c'é sempre un significato 
  complessivo che conduce per forza oltre il testo.
 
 Ribadisco, è una piccola pecca e l’ideale è che tutta la letteratura 
  filatelica che sarà pubblicata prossimamente non sia idonea alle critiche e 
  non sia infarcita di errori.
 
 Un’ultima considerazione. Quando il nuovo Editore aveva annunciato la ripresa 
  di questa testata aveva chiesto ai giornalisti di non risparmiare critiche. 
  Chi scrive ne aveva fatta subito una riguardo il prezzo di vendita che 
  probabilmente avrebbe escluso una buona fetta di lettori, ma si sbagliava. 
  Come sempre il taglio alto di una pubblicazione richiede anche qualche 
  sacrificio e bisogna dire che anche questa vale il suo prezzo.
 
 Danilo Vignati
 
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 n°42 di “Vaccari 
  magazine”, L'abbonamento annuale a “Vaccari magazine” costa 35,00 euro;reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 
 In questo numero: "Arrestate de Sperati!" Era il 1909 di 
  Fabio Bonacina - I rapporti postali del Regno Lombardo Veneto con la Stato 
  Pontificio 1815-1866 di Lorenzo Carra - Considerazioni storico-postali di 
  Mario Mentaschi - Toscana, 10 febbraio 1849, abbassate le armi! Un uso inedito 
  dei comuni bolli "cittadini" durante il periodo della Repubblica Toscana di 
  Fabrizio Finetti - Osservazioni sulle raccomandate "di parte" nel Ducato di 
  Modena di Fabrizio Salami - Il servizio delle riscossioni di Alberto Del 
  Bianco - Storia Postale d'Italia. La corrispondenza civile nella Venezia 
  Giulia (1945-1947) di Luigi Sirotti - "... alle Loro Maestà ..." di Emilio 
  Simonazzi - Cronache Postali del Granducato. I bolli del capostazione di 
  Giuseppe Pallini - I transfer del 15 centesimi litografico 1863 del 1à tipo di 
  Adolfo Baffi - Quisquiglie filateliche nel Regno di Napoli di Fernando Marini 
  - Metamorfosi di un bollo postale. Appunti di storia postale napoletana di 
  Vito Mancini - Il computo delle tassazioni sulla corrispondenza pontificia 
  indirizzata nel Regno di Sardegna per la via di Toscana (1852 - 1855) di 
  Franco Faccio, Antonio Ferrario, Massimo Manzoni, Angelo Teruzzi - Le 
  comunicazioni postali tra l'Austria e il Regno di Sardegna poi Regno d'Italia 
  tra il 15 settembre 1859 ed il 15 maggio 1862 di Mario Cedolini, Massimo 
  Moritsch - Il servizio "provvisorio" della Compagnia Fraissinet (luglio - 
  settembre 1860) di Antonio Ferrario - Annullamenti degli Antichi Stati 
  Italiani. Considerazioni di Paolo Vaccari.
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 LA STORIA A PASSO 
  DI POSTA seimila anni di Servizio Postale di Maria Grazia DosioLibro Saggistica 132 pagine - 71 illustrazioni - colore - formato 15x23 in 
  vetrina da ottobre 2009 su Ilmiolibro.it Gruppo Editoriale l'Espresso - € 
  17,00
 
 Presentazione Libro:
 Lo scambio postale ha accompagnato la storia della nostra civiltà fin dai 
  tempi più antichi, interpretando in ogni epoca il carattere e lo spirito 
  dell’essere umano. Un tempo la posta veniva trasportata da postiglioni a piedi 
  o a cavallo: nel corso dei secoli, con il fiorire degli studi, dell’industria 
  e della tecnologia, e con l’affermarsi di nuovi ideali di vita, la realtà 
  postale ha subito radicali trasformazioni, ed oggi la posta viaggia anche 
  nello Spazio. Queste pagine raccontano la trasformazione dei servizi postali 
  attraverso le tappe fondamentali della storia umana, dalle antiche civiltà 
  alla società moderna, con particolare riguardo all’area italiana ma senza 
  tralasciare il panorama internazionale. Un racconto accompagnato da immagini e 
  documenti d’epoca a testimonianza degli eventi, attraverso un passato che ha 
  gradualmente costruito il nostro presente postale. Con uno sguardo verso il 
  futuro.
 
 Note sull’autore:
 Maria Grazia Dosio è nata a Milano e vive da sempre nella provincia dell’Alto 
  Milanese. Nonostante la formazione tecnico-commerciale, è sempre stata 
  attratta dalla parola scritta e dalle arti visuali.
 Collezionista di francobolli e oggetti postali dall’infanzia, ha iniziato a 
  scrivere nel 2006 affiancando la passione per la scrittura a quella per le 
  immagini e per la cultura postale.
 
 Per ulteriori informazioni:
 http://mgdosio.myblog.it
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  Paolo Bolognesi Dalla rivoluzione Francese al 
  Governo delle Romagne 
  
  224 pag. di testo + 125 pag. di solo fotografie 
  in B/N, brossura con copertina a colori, 2009, Edisai S.r.l. Ferrara tel. 0532 
  763429, euro 20,00  
    
  Il 
  lettore filatelico potrebbe (o dovrebbe) anche cercare di uscire dai soliti 
  stereotipi. È bello imbattersi, meglio sarebbe imbattersi sempre più spesso, 
  in studi storici che affrontino anche marginalmente l’aspetto filatelico come 
  aspetto storico. Può essere il caso di questo volume vincolato al periodo 
  compreso fra la rivoluzione francese e la caduta del potere temporale della 
  Chiesa sulle Legazioni delle Romagne. Anche se le intenzioni dell’autore, per 
  sua stessa ammissione, non hanno nessuna pretesa storica ma è solo un’opera di 
  divulgazione e quindi, di fatto, molto accessibile a chiunque. 
  L’interpretazione dei problemi del presente alla luce delle vicende del 
  passato è l’impegno di Paolo Bolognesi che parte dei moti e dalle pulsioni 
  della Rivoluzione Francese per arrivare al Governo Provvisorio delle Romagne 
  passando attraverso il ciclone napoleonico (a cui dobbiamo l’impostazione 
  dell’organizzazione postale moderna), la restaurazione (dopo il congresso di 
  Vienna) e le guerre risorgimentali. L’autore imputa alla contrapposizione fra 
  Chiesa e Stato la causa del rallentamento dell’armonico sviluppo dell’Italia 
  sino ai nostri giorni mentre dimostra che l’avvenimento del Governo 
  Provvisorio delle Romagne (che inizia il 12 giugno 1859 e si conclude il 12 
  marzo 1860 con l’ingresso del Regno di Sardegna a seguito del plebiscito) è 
  figlio della Rivoluzione Francese. Quindi un ritardo di oltre 50 anni 
  dall’evento francese. 
  
  Alla fine del testo altre 125 pagine con altrettante fotografie di manifesti e 
  proclami del nuovo corso politico alla cui testa prima vengono posti 
  personaggi piemontesi per passare poi a maggiorenti locali di nuova fede 
  sabauda così come possiamo evincere dalle firme apposte a questi documenti. 
  Fra i manifesti riportati anche quello dell’Abolizione dei francobolli con lo 
  stemma dello stato pontificio. 
  Le 
  conclusioni dell’autore sull’eredità di quel periodo sono molto chiare. La 
  fragilità politica e istituzionale dell’Italia, ancora oggi evidente, ci porta 
  ad affermare che il Risorgimento ci ha consentito di avere uno Stato ma non 
  una Nazione. Con questa frase ammette che il nostro paese non può non 
  avere una connotazione federale anche se molti oggi continuano a respingere 
  tale ipotesi. Con lo studio del passato si possono individuare i necessari 
  correttivi da apportare al sistema istituzionale attuale. Forse 
  ingenuamente l’autore non considera che la politica di questi giorni è più 
  impegnata alla contrapposizione fra due schieramenti alle prese, a latere, con 
  un sottobosco di meschinità di uno dei leader da una parte e con lotte 
  intestine all’interno di una Chiesa dall’altra. Con la possibile deriva di un 
  certo tipo di restaurazione teso a ricreare un (nuovo) potere assoluto 
  ancorché delegato dall’investitura del voto del popolo. 
    
    
  
  Danilo Paolo Vignati   |   
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 211 GIORNI NELLO SPAZIO - 
  ANATOLI N. BEREZOVOY - IL DIARIO, LA POSTA, LA STORIA 13 maggio - 10 dicembre 
  1982 Stazione Spaziale Orbitale SALYUT-7 - 56 pp. - ill. a colori - formato A4 
  - brossura - ed. 2009 collana "la Storia attraverso i documenti" In italiano - 
  2 edizioni - 2 editions  ITALIANO - ENGLISH - OMAGGIO il francobollo 
  commemorativo della missione Cod. 2230IT- EUR 15,00 reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 L'avventura del volo umano e la conquista 
  dello Spazio da sempre hanno affascinato la mente dell'uomo. Attraverso la 
  fantasia dei miti alati e successivamente con la scienza e l'invenzione di 
  "macchine volanti", l'uomo ha rincorso il "sogno di volare" e numerose sono 
  state le tappe dello sviluppo del rapporto uomo-spazio.A quarant'anni dal primo passo sulla Luna, e malgrado la conquista dello 
  Spazio, l'uomo sente ancora oggi più che mai il bisogno dei piccoli ma intensi 
  legami terreni, e la posta, attraverso la filatelia che ne è l'interprete, 
  diventa la miglior cronista della sua storia.
 Le lettere, gli annulli, i francobolli, in questa breve panoramica di posta 
  spaziale legata al comandante della missione Elbrus, Anatoli Berezovoy, autore 
  delle prime lettere Spazio-Terra, ce lo dimostrano.
 Anatoli Nikolaievich Berezovoy, 51o pilota e cosmonauta sovietico, comandante 
  della missione Elbrus sulla Stazione Spaziale Orbitale Salyut-7 dal 13 maggio 
  al 10 dicembre 1982, trascorre 211 giorni nello Spazio, a quel tempo record di 
  permanenza nello Spazio.
 Durante la missione egli scrive un diario (dal 22 giugno al 29 novembre), un 
  racconto intimo ed affascinante delle sue esperienze, racconto che mostra il 
  vero lato umano del "vivere nello Spazio". Anatoli descrive la tristezza della 
  solitudine e della lontananza dalla famiglia, la pesantezza del lavoro 
  quotidiano, la preoccupazione per i problemi di salute, e traccia un amaro 
  resoconto delle difficoltà di sopravvivenza a rotture nell'equipaggiamento a 
  bordo e delle incomprensioni con il suo compagno di volo e con gli addetti ai 
  collegamenti Terra-Stazione.
 Dalla descrizione dei collegamenti radio e TV, degli esperimenti biologici, 
  geografici e astrofisici e dei test medici si percepisce l'intenso desiderio 
  del cosmonauta per il successo della missione e l'importanza della stessa per 
  lo sviluppo della cosmonautica sovietica e mondiale.
 Centrale nella narrazione è anche la corrispondenza, e in più pagine Anatoli 
  esprime la gioia che prova all'arrivo delle navicelle di rifornimento e 
  all'apertura dei sacchi contenenti i giornali, le riviste e la posta, "un 
  bicchiere d'acqua fresca nella rovente steppa". Ma si sofferma anche sulla 
  preparazione del materiale filatelico, lettere, cartoline e documenti da 
  riportare sulla Terra, "posta spaziale" che ci racconta l'unicità della vita 
  nello Spazio.
 (recensione tratta da
  www.vaccari.it)
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 F. Filanci, C. 
  Sopracordevole e M.A. Bonelli - 4 Secoli di Posta, Francobolli & Interi 
  1607-2009, Unificato editrice per conto Azienda autonoma di Stato Filatelica e 
  Numismatica, 192 pag., 2009, edizione bilingue italiano/inglese, prezzo di 
  copertina € 8,00
 
 Questo nuovo volume è stato presentato il 5 settembre 2009 con una conferenza 
  stampa durante la manifestazione San Marino 2009 alla presenza di 2 degli 
  autori. L’iniziativa di condensare in un volume tutta la produzione filatelica 
  non è nuova: da noi iniziò nei primi anni sessanta del secolo scorso le Poste 
  italiane con un grosso volume (più volte aggiornato con altri tomi anche ai 
  giorni d’oggi), poi una decina d’anni dopo ci pensò il Vaticano che adottò la 
  numerazione universale ed emise solo due volumi di cui uno d’aggiornamento e 
  poi più nulla. Ora tocca a San Marino e lo fa con l’ausilio di una casa 
  editrice commerciale (il volume comunque è venduto solo attraverso l’AASFN 
  della piccola Repubblica) e con il testo di tre studiosi di fama 
  internazionale ognuno per la propria specialità: Filanci per la filatelia, 
  Sopracordevole per gli interi postali e Bonelli per la storia patria. Ciò che 
  colpisce è il costo superpopolare per un volume interamente stampato a colori 
  ma è nella lettura attenta che si riesce a scoprire le vere qualità (tante) e 
  i difetti (pochi e veniali). Poiché è un prodotto nuovo è stato facile 
  instaurare una propria numerazione perché sono elencate cronologicamente tutte 
  le emissioni di carte valori postali secondo la data di emissione (sono 
  elencate invece a parte solo i buoni risposta internazionale, segnatasse, 
  vaglia, pacchi e curiosità). La cosa sorprendente è che vengono chiaramente 
  indicati come primi francobolli di San Marino quelli del Regno di Sardegna 
  (quarta emissione) e poi via via i De La Rue mentre l’emissione del 1877 
  (quella propriamente con lo stemma e la dicitura San Marino) parte dal numero 
  21.
 
 Trattandosi di manuale-catalogo non sono riportate le quotazioni commerciali 
  ma al loro posto sono indicate le tiratura dei singoli francobolli. Per i 
  francobolli pre 1877 invece sono riportati i quantitativi consegnati dal Regno 
  d’Italia desunti da documenti dell’epoca.
 
