LUIGI SIROTTI

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LA CENSURA POSTALE IN SICILIA
DALL'AGOSTO 1943 AL DICEMBRE 1945

 
 
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I bolli di tipo "rettangolare"


La censura postale in Sicilia dalla costituzione del “Governo Militare Alleato – Regione I” e fino al novembre del 1943 venne gestita in forma autonoma. Nel dicembre 1943 gli uffici vennero chiusi in attesa del completamento della nuova struttura, già in fase di organizzazione, che avrebbe compreso tutto il territorio italiano sotto il controllo degli Alleati. Le rigide norme stabilite dal Comando Alleato vennero anche in Sicilia, come nelle regioni continentali, parzialmente disattese o applicate con alcune variazioni.


Mappa della Sicilia

La censura della corrispondenza per l'interno fino alla metà di settembre del 1943
Il 10 agosto 1943 il Commissario per gli affari civili del Comando Alleato sciolse con effetto retroattivo dal 23 luglio 1943 la commissione della censura provinciale di Palermo1: due settimane dopo, il 24 agosto, veniva ripristinato a Palermo il servizio postale, limitato inizialmente all’interno della città e per le sole cartoline.


fig. 1

fig. 2

fig. 3

Questa corrispondenza veniva controllata dagli uffici della censura militare alleata che apponeva i bolli riprodotti nelle figure 1, 2, e 3.


fig. 4
Cartolina postale "Vinceremo" da 15 centesimi usata come supporto e affrancata con 15 centesimi della emissione di occupazione alleata da Siracusa 13 settembre 1943 per città. Sul frontespizio il bollo doppio cerchio con coroncina della censura militare britannica.


I BOLLI DI TIPO "RETTANGOLARE"

Gli uffici della censura postale aperti dal Governo Militare Alleato


fig. 5
Dopo la metà di settembre, con il parziale ripristino dei collegamenti interprovinciali, entrarono progressivamente in funzione nei capoluoghi di provincia e sotto il controllo del Governo Militare della Regione I (Sicilia) i nuovi uffici di censura identificati con un numero progressivo, compreso fra 1001 e 1012, che appariva all’interno di un bollo rettangolare recante la scritta "CENSORED C.C.C. ALLIED FORCES No...." in dotazione ad ogni ufficio (fig. 5) che i censori apponevano dopo la verifica sul frontespizio delle corrispondenze. La verifica che avrebbe dovuto essere totalitaria e interessare tutta la corrispondenza in partenza, venne invece eseguita solo parzialmente.

Questo tipo di bollo venne impiegato solo in Sicilia, dalla metà di settembre alla fine di dicembre del 1943, appare normalmente impresso sul frontespizio delle lettere (fig. 6, 7 e 8) e solo raramente fu utilizzato come sigillo delle fascette, recanti generalmente la dicitura prestampata "Verificato per censura" che i censori utilizzavano per la chiusura dopo la verifica del contenuto.

fig. 6
Lettera da Messina 20 novembre 1943 a S. Stefano. Sul frontespizio il bollo rettangolare riquadrato "Censored C.C.C. Allied Forces No 1005" dell'ufficio di Messina.
fig. 7
Lettera da Catania 7 ottobre 1943 a Paterṇ. Sul frontespizio il bollo rettangolare riquadrato "Censored C.C.C. Allied Forces No. 1006" dell'ufficio di Catania.

L’ufficio di Catania utilizzò, dal 15 novembre al 16 dicembre 1943, anche il bollo senza riquadro con la dicitura "Censored n° 1006" (fig. 8) impresso in violetto, nero o lilla.

La data d’uso più antica da noi conosciuta di questo bollo è su una lettera del 16 settembre 1943 inoltrata dall’ufficio di Ragusa ( N° 1009), mentre l'ultima data è su una lettera del 16 dicembre 1943 inoltrata dall’ufficio di Catania (N° 1006).

fig. 8
Lettera da Catania 15 novembre 1943 a Messina. Sul frontespizio il bollo "Censored n° 1006" dell'ufficio di Catania.
fig. 9
27 ottobre 1943. Lettera da Siracusa per Acireale. Sul frontespizio il bollo rettangolare riquadrato "Censored C C C Allied Forces No° 1012" dell'ufficio di Siracusa.

