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QUANDO L’AQUILA IMPERIALE
NE VEDEVA DI TUTTI I COLORI…


Fino alla metà dell’800, i Balcani erano in gran parte sotto la sovranità dell’Impero ottomano, costituendo la cosiddetta “Turchia d’Europa”. La storia della penisola balcanica fra gli anni 1870 ed il 1913 fu allora la storia del declino della potenza ottomana e quella dell’affermazione dei sentimenti nazionali dei popoli europei. Rivolte e guerre balcaniche: tanti avvenimenti che permisero prima l’autonomia e poi l’indipendenza della Serbia, della Romania, della Bulgaria, del Montenegro, della Grecia e dell’Albania.
A questa evoluzione politica maggiore, si sovrapponeva una seconda tendenza forte: la competizione fra due potenze europee guidate dai loro propri motivi. Da una parte, l’Impero russo preoccupato dal controllo eventuale e futuro dello stretto del Bosforo e, dall’altra, l’Impero austro-ungarico, attento a preservare i suoi interessi economici e politici nei Balcani. Nell’ambito di questa rivalità, Vienna segnò punti a suo favore quando, nel 1878, il Congresso di Berlino affidò l’occupazione delle due province ottomane di Bosnia e di Erzegovina alla monarchia austro-ungarica. Così nasceva una strana situazione politica e diplomatica: un territorio ottomano occupato da una potenza estera, ma sempre sotto sovranità teorica della Sublima Porta, come si chiamava all’epoca il governo di Costantinopoli. Da parte loro, gli atlanti geografici dell’epoca (fig. 1 e 2) incorporarono senza problema queste nuove province al vasto impero multietnico degli Asburgo!

Fig.1 – L’impero austro-ungarico e le sue diverse province nell’ atlante americano Appleton (edizione del 1891)


Fig.2 - La provincia di Bosnia (in verde) e di Erzegovina (in giallo) con Sarajevo per capoluogo
(particolare della stessa cartina)

Nel 1908, il governo austriaco decise, sic et simpliciter, l’annessione della Bosnia e dell’Erzegovina: questa decisione suscitò una relativa riprovazione internazionale (fig.3), ma non causò confronto né con i Russi né con gli Ottomani.

Fig.3 – L’imperatore Francesco-Giuseppe e due signorine raffiguranti la Bosnia e l’Erzegovina: “Faccio ancora delle conquiste alla mia età”
dice il vecchiotto… (Cartolina satirica francese spedita nel 1909).


IL FRANCOBOLLO: ARMA DIPLOMATICA

Si comprende bene quindi, che emettere francobolli in questo contesto diventava una questione politica piuttosto delicata. Nel 1879, anno che seguì l’attribuzione della Bosnia all’Austria-Ungheria durante il Congresso di Berlino, l’amministrazione postale viennese decise l’emissione di francobolli specifici: iniziativa ambigua perché significava “la Bosnia non è austriaca: i francobolli austriaci non sono valevoli”, ma nel contempo, sostituendo i francobolli ottomani con francobolli stampati a Vienna, il messaggio chiaro era, “chi emette francobolli… esercita la sovranità”. Il disegno scelto non fu l’imperiale viso di Francesco-Giuseppe, ma il più impersonale stemma austriaco, cioè l’aquila bicipite. Sola concessione formale, niente dicitura in tedesco! … addirittura nessuna altra dicitura! Neanche per il nome della provincia (si sarebbe dovuto scrivere Bosnien - Erzegowina), nemmeno per il valore facciale (era in corso la moneta austriaca: il Kreuzer). La prima serie si compone di nove valori (fig.4) che permettevano di scoprire le diverse possibilità tariffarie, rispettando i suggerimenti dell’Union Postale Universale, cioè riservare l’uso dei colori verde, rosso ed azzurro alle vignette che permettevano di affrancare stampa, cartolina e lettera per l’estero. Furono stampati prima in litografia successivamente, dal 1895, in tipografia per ragioni tecniche. Gli odierni collezionisti identificano dunque due serie diverse, ma gli utenti bosniaci della fine dell’800 non videro nessun vero cambiamento!

Fig.4 – La prima serie di francobolli: ristampa effettuata nel 1911 per le collezioni dell’Unione Postale Universale

Tranne le numerose variazioni di dentellatura, che si ritrovano infatti anche per i francobolli austriaci di questa epoca, la fabbricazione di queste vignette postali non incontrò alcun problema particolare. Dobbiamo soltanto segnalare la grande prudenza dell’amministrazione asburgica: il colore originariamente scelto per il valore di 1 kreuzer era il lilagrau, cioè grigio-lilla… ma forte sorse il timore del poterlo confondere con il più alto valore della serie: il 25 kreuzer! Si decise allora di sospenderne la stampa e di cambiare il suo colore in grigio. Osservando i tre esemplari (fig.5) noi non crediamo che la confusione sarebbe stata possibile, però forse alla stamperia imperiale di Vienna valutarono la possibilità futura che, con il trascorrere degli anni, un grigio-lilla divenuto un po’ meno grigio ed un po’ più lilla avrebbe creato la confusione!

Fig.5 – Le rimanenze del francobollo grigio-lilla non emesso furono annullate
con strisce di matita azzurra.

 

DILEMMA
PRESSO L’IMPERIALE & REGIA STAMPERIA

La prima modifica sostanziale avvenne dal 1° gennaio 1900 quando, nella parta austriaca dell’Impero, fu statuita un riforma monetaria: i vecchi kreuzer e gulden erano ormai sostituiti dai heller e krone. Essendo i francobolli bosniaci senza precisazione del nome della moneta per le ragioni che abbiamo illustrato, si decise semplicemente di spostare la cifra sul facciale dall’alto in basso! Il disegno rimaneva lo stesso (fig.6).

Fig.6 – Gli undici valori in heller. Questo campionario ci mostra la diversità
dei tipi di annulli utilizzati dagli uffici postali bosniaci

Noteremo infine altre due differenze: la serie completa era ormai costituita da 14 valori invece di 9; i tre facciali più elevati (1, 2 e 5 corone) beneficiavano di un disegno diverso e di un formato più grande (fig.7).

Fig. 7 – Prova di stampa isolata (Einzelprobe)
del valore di 5 corone in nero su cartoncino

Nei mesi che seguirono l’inizio della diffusione di questi francobolli, si rese chiara l’evidenza che la scelta dei colori non era stata la migliore (fig.8): il 20 heller era rosso (rot) o rosso arancio (orangerot), mentre il 25 heller era rosa (rosa). Il 6 heller era bruno-ocra (ockerbraun) o bruno-grigio (graubraun), mentre il 30 heller era ocra-bruno (braunocker) o bruno chiaro (hellbraun). Nella penombra d’un ufficio postale poco illuminato si poteva in effetti fare confusione e vendere per 6 heller un facciale di 30, ma ancor peggio era poteva essere per il 40 heller arancio-giallastro (gelbl. orange), che si rischiava di vendere per 3 heller, essendo il colore di questo ultimo arancio scuro (dunkelorange)!

Fig.8 – Stavolta sì, la possibilità di confusione ci sembra molto più verosimile!

Mettere fuori corso i francobolli incriminati non era immaginabile: la loro tiratura realizzata nel 1899 era troppo importante. Si preferì allora utilizzare fino ad esaurimento i valori di 20, 30 e 40 heller senza ristamparli e di sostituirli con nuovi francobolli il più presto possibile. “Nuovi” per modo di dire, perché l’imperiale e regia Stamperia di Vienna non aveva affatto intenzione di fare spese particolari per questo modesto territorio! Il problema era la leggibilità della cifra del valore? Allora invece di una cifra bianca su fondo di colore, sarebbe stato sufficiente avere una cifra su fondo bianco proprio come lo vediamo su queste bozze preparatorie (fig.9).

Fig.9 – prove di stampa isolate (Einzelproben) del “nuovo” disegno su cartoncino, con cifre su fondo bianco!

E per essere certi di impedire una qualsiasi ulteriore confusione, la cifra sarebbe stata stampata in nero (fig.10), inconfondibile con gli altri valori della serie! Non era dunque necessario cambiare il disegno dei francobolli e nemmeno il loro colore: tutti elementi fondamentali che permettono un facile risparmio!

Fig.10 – Prove di stampa su carta e nei colori definitivi.


CONSERVATISMO… MA NON SEMPRE!

Allorquando il collezionista di francobolli odierni, talvolta, davanti alla profusione delle emissioni filateliche si lamenta, non possiamo dire che gli utenti degli sportelli postali bosniaci ed i collezionisti dell’epoca, abbiano avuto lo stesso problema! Prendiamo, per un momento, il posto di chi voleva spedire una lettera nell’impero: la tariffa era di 5 kreuzer, poi dal 1° gennaio 1900, 10 heller. Recandosi all’ufficio delle poste avrebbe trovato francobolli chiaramente similari fra il 1879 ed il 1905 (fig.11)…

Fig. 11 – Francobolli emessi nel 1879 (litografia), nel 1895 (tipografia)
e nel 1900 (riforma monetaria)!

Si dovrà aspettare il 1906 (fig.12) per vedere una nuova serie di francobolli, la cui realizzazione fu affidata ad un artista maggiore, Koloman Moser, che i nostri lettori certamente ricordano ! (vedi >>>)

Fig.12 – Il fiume Vrba, 10 heller della nuova
serie ordinaria del 1906 : paesaggi di Bosnia


FontI BIBLIOGRAFICHE:

Ulrich FERCHENBAUER, Oesterreich, Handbuch und Spezialkatalog, volume IV, Vienna, 2008.

FRANCOBOLLI:

collezione dell’autore.