 Per quanto riguarda il problema dei foglietti nonostante la copiosa produzione 
  con cui San Marino si è sempre distinta, non vi è una rubricazione a parte ma 
  sono elencati con i francobolli tipo. Anche se quelli di recente produzione 
  (costituiti da 12 a 20 francobolli, quelli con grosso margine illustrato per 
  intenderci) sono riprodotti in formato molto ridotto. Non si fa invece cenno 
  della produzione in fogli da 25 francobolli dei tagli da 65 e 85 centesimi dei 
  giochi della XXIX olimpiade del 2008, recentemente portati all’onore della 
  cronaca e che stanno subendo in questi giorni l’ennesima speculazione. Come 
  ricorderete si tratta di fogli di cui si è appreso per caso l’esistenza quale 
  produzione da utilizzare per l’affrancatura dei passaporti filatelici che 
  tanto successo hanno all’estero dove San Marino è presente con un proprio 
  stand durante le esposizioni filateliche internazionali.
 
 Complimenti comunque per questa pubblicazione che spero possa raggiungere il 
  più vasto uditorio possibile grazie al limitato prezzo con cui è ceduto e che 
  merita veramente di essere portato a conoscenza di tutti i collezionisti. 
  Grazie anche agli autori, ognuno per la propria parte, che hanno saputo creare 
  qualcosa di veramente utile e per certi versi un po’ rivoluzionario.
 
 Mi piace ricordare l’intervento di Saverio Imperato quando alla presentazione 
  dei cataloghi svoltasi a Milano giovedì 10 settembre ha rimproverato ai tre 
  editori dei cataloghi nazionali (Bolaffi, Sassone e Unificato) di essersi 
  fossilizzati su un modo antiquato di fare cataloghi senza voler apportare e 
  contestualizzare le emissioni da loro censite con la Storia che li circonda. 
  Non sapeva che proprio San Marino ci era riuscita per prima.
 
 
 Danilo P. Vignati
 
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 E. Bertazzoli – B. 
  Ermentini – G. Roncetti: Perfin italiani catalogo delle perforazioni 
  commerciali di francobolli dell’area italiana, Edizione 2009, 300 pag. in B/N, 
  Vaccari ed., euro 55,00 - reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 Snobbati per anni da tanta filatelia italiana, i francobolli perforati stanno 
  ritrovando la propria dignità di oggetto da collezionare e solo in questo 
  nuovo millennio. Argomento di cui non esiste documentazione certa, dato che la 
  perforazione, ammessa dalle normative postali e tuttora valida, è una 
  manipolazione privata di un documento ufficiale quale può essere il 
  francobollo (o l’intero postale, più raramente).
 
 Sorprende sapere da un catalogo che in Italia le varie perforazioni censite 
  ammontino a oltre un migliaio (comunque nel regno Unito sono 20 volte di più) 
  nella stragrande maggioranza con determinata l’effettiva paternità delle ditte 
  perforatrici ma con alcune incognite ancora da chiarire. Sì perché non basta 
  il solo francobollo perforato per risalire alla ditta utilizzatrice ma occorre 
  anche l’intero oggetto postale che l’ha utilizzato per avere la certezza del 
  mittente.
 
 Ancora più sorprendenti le valutazioni base per i francobolli sciolti, mediate 
  da quelle in uso negli Stati Uniti, calcolate su soli 5 gradini dal comune al 
  rarissimo che espresse in euro passa da 0,50 centesimi per il comune ai 10,00 
  euro per i pezzi rarissimi, ovvero a pochissimi esemplari noti. Ovviamente 
  sono da considerare altri fattori per quanto riguarda documenti interi. Una 
  certa svalutazione per plichi di formato grande mentre è da considerare una 
  sensibile maggiorazione sia per servizi accessori sia per usi rari o 
  francobolli già di per sé di pregio. Non vi è riscontro (ma viene menzionato 
  nel catalogo) il fatto che nelle vendite in internet alcuni pezzi se non 
  ancora catalogati possano spuntare prezzi d’affezione.
 
 Il catalogo presenta tutte le 1107 perforazioni censite presentate in ordine 
  alfabetico con la valutazione (in punti A, B, C, D, E) ed è completo di 32 
  schede su fogli trasparenti per verificare attraverso l’esatta misura, 
  comparata per sovrapposizione al francobollo, a quale ditta si riferisce. A 
  corredo un CD che contiene 608 riproduzioni a colori di documenti affrancati 
  con perfin. Un volume che è un’ottima base anche per impostare una collezione 
  fuori dal coro e che richieda un modesto impegno finanziario per l’acquisto 
  dei pezzi, un notevole impegno per la ricerca e una sicura soddisfazione per 
  il risultato.
 
 Una nota curiosa: nei ringraziamenti si nota una netta prevalenza di nomi di 
  collezionisti genovesi, segno che sotto la “lanterna” questo tipo di 
  collezione è particolarmente sentita ed apprezzata.
 
  Danilo P. Vignati
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  Mario Coglitore, Il 
  timbro e la penna, La “nazione” degli impiegati postali nella prima metà del 
  Novecento, Milano 2008 Guerini e Associati 
  
  
  www.guerini.it 
  , pag. 351, € 28,00 Della collana “ripensare il 900” il 
  volume ripercorre la quotidianità dei travet delle Regie Poste nel periodo 
  compreso fra la marcia su Roma e l’immediato dopoguerra attraverso i documenti 
  ora presenti nell’archivio postale di Venezia e Torino ma che prima erano i 
  fascicoli del personale delle Poste di quelle due città. Una visione 
  completamente diversa della storia della posta attraverso la sostanza 
  antropologica che scaturisce dai dettagliati ed immensi repertori di storie 
  personali e soprattutto di occhiuta vigilanza dell’amministrazione sulla vita 
  dell’impiegato. La narrazione procede a strati o meglio per tre temi analitici 
  che sono l’intreccio del volume. 
 Per primo affrontando il quadro sociologico ed ideologico complessivo della 
  burocrazia con una sostanziale “categoria dello spirito” immutata nel tempo, 
  passando dall’età liberale al fascismo e poi alla fase repubblicana, senza mai 
  mutare completamente ma evolvendo per sovrapposizione di stili e con sfumature 
  diverse.
 
 Poi con l’impiego femminile che ha una sua narrazione autonoma perché aveva 
  all’interno del pubblico impiego un’esistenza separata (ricordiamoci per 
  contestualizzare questo aspetto che il suffragio universale in Italia per le 
  donne è arrivato solo con le prime elezioni amministrative del 1946). 
  Un’esistenza contrattuale precaria con duri doveri e latitanza di diritti che 
  hanno portato comunque le donne italiane nelle Poste all’avanguardia nei 
  conflitti sindacali moderni.
 
