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Moderne armi di distruzione sul Carso 1915-1917 - Lanciafiamme e gas asfissianti

Giorgio Cerasoli (Bollettino ASP - FVG n. 17)

Oltre a tutte le armi di annientamento “convenzionali”, come cannoni di tutti i tipi e calibri, mitragliatrici, bombe a mano e via dicendo, sul Carso negli anni 1915-1917 vennero usati mezzi di distruzione che per l’epoca erano di nuovo impiego, come i gas asfissianti, o altri di antica invenzione, ma ora perfezionati e migliorati, come i lanciafiamme (fig. 1).

 

Fig. 1


Collezionando documenti postali dell’epoca sono venuto in possesso di rare lettere spedite da soldati austro-ungarici in forza ad unità che gestivano i gas asfissianti o utilizzavano i lanciafiamme, rischiando entrambi moltissimo in quanto nella manipolazione dei gas tossici molti soldati rimanevano gravemente intossicati e quasi sempre morivano.

I reparti lanciafiamme, non appena iniziavano ad agire, risultavano ben visibili anche da lontano ed erano subito inquadrati dall’artiglieria avversaria che cercava di distruggerli, nella maggior parte dei casi riuscendovi.

Sul Carso i lanciafiamme furono utilizzati sia dal regio esercito italiano che da quello austro-ungarico ed il documento postale qui presentato fu inviato il 13 settembre 1916 da un combattente ungherese dalla zona carsica di Loquizza (oggi Slovenia), ai suoi parenti a Budapest.

La denominazione del reparto in lingua ungherese significa:
regia 20 divisione Honved ungherese – 2° reparto lanciafiamme del 7° Corpo” (fig. 2).

Fig. 2


Un secondo documento postale del 19 febbraio 1917 (fig. 3), proveniente dalla zona di Castagnevizza del Carso (oggi Slovenia) presenta una dicitura bilingue tedesco-ungherese dello stesso tenore del precedente.

Fig. 3

I reparti che trattavano i gas asfissianti avevano una denominazione che non faceva trapelare la loro vera attività, ritenuta al limite della legalità, per quanto i gas tossici fossero stati adoperati sia dal regio esercito italiano che da quello austro-ungarico.

I primi ad usarli nella zona del monte S. Michele il 29 giugno 1916 furono dei reparti ungheresi della 20° divisione Honved che tentavano di respingere gli italiani che stavano per occupare S. Martino del Carso e le quattro cime del S. Michele, ritenute importantissime dal punto di vista strategico per il controllo del Carso di Doberdò.

I reparti che gestivano, conservavano ed usavano i gas erano battaglioni speciali di zappatori ed usavano le seguenti denominazioni:

K.u.K. Sappeurspezialbataillon

Fig. 4

La lettera del 10 novembre 1917 (fig. 4), spedita quindi pochi giorni dopo l’inizio della ritirata italiana di Caporetto, indirizzata a Marburg (Maribor) fu scritta da un militare in forza ad un reparto che usava gas tossici.

Egli, entusiasta per la vittoria e l’avanzata, scrive dal Friuli occupato:
… sto andando verso l’Italia … hanno lasciato in giro dovunque per un valore immenso auto, barche a motore, biciclette, cannoni, fucili, carri, munizioni ed equipaggiamenti dell’esercito italiano a milioni …