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Dai "Cremifrutto" Althea alle "Rosse"

Lorenzo Oliveri

Anche io, come tanti filatelici italiani (v. articolo Danilo Bogoni: Gastone Rizzo, "Il Maestro dei francobolli" - e speriamo che le POSTE non si dimentichino che nel 2022 ricorre il centenario della sua nascita), ho iniziato con i francobolli dei "Cremifrutto" Althea. Mia nonna gestiva un negozio (con licenza "omnia": quando la cedette, nel 1958, vi aprirono uno dei primi piccoli "supermercati" genovesi) e vendeva anche i cubetti di marmellata Althea (sembra impossibile, ma ricordo ancora il gusto di quella di Mele Cotogne). Io, la sera, di nascosto, aprivo le bustine e sostituivo i francobolli esteri con valori italiani staccati dalle cartoline (con continue lamentele di clienti e relativi, bonari, rimproveri di nonna Natalia...).
Avevo 5 anni e ho iniziato così.


Poi nel 1958 ho acquistato il primo catalogo "Gloria" (chi li ricorda?), scontato, perché era dell'anno precedente, iniziando a sistemare i francobolli italiani. E ho seguito un po' la trafila solita: collezione di tutto il mondo, comperando dalla stessa ditta "Gloria" alcuni "pacchetti" tipo "100 francobolli diversi di...". Il massimo lo raggiunsi quando, dopo tanti piccoli risparmi, riuscii ad acquistare "1000 francobolli diversi di Germania", e allora... non ce n'era più per nessuno degli amici. Forse qualche "grande" collezionista italiano avrà, invece, iniziato con i "mercuri" di Lombardo-Veneto o i "3 Lire" di Toscana...


Il 3 aprile 1961, Pasquetta, ero in vacanza scolastica e non andai allo sportello filatelico: il Gronchi rosa nuovo non è mai entrato nella mia collezione, dove conservo, invece, solo una busta viaggiata col "ricoperto".

Dal 1968, presso il Club Filatelico di Ovada, grazie a uno scambio VATICANO-SARDEGNA (molte serie richiestissime - allora -, contro una busta col 20 centesimi annullato Savignone, di cui non fregava niente a nessuno), cominciai a interessarmi di Antichi Stati Italiani, annulli e storia postale, abbandonando progressivamente le altre collezioni.


Nel 1976 fui il principale collaboratore di Giuseppe Fontana per la realizzazione del Catalogo degli Annullamenti del Regno di Sardegna (il maggiore archivio-dati, oltre 35.000, era mio) e da allora mi specializzai in quel settore della storia postale.

Gli uffici postali del Regno di Sardegna superavano il migliaio (venivano aperti stabilimenti postali in paesi con 113 abitanti (!) e questo giustifica la estrema rarità di molti bolli) e all'inizio fu abbastanza facile e "relativamente" poco oneroso raccoglierne un buon numero (senza pretendere la busta di qualità super, ma accontentandomi anche di frammenti, pezzi sfusi, buste in franchigia, bolli in arrivo) e riuscire a documentare 700/800 uffici.

Arrivato a questo punto cominciarono le difficoltà, soprattutto di ordine economico, e mi ritrovai a mettere in collezione pochi pezzi all'anno, ovvero, "non mi divertivo più". Ebbi allora l'idea (felice ?) di ampliare il periodo: dai francobolli di Sardegna passai prima ai timbri delle prefilateliche, poi ai numerali, ai tondo-riquadrati, ai guller, e giù, giù, fino ai nostri giorni, con i bolli codificati (quelli col Codice di Avviamento Postale). Qui arrivato, visto che nel frattempo avevo accumulato enormi quantità di materiale (molto comune), complice una mansarda di quasi 100 mq, decisi di allargare la ricerca a tutti gli uffici postali italiani (ahimè, circa 15.000). Oltre a tutti i tipi di bolli (con le diverse lettere alfabetiche distintive), per ogni ufficio raccolsi tutti i bolli manuali, meccanici (se capitava anche quelli speciali), le TPLABEL e, ritenendole a tutti gli effetti documenti inerenti la storia postale di quell'ufficio, le affrancature meccaniche rosse di enti e ditte private (chiamate in gergo filatelico semplicemente "rosse").

Negli ultimi anni, sia per l'avanzare dell'età, sia perché all'ultimo figlio rimastomi di filatelia importa proprio poco, decisi di limitare molto (in famiglia non concordano completamente...) le somme destinate al mio hobby.

Nel frattempo, anche se ero iscritto già da parecchi anni, cominciai a frequentare la Grande Famiglia AICAM e iniziai a guardare con occhio nuovo le affrancature meccaniche. Innanzitutto esse erano documenti postali genuini al 100% (a differenza di tante costose amenità filateliche che invadono il mercato), poi costavano molto poco, anzi, nei nostri incontri fra soci sono sempre disponibili scatoloni pieni di "rosse" dove ognuno porta i propri doppioni (non è indispensabile, ma auspicabile...) e può, gratuitamente, prelevare tutto quanto gli interessa. Ho iniziato ad esporre alle varie manifestazioni (2 o 3 ogni anno) collezioni realizzate con molto studio e ricerca, ma ben poca spesa, e... grande divertimento. Sempre, ovviamente, elemento fondante e fondamentale dell'AICAM, senza alcuna competizione, punteggi e premi, ma unicamente per il piacere di esporre, divertendoci fra amici. Solo per fornire qualche indicazione su quanto si può costruire con le "rosse", ecco alcuni esempi di collezioni da me realizzate in occasione di manifestazioni AICAM: "La mitologia marina" (Sestri Levante), "Il ragazzo che amava il Monte Rosa" (Champoluc), "Eccellenze dell'industria trevigiana" (Castelfranco Veneto)...

Se si pensa che con la 4^ edizione di EXPOMEC, nell' ottobre 2014, si raggiunse il numero totale di 500 collezioni esposte nuove e diverse di soci AICAM (sì, avete letto bene, in 4 edizioni cinquecento collezioni differenti), si comprende quanto le "rosse" consentano di far viaggiare (con poca spesa!) la nostra fantasia collezionistica.

Recentemente, approfondendo sempre maggiormente l'argomento, ho potuto allargare molto le mie conoscenze (e reminiscenze) sulla storia italiana del Dopoguerra, per esempio ricostruendo la storia di molte industrie, di cui mi era capitata una busta affrancata meccanicamente col nome della ditta, a volte addirittura a me sconosciuta.

Per la nostra rivista (AICAM NEWS) inizierò dal prossimo numero una rubrica intitolata "LE ECCELLENZE PERDUTE", facendo, sempre attraverso le "rosse", la storia di molte industrie italiane del Dopoguerra. E se il nostro Direttore sarà interessato, gli articoli troveranno spazio anche su IL POSTALISTA. (NdR: e perchè no!...)

Inizierò dalla SABIEM, una delle primissime aziende mondiali nel campo degli ascensori, poi svenduta a una ditta straniera e infine miseramente chiusa.

IO ORA, DOPO QUASI 70 ANNI DI FILATELIA, MI DIVERTO COSI'...

Lorenzo Oliveri
12-06-2020

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