il telegrafo

Le "Istruzioni sul servizio"
del 1952

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MODULISTICA ITALIANA ED ESTERA

di Marino BIGNAMI

 

Al Tempo dell’Unità il telegrafo si era già diffuso in Europa, capofila la Gran Bretagna seguita dal Belgio, Stati tedeschi, Svizzera e dall’Impero austriaco. Nella nostra penisola l’apripista è stato il Granducato di Toscana nel 1847 seguita dagli stati più evoluti. Il comunicare fra nazioni diverse era però difficoltoso anche se in Europa già si facevano convenzioni tra gli stati, per uniformare gli standard di trasmissione utilizzati.

Dopo l’Unità i primi interventi del nuovo regno mirarono ad uniformare il sistema telegrafico nazionale ed estendere i collegamenti fra le regioni italiane e con l’estero. Nel 1865 nasce l’Unione Telegrafica Internazionale, con lo scopo di consentire comunicazioni telegrafiche al di là dei confini; vi aderirono venti Stati con sede a Parigi per uniformare metodi e linguaggi a livello globale, nei congressi Internazionali successivi, avvenuti a Vienna nel 1868 e a Roma 1871, si stabilirono i contenuti tecnici delle trasmissioni e dei moduli, secondo un ordine internazionale, comprendenti anche le indicazioni che qualificavano il messaggio e le norme della consegna espresso col fattorino telegrafico. Tutte modifiche che furono apportate al fine di risparmiare tempo, lavoro e per accelerarne la consegna.

Esteriormente i moduli di consegna delle varie nazioni presentano una aspetto grafico diverso ma erano, e sono, ricondotti ad un’unica metodologia; ne sono un esempio i moduli delle aziende concessionarie come le società ferroviarie e la Italcable e Italoradio, con sedi all’estero, che usavano moduli nazionali ed esteri molto diversi dai nostri moduli statali.

Nel nostro paese si è sempre curato in modo particolare il messaggio di provenienza estera, ne fanno fede i timbri e le targhette di segnalazione applicati frequentemente sul Mod. 30 di Poste Italiane.