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  le tariffe postali toscane
del periodo filatelico per l’interno
(1 aprile 1851 al 31 dicembre 1862)
di Alberto DEL BIANCO

 

Il 1° aprile 1851 entrava in vigore il trattato postale firmato con l’Impero Austriaco, il 5 novembre 1850, e il Granducato di Toscana introduceva l’utilizzo dei francobolli per uniformarsi al nuovo sistema di affrancatura delle corrispondenze. Mentre per le lettere dirette all’estero l’uso dei francobolli era condizionato da quanto convenuto nei trattati per quelle circolanti all’interno del Granducato rimaneva in essere, facoltativamente, l’antico sistema del pagamento in contanti del porto a volte da parte del mittente più spesso dal destinatario. La tariffa per la spedizione delle corrispondenze all’interno del Granducato il 1 aprile 1851 era quella in uso fin dal 1 luglio 1835 e rimase valida sino al 30 giugno 1856.

TARIFFA dal 1 aprile 1851 al 30 giugno 1856:

(*) gli editori godevano di una tariffa privilegiata di 1 quattrino.

. “per consegna”: oltre la tassa progressiva diritto fisso di 8 crazie;
· “corrispondenza ufficiale che non gode di franchigia”: 1 crazia se di peso inferiore a 12 denari.
· “lettere contenenti valori” oltre la tassa progressiva ordinaria: fino a Paoli 10 (6 lire, 13 soldi e 4 denari) 2 crazie, fino a 40 lire 4 crazie, fino a 50 lire 8 crazie, oltre la tassa progressiva.


Il 22 ottobre 1852 il Soprintendente Generale delle Poste disponeva che i diritti di francatura delle corrispondenze non potevano essere più pagati in contanti, ma mediante l’applicazione sulle stesse di francobolli di valore sufficiente a francarle e se i francobolli applicati non fossero stati di valore sufficiente la somma mancante doveva pagarla il destinatario cosa che avveniva di frequente poiché erano molte le lettere gettate in buca senza affrancatura (vedi notificazione >>>).

A far data dal 1° luglio 1857 venivano modificate le tariffe che diminuivano di circa la metà il prezzo per la spedizione delle corrispondenze all’interno del Granducato. Con le nuove veniva disposto che le corrispondenze stesse potevano essere spedite senza precedente francatura (in porto dovuto), recependo una prassi comune e modificando così quanto disposto nel 1852 mentre era elevato a 12 denari il primo porto delle lettere ed a un oncia quello per stampe e campioni, purché verificabili.

TARIFFA dal 1 luglio 1857 al 31 dicembre 1859:

· ricevute di ritorno per lettere “per consegna”: 4 crazie;
· 1 zecchino: 13 lire, 6 soldi e 8 denari = 20 Paoli = 160 crazie.

Contemporaneamente viene abrogata la tariffa per la corrispondenza ufficiale che non gode di franchigia (Gonfalonieri, Cancellieri comunitativi, Ministri del Censo e RR. Dipartimenti non ammessi al godimento della franchigia postale) stabilita da Sovrano rescritto del 14 agosto 1839. Ma viene dato un contentino ai citati Uffici Pubblici che al paragrafo quarto dispone:
§ 4. Nell’interesse del pubblico servizio, i pieghi aventi distintivi officiali e diretti a Offici Regi o ad altre Pubbliche Amministrazioni, non ammesse al privilegio della franchigia postale, saranno tassati secondo la nuova tariffa ordinaria fino al peso di una libbra inclusive dovendo il di più computarsi a ragione di 1 crazia di mezza in mezza libbra.
Il tariffario del 1857 non prevede la distinzione fra stampe periodiche e straordinarie fissando per entrambe la tariffa di 2 quattrini ogni 24 denari ma gli Editori di opere periodiche godevano di una riduzione tariffaria di 1 quattrino.

Il 27 aprile 1859 il Granduca abbandona Firenze e viene nominato un Governo Provvisorio che guarda con simpatia agli avvenimenti del Nord Italia ed al Regno di Sardegna. Numerosi sono i volontari toscani che si arruolano nell’Esercito Sardo e per questo motivo il Governo dispone che dall’8 giugno 1859 le corrispondenze indirizzate ai volontari nonché quelle destinate agli Ufficiali e soldati sardi in Toscana godano di una tariffa privilegiata.
Dal 1 luglio 1859 questa tariffa viene abrogata in quanto le predette corrispondenze godono di franchigia se indirizzate al Quartier Generale dei volontari toscani o da questi provenienti.

TARIFFA, dall’8 giugno 1859 al 30 giugno 1859, per i volontari toscani arruolati nell’Esercito Sardo:

(nota di Roberto Monticini: allego un decreto del 5 giugno 1859 >>> con il quale si riconosce che la tariffa di cui sopra, è concessa per "- I - Le lettere da qualunque luogo della Toscana ai militari del nostro esercito, possono francarsi nell'atto di impostazione, pagando la metà della tassa fissata dalla vigente tariffa, cioè... - II - le lettere suddette non francate nell'atto dell'impostazione, vengono tassate secondo la tariffa").

Con decreto del 29 settembre 1859, ed a contare dal successivo 1 novembre, in Toscana viene introdotto il sistema decimale della Lira nuova italiana.
Il 17 ottobre 1959 viene prorogata, fino al 1 gennaio 1860, la validità del quattrino (1,04 cent.), del duetto (2,08 cent.) e del soldo (4,08 cent.). 
Il 28 novembre 1859 il Governo Toscano approva una Legge organica per l’Amministrazione delle Poste, in 49 articoli ed a valere dal 1 gennaio 1860, che assimila la propria legislazione postale a quella delle altre Province del Regno. Punti fondamentali della nuova normativa sono la tassazione in base al peso e la moneta espressi rispettivamente in grammi e centesimi di lira e l’emissione di nuovi francobolli aventi le stesse caratteristiche di quelli Granducali con la sostituzione del “Marzocco” con lo stemma Sabaudo.

TARIFFA dal 1 gennaio 1860 al 31 dicembre 1862:

(*) con un minimo di 10 centesimi;
· corrispondenze non affrancate all’impostazione: il doppio della tariffa progressiva;
· corrispondenze dirette nel Distretto di impostazione: metà della tariffa progressiva;
· corrispondenze dirette a militari di bassa forza: metà della tariffa progressiva;
· corrispondenze spedite per “via di mare” tra i porti toscani: +5 cent.progressivi oltre la normale tariffa ;
· ricevuta di ritorno per lettere “per consegna”: centesimi 25.

Contemporaneamente viene approvata una Legge organica contenente le norme e le condizioni da osservarsi per la spedizione di lettere contenenti valori. Gli Uffici postali vengono suddivisi in tre categorie ed in base alla classificazione possono accettare lettere con valori fino a lire 5.000, 10.000 e, solo per Firenze e Livorno, lire 50.000.

Oltre alle disposizioni per la verifica del contenuto e la chiusura del piego è interessante quanto il Regolamento stabilisce all’art. 6 (che in base alle numerose lettere osservate recepisce quanto già praticato in periodo Granducale): “L’Ufiziale di Posta, riscossa in contanti e notata nel suo registro la tassa proporzionale, di che all’art. 7 della Legge del 28 novembre 1859 (cent. 25 ogni 100 lire n.d.r.) sottoporrà la lettera o piego contenente le carte stesse alla tassa ordinaria postale, ed adempirà a riguardo di essa lettera o piego a tutte le formalità e cautele prescritte per le assicurazioni in generale, rilasciando allo speditore una ricevuta staccata dalla matrice ed esprimente minutamente l’effettuata consegna”.

Il 22 marzo 1860 la Toscana fu annessa al Regno di Sardegna ma fino al 31 dicembre per affrancare le corrispondenze continuarono ad essere usati i francobolli emessi dal Governo Provvisorio.
Dal 1 gennaio 1861 iniziò anche la distribuzione dei valori della IV emissione di Sardegna che, usati promiscuamente a quelli in circolazione, dette luogo ad interessanti, ed in alcuni casi rare, affrancature miste.
Le tariffe speciali in uso in Toscana rimasero in vigore fino al 31 dicembre 1862 per poi essere unificate anch’esse a quelle del resto d’Italia a seguito della riforma postale entrata in vigore dal 1 gennaio 1863.

Nota

Pesi:
L’unità di peso ovunque accettata era l’oncia. Essa aveva valore variabile da Stato a Stato, e comunque risaliva alla determinazione inglese della libbra, della quale l’oncia rappresenta la dodicesima parte. Rimanendo in ambito continentale europeo, la libbra di riferimento era quella francese che era pari a 336 grammi. Pertanto l’oncia europea (il dodicesimo di una libbra) equivaleva a 28 grammi ed il suo quarto a 7 grammi ed il denaro (la ventiquattresima parte di un’oncia) era pari a 1,17 grammi.
L’oncia toscana era invece pari a 28,28 grammi, il suo quarto a 7,07 grammi ed il denaro pari a 1,18 grammi.

Monete:
Il sistema duodecimale dei pesi valeva anche per le monete. La monetazione normalmente in corso era la lira toscana, suddivisa in 12 crazie oppure in 20 soldi. Essa valeva 240 denari e quindi 1 crazia equivaleva a 20 denari, 1 soldo a 12 denari. Nella monetazione corrente circolavano anche i quattrini (4 denari), i duetti (8 denari), il paolo che equivaleva a 8 crazie e lo zecchino che equivaleva a 6 lire, 13 soldi e 4 denari cioè 80 crazie.