>>> i francesi in Italia

>>> Le tariffe

>>> S. P. del Regno Lombardo Veneto

>>> S. P. del Ducato di Modena

>>> S. P. del Ducato di Parma

>>> S. P. dello Stato Pontificio

>>> S. P. delle Romagne

>>> S. P. della Toscana
>>> S. P. del Regno di Sardegna

>>> S. P. del Regno delle due Sicilie

>>> S. P. del Regno d'Italia

>>> Luogotenenza

>>> S. P. della Repubblica Italiana

>>> Posta Transatlantica

>>> Posta Militare

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

il piano delle corse del 1814
di Giovanni Aceto Cattani, Ispettore e Direttore Generale delle Poste
prima parte

di Giuseppe Marchese

Il barone Giovanni Aceto Cattani nasce a Nicosia (Enna) nel 1778. Già nel 1700 la famiglia si è trasferita a Palermo. Nel 1812 Giovanni Cattani d’Aceto è deputato al Parlamento siciliano, nel braccio demaniale, dove è fervente assertore della riforma della Costituzione secondo il modello inglese.

L’Aceto – afferma Giuseppe Berti – fu, tra tutti i siciliani degli anni che vanno dal 1800 al 1830, uno dei più aperti alle correnti di pensiero internazionale quali il liberalismo inglese e la restaurazione liberale - romantica in Francia e in Germania. (Giuseppe Berti, introduzione al volume Giovanni Aceto, Il giornale patriottico (1814 1816) e il giornale patriottico di Sicilia (1820) Antologia, Edizioni della Regione Siciliana, Palermo 1969)

Nel 1813 fondò il settimanale La cronica di Sicilia che ebbe una enorme importanza e finì col dare il suo nome ai due gruppi, dei liberali moderati e dei democratici estremi, nel quale si divideva il partito progressivo della Sicilia. Cessate le pubblicazione del bisettimanale nel febbraio 1814. Di lì a pochi mesi, nel novembre dello stesso anno, l’Aceto diede vita a un nuovo giornale, Il giornale patriottico di Sicilia. Questo foglio non ebbe lunga vita e fu soppresso nell’agosto del 1816.

Dopo quattro anni di silenzio, rinasce nel 1820 con lo stesso nome e gli stessi indirizzi. Il giornale cessa di esistere terminati i bagliori dei moti del 1820.

Nel 1827 scrisse il libro Della Sicilia e dei suoi rapporti con l’Inghilterra all’epoca della costituzione del 1812, prima stampato in francese, a Parigi, e poi, nel 1848, tradotto in italiano e stampato in Sicilia.

Viene considerato la prima saliente figura di giornalista siciliano, il primo che sia veramente degno di questa qualifica e di questo nome. ( Giuseppe Berti, introduzione al volume Giovanni Aceto, Il giornale patriottico (1814 1816) e il giornale patriottico di Sicilia (1820) Antologia, Edizioni della Regione Siciliana, Palermo 1969 )

Nel 1820 scrisse il più significativo manifesto contro il proclama del re che impose l’obbedienza ai palermitani.

Costretto all’esilio in Francia dal 1823; rientra in data imprecisata di nascosto, rifugiato in casa del fratello. Muore a Palermo nel 1840. ( Enciclopedia della Sicilia, Franco Maria Ricci, pagina 70 )


Il Cattani Ispettore e Direttore Generale delle Poste.

Il 27 giugno 1814 Giovanni Aceto Cattani, è Ispettore e Direttore Generale delle Poste, e cerca di migliorare il servizio postale, oltre che la società siciliana. Elabora un Piano delle Corse di Sicilia e lo spedisce, tramite la Real Segreteria di Stato, Affari Esteri e Poste al Vicario Generale del re.

Nella relazione che accompagna detto piano vi sono alcuni punti salienti:

1° Il nuovo piano abbreviando per metà il tempo che si è sinora impiegato “...non potrà effettuarsi senza un numero di cambiature di cavalli, e di uomini, proporzionate alle stagioni, ed all’orario fissato, e per conseguenza senza una sensibile alterazioni della spesa.” ( Giovanni Cattani, relazione che accompagna il Nuovo Piano delle Corse di Sicilia, in Archivio di Stato Palermo, Real Segreteria Incartamenti, busta 5348 )

2° Proporzionare un conveniente soldo agli impiegati del R. Corso, che han finora vissuto o di speranza, o di abusi.

3° Aumento delle tariffe postali portate a grani 6, 8, 10, 16, 18 invece che di grani 5 per ogni foglio, di grani 8 per ogni foglio e mezzo, di grani 10 per due fogli, e di grani 12 per ogni oncia di peso.

