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la Posta Militare Polacca in Russia durante l'ultima guerra

di M.A. Bojanowicz

Prima di presentare questo articolo di M. A. Bojanowicz, desidero fare una precisazione di carattere semi-politico che forse ben pochi ricordano. Dopo l’ aggressione militare tedesca in Polonia, anche l’ Armata Russa sovietica fece irruzione nella Polonia non occupata. I militari polacchi che ancora non erano stati catturati dai tedeschi furono inviati in Siberia e sistemati in particolari accampamenti, ufficialmente non come prigionieri, anche se furono loro tolte libertà di movimento. Allorché le truppe tedesche stavano guadagnando terreno, venne deciso di accontentare tali ex-militari polacchi ad affiancare l’ Armata Rossa ed a combattere i tedeschi. Poi, forse per sollecitazioni degli americani, queste forze furono inviate a combattere, dopo un breve soggiorno in medio oriente, al fianco delle truppe alleate che in quei momenti stavano agendo in Italia . Note sono le loro gesta durante la presa di Cassino. In Italia ottennero una propria posta militare ed emisero particolari francobolli che vengono elencati nei cataloghi italiani.

Giorgio Landmans

Prime mansioni

Allorché, nel mese di settembre del 1941, si incominciarono ad organizzare i distaccamenti militari polacchi nella regione di Czkalow-Saratow in Siberia, si pensò di creare nel contempo degli appositi speciali uffici di posta militare. In/un primo tempo questi funzionarono esclusivamente quali uffici di smistamento locale per la raccolta e la distribuzione delle lettere dei soldati polacchi che però avveniva praticamente solo tra gli stessi militari. La corrispondenza si riceveva e veniva inoltrata tramite gli stessi uffici del luogo della posta sovietica.
Alla fine del maggio del 1942, vennero concesse le funzioni di uffici postali militari personali allo Stato Maggiore dell'Armata ed a tutti i distaccamenti
polacchi di una certa importanza. Erano pur sempre delle poste militari sovietiche con impiegati russi e personale polacco queste che si occupavano di trasmettere la corrispondenza tramite la posta sovietica.
In quella fase le lettere venivano munite di un timbro russo con la dicitura: «Polewaja pocztowaja stancia» cui veniva aggiunto il numero della rispettiva posta militare polacca. Naturalmente vi erano diversi di questi numeri, così ad esempio si ha il n. 3000 che corrispondeva a quello dello Stato Maggiore, mentre il n. 3001 era adoperato dalla 3.a Divisione di Fanteria, il n. 3002 dalla 6.a, il n. 3003 dalla 7.a e cosi via.

L'annullo polacco

Nello stesso mese di maggio, quando la posta militare polacca presso lo Stato Maggiore dell'Armata. dell'Est divenne la Posta Militare Generale polacca, gli uffici vennero muniti di uno speciale annullatore portante la dicitura che suona in italiano: «Comando delle Forze Armate Polacche nell'URSS - Ufficio Generale delle Poste Militari ».
Con questo timbro veniva contrassegnata tutta la corrispondenza privata ed ufficiale polacca, spedita ad altre poste militari o agli uffici postali polacchi in territorio sotto la giurisdizione dell'Unione Sovietica, e quelli in arrivo dalle stesse località.
Questo annullatore rimase in uso fino all'ultimo giorno di funzionamento della Posta Militare polacca in Russia (21 agosto 1942) e si trova ora al Museo della I Armata Polacca che è in Inghilterra.
A metà del giugno, dopo l'approvazione del Capo di Stato Maggiore Polacco, venne decisa l'emissione di un francobollo speciale e particolare per la corrispondenza interna tra le varie poste militari polacche. Fu indetto un concorso al quale giunsero quattro bozzetti. Fu prescelto quello contrassegnato con lo pseudonimo «Stan», perché più adatto ai ben miseri mezzi di stampa a disposizione. Ne furono eseguiti dei saggi in bianco e nero, ma all'ultimo momento, immediatamente prima di procedere alla stampa, il Maresciallo d'alloggio fermò il tutto temendo che ne potessero derivare complicazioni
politiche.
La vignetta di questo francobollo raffigura le frontiere orientali della Polonia sullo sfondo di un'aquila bianca. Lungo una strada, ricoperta di spine sta una donna, a rappresentazione della Polonia, con alcuni bambini. A fianco della donna un soldato che le cinge una spalla con una mano e con l'altra mostra il cammino verso la Patria.

Noi arriveremo

Il ritiro di questo francobollo non significa che si rinunciò ad avere un proprio francobollo, anzi il 13 agosto lo stesso Maresciallo d'alloggio decretò l'emissione di un valore. Venne prescelto un secondo bozzetto dal concorso precedente che portava il titolo : « Noi arriveremo ».
L'incisore Polskowski si mise all'opera e lavorò giorno e notte. Gli operai addetti alla stamperia prepararono colla e carta e misero in ordine una umilissima macchina da stampa a pedale ! Sempre per questione di tempo, l' incisore eseguì una sola tavola di 6 francobolli (qui riprodotta) per cui la stampa occupò svariato tempo. Ma malgrado tutte queste difficoltà il 18 agosto era tutto pronto grazie alla buona volontà generale. Alle 10 antimeridiane del 18, dopo la verifica del materiale e la firma dei rapporti ufficiali, le vignette preparate vennero passate all' Ufficio Generale della Posta per la distribuzione.
Secondo i dati ufficiali vennero stampati 3.017 francobolli dei quali solo 265 furono venduti.
Il francobollo « Noi arriveremo » è stato in vendita ed in uso nel brevissimo periodo di quattro giorni (18-21 agosto) poiché appunto dopo tale termine la Posta Militare polacca lasciò l'URSS per l'Iran e da qui poi raggiungerà l’ Italia.
I francobolli invenduti vennero depositati negli archivi nell' Iran agli inizi del settembre 1942.
La tiratura più che limitata del francobollo descritto ne determina la rarità. E, naturalmente è ancora più raro, viste le circostanze qui descritte, è quello di usato su lettere originali. Interessante è quella qui riprodotta che fu inviata in Russia e sulla quale oltre all'affrancatura del valore del Corpo Polacco, venne applicato un valore russo in corso. Il giorno di spedizione è il 18 agosto. Nulla di strano dunque che i due francobolli, polacco e russo, vennero annullati da timbro russo e che costituiscano una vera rarità della filatelia.


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