Dell'ufficio di Enna sono note solo alcune corrispondenze fra le quali la cartolina postale del 2 ottobre 1943 di seguito illustrata, mentre non è noto il numero dell'ufficio di Caltanissetta; conosciamo l'impronta di un bollo lineare su tre righe con riquadro rettangolare deformato e illeggibile applicato su alcune corrispondenze fra le quali una cartolina da Delia (Caltanissetta) 20 dicembre 1943 diretta nel capoluogo e un modulo anagrafico dal Comune di Campofranco (Caltanissetta) 10 dicembre 1943 diretto a Palma di Montechiaro (Agrigento) che potrebbero al bollo dell'ufficio di Caltanissetta.

I numeri di identificazione degli uffici di censura
Agrigento
Caltanissetta
Catania
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Siracusa
Trapani
1001 ; 1010
-----
1006
1008
1005
1003 ; 1004
1009
1007 ; 1012
1011

fig. 10
2 ottobre 1943. Cartolina postale da Enna a Catenanuova affrancata con un 30 centesimi della emissione alleata. Al verso il bollo della censura alleata con il riquadro rettangolare recante il numero 1008 dell’ufficio di censura di Enna.

Incerta l'attribuzione del n° 1001 all'ufficio di Agrigento, che potrebbe essere dell'ufficio di palermo: è nota una sola impronta su lettera del 21 ottobre 1943 da Palermo a Noto:

Il bollo rettangolare restò in vita circa tre mesi e non è facilmente reperibile: l'impronta meno rara è il n° 1009 di Ragusa, seguita dal n° 1006 di Catania, dal n° 1011 di Trapani e dal n° 1010 di Agrigento, tutte le altre sono alquanto rare.

La costituzione dell'Ispettorato Generale delle Poste e Telegrafi della Sicilia
ll 21 novembre 1943 con un Ordine del Ten. Colonnello Charles Poletti Capo degli Affari Civili della Sicilia, veniva costituito l'Ispettorato Generale delle Poste e Telegrafi della Sicilia con funzioni di collegamento con le Autorità Alleate e con prerogative simili a quelle di Direzione Generale delle Poste: Pietro Giordani fu nominato Ispettore generale.
L’Ispettorato Generale resterà in vita fino al 10 febbraio 1944 quando la Sicilia e altre regioni dell’Italia del sud saranno restituite all’Amministrazione del Governo italiano.

Il progetto di una nuova struttura della censura postale in previsione della restituzione al Governo Italiano di parte dei territori occupati
Gli Alleati nel dicembre del 1943, in previsione della restituzione al Governo italiano di una parte dei territori occupati, della riattivazione dei servizi postali interregionali e dei collegamenti con l’estero, decisero la creazione di una nuova struttura della censura per la posta civile suddivisa in due rami:
a) - corrispondenza per l’interno affidata a uffici con personale civile italiano sotto la supervisione di ispettori alleati2
b) - corrispondenza per l’estero gestita direttamente da personale militare alleato.

La chiusura degli uffici di censura del Governo militare della Sicilia (Regione I)
Fra la metà di novembre e la metà di dicembre del 1943 vennero chiusi gli uffici di censura aperti dal Governo militare che, essendo ancora sospesi i collegamenti con l’esterno dell’isola, servivano solo al controllo della corrispondenza interna. Cessò anche l’uso dei bolli rettangolari, salvo qualche uso sporadico.

La ripresa dell’attività di qualche ufficio con l’impiego dei bolli in dotazione dell’Amministrazione del Regno

Alcuni uffici di censura fra la fine di novembre del 1943 e il dicembre del 1944 ripresero ad operare facendo uso dei bolli in dotazione della precedente Amministrazione del Regno.
Per maggiore semplificazione l’argomento è sviluppato nella terza parte dell'articolo.


1)
Bollettino della Prefettura di Palermo.
Raccolta dei provvedimenti emanati dal Governo Militare Alleato della Provincia; N° 1, novembre 1943.


2)
COSTITUZIONE DELL' UFFICIO DI CENSURA CIVILE
Decreto n° 179 del Prefetto di Palermo.

Il Prefetto della Provincia di Palermo:

Viste le disposizioni impartite dal Governo Militare Alleato con provvedimento N. 40, in data 2 novembre 1943, circa la costituzione dell'Ufficio di Censura Civile di Palermo;
Ritenuta l'opportunità di emanare norme che regolano il funzionamento di detto ufficio;
Visto l'art. 19 della vigente legge Comunale e Provinciale:

DECRETA:
1. E' costituito in Palermo l'Ufficio di Censura Civile, posto sotto la sorveglianza del Governo Militare Alleato;
2. All'Ufficio di Censura Civile di Palermo è destinato personale civile italiano, da nominarsi con singoli provvedimenti;
3. Gli emolumenti cui avrà diritto detto personale saranno corrisposti dalla Prefettura.

Palermo, 14 dicembre 1943.

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