>>> i francesi in Italia

>>> Le tariffe

>>> S. P. del Regno Lombardo Veneto

>>> S. P. del Ducato di Modena

>>> S. P. del Ducato di Parma

>>> S. P. dello Stato Pontificio

>>> S. P. delle Romagne

>>> S. P. della Toscana
>>> S. P. del Regno di Sardegna

>>> S. P. del Regno delle due Sicilie

>>> S. P. del Regno d'Italia

>>> Luogotenenza

>>> S. P. della Repubblica Italiana

>>> Posta Transatlantica

>>> Posta Militare

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

una definizione indovinata

di Mariagrazia De Ros
Fin da quando, ragazzina, vedevo mio Padre alle prese con i suoi francobolli, ho sempre avuto un interesse particolare per quei deliziosi quadratini di carta colorata.
Interesse che è divenuto curiosità e rispetto dopo un episodio buffo e per me ancora oggi indimenticabile.
Seduta ad un’enorme scrivania, osservavo affascinata mio Padre armato di lente e pinzette, destreggiarsi tra una “montagna “ di francobolli sparsi intorno a lui.
All’improvviso mi scappò uno starnuto e tutti quei francobolli presero a volteggiare per la stanza.
Non dimenticherò mai più lo sguardo che mio Padre mi rivolse in quel momento : un misto di rabbia, di dolore, di rassegnazione.
Subito ci mettemmo alla ricerca di tutte quelle “farfalle “ che continuarono a spuntare da ogni angolo della grande stanza per mesi.
Fu allora che capii cosa rappresentassero i francobolli per mio Padre e capii anche perché per qualcuno collezionarli o anche solo raccoglierli potesse essere una vera passione.
 
Dopo la Sua scomparsa ho continuato e continuo le collezioni di Italia Regno e di Italia Repubblica che egli aveva iniziato, ma ad un certo momento questo tipo di collezionismo non mi è più bastato.
Mio Padre oltre che collezionista era anche un “ raccoglitore “ di francobolli per cui mi sono trovata in possesso di una grande quantità di materiale filatelico di vario tipo.
Ho deciso, allora, di dedicarmi alla filatelia tematica e/o a soggetto.
 
  Lasciato l’insegnamento attivo dopo trentacinque anni di “ onorato servizio “ , ho scoperto il computer ed ho pensato di utilizzare questo nuovo mezzo di comunicazione per fornire agli interessati, soprattutto giovani , alcuni spunti e suggerimenti per intraprendere una collezione che valorizzasse il francobollo come mezzo di comunicazione sociale o come documento illustrativo di qualsiasi argomento o di qualsiasi tema.
Ho “costruito” alcuni siti che sono da tempo on line e il mio lavoro ha avuto l’onore di essere apprezzato e lodato da Nino Barberis che, nel numero di maggio 2002 di Cronaca Filatelica vi ha dedicato un’intera pagina della rivista.
 
Ho fatto questa premessa per presentarmi e per spiegare la mia natura di filatelista “sui generis” che bada al sodo, non segue schemi e non si lascia ingabbiare dalle maglie più o meno fitte di nessuna Organizzazione.
 
Internet è ormai diventato un “mare” di notizie, vi si può trovare praticamente di tutto ed è ovvio che io, ad un certo punto, abbia cercato di conoscere qualcosa di più sull’affascinante mondo della filatelia anche tramite questo nuovo ( ma non più tanto ormai) strumento.
Navigando, navigando, mi sono imbattuta in un sito che mi ha attratto subito per la sua intestazione :
“il postalista “.
Potenza delle parole !
L’ho aperto ed ho scoperto un portale veramente eccezionale per ricchezza di temi trattati.
Ma, soprattutto, vi ho scoperto un per me nuovo filone di indagine filatelica : la storia postale.
 
 Amo la storia che, checchè se ne dica, è sicuramente una maestra di vita che, purtroppo, ha a che fare con scolari disattenti e distratti, per cui ho cominciato a leggere tutti gli articoli sull’argomento presenti nel sito e altri e, piano piano, ho scoperto un mondo affascinante che, certamente, indagherò sempre più a fondo.
 
Ho scoperto anche che esiste un’Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale ed è proprio ad uno dei Suoi membri che ora vorrei rivolgermi . In particolare a Franco Filanci che, con una puntina di veleno insiste nell’ironizzare sul termine “postalista” scelto da Roberto Monticini per identificare il suo sito, proprio il termine che, invece , guarda caso, ha solleticato la mia curiosità!
L’ illustre Accademico, in più occasioni afferma che il lemma “postalista” non identifica lo storico postale, ma piuttosto il postelegrafonico.
Con tutto il rispetto per gli Accademici in genere e per questo in particolare, desidero soltanto far rilevare che “postalista” può effettivamente identificare il valoroso lavoratore dell’ufficio postale nel lontano Brasile, ma questo cosa c’entra con la definizione scelta in modo efficace, pregnante ed intelligente da Monticini ?
 
www. ilpostalista.it si connota come sito inequivocabilmente italiano per l’articolo “il” posto davanti al nome e soprattutto per l’estensione .it del suo dominio.
Chi lo apre, poi, si trova immediatamente catapultato chiaramente ed inequivocabilmente nel mondo della storia postale e della filatelia in genere.
A nessuno in Italia verrebbe in mente di associare la parola “postalista “ a postelegrafonico, postino, portalettere!
E poi, a voler essere proprio pignoli pignoli mi pare che neppure la definizione di “storico postale “ sia semanticamente corretta per definire non chi “ scrive la storia della posta “ ma piuttosto “ chi legge la storia anche con gli occhi e l’interesse del filatelista “.
Quindi mi permetto, da linguista, di proporre la seguente traccia :
 “ lettore o interprete della storia con gli strumenti della posta e l’interesse del filatelista “ à”postal-filatelista” à “postalista “.
 
Non so se questa sia la strada seguita da Monticini per arrivare alla sua azzeccatissima ed accattivante definizione ,ma ribadisco che a me e probabilmente a tutti coloro che collaborano alla sua rivista virtuale e non soltanto a loro, essa piace moltissimo.
 
Se, poi, in Brasile, postalista significa postelegrafonico, beh!, benvenuti fra noi anche a coloro che in fin dei conti hanno contribuito e contribuiscono alla diffusione dei documenti postali.
Sulle cartoline, sulle buste e su quant’altro costituisce la base di una raccolta di storia postale, vi sono timbri, scritte, ecc..
Chi ha messo quei timbri? Qualche postelegrafonico, naturalmente !
 
Io la penso a questo proposito come Bertolt Brecht che, in una sua famosa poesia, ricorda come dietro ai grandi protagonisti della storia vi siano i piccoli personaggi della vita di tutti i giorni.
Per questo ribadisco il diritto di Monticini (e anche mio) di definirsi Postalista e anzi mi complimento con lui per aver trovato una definizione simpatica, appropriata, felicemente sintetica nella sua anglosassone concisione.

 
Se questo mio sfogo farà storcere qualche accademico naso, pazienza! Io ho scoperto la mia vocazione di postalista e ne sono felice!
 
Mariagrazia De Ros ( ivukd@tin.it)

 

 

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori