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Simon Bolivar El Libertador

un gioco da viver con i francobolli: chi fu e che fece ?

di Giorgio Landmans

Un uomo che con la sua saggezza e con equilibrio politico, accompagnati da illustri doti di statista e di condottiero, che seppe in meno di tre lustri scuotere il suo mondo dal giogo spagnolo e liberare Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù e Bolivia, fu costui. Con una serie di campagne eroicamente condotte attraverso migliaia di chilometri contro nemici esterni ma anche interni, il generale Simon Bolivar, è certamente l'uomo più volte ricordato sui francobolli non solo dell'America del Sud, ma forse — Reali di Gran Bretagna a parte — di tutto il mondo. A suo nome oggi si intitola uno Stato, alcune provincie, numerose città e perfino a suo ricordo è l'unità monetaria della Bolivia e del Venezuela, quest’ ultimo Stato in cui l’ illustre vide la luce.

Simon Giuseppe Antonio Bolivar nacque infatti a Caracas da Giovanni e da Maria Concetta Palacios il 24 luglio 1783. Due serie venezuelane del 1940-41 e del 1947-49 ci mostrano i particolari della sua casa natale, il letto ove nacque, il suo fonte battesimale, e ci ambientiamo così nei luoghi dell'infanzia del nostro Personaggio..

Rimasto orfano di entrambi i genitori in giovanissima età, Bolivar fu inviato a studiare in Europa ove soggiornò parecchi anni, anche visitando la Spagna, la Francia, l'Italia e la Germania. Indubbiamente l'aver vissuto nel vecchio continente proprio nel momento dell'ascesa e dei trionfi di Napoleone Bonaparte, forma in lui quella visione e quei concetti di libertà, di emancipazione ed indipendenza dei popoli oppressi da regimi a Monarchia assoluta.

A soli 25 anni, mentre risiedeva in Gran Bretagna, dalla Giunta Rivoluzionaria Venezuelana viene nominato loro Ambasciatore in Inghilterra. Rientrato in patria, ne proclama il 5 luglio 1811 l’indipendenza. Un modesto commemorativo venezuelano del 1910 ricorda l’ avvenimento. Così fece anche la Colombia con una serie commemorativa. Da notare che in quei tempi tra il Venezuela e la Colombia non esisteva un netto confine, anche perché entrambi erano ancora sotto il dominio spagnolo.

L' anno successivo il Venezuela venne rioccupato dagli spagnoli e Bolivar dovette rifugiarsi in esilio, ma da qui lanciò famosi proclami ai suoi compatrioti, proclami che ancora oggi testimoniano le sue grandi qualità di statista. In particolare è noto il messaggio inviato agli abitanti della Nuova Granada (cosi allora veniva chiamata l'attuale Colombia). Dopo vittoriosi combattimenti, il 6 agosto 1813 il generale rientrò in Caracas, ove venne proclamato comandante generale degli eserciti e «Libertador de Venezuela».
La situazione interna restava però sempre incerta ma poi gli spagnoli ebbero la meglio. Il generale allora si rifugiò in Colombia, però anche da qui dovette fuggire andando in Giamaica.

Due anni dopo, nel 1815, ritorna in Venezuela e dopo un primo periodo di nascosta ma scarsa attività, nella primavera del 1819 passa all'attacco alla testa di rivoltosi. Entra in Colombia e, sconfitti gli spagnoli a Boyacà, entra il 9 agosto a Bogotà. A ricordo della vittoria di Boyacà venne eretto un monumento che appare su alcuni francobolli colombiani (del 1903 del 1917, del 1940: in cui è anche la raffigurazione del ponte, fulcro del combattimento). Costituito un governo, Bolivar entra nel Venezuela e poco dopo, il 17 dicembre, ne viene proclamata la Repubblica della Grande Colombia. comprendente Venezuela, Ecuador e Nuova Granada. La presidenza naturalmente viene affidata a Simon Bolivar. Un quadro, riproducente lo storico avvenimento, appare su una serie commemorativa venezuelana del 1940. Il grande sogno si è avverato.