 L’ultima analisi è intorno ai temi della cultura di una piccola borghesia 
  dell’impiego, vivente all’interno di una “zona grigia” che ha la primaria 
  visione nella propria vocazione all’obbedienza per far fronte alle avversità 
  del mondo e alle vessazioni dei capi, quasi fossero due vere piaghe bibliche. 
  Quindi è l’affresco di una schiera di consuetudini di un ceto facente parte 
  nella società dell’epoca proprio come faglia di una geologia politica e 
  culturale che sì si divideva in formazioni sociali ma che erano in perenne 
  frizione fra loro. Speranze di riscatto all’interno del mito del “posto fisso” 
  con il rifiuto di ogni cambiamento che potesse disturbare la certezza della 
  normalità. Una normalità che agli occhi di oggi può sembrare meschina ma che 
  all’epoca era accettata da tutti perché il raggiungimento della meta era 
  arrivare ad avere il posto garantito a vita, anche se in prossimità della 
  messa in pensione. Fatti privati (molti, anche pettelogolezzi) e pubbliche 
  virtù (poche) di un tempo che sembra molto più lontano da noi di quello che 
  potrebbe essere. Una visione certamente poco avvertibile nello studio della 
  storia postale così come la intendiamo ma che ne ha permeato completamente il 
  mondo e questo studio ci porta a scoprire.
 
 Danilo P. Vignati
 
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  Simon Taxis and 
  the Posts of the State of Milan during the Renaissance (in Italian and in 
  English), published 2008 by the Museo dei Tasso e della Storia Postale, 
  Cornello dei Tasso, Bergamo, Italy, 
  (può essere acquistato e richiesto tramite) 
  
  
  www.museodeitasso.com, ISBN 13 978-88-87831-79-5, 
  236p, 30cm, price 40 euros  + p&p.
 
  In this sixth volume of the series 
  “Documents and Research” by the Tasso Museum, Giorgio Migliavacca and Tarcisio 
  Bottani underliner and document the figure and task of Simone Tasso (Cornello 
  1478, Milan 1562) Postmaster General of the Imperial Post in Milan, one of the 
  most important exponents of the family which created the post in Europe, 
  serving Popes, Kings and Emperors.   
  The Taxis postal empire began in the 14th 
  century in northern Italy and during the Renaissance and in the ensuing 
  centuries, the Taxis sistem spread throught Europe and the family’rise to the 
  highrst ranks of nobility. 
  The book is the result of just such news, 
  in-depth research carried out by the co-authors in archives in Italy, Spain, 
  France, Belgium, Germany, and Austria over a spain af three decades. 
   
  This beattifully illustrates book, in 
  full colour, with its array of detal on rates and routes and relationships 
  brings to life of the Taxis postal couriers in the 16th century. 
  The Taxis Postal History and History 
  Museum was opened in 1991 at Cornello dei Tasso, near Bergamo – a small town 
  in the Brembana Valley, cradle of the Taxis dynasty.  
  The Cornello Museum has gathered (brough 
  or donations) a remarkable quantity of documentation on the Taxis family and 
  has also establised an ungoing cultural collaboration with the princely of 
  Thurn und Taxis and with the postal museum at Regensburg.    
   
  E’ questo il sesto volume della serie 
  “Documenti e ricerche” del Museo dei Tasso. Giorgio Migliavacca e Tarcisio Bottani evidenziano e documentano la figura e 
  l’attività di Simone Tasso (Cornello 1478, Milano 1562), Mastro Generale della 
  Posta Imperiale di Milano ed uno dei più importanti esponenti della famiglia 
  che creò la Posta in Europa, servendo papi, re ed imperatori.
 L’impero postale dei Tasso cominciò nel XIV secolo nel nord Italia e si 
  sviluppò nel Rinascimento e nei secoli seguenti. Il sistema dei Tasso si 
  affermò in tutta Europa e la famiglia raggiunse i più alti livelli di nobiltà.
 Il libro è il risultato di nuove e più estese ricerche portate avanti dai due 
  coautori in Italia, Spagna, Francia, Belgio, Germania e Austria nell’arco di 
  tre decenni.
 Questo libro, riccamente illustrato, tutto a colori, con la sua serie di 
  dettagli sulle tariffe, le strade e le relazioni ci mostra l’attività postale 
  dei corrieri dei Tasso nel 16° secolo.
 Il Museo dei Tasso e della Storia Postale è stato aperto nel 1991 a Cornello 
  dei Tasso, vicino a Bergamo, un piccolo paese della Val Brembana (iscritto fra 
  i Borghi più belli d’Italia), che è stato la culla della dinastia dei Tasso.
 Il Museo di Cornello ha raccolto (con acquisti e soprattutto donazioni) una 
  notevole documentazione sulla famiglia Tasso ed ha allacciato proficue 
  collaborazioni culturali con i discendenti del Principato tedesco di Thurn e 
  Taxis e con il museo postale di Regensburg.
 Il testo del libro è in italiano e in inglese.
 
 
  Reviewed by Lorenzo Carra FRPSL.  
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  Storia Veneta n. 1 
  Aprile 2009, Elzeviro editrice, un numero 12,00 euro, abbonamento annuo 2009 
  (4 numeri) euro 40,00 
  
  
  www.elzeviroeditrice.com
     
  Ricordare per non dimenticare. Si è 
  abbastanza abusato di quest’affermazione proprio negli ultimi tempi in cui 
  siamo sempre più sommersi dalla comunicazione. Comunicazione così globale 
  tanto da frastornarci per l’eccessiva offerta che ci arriva soprattutto da 
  Internet. Fa da contraltare, a causa degli inviluppi finanziari mondiali e per 
  riflesso quella dei consumi e delle spese delle famiglie, la crisi della carta 
  stampata con il pericolo di perdere tante testate storiche. In controtendenza 
  invece la nascita di una nuova rivista: Storia Veneta. Il primo numero di una 
  nuova rivista è sempre una piacevole sorpresa. Fiocco rosa quindi in casa 
  Elzeviro editrice per questo nuovo prodotto non solo rivolto al collezionista 
  o studioso di prefilatelia (il supporto culturale è dato proprio 
  dall’Associazione per lo Studio della Storia Postale che ha già una sua 
  rivista il Bollettino Prefilatelico e Storico Postale di cui conserva lo 
  stesso formato ma non la rilegatura). Nuova rivista che invece si rivolge a 
  chi pensa manchi la “voce” della storia dei Veneti, di un popolo di una gente 
  che ha vissuto, operato e lasciato una traccia nella grande pianura padana: 
  dalla Lombardia veneta al Friuli per poi scendere attraverso l’Istria e
  
  la Dalmazia 
  fino al vicino oriente dove
  la Serenissima 
  ha trovato la fonte delle propria ricchezza storica e commerciale. 
  In questo primo numero: i Remondini, una 
  casata di imprenditori a Bassano attivi nell’editoria quasi per caso; Dolo – 
  il Menacao la stazione di posta cavalli e la strada postale dove la storia 
  postale è occasione di ricerca per più larghi orizzonti storici; 1592-1610 
  Galileo Galilei a Venezia e a Padova, doveroso omaggio per l’anno astronomico 
  a un grande della scienza che non essendo veneto deve all’Università patavina 
  la possibilità di progredire nei propri studi; del commercio dei Veneti 
  nell’Asia viene riportata
  la Memoria 
  letta all’Ateneo veneto da G. Berchet nel
  1864 in 
  prossimità dell’apertura di Suez; briciole di storia con Il Gonfalone di 
  Perasto e Uno scultore trevigiano fra Otto e Novecento: Vittorio Celotti 
  1866-1942. Per finire la consueta rubrica bibliografica con recensioni di 
  volumi attinenti ai veneti. 
  Un saluto quindi al direttore della 
  rivista Adriano Cattani e in bocca al lupo alla caccia di nuovi lettori e 
  soprattutto di nuovi abbonati. 
    