4° Abolizio
ne della corsa della staffetta in quanto il nuovo piano prevede lo stesso tempo per le corse ordinarie e “d’addossare al fittuario di detta corsa il carico di portare colà dalla Capitale, e di riportare di là quì la valigia delle lettere del Continente”. ( Giovanni Cattani, relazione che accompagna il Nuovo Piano delle Corse di Sicilia, in Archivio di Stato Palermo, Real Segreteria Incartamenti, busta 5348 )

5° Migliorare le condizioni dei Luogotenenti, e d’è Distributori, impiegati delle Poste subalterne del Regno mediante l’abolizione del diritto, che si è sinora esatto per conto del Regio Erario sulle patenti dei suddetti impiegati, a quali si abbiano da oggi innanzi le medesime dar gratis.

6° che ogni comune oltre all’obbligo di prestare un’officina comoda, e centrale, e fornita del bisognevole per l’uso del Regio Corso, abbia ancora ad assumere quello di assegnare un soldo al distributore invece del diritto finora percepito sul valore delle lettere, concernendo un tal servizio direttamente l’utile del proprio comune.

7° Che i rispettivi Magistrati di ogni comune abbiano, in caso di vacanza, il diritto, di far proposta di tre soggetti per la carica di distributore all’Ispettore e Direttore Generale delle Poste, nel quale si abbia tra questi a fare la scelta.

8° Che dagli affittatori in caso di affitto, e dall’Erario in caso di economia, si facciano buoni tarì due per oncia a ogni distributore per le lettere indispensate, quali dovranno correre a carico d’è rispettivi distributori.

9° che ogni luogotenente percepisca il diritto di tarì 5 per oncia sulle lettere appartenenti al rispettivo comune, incluso il tarì 1 per oncia sinora percepito.


Un piano migliorativo del servizio e del personale dipendente che ascende direttamente dalla visione dell’estensore. Il carico di tali migliorie viene ripartito tra la Regia Corte (corse), Comuni (uffici postali), affittatori (lettere non distribuite), utenti (aumento delle tariffe).

Un Piano delle Corse di tal fatta, con i necessari accorgimenti, ha tutti i requisiti per essere accettato. Ciò un fu fatto, per il parere negativo del suo superiore marchesino di S. Giacinto.

D’altra parte la situazione del momento non era delle migliori. Murat aveva occupato il Regno di Napoli; il re Ferdinando si era rifugiato in Sicilia, ed infine, che l’Aceto non era ben visto agli occhi della Corte, così come gli odiati repubblicani, i massoni, i carbonari, e quanti altri avevano in testa strane idee, oltre la preservazione del potere.

Detto questo andiamo ad esaminare punto per punto il piano preposto.

E’ la prima volta, in senso cronologico, che si sente parlare di un piano che mette sul piatto la velocità come modo di superare le difficoltà degli utenti per la lentezza delle poste, dovute sia al lento cammino, all’incirca 2 miglia all’ora, sia alle giacenze nei posti di snodo della corrispondenza. La primaria richiesta del tempo era di aumentare le corse da settimanali a bisettimanali.
( duplicazione questa che viene anche sollecitata da D. Antonino Siracusa, che dicesi incaricato con lettere di commissione e procure di varie Università del Regno le quali credono che tale duplicazione sia utile al pubblico, ed alle stesse Università. Relazione della Giunta delle Poste al re 20 Giugno 1798 S.M. foss'anche in seguito d'altro piano del Siragusa sin d'allora umiliatogli stabilì la spedizione da Palermo, a Napoli e per conseguenza a Roma, e tutta la Romagna due volte la settimana. Di questo gran commodo ne profitta la sola città di Palermo, e di Messina, tutto il Regno di Sicilia ne resta privo mancando il mezzo di come potersi comunicare per il Regno le lettere. Palermo 1801 Archivio di Stato Palermo, Fondo Poste e Procacci, busta 25 )

Questo sistema di corse settimanali fallì e il Siracusa ne pagò l’ardire, tredici anni dopo.

L’accenno al cambio del cavallo elimina il riposo del corriere e del cavallo, durante la notte, ma per far ciò si deve approntare un sistema diverso si quello in vigore. Occorre un corriere e un cavallo pronti, a staffetta, per continuare senza interruzioni il cammino.


Dare una paga agli impiegati postali sembra anacronistico e fa sorridere. Ma come non percepivano una paga ? Possibile ?

