Home          indice delle storie postali          STORIA POSTALE          TUTTE LE RUBRICHE
 
Scrivere a Tripoli di Barberia nel 1861

La lettera cui seguiremo il percorso oggi è, a prima vista, piuttosto comune: indirizzata a Malta al signore Rosario Messina, non sembra illustrare un percorso postale molto originale! Certo, ma leggiamo meglio la soprascritta…

… Signore Rosario Messina per rimettere al signore Rossoni di Tripoli di Barberia!

 

DALLA PIRATERIA AL COMMERCIO CAROVANIERE


Possedimento ottomano dal 1551, la piazzaforte di Tripoli di Barberia, benché sottoposta all’autorità del Sultano, era diventata autonoma con la presa del potere da parte della dinastia dei Karamanli all’inizio del XVIII° secolo. Il porto, covo di corsari e pirati che affrontavano le navi delle potenze d’Europa occidentale, era anche uno degli sbocchi del commercio trans-sahariano che collegava il Sudan con la Tripolitania e la Cirenaica. La lotta per l’abolizione del commercio degli schiavi e la fine della “guerra di corsa” nel Mediterraneo, nonché i violenti dissensi politici nella stessa Tripoli, indebolirono i Karamanli che furono rimossi dal governo della Sublima Porta e sostituiti da un semplice governatore, Nedjib-Pascià nel 1835.

All’epoca della nostra lettera, Tripoli di Barberia si presenta poco dinamica e priva di prosperità economica. Leggiamo qualche paragrafo del Trattato teorico-pratico della scienza commerciale, pubblicato a Genova nel 1863 dal professore Gerolamo Boccardo:


... ed il manuale si conclude:


Nella famosa rivista francese Le tour du monde, nouveau journal des voyages, pubblicata dall’editore Hachette dal 1860 al 1914, abbiamo rintracciato nel volume del primo semestre del 1861 le seguenti illustrazioni, inserite nel racconto del viaggio in Tripolitania del barone de Kraft:

Il porto di Tripoli

La cittadella

 

UN EFFICIENTE COLLEGAMENTO MARITTIMO

Diciamolo subito: Tripoli di Barberia non era una destinazione ricercata dai commercianti e neppure dai viaggiatori. Però, dal 1835, quando il sultano di Costantinopoli ristabilì la sua autorità sulla “Reggenza” dei Karamanli, decise di collegare la città in modo regolare per assicurare l’inoltro dei suoi ordini e decisioni. Il più semplice era di utilizzare fino a Malta la linea francese del Levante, aperta fra Costantinopoli e Marsiglia nel 1837, e di affidare la posta ad un bastimento commerciale, preferibilmente ottomano, per ultimare il tragitto fra Malta e Tripoli: di solito, occorrevano 10 giorni di navigazione a vela [1].

Impostata presso l’ufficio francese di Smirne il giorno 24 ottobre 1861, la nostra lettera fu affidata al piroscafo delle Messaggerie Imperiali Tamise fino a Messina. A questa epoca, Malta non era più uno scalo della linea del Levante: bisognava, dopo lo sbarco nel porto siciliano, trasbordare la posta per Malta a bordo del piroscafo della linea d’Italia. Ne proponiamo una rappresentazione:


La consultazione del giornale Il Lloyd maltese [2] ci ha permesso d’identificare poi la nave che ha trasportato la nostra missiva fra Messina e Malta, il vapore francese Quirinal…

e, beninteso, il piroscafo che ha poi raggiunto la sua destinazione libica finale, il Meuludia:


Da una data che non abbiamo potuto determinare, il potere ottomano aveva deciso di collegare, due volte nel mese ed in due giorni di navigazione, Tripoli di Barberia e Malta con un vapore « nazionale » per dare efficienza, velocità… e indipendanza all’inoltro della sua posta con questo possedimento periferico.

 

NOTE

[1] « Les relations de Malte et de Tripoli de Barbarie au XIX e siècle », articolo di Nora LAFI pubblicato nel 1994 nella Revue du monde musulman et de la Méditerranée.

[2] L’autore ringrazia particolarmente Alessandro ARSENI per avergli comunicato i numeri del Lloyd maltese per il mese di ottobre 1861.

Laurent Veglio
17-10-2021