    
  Danilo Vignati   | 
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 n°41 di “Vaccari 
  magazine”, L'abbonamento annuale a “Vaccari magazine” costa 35,00 euro;reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 Sicilia tra i temi protagonisti del n°41, 
  di “Vaccari magazine”. Due gli articoli che ricordano -precisa il direttore 
  responsabile della rivista, Paolo Vaccari- il secolo e mezzo dall'apparizione 
  dei francobolli ritenuti i più belli del mondo. Il primo, dovuto a Francesco 
  Lombardo, si occupa della corsa da Palermo a Mazzara e dell'officina postale 
  di Partinico; il secondo, invece, è firmato da Emilio Simonazzi e illustra 
  alcune frodi centenarie. Naturalmente, il semestrale affronta anche altri 
  argomenti, ad esempio i rapporti postali tra Lombardo-Veneto e Pontificio 
  (articolo di Lorenzo Carra), i “cuori” toscani (Fabrizio Finetti), il 15 
  centesimi litografato uscito nel 1863 (Adolfo Baffi), il bollo per 
  raccomandate impiegato a Massa Carrara tra 1838 e 1861 (Paolo Vaccari), mentre 
  proseguono i lavori sui francobolli del Vaticano (Giovanni Fulcheris) e sulla 
  corrispondenza civile nella Venezia-Giulia all'indomani della Seconda guerra 
  mondiale (Luigi Sirotti). Non mancano le rubriche, con segnalazioni, trucchi e 
  falsi, approfondimenti dedicati alle cartevalori classiche. Complessivamente, 
  il semestrale conta 112 pagine a colori, oltre alla nuova edizione della 
  newsletter relativa alle collezioni filateliche che fanno capo alla British 
  library di Londra. L'abbonamento annuale costa 35,00 euro e comprende, in 
  omaggio, l'indice analitico dei primi quaranta numeri.
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 CARTA BOLLATA E 
  MARCHE DA BOLLO DEL REGNO LOMBARDO VENETO e dei TERRITORI ITALIANI passati 
  all’IMPERO AUSTRIACO in uso dal novembre 1813 al 1871 - CON VALUTAZIONI di 
  Fortunato Marchetto280 pp. - 514 ill. b/n - brossura - 2a ed. 2009 collana «gli Utili» In 
  italiano
 Cod. 2202E- EUR 28,00
 reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 Questa seconda edizione è stata 
  indirizzata alla ricerca ed allo studio degli usi della carta bollata e delle 
  marche da bollo dell'Austriaco Regno Lombardo-Veneto, ma anche di quelle in 
  uso nei territori italiani, confinanti con esso e raggruppati nei Kronland, 
  passati direttamente dal Regno d'Italia napoleonico all'Impero Austriaco, dal 
  novembre 1813 al 1871. Rispetto all'edizione precedente, oltre agli 
  aggiornamenti effettuati, comprendenti la conversione delle valutazioni da 
  lire a euro, e alla riorganizzazione del materiale, una nuova parte è stata 
  aggiunta per approfondire il discorso sulle marche da bollo in kreuzer e 
  fiorini usate nei Kronland, segnate sotto il prezzo colle lettere C.M. (Monete 
  di Convenzione).Il presente lavoro è suddiviso nelle seguenti parti.
 1) Carte bollate e monetazione cartacea usate subito dopo la caduta di 
  Napoleone e prima dell'inizio del Congresso di Vienna, cioè nel "periodo 
  transitorio" dell'austriaco Regno Lombardo-Veneto dal 1813 al 1815.
 2) Carte del Regno Lombardo-Veneto bollate con bolli ordinari, straordinari e 
  di controlleria, e usate per atti civili, amministrativi, e giudiziari nel 
  periodo successivo alle decisioni del Congresso di Vienna e cioè dal 1815 al 
  30 ottobre 1854, mese in cui se ne ordinò la soppressione, anche se ne fu 
  tollerato l'uso fino alla fine del 1858.
 3) Marche da bollo "italiane" usate dal novembre 1854 a tutto il 1859 nel 
  Regno Lombardo-Veneto e poi dal 1859 al 1866 nel Regno Veneto con valore prima 
  in centesimi e lire austriache, poi in kreuzer e fiorini e in soldi e kreuzer.
 4) Marche da bollo di transizione "austro-italiane" e "italo-austriche" dal 
  1866 al 1870, valutate in fiorini e lire italiane ed in lire e fiorini.
 5) Marche da bollo in kreuzer e fiorini, segnate sotto il prezzo colle lettere 
  C.M. (Monete di Convenzione), usate nei territori italiani (detti Kronland), 
  staccati dal Regno Lombardo-Veneto e attribuiti direttamente all'Impero 
  Austriaco per decisione del Congresso di Vienna nel 1815.
 Una sezione dedicata a varietà, rarità e curiosità conclude il volume.
 
 Dopo la sconfitta delle armate francesi, sia nel Regno di Sardegna, sia in 
  Lombardia che nel Veneto, si continuò per qualche tempo ad usare la stessa 
  carta bollata napoleonica, finché, esaurite le scorte e provveduta la nuova 
  carta recante le nuove filigrane e bollata coi nuovi bolli delle nuove 
  amministrazioni, non fu proibito l'uso dell'antica carta bollata e fu imposto 
  l'uso della nuova appena fabbricata.
 Per quanto riguarda il Regno di Sardegna vennero rimesse in circolazione le 
  vecchie carte bollate del Regno di Sardegna, poi sostituite dalle carte 
  bollate del Regno d'Italia. Nel Regno Lombardo-Veneto, poiché per ragioni 
  militari e politiche si erano formate due distinte amministrazioni regionali 
  (Milano e Venezia), spesso in contrasto tra loro per antiche e recenti 
  rivalità, fu inizialmente concessa dall'Imperiale Regio Governo la libertà di 
  adattare alcune leggi generali (valevoli per tutto l'Impero Austriaco) alle 
  specifiche necessità delle singole Regioni. In particolare nel caso della 
  carta bollata, nei primi tempi, fu permesso l'uso di carte filigranate e 
  bollate con bolli e con filigrane diverse per le due amministrazioni, pur 
  senza renderne obbligatorio l'uso esclusivo in una o nell'altra delle due 
  Regioni. Pertanto, nella descrizione e nella numerazione che seguiranno, 
  verranno evidenziate, di volta in volta, le particolarità concernenti le 
  singole Regioni.
 Alla fine del 1854 le carte bollate furono soppresse e sostituite dalle 
  artisticamente splendide nuovissime "marche da bollo italiane".
 
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 I cambiamenti del territorio attraverso 
  una pregevole e minuziosa raccolta di cartoline ed immagini fotografiche 
  riguardanti Valvasone ed i paesi friulani, nonchè una breve storia postale, 
  corredate da didascalie; una pubblicazione che ancor prima della sua 
  pubblicazione ha destato notevole curiosità ed interesse. La presentazione 
  pubblica, con le modalità in fase di studio, si terrà oltre che a Valvasone 
  anche in alcune serate nei paesi limitrofi ed offre spunto per iniziative di 
  approfondimento storico che si potranno organizzare nel corso dell'anno. La pubblicazione è stata curata dai collezionisti 
  Giuseppe Trevisan e Leonardo Zancope' ed è edito dal Circolo Culturale Erasmo 
  di Valvason con il contributo del Comune di Valvasone, della Fondazione CRUP e 
  della Provincia di Pordenone.
 Il volume è già in distribuzione, al prezzo di euro 30,00, per ulteriori 
  informazioni Circolo Culturale Erasmo di Valvason - Piazza Castello 10 - 
  Valvasone - email 
  valvasonerasmo@gmail.com altre informazioni sul sito del Comune di 
  Valvasone
  
  http://www.comune.valvasone.pn.it/, nella pagina eventi è possibile vedere 
  alcune pagine del volume.
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 Elogio della parola scritta – invito alla filografia, 
  illustrato a colori, copertina con sovracoperta, pag. 156, edizione 2008, 
  editore Umberto Allemandi in collaborazione con Giulio Bolaffi ed., euro 35,00
 Dedicato a delle persone, credo, in via d’estinzione (se già non del tutto 
  estinte) ovvero alle ultime ragazze che scrivono ancora il loro diario questo 
  libro si presenta similmente come una delle edizioni di pregio pubblicate 
  dalle Banche per i loro migliori clienti. Strano destino quelle delle 
  pubblicazioni bancarie: a volte di grande spessore documentario raggiungono 
  invece come regalo persone che prevalentemente non nutrono nessunissimo 
  interesse per l’argomento svolto. Svogliatamente sfogliati, questi libri sono 
  destinati a raccogliere la polvere in pretenziose librerie a simulacro di 
  status symbol o invece raggiungono presto una fine ingloriosa accedendo al 
  mercatino delle pulci locale, avidamente però acquistati da bibliofili che ne 
  sanno dare il loro giusto valore anche se ne pagano un infimo prezzo.
 Il libro è sviluppato con splendide illustrazioni di opere d’arte sulla pagina 
  di destra e un’esegesi di testi di lettere d’autore delle più svariate. Ogni 
  reperto filografico (il testo della lettera in questo caso ma che diventa vero 
  oggetto di collezione se raccolto nel documento originale) si presenta così 
  non solo come singolo testimone di un’epoca, di una civiltà, di una cultura ma 
  come un frammento irripetibile, qualcun altro potrebbe dire una tessera di un 
  mosaico ben più grande, dell’unica grande civiltà che abbia superato le 
  frontiere e abbracciato il genere umano: quella della scrittura. Qual è, 
  allora, l’uditorio a cui si rivolge il volume? Chi vuole raggiungere o chi 
  vuole accompagnare per mano ad una nuova scoperta? Non certo il collezionista 
  filatelico come i più lo intendono anche se in questo ambito buona parte del 
  discorso è favorito dal francobollo stesso (mezzo di trasmissione della 
  lettera in quanto espressione di valore depositato allo stato che ne permette 
  il trasporto) e una deviazione dell’interesse verso la filatelia pura (o la 
  storia postale) non è da sottovalutare o da scartare. Neppure l’ambito degli 
  studiosi potrebbe essere solleticato da questo interesse o nuovo modo di 
  vedere un singolo manoscritto. Difficile quindi pronosticare se il volume 
  raggiungerà il proprio lettore ideale: un lettore che deciderà se 
  nell’immediato futuro farsi accendere nella propria mente attraverso questa 
  lettura il sacro fuoco della ricerca fine a se stessa, una ricerca tesa verso 
  il bello, il buono e l’importante. L’importante inteso per la storia 
  dell’umanità quale passo per l’avanzamento della società perché per il bello 
  ed il buono, già dai tempi dei primi sofisti greci (e da Gorgia da Lentini in 
  poi) i due termini fra loro sono complementari e non disgiunti.
 Quindi il libro vuole essere un invito a diventare un collezionista 
  filografico anche se questo deve sommare in sé due componenti indispensabili. 
  Una buona, meglio ottima, conoscenza umanistica non disgiunta, ahimè, da una 
  certa disponibilità finanziaria. Punto dolentissimo questo, affrontato con una 
  certa classe nelle ultime 9 pagine del volume in cui si danno delle 
  valutazioni approssimative per genere di oggetto. Approssimando il valore (o 
  il prezzo, talchè a volte i due concetti non coincidono) ad un bene che tutti 
  conoscono talvolta solo approssimativamente: il prezzo di una bicicletta di un 
  ciclomotore, di una macchina, di un jet. Bizzarro accostamento ma non poi così 
  tanto. Se il pensiero scritto deve raggiungere il destinatario deve comunque 
  essere mediato da un mezzo di trasporto. E se il mondo dell’auto è oggi 
  entrato in una crisi così profonda, sembra che la filatelia (nel volume 
  indicato come il rinascimento della comunicazione scritta) ne abbia già da 
  diversi anni preannunciato l’arrivo. Da una crisi possono sorgere nuove linfe 
  di crescita per superare i tempi bui. La filografia sarà in grado di fare 
  altrettanto?
 
 D. Vignati
 
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 Carlo Sopracordevole, La 
  ragazza delle farfalle - La copertina è di Franco Filanci. L’editore è Piazza 
  di Silea (Treviso). 12 € il prezzo di copertina.e.mail info@piazzaeditore.it sito: 
  
