falsi in filatelia


 

 










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falsi in filatelia
DOPPI CERCHI PERICOLOSI

di Lorenzo OLIVERI (seconda parte - L'ANNULLO n. 202 rivista A.N.C.A.I.)

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STAMP. FRANCHI NOVARA*
Bollo non segnalato né dal Fontana né dal Sassone come annullatore.

ORISTANO*
Il primo francobollo illustrato ha realizzato 111 euro. Certo che quell’8 agosto 58 da Oristano deve essere partita davvero tanta posta…

PERDASDEFOGU
Il bollo falso è citato dal Fontana. L'ufficio fu aperto nel 1857 e chiuso nel 1863. Non ho in archivio il bollo originale, ma questo è sicuramente falso per la data. Fu venduto a 40,49 euro.

PINO TORINESE
Nonostante il '18' sia un bel “marchio di fabbrica”, sono stati tutti venduti; il secondo 3 LIRE, pur essendo corto a destra, realizzò 110 euro.

POMPU
Non posso riprodurre l’originale perché ancora sconosciuto: così, almeno, è scritto sui cataloghi. Tuttavia deve possederne almeno un esemplare il perito che ha certificato l’autenticità di entrambi i 3 LIRE: in questo caso, saranno autentici anche gli altri due, visto che hanno la stessa data...
Pur essendo solo 180 gli abitanti di Pompu, secondo il perito quel 27 gennaio 1861 spedirono addirittura 2 pezzi da 3 LIRE. A ben guardare, mi sorge inoltre il sospetto che avessero spedito nientemeno che una coppia verticale del rarissimo francobollo: il primo sembra proprio coincidere col secondo. Assassino chi li separò! Dimenticavo, ma sono sottigliezze: Pompu era distribuzione comunale e il simbolo in basso nel timbro avrebbe dovuto essere 'C'…
Il 40 centesimi venne aggiudicato a 69 euro.

PONTE DEL VARO*
I caratteri, specie del datario, sono completamente diversi da quelli dei bolli sardi: soltanto la dicitura richiama il bollo in uso all'ufficio postale di Ponte del Varo. La sede della distribuzione comunale, aperta nel 1858, era presso la Dogana, in prossimità del ponte che attraversava il torrente Varo, che all'epoca segnava il confine tra il Regno di Sardegna e la Francia.

SAMUGHEO
Vale lo stesso discorso fatto sopra per POMPU. Per questo ufficio è noto solo un bollo parziale su un 10 centesimi; chi avesse dei dubbi su quel francobollo sfuso, se li faccia passare: i due pezzi da 3 lire sono stati corredati da certificato peritale, nonostante sul catalogo Fontana venga citato proprio il 30 aprile 1863 come data del bollo falso...

S.REMO*
Secondo i pezzi illustrati, l’8 gennaio 1852 circolava già la seconda e la terza emissione, e, udite, udite! anche il 3 LIRE. Il quinto francobollo è su busta (vedi l'immagine nella prima parte all'inizio dell'articolo) e il venditore voleva migliaia di euro; quando gli feci notare che il francobollo aveva visto la luce oltre due anni dopo la data dell’annullo, abbassò la richiesta a "soli" 1000 euro e, infine, dopo anni che la busta circolava inutilmente on-line, si accontentò di 90 sterline inglesi, (allo stesso prezzo venne venduto il 40 centesimi della 2^ emissione), ora la busta circola con certificato peritale.

S.MARGHERITA LIGURE
Né il Fontana, né il Sassone, citano l’uso di tale bollo sulla quarta emissione. L’ufficio venne aperto nel 1856 con la qualifica di 2^ classe. Data la gran mole di lavoro, soprattutto posta via mare per le Americhe, nel 1859 venne elevato a ufficio di prima classe, ma il bollo restò S.MARGARITA (RAPALLO) C.
Numerosi sono i casi di uffici che cambiarono qualifica, ma mantennero il bollo originario: nel Regno di Sardegna si era assai restii a fare spese non indispensabili. Il bollo S.MARGHERITA LIGURE mi è noto usato sull’emissione DeLa Rue.

S.STEFANO D’AVETO
Oltre al bollo a doppio cerchio, l’ufficio usò come annullatore il corsivo lineare del 1838. Entambi falsificati e citati dal Fontana.

SARZANA*
Il bel frammento con il 10 e l’80 centesimi dentellati anticipa “solo” di qualche mese la data d’emissione degli stessi: realizzò 73,90 euro.

SESTRI LEVANTE*

SETTIMO VITTONE
Qui si raggiunge il top: tutti spediti lo stesso giorno, il 7 ottobre 1864, quasi un anno dopo la loro uscita di corso (e allora gli impiegati postali erano severissimi) e certificati da ben tre periti diversi (quello che certificò il primo 40 centesimi ne sottolineò la rarità proprio per la data d’uso; gli altri neppure se ne accorsero… bastava leggere il Catalogo Fontana!). L’ultimo esemplare è anche corredato da una falsa firma di Giulio Bolaffi.

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