Nel 1803 erano dipendenti della Luogotenenza di Palermo: nella razionalia 8 trattenuti e 4 apprendisti; nella Luogotenenza 15 apprendisti e 25 trattenuti.( Archivio di Stato Palermo, Fondo Poste e Procacci, busta 28 )

Questi e altri dipendenti della Posta non percepivano soldo, in quanto il reclutamento avveniva tra persone che avevano già un impiego, ed altri in attesa di sistemazione. Un fuori ruolo in cui non era concessa la paga. ( Questi soggetti (i bullatori) non sono nelle circostanze del Colombo,giacché l'antico bullatore Marabitti, oltre al soldo che percepisce dall'Officio trovasi impiegato nel Monte di Pietà, D. Giuseppe Scordino e D. Luigi sono due orefici, che hanno del suo, e D. Giuseppe Cinquemani si trova come al Marabitti impiegato nel Monte di Pietà. Relazione del razionale della Luogotenenza di Palermo del 14 Febbraro 1802. Archivio di Stato Palermo, Fondo Poste e Procacci, busta 26 - Per costituzione stabilita da questo Regio officio di posta si trova fissato da tempo immemorabile il legittimo diritto che spetta alli Luogotenenti e Distributori del Regno. Ai primi li si accorda tarì uno per oncia sopra lo importo delle lettere, che porta il Corriere, ed ai secondi tarì sei ugualmente per oncia sopra il sudetto importo; con che devono però i Distributori trattenere a loro peso lo scarto di quelle lettere che restano indispensate, come inutili, potendo solamente discaricare e ritornare quelle lettere che sono sbagliate per direzione; qualora però non tornasse a loro vantaggio di far rimanere lo scarto sudetto per loro conto, e in tal caso il diritto non è più di tarì sei ma di tarì quattro per oncia. Il Luogotenente del R.O.C.M. Palermo 29.9.1801 Archivio di Stato Palermo, Fondo Poste e Procacci, busta 25 )

Utile sarebbe stato stabilire un compenso per gli impiegati che hanno vissuto di “speranza, o di abusi”, come dice Giovanni Aceto.


L’aumento delle tariffe postali sembra ineluttabile con l’approvazione del Piano proposto, ma è effimero. Di fronte alla tassa pagata, a cui si aggiunge un ulteriore aggravio per i paesi e villaggi fuori cammino, il malumore veniva esternato con il rifiuto di accettare la lettera. Non è ingenuo pensare che all’aumento delle tariffe corrisponda un aumento dei rifiuti.

L’abolizione della staffetta è un punto che non trova d’accordo la Regia Corte che in passato si è sempre rifiutata di consegnare la posta di servizio agli affittatori. Non vuole correre il rischio che i plichi di Stato siano manipolati da persone estranee. È un punto debole del Piano. Solo nel 1822 la staffetta verrà eliminata, quando cioè le poste non appaltano più le corse principali. (1796...è venuto ad offerire per la staffetta che in ogni settimana si porta colle lettere di Napoli da Messina in Palermo...(la Giunta delle Poste) - ...la Giunta incontra diversi ostacoli all'offerta del Pilia. Il primo è il riflettere che nelle attuali circostanze dello Stato non sarebbe risoluzione prudente quella di affidare in mano d'un privato affittatore le lettere di Napoli, quelle di fuori l'uno e l'altro Regno e i dispacci e le risoluzioni della corte. Palermo 14.9.1796 - Archivio di Stato Palermo, Fondo Poste e Procacci, busta 19)

La patente per Luogotenenti e Distributori venne introdotta dalla Principessa di Saponara e dava modo di usufruire dei benefici quali poter portare armi e di ricorrere al foro militare. Non si sa se anche nel 1814 erano in vigore queste norme, molto ben accette, e che per sopramercato dovevano anche essere pagate. ( Sopra ogni altro però è notabile il profitto che il passato possessore ha ricavato dall'essersi arrogata la Regalia di accordare il foro militare a suoi Luogotenenti e Distributori, e ad altri suoi patentati, il che espressamente gli venne negato, come dalle parole della concessione, che quì sotto trascrivo, poiché oltre al lucro delle patenti di cui ne accludo due sole copie in istampa, pagate fino a quattro onze l'una, ha il sudetto possessore avuti tanti Luo.i e Distr.ri i quali a gara e specialmente nè luoghi baronali han bramato servire senza soldo, e con tenuissime regalie, per godere del foro militare, che non solo gli ha sottratti dalla giurisdizione ordinaria, gli ha fatti esenti dagl'impieghi civili, ma ben anche nelle cause con due sentenze han ottenuto il giudicato, laddove gli altri non forati in questo regno han bisogno di tre sentenze.. Relazione al vicerè del 15 Agosto 1786 - Archivio di Stato Palermo, Fondo Poste e Procacci, busta 3 )

Di contro questa regalia faceva restare senza mercede i Luogotenenti e i Distributori.

