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Bollettino pacchi a cartellino o targhetta
di Marino Bignami

 

quarta e ultima parte

 

La consegna era effettuata al domicilio del destinatario, in caso di sua assenza veniva compilato avviso su Mod. 26. Trascorsi cinque giorni l'ufficio postale ripeteva l'avviso di giacenza pacco su modulo raccomandato di servizio (etichetta di raccomandazione rosa), dopo tre giorni lavorativi da questo secondo avviso si pagava la giacenza giornaliera (se il mittente non aveva specificato di restituire il pacco dopo la giacenza gratuita) .

Modello 26 in raccomandata di servizio secondo avviso, per ritiro pacco in contrassegno di £ 10.680


Se il destinatario nel corso di ulteriori quindici giorni non ritirava il pacco, questo era restituito al mittente (se così aveva stabilito) che pagava il trasporto al ritiro e l'eventuale giacenza. Il mittente era poi avvisato con la stessa procedura di avvisi e tempi. Perciò sia il destinatario che il mittente, nei giorni esclusi dalla giacenza gratuita, pagavano il deposito giornaliero. Se il mittente non ritirava il pacco rispedito, nei tempi stabiliti, era inviato all'ufficio di Roma EUR "pacchi inesitati".

Bollettino di spedizione contrassegno del 1973 (costo cartellino 10 Lire) per totali Lire 850; ritornato al mittente con applicati: il modulo di conto corrente precompilato dal correntista (C/C 17/17603), il Mod. 289 con la cifra di rispedizione (Lire 700) e per la giacenza (Lire 50 X 6 = 600), autenticato con il bollo a data di Milano e il Mod. 24-B giallo dentellato con il motivo della rispedizione: "NON RICHIESTO". Al ritiro il mittente ha pagato la somma con l'applicazione di francobolli per pacchi divisi totali Lre 1300. Notare che la tassa di rispedizione é di sole 700 Lire e non 850 come per l'invio perché è stata detratta la tassa per il contrassegno (Lire 150).

L'invio era restituito al mittente sempre come pacco ordinario, ma godeva di eventuale riduzione editoriale. La rispedizione era nuovamente numerata (dall'ufficio rispeditore) sullo stesso cartellino e rimandato all'ufficio mittente del pacco, sul cartellino era applicato a colla il Mod. 24-B con il motivo della mancata consegna. Ricordo che di tale modulo (Mod. 24-B ) esistevano due tipi: il vecchio modulo bianco da applicare a colla ed il tipo nuovo arancione preicollato e dentellato come un francobollo.
In tutti i casi era incollato sul cartellino anche il modulo Mod. 289 su cui era segnata la cifra da addebitare al mittente del pacco al ritiro, l'importo era autenticato con il bollo a data dell'ufficio rispeditore. Era praticamente un invio con tassa a carico.

 

Cartellino di spedizione del 1976 (!) ritornato all'ufficio mittente con applicato, a cura dell'ufficio rispeditore, il Mod. 289 in carta bianca (autenticato con il bollo a data) con la cifra da addebitare al ritiro e il Mod. 24-B giallo dentellato con il motivo della rispedizione. Al ritiro il mittente ha pagato la somma con l'applicazione di francobolli per pacchi interi.


L'importo da pagare al ritiro della sola rispedizione ( l'affrancatura per l'invio era continuata con sezioni divise) era applicata sul bollettino-cartellino con francobolli per pacchi con la metà fino al 1975 e succesivamente con francobolli pacchi interi (in un cartellino del 1975 per il pagamento della rispedizione ho trovato la nota "affrancatura sul bollettino" ?) , quindi il mittente apponeva la firma segnando anche la data effettiva del giorno, come era richiesto ad ogni ritiro di pacco in ufficio postale; questa era la procedura consueta nel servizio pacchi . Fra uffici postali si effettuavano poi le compensazioni per il lavoro svolto.

 

Bollettino di fabbricazione privata della Guida Monaci del 1980, inviato da Roma a Genova; il documento è malconcio ma è interessante perchè mostra tutti i passaggi subìti. Riporta (a sinistra) tracce del Mod. 289 in carta bianca e del Mod. 24-B giallo dentellato, il motivo della rispedizione "TRASFERITO", gli avvisi fatti, la cifra dovuta manoscritta TR 550 (riscritta a destra perché si era lacerato il cartellino, corrispondente alla rispedizione senza giacenza a tassa ridotta del 50% per gli editori) e una interessante affrancatura mista. Il cartellino bianco 123 è probabilmente una numerazione di agenzia privata per la consegna (per Genova ho trovato altri documenti simili col nome dell'agenzia).

 

Erano previsti duplicati dei bollettini che si erano staccati dai pacchi e smarriti ( i duplicati erano moduli dedicati prestampati (Mod. 258-arancione, Mod. 258-bianco, Mod. 258-verde) con la scritta: "DUPLICATO DEL BOLLETTINO ...." , privi della parte da staccare come ricevuta perchè non serviva. Nel caso, facendo riferimento al numero del pacco registrato, potevano essere ricompilati e inviati a destino senza pagamento di nuove tasse postali, invece in caso di pacchi provenienti da rispedizioni al mittente ( per destinatario sconosciuto, rifiutato, non chiesto) con o senza la perdita del cartellino veniva, come già accennato, addebitata la rispedizione.

Fronte e retro di DUPLICATO di bollettino pacco con assegno usato per la riconsegna al MITTENTE del 1973; è stato compilato dall'ufficio mittente con gli estremi della spedizione, come si può vedere la rispedizione è stata pagata con pacchi metà di sinistra (forse l'altra metà dei francobolli é stata applicata al registro Mod 260)


Queste sono le notizie che ho ricavato dalla letteratura e dall'ispezione del materiale della mia collezione, spero di non avere fatto errori; se qualche esperto del settore volesse aggiungere altre notizie per correzione o completezza gli sarei grato.

 


quarta e ultima parte

prima parte

seconda parte

terza parte

quarta parte

 

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