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Consigli a chi scrive in vacanza...

 

Ecco, ci siamo: le vacanze! Chi resterà a casa a prendersi un po’ di riposo, chi potrà partire in viaggio, pur sempre nel contesto sanitario particolare che ben conosciamo ancora tutti…
A tutti i nostri lettori, vorremmo dare qualche modesto consiglio per quanto riguarda le lettere e le cartoline che a volte, ancora, può capitare di scrivere.

L’INDIRIZZO

Per essere sicuri che la vostra lettera arrivi senza alcun problema, vi consigliamo di ben precisare sulla soprascritta il nome e la qualità del vostro corrispondente. Ne abbiamo un buon esempio con questa lettera spedita negli anni 1860 nell’impero austro-ungarico, da Tarnopol per Leopol (l’odierna Lviv in Ucraina):

Occorrono non meno di 7 righe per scrivere tutti i titoli onorifici del signore Barvinski… e alla fine c’è scritto ancora: ecc. ecc. ecc. !

È anche possibile, in forma più semplice, indicare solo la professione, a maggior ragione se il mestiere è originale o non comune: così sarete sicuri che la vostra lettera sarà consegnata alla persona giusta.
L’ha fatto il mittente di questa missiva dalla Francia per Bruxelles nel Belgio nel 1863: il signor Koeningswerther era coupeur de poil, cioè… tagliatore di peli per il cappellificio.


Nel 1868, il signore Cacheux, nel Danimarca, è fabricant de crayons de menuisiers… fabbricante di matite per falegnami. Ancora uno di quei bei mestieri ora spariti!

LA TARIFFA

Altra precauzione, beninteso, assicurarsi dell’esattezza dell’affrancatura. L’ha fatto chi ha spedito questo giornale. Eravamo nel mese di maggio 1915, e questo giornale rumeno aveva almeno un lettore francese, monsieur Dujardin. Spedirgli un esemplare in Francia costava 5 volte il porto interno rumeno… nessun problema: è stato sufficiente ritagliare insieme 5 fascette preaffrancate per ricostituire la corretta tariffa! Noteremo due elementi di più: il giornale, spedito l’8, arrivò a Parigi soltanto il 26 maggio: il contesto di guerra europea spiega la lentezza dell’inoltro; giunto a Parigi, il giornale fu rispedito a Verdun, al fronte, in una caserma dove il nostro lettore era stato mobilitato.


UN PO’ DI FORTUNA…

C’è anche la probabilità che il vostro corrispondente sia partito anche lui in viaggio… Non disperatevi! Spesso le poste sono capaci di rintracciare i più accanati “globe-trotters”! Lo vediamo con questa lettera indirizzata alla signora Wolff nel 1912:


Dagli Stati Uniti, la lettera è indirizzata in Germania, poi a Genova dove fu tassata per 15 centesimi; poi rispedita a Monte-Carlo nel principato di Monaco dove fu tassata per 15 centimes; poi a Nizza, tassata una seconda volta per 15 centimes… e, in fine, in Spagna: Barcelona… e finalmente Madrid!

 

Laurent Veglio
07-07-2021