Anche le ulteriori provvidenze enunciate ai numeri 8 e 9 del proponente andavano verso un sistema meno iniquo per i dipendenti. Ma a farne le spese sono gli affittatori delle corse. Un ulteriore aggravio dei costi chissà a cosa avrebbe portato.


Non sempre i comuni erano in grado di prestare un’officina comoda, e centrale, e fornita del bisognevole per l’uso del Regio Corso. Nel tempo le Poste dovettero supplire alle inadempienze dei comuni. Un atto d’imperio non era concepibile e possibile. ( Il sovrintendente della posta di Noto prega perchè si assegni per l'officina delle poste due stanze a piano terreno sotto la casa senatoria giacché l'attuale officina è una piccola bottega, impropria, indecente e senza nessun comodo. Noto 7.10.1805 - Archivio di Stato Palermo, Fondo Poste e Procacci, busta 31 - 1805 Fu stabilito in quella città in luogo centrale e comodo al pubblico l'officina della posta...oggi li Giurati sotto pretesto di zelo per lo risparmio di onze una ottennero che l'officina si trasportasse nell'archivio della casa giuratoria situata fuori del commercio e che reca non poco incomodo al pubblico. Quel regio Secreto per evitare inconvenienti e disordini che in poco tempo si sono sperimentati gratuitamente appronta una bottega sotto la sua casa situata nella pubblica piazza. Monterosso 24.10.1805 - Archivio di Stato Palermo, Fondo Poste e Procacci, busta 31)


La possibilità di coinvolgere i Magistrati per la supplenza degli impiegati porta a uno snellimento della procedura che si avvaleva dei comuni per la nomina, ma alle volte questo marchingegno non era adatto, ovvero non erano adatti le persone che venivano proposte.

Un piano coraggioso ed innovativo. Peccato che sia abortito prima di nascere.

CORSA DI MESSINA MARINE da Messina Ottobre 1814 a Palermo col bollo MES MAR 5 marrone per Palermo. Segni di tassa 5 ripetuto a penna sulla soprascritta non necessaria e apposta per abitudine di marcare la lettera con la tassa richiesta.

 

Ma vediamo come erano strutturati i percorsi postali all’epoca del Piano Aceto.

Figura 1 – I percorsi postali via terra in Sicilia secondo il piano del 1790

 

I percorsi postali via terra del 1799.

Nel 1790 si ebbe il primo piano, poi seguito da un secondo nel 1799 con poche variazioni, approntati dall’Amministrazione Postale statale.

Questo piano faceva seguito a quello del 1784, ultimo approntato dalla gestione privata delle Poste, e ne ricalcava le linee generali. Le singole corse partenti da Palermo e Messina avevano una discreta ramificazione territoriale ed erano carenti per i collegamenti intercorse donde il problema del celere recapito e della minore spesa. Infatti per la difficoltà inerente la celerità, subentrava il tempo del corriere per rimettere la lettera alla località capo corsa, assommato al tempo dovuto per il cambio corsa, che spesso assommava a una intera settimana.

Per la spesa bisogna ricordare che vi era il regime della doppia corsa, come tariffa; le località terminali di corsa, come Palermo e Messina, apponevano il bollo Doppia Corsa e le lettere venivano tassate il doppio.

Ciò rendeva le corse fino ad allora settimanali poco gradite, anche per la loro lentezza al pubblico pagante.

Il piano comprendeva le corse:

I. MESSINA PER LA VIA DELLE MONTAGNE

Comunica per mezzo di Calascibetta con le corse di Noto e di Catania.

II. di CATANIA.

Comunica per mezzo di Calascibetta e di Catania colla corsa di Noto.

III. DI SIRACUSA.

Comunica per mezzo di Lentini con le corse di Catania e di Messina montagne.

IV. DI NOTO.

Comunica per mezzo di Calascibetta con le corse di Catania e di Messina montagne.

V. DI LICATA

Nessun collegamento con le altre corse oltre Palermo.

VI. DI MESSINA PER LA VIA DELLE MARINE

Nessun collegamento con le altre corse oltre Palermo e Messina.

 

VII. DI TRAPANI

Nessun collegamento con le altre corse oltre Palermo.

VIII. DI CASTELVETRANO

Nessun collegamento con le altre corse oltre Palermo.

 

IX DA MESSINA A SIRACUSA.

Comunica per mezzo di Calascibetta.

vai alla seconda parte >>>
vai alla terza parte >>>
vai alla quarta parte >>>

vai alla quinta parte >>>

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori