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OGGI, SCRIVIAMO… AL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA!



Louis-Napoléon Bonaparte
(1808-1873)

Non tratteremo lettere indirizzate a Sergio Mattarella o, in Francia, a Emmanuel Macron! Retrocederemo fin nella metà dell’800 e, rievocandolo, scriveremo a Luigi-Napoleone Bonaparte. Ricordiamo che Louis-Napoléon era figlio di Louis, uno dei fratelli di Napoleone I°. Dopo la sconfitta definitiva dello zio nel 1815, Louis-Napoléon, allora bambino, fu costretto ad una vita d’esilio in Svizzera ed anche in Inghilterra. Nel 1832 morì a Vienna il figlio di Napoleone I° e Louis-Napoléon divenne quindi l’erede della dinastia, nutrendo la manifesta speranza di ristabilire in Francia un regime bonapartista. Nel 1836, Louis-Napoléon organizzò un colpo di stato a Strasburgo pensando di sollevare la guarnigione e marciare verso Parigi per detronizzare e cacciare re Louis-Philippe I°!
Il tentativo fallì (fu arrestato e mandato di nuovo in esilio), ma questo non lo scoraggiò e non lo dissuase dal perseguire comunque il suo progetto, tanto che, nel 1840 decise, da Londra, uno sbarco a Boulogne, porto francese sulla Manica! La spedizione fu un disastro: Louis-Napoléon e la sessantina di uomini che si erano a lui aggregati, furono arrestati. Questa volta il re Louis-Philippe non dimostrò clemenza verso questo invadente ed intrigante pretendente bonapartista.
Dopo un rigoroso processo, Louis-Napoléon, fu condannato al carcere a vita e imprigionato nella fortezza medievale di Ham. Nel mese di maggio 1846, allorquando si svolgevano lavori nel suo carcere, Louis-Napoléon decise di afferrare l’opportunità e cogliere la provvidenziale occasione: il giorno 26, si travestì con i vestiti dell’operaio Badinguet… e fuggì.

Dall’esilio… alla Presidenza!

Rientrato a Londra, riprese la sua vita di ricco erede (madre e padre erano ormai deceduti lasciandogli una fortuna non trascurabile). Louis-Napoléon sarebbe tornato in Francia due anni dopo, durante la rivoluzione del 1848 che avrebbe cacciato Louis-Philippe dal trono e stabilito la Repubblica. Eletto deputato nella nuova Assemblée nationale, Louis-Napoléon decise di candidarsi al suffragio che, il giorno 10 dicembre 1848 avrebbe designato ed eletto un presidente della Repubblica. Con più di 5 milioni di preferenze, Louis-Napoléon divenne capo dello Stato con un mandato di quattro anni. Gli altri candidati avevano raggiunto fra 17.000 (il poeta Lamartine) e 1,5 milioni di voti (il generale Cavaignac).

Scheda di votazione al nome del candidato bonapartista
per l’elezione del 10 dicembre 1848 (Archives Nationales, Parigi).

Il 20 dicembre 1848, il nuovo Presidente prestò giuramento davanti ai deputati e si insediò ufficialmente nel Palazzo dell’Elysée…

Ingresso del presidente Bonaparte all’Elysée
(stampa francese del dicembre 1848).


Ora, usiamo la penna!

Oltre alle corrispondenze ufficiali e diplomatiche, il presidente della Repubblica diventò rapidamente destinatario di una non trascurabile quantità di lettere di sollecitazioni, (situazione che non deve essere diversa neanche oggi!) Richieste di soccorso, di impegni lavorativi, manifestazioni di ammirazione o di lealtà: sicuramente migliaia di lettere ogni mese! Questo materiale costituisce oggi un oggetto di studio appassionante per lo studioso, perché si colloca dove si intersecano Storia Postale e della Storia Politica e Storia Istituzionale.

Questa prima lettera è stata impostata il 18 gennaio 1850 a Couches-les-Mines. Sebbene il presidente della Repubblica godesse della franchigia postale, il mittente preferì affrancare la sua missiva alla giusta tariffa della lettera per l’interno, cioè 20 centimes. Forse gli dispiaceva mandarla in porto assegnato, pensando che il capo dello Stato avrebbe dovuto pagare il porto? Noteremo infine che la soprascritta inizia con una parola di elogio: Au premier citoyen français, “Al primo cittadino francese”.

Il secondo esempio che vogliamo presentare, illustra le non rare esitazioni, degli stessi addetti, attinenti anche la tassazione della posta presidenziale.

Questa letterina è stata raccolta dal portalettere nel suo giro quotidiano: lo vediamo dal timbro OR (origine rurale) da lui apposto. A giro finito, consegnò la lettera al suo ufficio postale di St Bonnet-de-Joux il giorno 20 gennaio 1850. La lettera, affidata in porto assegnato, implicava logicamente che la tassa venisse pagata dal destinatario: l’addetto postale stampò quindi prima la cifra 2 (2 decimi, cioè 20 centesimi)… detassandola poi a penna, avendo ben compreso chi fosse il destinatario ! La lettera giunse a Parigi due giorni dopo, transitando dall’ufficio centrale, che confermò la franchigia col suo bollo rosso PARIS - FRANCHISES. Notiamone l’ortografia approssimativa présidant invece di président e lilisé invece di l’Elysée.


Il Presidente che voleva diventare Imperatore…

Louis-Napoléon, ambizioso,volendo prorogare il suo mandato anche oltre il 1852 entrò presto in conflitto con il Parlamento. La Costituzione, in effetti, non consentiva ad un presidente della Repubblica di effetuare un secondo mandato, allora Louis-Napoléon decise di organizzare un colpo di Stato (pari a quello dello zio nel 1799!). Il giorno 2 dicembre 1851, fece arrestare i deputati a lui più ostili e fece reprimere le contestazioni messe in atto in vari luoghi a Parigi ed in provincia. Nel mese di gennaio 1852, la nuova costituzione, che era stata adottata, gli conferiva il potere per 10 anni attribuendogli il titolo di Prince-président, « Principe-presidente ». La logica conclusione di questo processo storico fu la proclamazione del Secondo impero : 2 dicembre 1852.
Ecco il contesto nel quale s’inserisce questa terza ed ultima lettera impostata a Roussy-le-village il giorno 24 aprile 1852. Ancora una volta, il mittente ha preferito affrancare la sua missiva per 25 centimes, nuova tariffa della lettera per l’interno dal 1° luglio 1850.


L’interesse di questa lettera risiede nell’appellazione scelta dal mittente:

A Sa Majesté
Sa Majesté Louis-Napoléon
président de la République française
A paris

A sua Maestà
Sua Maestà (…) presidente della Repubblica francese!

Siamo nel mese di aprile 1852, Louis-Napoléon è ancora presidente della repubblica ed anche se, dal colpo di Stato in poi, investito dei quasi pieni poteri, era ancora sempre e semplicemente solo presidente. Forse il mittente era un fervente bonapartista fiducioso del ristabilimento dell’Impero… o genuinamente voleva soprattutto assicurare una benevole accoglienza alla sua richiesta: non lo sapremo!

ILLUSTRAZIONI

Documenti postale: collezione dell’autore.