  www.piazzaeditore.it
 E’ il secondo libro di questo autore nel campo della 
  narrativa. Comprende 20 racconti di varia lunghezza, assai eterogenei tra loro 
  ma caratterizzati e legati da finali imprevisti o misteriosi. Uomini e 
  animali, passioni e timori, sentimento e ironia, tristezza e allegria sono 
  requisiti che insaporiscono gran parte delle storie e, in definitiva, delle 
  vicende umane. Uno di essi si occupa anche di filatelia, con un anziano 
  commerciante di francobolli che vivrà delle vicissitudini nel periodo delle 
  feste. Molte storie sono ambientate in una Venezia, sempre misteriosa e 
  fascinosa.      | 
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  FILATELICA, LA FILATELIA NEL III MILLENNIO - ATTI DEL SECONDO CONGRESSO 
  NAZIONALE - Rocca dei Bentivoglio - Bazzano (Bo) 14-15 giugno 2008 + CD con 
  tutte le immagini a colori208 pp. - ill. b/n - brossura - ed. 2008  - Collana «gli Utili» - In 
  italiano € 25,00
 reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 
 Atti del secondo Congresso "Filatelica", organizzato dal Forum Filatelia e 
  Francobolli e dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio, con la promozione del 
  Comune di Bazzano.
 Il volume racchiude una serie di articoli sugli argomenti affrontati durante 
  l'incontro e la presentazione delle collezioni esposte, un insieme di temi 
  classici e temi più moderni, per accontentare i cultori di interessi assai 
  diversi.
 Il congresso è una "ottima occasione di divulgazione e promozione filatelica. 
  La formula adottata ha fatto sì che la stampa (specializzata e non) parlasse 
  de "I segreti della grande filatelia alla portata di tutti"." (M.Mascagni - 
  Consigliere di Indirizzo della Fondazione)
 "Con Filatelica sono i collezionisti ad organizzarsi, senza padrini, e a 
  realizzare un convegno filatelico dove al centro sta la cultura filatelica. E 
  siccome la cultura è il nostro fine, le collezioni esposte a Filatelica 
  vengono "spiegate" ai collezionisti dai loro creatori, e quest'anno per la 
  prima volta anche dibattute e votate dai presenti. È solo così che chi visita 
  una mostra diventa parte attiva della stessa." (G.Piccione - Amministratore 
  del Forum)
 "Quest'anno ho voluto sperimentare una sorta di "processo" ad alcune 
  collezioni. Se non difficile è stato parlare della propria collezione, ben più 
  arduo è stato il compito di quanti si sono cimentati quali "difensori" o 
  invece "controrelatori" delle collezioni. I congressisti hanno così potuto 
  apprendere come si giudica una collezione, come la si valuta per ciò che 
  comprende ma anche per quanto in essa ancora manca ed, infine, hanno potuto 
  esprimere tutti la loro motivata valutazione. Una sorta di "giudizio popolare" 
  ma ponderato e competente." (A.Cerruti)
 
 LE RELAZIONI
 
 - Il 150° anniversario della battaglia di San Martino - Solferino, di Sergio 
  Leali
 - Filatelia delle Galapagos e la posta in barile, di Fabio Vaccarezza
 - Gli istituti culturali di Bazzano: l'Archivio Storico ed il Museo Civico, di 
  Rita Burgio
 - La Sezione di Filatelia e Storia postale "Giorgio Tabarroni", di Otello 
  Sangiorgi
 - I francobolli del Regno di Napoli usati durante il Regno d'Italia (1861) da 
  Napoli alle Puglie e viceversa, di Saverio Imperato (collezione discussa in 
  sala)
 - The Burton de Pinedo Cover: nuove scoperte, di Alberto Coda Canati
 - Le emissioni C.L.N.: francobolli o etichette? Un battesimo difficile, di 
  Gianfranco Pastormerlo e Luigi Pirani
 - Il Governo Provvisorio delle Romagne, di Guido Morolli (collezione discussa 
  in sala)
 - I primi trasporti di posta per ferrovia nello Stato Pontificio. 
  Affermazioni, dubbi, domande e qualche risposta, di Giuliano Padrin
 - I servizi postali comunali nell'Italia del Nord (1944-1945), di Emilio 
  Zucchi
 - I francobolli del Regno d'Italia emessi durante il Regno di Vittorio 
  Emanuele II, di Eric Werner (collezione discussa in sala)
 - Studio sui difetti di cliché del 4 e dell'8 bajocchi della prima emissione 
  dello Stato Pontificio - 1852, di Giorgio Di Raimo
 - Sulle varietà del Litografico del II tipo, di Paolo Cardillo
 - La Trinacria e la Crocetta, di Enzo De Angelis e Mauro Pecchi
 - Lombardo Veneto: errori e altro..., di Massimiliano Ferroni e Mario Serone
 
 LE COLLEZIONI ESPOSTE
 
 - Usi delle marche da bollo del Lombardo Veneto. La prima emissione 
  tipografica, di Fabrizio Balzarelli e Francesco Riboldi
 - Roma-Frascati (1856-1860). Un servizio "espresso privato", di Giuliano 
  Padrin
 - Linee di navigazione dell'arcipelago toscano, di Roberto Petrone
 - Dallo Sparre ai De La Rue, di Giuseppe Cirneco
 - L'Oltre Po mantovano, di Sergio Leali
 - La prima emissione di cartoline postali del Regno d'Italia, di Flavio Pini
 - Storia della guerra civile spagnola (1936-1939), di Egidio Errani
 - I campi di concentramento di Fossoli e Bolzano, di Egidio Errani
 - La posta della Repubblica dell'Ossola 1944, di Gianfranco Pastormerlo
 - La posta da campo polacca in Italia, di Luigi Mobiglia
 - "Mail Art" in Italia, di Vittorio Coscia
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  Giovan Battista Scirè –Poste: dal cavallo a internet - Giunti editore, collana Atlanti illustrati, 
  192 pagine, euro 19,00, 
  presso tutte le librerie oppure 
  
  www.giunti.itreperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
   
  Se la collana 
  “Le poste in Italia” di Laterza sta gradualmente 
  ricostruendo l'evoluzione del servizio rivolgendosi soprattutto agli addetti, 
  il libro “Poste - Dal cavallo a internet” (la cui bibliografia rinvia spesso 
  all'altra opera) guarda principalmente al grande pubblico, associando gli 
  approfondimenti alle immagini. Come d'altra parte dichiara il sottotitolo, 
  ossia “Storia illustrata dei servizi postali italiani”. Buona parte del 
  repertorio iconografico arriva dall'Archivio storico di Poste italiane e 
  testimonia il lavoro quotidiano ma anche - diverse istantanee, si capisce, 
  sono costruite, con il soggetto in 
  posa- l'orgoglio di vestire la divisa. 
  Organizzato in 192 pagine di grande formato e a colori (19,00 euro), il saggio 
  è scritto dallo “storico con la passione per l'Italia contemporanea” 
  Giambattista Scirè, che impiega un linguaggio divulgativo, semplificando 
  -forse pensando al lettore non specialista- alcuni concetti. È proposto da 
  Giunti in collaborazione con Poste shop, la società diretta da Marisa 
  Giannini. Al di là dei richiami al periodo antico -immancabile il “cursus 
  publicus” romano- lo studioso arriva molto presto all'Italia unita, da cui 
  comincia il suo viaggio. Viaggio che corre su due binari 
  paralleli: da una parte figura la grande storia, 
  quindi la politica, le guerre, l'economia, gli aspetti sociali, l'evoluzione 
  tecnica.  
  Dall'altra vi sono le conseguenze che la stessa 
  grande storia rovescia sul servizio, in tutti i suoi molteplici aspetti. Si 
  parla dunque di palazzi postali, considerati nell'Ottocento luoghi “di 
  socializzazione e di aggregazione”, e successivamente dal “forte significato 
  simbolico”. E si citano le nuove prestazioni consentite dallo sviluppo 
  industriale e scientifico (dal telegrafo ai mezzi di trasporto), i calendari 
  omaggio per far arrotondare gli introiti dei fattorini, i problemi sindacali, 
  il risparmio, la posta militare e quella coloniale, la meccanizzazione. Un 
  approfondimento è dedicato alle donne intese come lavoratrici e come mittenti, 
  poiché “la posta -si legge- è sempre stato un mezzo di comunicazione 
  privilegiato” per loro. La ricostruzione prosegue fino a quando il passato 
  diventa cronaca, con la nascita della società per azioni, il suo sito, il 
  restyling degli uffici, il recentissimo impegno come operatore telefonico 
  virtuale.  
  Naturalmente, ci si sofferma sul francobollo, 
  cioè “la più grande innovazione nel campo”, e sulla cartolina nel suo 
  itinerario “dalla guerra alle vacanze”, impiegata dall'autore anche come fonte 
  iconografica.   
  Vaccari News | 
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 n°40 di “Vaccari 
  magazine”, L'abbonamento annuale a “Vaccari magazine” costa 35,00 euro; questo 
  numero comprende l'indice analitico degli argomenti trattati dal 1989 ad oggi.reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 Studi riguardanti il periodo classico, soprattutto ottocentesco, esaminato nei 
  vari aspetti: storico-postali, tecnici, organizzativi, collezionistici. È il 
  taglio del semestrale “Vaccari magazine”, che con questo numero ha raggiunto 
  quota quaranta. Quindi, i vent'anni tondi. Come il “Sicilia 1859-1860”, 
  articolo di Francesco Lombardo riguardante le lettere viaggiate da Messina a 
  Genova attraverso i vapori postali francesi ed affrancate con le produzioni di 
  Sicilia, di cui fra pochi giorni, l'1 gennaio, si ricorderà il 150° 
  anniversario. Oppure il “Toscana, 2 agosto 1838 - Le novità arrivano dal 
  mare”, nel quale Fabrizio Finetti analizza i bolli impiegati allora; 
  “Affrancature di «raggio limitrofo» con francobolli del Regno d'Italia”, dove 
  Giovanni Boschetti esamina la corrispondenza transfrontaliera scambiata con 
  Veneto (allora soggetto a Vienna), Francia e Svizzera e all'interno 
  dell'Emilia; “Massa Carrara - La falsificazione del bollo a doppio cerchio 
  grande e quello a sei sbarre 1860”, che Paolo Vaccari dedica ad alcuni 
  documenti alterati per ingannare gli appassionati. Altri lavori vengono 
  sviluppati su più numeri del periodico. Fra essi, “I rapporti postali del 
  Regno Lombardo Veneto con il Granducato di Toscana 1818-1859” (di Lorenzo 
  Carra), “Storia postale d'Italia - La corrispondenza civile nella Venezia 
  Giulia 1945-1947” (Luigi Sirotti), “Uno per uno i francobolli dello Stato 
  della Città del Vaticano” (Giovanni Fulcheris). La pubblicazione, che 
  comprende approfondimenti di cronaca riguardanti “Filatelica 2008” e “Italia 
  2009”, conta 112 pagine a colori ed è associata alla newsletter delle 
  collezioni filateliche che fanno capo alla British library.
 
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 RomaFil2008, 
  Esposizione Filatelica Nazionale - Edito da Poste Italiane per Romafil 2008, 128 pagine a colori, senza 
  indicazione di prezzo (ma dato in omaggio a profusione durante la
  manifestazione) Trentaquattro articoli scritti da 32 
  giornalisti e scrittori dell’USFI chiamati a lasciare la propria impronta a 
  questa manifestazione da Michele Caso, presidente dell’AFI A. Diena e curatore 
  della pubblicazione. Anche se le foto sono un po’ sacrificate causa la folta 
  partecipazione degli scritti (non si è voluto lasciar fuori nessuno di chi ha 
  mandato uno scritto), è un volume quanto mai vario per i contenuti incentrati 
  sui tre settori della relativa esposizione (che poi è stata una prova generale 
  per Italia 2009): filatelia tradizionale, filatelia tematica e storia postale. 
  Un’impostazione “generalista” che consente di avere sia argomenti di qualità 
  sia argomenti di interesse generale e stimoli per approfondimenti. Segnaliamo fra i titoli che più ci sono piaciuti: i buoni internazionali di 
  risposta, filatelia specializzata, secolo XIX estetica della corrispondenza, 
  Poste Vaticane e agevolazioni tariffarie. Il sommario completo si può vedere 
  su http://romafil.fsfi.it/pubblicazioni.php . Molto bella la copertina che 
  riporta il dettaglio centrale del francobollo da 100 lire serie Democratica.
 
 Danilo Paolo Vignati
 
 
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 Emilio Diena:
  I Francobolli del Regno di Napoli e i due provvisori da 
  mezzo Tornese del 1860 - 312 pp. - 325 ill. b/n - brossura - rist. 1992 
  - 2a ed. 2008collana "Ritrovati" - In italiano - euro 40,00
 reperibile
   www.vaccari.it  
   E-mail info@vaccari.it
 
 150 anni fa i primi francobolli napoletani, ed ora, in 
  occasione di questo importante anniversario, viene riproposto lo studio di 
  Emilio Diena sui francobolli del Regno di Napoli.
 La monografia, pubblicata prima a puntate nella rivista «Il Corriere 
  Filatelico» tra il 1929 ed il 1931, e subito dopo, nel 1932, in volume, è 
  giustamente considerata come il capolavoro di Emilio Diena.
 Compilata negli anni della sua piena maturità, l’opera è il coronamento di 
  vari lustri di studi e ricerche su un argomento che da tempo stimolava ed 
  affascinava l’Autore, dati i molteplici problemi tecnico-grafici che esso 
  comportava (tavole, doppie incisioni, carte, gradazioni di colore) ed il loro 
  continuo intrecciarsi con argomenti storici e storico-postali.
 A tutti gli interrogativi Emilio Diena seppe dare una risposta soddisfacente; 
  ed al frutto dei suoi studi dette un’organizzazione esemplare tanto che il 
  libro - a quasi ottant’anni dalla sua pubblicazione - continua ad essere 
  l’opera di riferimento per tutti gli specialisti del settore.
 Ciò è dovuto in parte anche ad una sorta di lavoro di squadra: a parte la 
  collaborazione del figlio Alberto, che trascorse vari mesi a Napoli alla 
  ricerca di documenti ufficiali, Emilio Diena ebbe l’opportunità di consultare 
  tutti i più illustri collezionisti dell’epoca; e per il tentativo di 
  ricostruzione della tavola della «crocetta» ottenne anche da Sir Edward Demy 
  Bacon le fotografie degli 87 esemplari di quel raro 1/2 tornese esistenti 
  nella collezione Tapling.
 
 Questa nuova edizione, inserita nella collana «i Ritrovati», si presenta come 
  la precedente ristampa del 1992, con prefazione di Enzo Diena, salvo che per 
  la nuova veste grafica.
 Le 3 tavole fuori testo con le riproduzioni delle varietà del francobollo 
  Croce di Savoia da 1/2 tornese sono inserite nel volume.
 Numerose illustrazioni di tutti i francobolli.
 
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