Però Bolivar non si accontenta inizia i piani per la liberazione della parte meridionale della Colombia e dell'Ecuador, nonché di tutto il Perù, ove gli spagnoli resistono, minacciati anche dagli argentini di San Martin e dai cileni di O'Higgins. Allora svolge una acuta attività politica per il riconoscimento dell'indipendenza di tutta la Grande Colombia. Gli accordi non vengono raggiunti e la parola è ancora una volta alle armi : e il 21 giugno 1821 Bolivar sconfigge definitivamente le truppe reali a Carabobo, segnando la fine del loro dominio coloniale nel Venezuela. Tale battaglia e i successivi monumenti elevati in ricordo sono riportati su moltissimi francobolli venezuelani (1940, P. Aerea 1939 e 1940).

Ormai El Libertador si volge alla cacciata degli spagnoli dagli ultimi territori ancora in loro possesso: nel 1822 libera l'Ecuador, entrando il 16 giugno a Quito e l' 1l luglio a Guayaquil, ove si incontra con San Martin, il liberatore dell'Argentina. Nel 1824 il Congresso del Perù gli affida il comando dei suoi eserciti contro l'estrema resistenza spagnola: Bolivar e il suo luogotenente Sucre sconfìggono gli oppressori a Junin e ad Ayacucho. Il sorgere del 1825 vede annientato il dominio spagnolo su tutta l'America del Sud.

Anche la battaglia di Ayacucho è ricordata da due emissioni filateliche, una peruviana ed una venezuelana, entrambe del 1924. Bolivar organizzò anche l’ organizzazione amministrativa dei territori liberati, e con la provincia dell'Alto Perù creò la nuova Repubbblica del Bolivar (poi ridenominata Bolivia) , della quale venne nominato primo Presidente.

Purtroppo dopo tanta gloria, gli ultimi anni di vita gli riservarono grandi amarezze: una breve guerra tra Perù e Colombia per il pagamento di riparazioni, la secessione del Venezuela dalla Repubblica Grancolombiana ed altre beghe interne, fecero si che i suoi connazionali volsero contro di lui, ed allora Bolivar, amareggiato e deluso, partì nel gennaio 1830 per l'estero. Ma ormai la sua fibra era stroncata ed egli si spense lentamente.

Il 25 settembre scrisse : « Io non ho più patria a cui offrire il mio sacrificio: i tiranni del mio paese mi hanno tolta la patria! », ed il 17 dicembre 1830 morì all'età di soli 47 anni.

Nel 1930, in occasione del centenario della sua morte, moltissime nazioni americane lo ricordarono con serie commemorative: la Bolivia su di un alto valore, la Colombia con un francobollo in cui è raffigurato sul letto di morte, l'Ecuador nei due massimi valori della serie per il centenario dell'indipendenza, la Repubblica di Panama con un sovrastampato, il Perù con quattro valori ed il Venezuela infine con tre. Lo stesso Venezuela emise uno speciale francobollo, nel 1942, per il centenario della traslazione delle sue al Pantheon di Caracas.

Ma quella patria che era stata con lui cosi ingrata e causa di amarezze in vita, lo onora oggi in tutti i modi, anche a mezzo della filatelia: ogni anno qualche francobollo del Venezuela ci mostra o la sua effigie, o la riproduzione di una qualche statua equestre a lui dedicata (serie di posta aerea del 1940-41 e del 1947-49). Nel 1951 una speciale serie commemorativa, ordinaria con aerea, ha persino riportato la statua a lui dedicata esistente a New York. E altri valori ne riporteranno altri immagini e ricordi del “Libertador”.
Anche gli altri stati sudamericani però ci mostrano la sua effigie o monumenti in suo onore su varie serie di uso corrente o celebrative, ed in vari periodi. Tra cui la Bolivia nel 1897, 1909, 1912 e 1930 e successive; la Colombia nel 1886, 1903, 1910, 1917, 1923, 1937, 1939, 1948 ed oltre. Inoltre verrà ricordato in emissioni locali dal 1879 al 1903 nella stessa Colombia. L' Ecuador lo ricorderà dal 1920; la Repubblica di Panama dal 1921. E così farà il Perù sino dal 1909.

Resta solo ora che qualche collezionista di francobolli lo voglia ricordare con una simpatica presentazione filatelica in qualche futura Esposizione.

 
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