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 Valorizzazione del biglietto postale (lettercard) nell’uso con l’estero
 

          A cura di Daniele Cesaretti e con la collaborazione di Jonathan Cesaretti

 


INTRODUZIONE

 

Nel mese di dicembre 2007, mentre sfogliavo la mia collezione, ho avuto una sensazione stranissima: più andavo avanti e più cresceva l’indifferenza.

È stata la prima volta. Non era possibile!

Dovevo ricaricarmi, trovare qualcosa che mi facesse risentire quelle “vibrazioni” che solo noi collezionisti possiamo capire, volevo di nuovo “innamorarmi” della mia passione per questi oggetti.

A Veronafil, poiché non riuscivo a trovare materiale che attirasse la mia attenzione, mi sono messo ad osservare con un po’ più di interesse le collezioni esposte.

Ritornato a casa, ho cominciato a sfogliare nuovamente la mia raccolta con un ottica diversa: ho cominciato a voler approfondire degli aspetti che prima tralasciavo.

Ecco la svolta!

Più guardavo i miei pezzi cercando di documentarmi e più mi rendevo conto che per rispondere a tutte le mie domande occorreva una dose di esperienza e conoscenza non indifferente.

E qui il primo scoglio: mi occorrevano testi, pubblicazioni del settore, articoli specifici, legislazione del periodo, ecc. insomma una buona biblioteca. Fortunatamente avevo già qualche testo e rivista, in più ho chiesto informazioni a qualche collega. Ho consultato diversi testi per cercare di ricostruire le tariffe vigenti periodo per periodo, Stato per Stato e devo dire che non è facile districarsi in questo settore, specialmente fino al 1893. Ma comunque anche in periodi più tardi le problematiche non mancano, basti pensare alle tariffe di posta aerea.

Pertanto, posso, tranquillamente dire che uno dei motivi che mi ha indotto ad esporre e scrivere articoli, è quello di provocare la reazione di altri collezionisti e/o studiosi delle corrispondenze per l’estero, specialmente su cartoline e biglietti postali d’Italia. Sicuramente scambiarsi informazioni non potrà mai alterare quella buona concorrenza necessaria per accaparrarsi i pezzi desiderati, ma ci farà sempre di più crescere sia come collezionisti ma ancora più come studiosi di un settore che mi ha fatto apprezzare la storia e la geografia sicuramente più di quando frequentavo la scuola.

Già ricevere delle critiche storico-postali sarà un buon risultato, così come avere la possibilità di conoscere e contattare esperti delle vie di inoltro, degli annulli di transito, dei mezzi di trasporto, delle tariffe per l’estero, poter verificare la quantità di corrispondenze note, di destinazioni “impossibili”, di studi sull’argomento, di combinazioni storico-postali e anche un po’ di avventura virtuale fuori dal tempo, anzi no: dentro il tempo.

La rubrica ha lo scopo di esaltare il diffondersi dell’utilizzazione dei biglietti postali per le corrispondenze con l’estero.

Oramai, esponendo, abbiamo ….

In questi ultimi tempi è uscito un articolo, su una nota rivista, nel quale si mette in risalto l’insufficiente considerazione riguardo l’interofilia e l’inutilità e il rischio a partecipare alle esposizioni. Devo, purtroppo, ammettere che è vero che l’interofilia viene considerata di serie “B” ma è anche altrettanto vero che il partecipare ad una esposizione rappresenta l’occasione di far apprezzare quanto si espone. Quindi sta a noi interofili far capire che il settore è degno di considerazione come tutti gli altri. Ci riescono i nostri colleghi esteri perché non ci dobbiamo riuscire noi italiani? Il discorso è troppo lungo e coinvolge molteplici aspetti da quello economico a quello di protagonismo di alcuni esponenti del settore filatelico e pertanto è opportuno che lo approfondisca in altra sede.
 

 

 

 

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