pagina iniziale

le rubriche

storia postale

filatelia

siti filatelici indice per autori

 

          

 

 

Biglietti postali di peso superiore a 15 gr. in tariffa postale
per doppio porto per l’estero

di Daniele CESARETTI

 


Un giorno, mentre mio figlio Jonathan preparava il materiale per un’esposizione, ci siamo trovati a discutere della tariffa utilizzata sul biglietto postale riprodotto nella successiva (fig. 1).
Dopo aver verificato tutti i tariffari a nostra disposizione, siamo arrivati alla conclusione che l’unica tariffa possibile era quella prevista per le lettere di peso superiore a 15 grammi e più precisamente del doppio porto.
A questo punto, esaminando la legislazione del settore, abbiamo riscontrato che, contrariamente a quanto sentito dire spesso da alcuni collezionisti di biglietti postali, all’interno di questo intero postale si potevano introdurre fogli di carta od altro e, nell’eventualità che sorpassassero il peso di 15 grammi, si doveva soltanto adeguare la tariffa.
Verificando nell’archivio dei vari biglietti postali “da studiare” ne abbiamo trovati altri: una scoperta che ci ha sorpresi e allo stesso tempo rafforzato il convincimento che questo oggetto postale fosse sicuramente degno di rientrare con tutto rispetto nel settore della storia postale.
Nonostante infatti che le Regie Poste abbiano emesso biglietti postali con impronta di valore e di conseguenza fornendo all'utente il supporto cartaceo gratis, questi non hanno mai avuto un grande utilizzo, non per questo però da sottovalutare nel grande mondo della filatelia.

A questo scopo, raccogliendo l’invito di Roberto, inizieremo una serie di brevi articoli sui biglietti postali inviati all’estero nei vari usi e utilizzi consentiti e conosciuti.

Ora, dopo questa breve introduzione, passiamo alla presentazione dell’articolo.

Inizialmente i biglietti postali sono stati adottati in Belgio il 15 dicembre 1882 e sono stati istituiti in Italia soltanto con la Legge 30 luglio 1888 n. 5618 (serie 3a) portante modificazioni alle altre leggi postali del 23 giugno 1873, n. 1442 (serie 2a) e 10 luglio 1881, n. 288 (serie 3a).

All’art. 4 della summenzionata legge, con decorrenza dal 1° agosto 1889, veniva riportato:

“E’ istituita una nuova forma di corrispondenza epistolare chiusa, denominata biglietto postale.
Esso porta impresso il francobollo ed è fornito dall’Amministrazione delle poste; la tassa è la medesima che per la lettera semplice di 15 grammi.
Se il biglietto postale, contenendo fogli od altro sorpassi il peso di 15 grammi, deve essere affrancato per il dippiù con l’apposizione dei necessari francobolli, colla progressione fissata delle lettere...(omissis)…”


E poi con il con il Regio Decreto che approvava il testo unico delle leggi sul servizio postale 20 giugno 1889, n. 6152 (serie 3a) (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno il 18 luglio 1889, n. 170) che prevedeva all’art. 24, sempre con decorrenza 1° agosto 1889:

“E’ ammessa una forma di corrispondenza epistolare chiusa, denominata biglietto postale. Esso porta impresso il francobollo ed è fornito dall’Amministrazione delle Poste. La tassa è la medesima che per le lettere semplice di 15 grammi. Se il biglietto postale, contenendo fogli od altro sorpassi il peso di 15 grammi, deve essere affrancato per il di più coll’applicazione dei necessari francobolli, colla progressione fissata delle lettere...(omissis)…”

Il biglietto postale, almeno in Italia, fu previsto solo per gli usi interni, infatti, per l’invio all’estero la sua affrancatura doveva essere quasi sempre integrata. L’articolo 135, capo XVII del Regio Decreto che approvava il regolamento generale per il servizio delle poste. 2 luglio 1890, n. 6954 (serie 3a) (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno il 18 luglio 1890, n. 168) che abrogava il Regio Decreto che approva il regolamento generale per l’esecuzione del servizio postale 20 giugno 1889, n. 6152 (serie 3a) (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno il 18 luglio 1889, n. 170), mantiene quanto decretato precedentemente e cioè:

“I biglietti postali sono di due specie:
  a) pel distretto, da centesimi 5, di colore grigio;
  b) fuori distretto, da centesimi 20, di colore canarino.
I biglietti da 5 centesimi valgono per le altre località del Regno e tanto essi quanto quelli da 20c. valgono eziando nei rapporti con l’estero, purché ne sia completata la francatura mediante francobolli.”

Di seguito presentiamo tre biglietti postali di peso superiore a 15 gr. in tariffa postale per doppio porto per l’estero ed un quarto anche in uso raccomandato.
 

(Fig. 1) Biglietto postale da 20c. spedito da Milano (ferrovia) il 13 marzo 1890 per Zurigo in Svizzera dove arriva il 16 marzo 1890. Integrazione tariffaria di 30 cent. per l’invio all’estero in tariffa da due porti. In perfetta tariffa doppio porto per l’estero di complessivi 50 cent. (25 cent. + 25 cent.).

(Fig. 2) Biglietto postale da 5 cent. spedito da Roma il 29 marzo 1895 per Bruxelles in Belgio dove arriva il 31 successivo. Integrazione tariffaria di 45 cent. per l’invio all’estero in tariffa da due porti con un francobollo da 45 cent..
In perfetta tariffa doppio porto per l’estero di complessivi 50 cent. (25 cent. + 25 cent.).

(Fig. 3) Biglietto postale da 5 cent. spedito da Livorno il 24 ottobre 1895 per Rotterdam in Olanda dove arriva il 26 successivo. Integrazione tariffaria di 45 cent. per l’invio all’estero in tariffa da due porti.
In perfetta tariffa doppio porto per l’estero di complessivi 50 cent. (25 cent. + 25 cent.).

(Fig. 4) Biglietto postale da 5 cent. spedito da Vittorio (Treviso) il 28 febbraio 1913 inviato in uso raccomandato a Philadelphia (Pennsylvania) negli Stati Uniti di America dove arriva il 12 marzo. Bollo di transito di Torino (ferrovia) in data 1° marzo. Targhetta postale con R in nero e nominativo della località. Integrazione tariffaria di 70 cent..
In perfetta tariffa doppio porto in uso raccomandato per l’estero di complessivi 75 cent. (25 cent. + 25 cent. +25 cent.).

 

 

vai alla home page

vai ad INTERI POSTALI