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Storie di caduti in Russia

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Andrea ed Enzo Paglieri, Lancieri di Novara
Samuel Rimoldi

Non parliamo questa volta di un caduto in terra di Russia ma di due fratelli, entrambi in Russia con i Lancieri di Novara ed entrambi accomunati dalla scelta per la Resistenza dopo l'8 settembre 1943: uno di loro, Andrea, sarà decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Miliare.

Andrea Luigi ed Enzo Paglieri nascono a Verona rispettivamente nel 1918 e nel 1919 da famiglia di origine piemontese: il padre è ufficiale di carriera di Cavalleria e i due fratelli scelgono di continuare la tradizione arruolandosi entrambi nei Lancieri di Novara. Dopo la campagna di Jugoslavia partono alla volta della Russia. Qui partecipano a numerosi scontri con il nemico dimostrando il loro valore in battaglia: per questo saranno decorati entrambi al valor militare.
Ecco alcuni estratti dai testi di due cartoline postali scritte da Enzo alla madre:

"7 ott 41
Cara Mamma,
lascio oggi questo bellissimo ospedale e i miei amici dottori che sono stati così gentili con me completamente guarito e in forze. Affronto ora il viaggio di ricerca del mio reggimento che non so dove sia ma conto di raggiungerlo in serata. Caso mai farò una tappa al com. di Div. Ho con me sacco a pelo e viveri quindi non temo nulla. Ora la posta si sposta e temo riceverai con qualche ritardo ad ogni modo domani ti scriverò spero notizie anche di Andrea [...]
"

 

"6.11.41
Cara Mamma,
[...] Andrea è completamente guarito da una leggera diarrea. Qui si sta bene al caldo in queste casette russe. Ci hanno pure dato i pellicciotti. [...]"

 

Ora è invece Andrea a scrivere:



"16.11 (1941)
Mamma carissima,
ricevo solo ora la tua raccomandata aerea del 13.10 col documento per gli esami: come vedi nulla da fare! Anche se fossi arrivato a tempo non credo avrei potuto avere la licenza dato che per il CSIR non è uscita nessuna circolare. Da alcuni giorni il tempo è tornato sereno, la temperatura si è alzata e si può anche stare in giacchetta. Pensate che quattro giorni fa di notte si ebbe -13. Però davvero non si aveva molto freddo, ben coperti come si era: dava solo un po fastidio il vento. Noi stiamo al riparo, ma pensa chi non lo è! Credo a giorni ci sposteranno indietro per sistemare meglio i cavalli che hanno sofferto un bel po. Vorrei sapere se hai avuto tutta la posta numerata e come ti è arrivata la posta di ott e nov. L'ultima vostra è del 30.10 ma mancano molte vostre della metà di ott. Come sta papa? grazie dei pacchi: vanno molto bene, non mandare però indumenti. Non si sa assolutamente nulla circa i futuri movimenti: il Gen. ha chiesto un bel po di riposo per i quadrupedi: poi credo non sia più possibile combattere per il tempo. Ora stiamo bene, riposati, puliti, spidocchiati dopo il turismo dello scorso mese. Hai avuto il vaglia di 700 lire -mi sembra- in comune con Enzo? Vi spero bene e vi abbraccio Andrea.
Domani, una festa, spero di avere vostra posta!
"

La festa a cui si riferisce è quella del proprio compleanno.


Il reggimento Lancieri di Novara giunge in Russia nel luglio 1941, prendendo subito parte ai primi scontri con i sovietici che porteranno poi alla conquista di Stalino e del bacino del Donetz: per questo ciclo operativo lo stendardo del reparto sarà decorato di medaglia d'argento al valor militare.
L'anno successivo, con la bella stagione, riprende l'offensiva: il 22 agosto 1942 nei pressi dell'abitato di Jagodnij il reggimento carica a cavallo un reparto russo mettendolo in fuga; nei giorni successivi gli scontri, intorno all'abitato di Bolschoj, saranno sempre molto duri. Per i fatti di queste giornate lo stendardo del reparto sarà decorato di medaglia d'oro al valor militare.
A seguito della ritirata del gennaio 1943, i Lancieri di Novara ripiegano, dopo una marcia di oltre mille km, riuscendo a fare rientro in Italia.

I due fratelli, con Enzo ferito in maniera non grave dallo scoppio di una mina, raggiungono Fossano in provincia di Cuneo, dove li coglie l'armistizio dell'8 settembre 1943. Entrambi non hanno esitazioni, memori delle atrocità commesse dall'esercito tedesco in Russia: scelgono la resistenza. Andrea è eletto comandante della 20^ Brigata Giustizia e Libertà compiendo molte azioni di sabotaggio tra cui alcuni tentativi per liberare i detenuti politici dalle carceri di Fossano. Catturato, grazie ad una delazione, il primo agosto 1944, è a lungo torturato e quindi fucilato, il 9 agosto, a Bene Vagienna. Dopo la sua morte la brigata partigiana è dedicata al suo nome. A lui sarà conferita la medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione:

"Magnifico Ufficiale fedele alle leggi dell'onore, rifiutava sdegnosamente ogni collaborazione con gli oppressori della Patria ed ancora convalescente accorreva volontariamente al suo reparto, opponendosi con le armi all'invasore. Catturato febbricitante dai nazifascisti arditamente evadeva dalla prigionia e organizzava bande partigiane distinguendosi tra i comandanti più audaci. Eletto comandante dal Comando Militare clandestino della città di Fossano, creava in essa un focolare di patriottica resistenza e restava al suo posto di responsabilità, che non volle abbandonare neppure al sopraggiungere di ingenti forze fasciste. Individuato, arrestate, martoriato con le più inumane sevizie, rivendicava a sé come massimo titolo di merito e d'onore, ogni responsabilità. Inutili riuscirono tutti i tentativi per salvarlo. Invano fu proposto uno scambio di prigionieri. Con la bocca squarciata dall'ira nemica per il suo orgoglioso comportamento veniva trasportato al sacrificio e, a supremo ludibrio che fu per lui apogeo di gloria, fu fatto transitare per le vie della città e passare davanti alla sua casa al cospetto della madre implorante. Rincuorando i suoi due compagni di sacrificio, cadeva da eroe sotto il piombo del plotone di esecuzione offrendo, con le limpide parole 'Muoio di fronte alle mie montagne col cuore rivolto alla mia banda ed all'Italia', la nobile vita per la liberazione della Patria. Fulgido esempio di altissimo amor Patrio e di sovrumano spirito di sacrificio. Verona 9 settembre 1943-Fossano 9 agosto 1944"

Anche Enzo come ufficiale partigiano si comporta valorosamente, operando in Val Maira, in Val Varaita, nelle Langhe, fino alla liberazione di Asti. Proseguirà poi la carriera militare dedicandosi anche con successo all'equitazione. Sarà presidente dell'UNIRR (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia), sezione di Torino, tra gli anni '80 e 2000 occupandosi del rientro in Italia delle salme dei caduti e incontrando spesso i giovani per mantenere viva la memoria di quegli eventi. Scompare nel 2013.


Una immagine di Enzo Paglieri

Samuel Rimoldi
12-09-2021