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Storie di caduti in Russia

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Fante Pavsic Stanislao

Samuel Rimoldi

 

Busta affrancata per una lira inoltrata attraverso l'ufficio di Posta Militare n. 42 in data 31.10.1942, all'epoca operante sul fronte russo ed indirizzata a Lom di Tolmino presso Santa Lucia d'Isonzo.

Il ritrovamento di questa lettera ci permette di ricordare un aspetto della nostra storia poco noto ai più e cioè quello dei militari di lingua slovena che combatterono nelle file dell'esercito italiano durante la seconda guerra mondiale.

A seguito degli accordi di pace successivi al primo conflitto mondiale il 4 luglio 1919 viene istituita la provincia di Gorizia, comprendendo l'austriaca Contea Principesca di Gorizia e Gradisca occupata dall'esercito italiano nei mesi precedenti. Un'alta percentuale della popolazione ivi residente è di lingua ed etnia slovena.
Soppressa nel 1923 dal governo fascista che intendeva riorganizzarla abolendo le precedenti amministrazioni locali che ancora esistevano, è ricostituita nel 1927.

La politica del governo fascista è quella di un'italianizzazione forzata di quei territori imponendo tra l'altro la lingua italiana, che era comunque già diffusa tra la popolazione; gran parte degli impieghi pubblici sono assegnati ad appartenenti del gruppo etnico italiano; con la legge n. 2185 del 01.10.1923 è abolito l'insegnamento della lingua slovena nelle scuole, per la sola lingua italiana; gli insegnanti sloveni sono gradualmente sostituiti con quelli italiani, spesso provenienti da altre regioni italiane; con il R. Decreto n. 800 del 29.03.1923 è imposta l'italianizzazione di moltissimi nomi di località; con il R. Decreto Legge n. 494 del 07.04.1927 sono italianizzati molti cognomi di origine slovena.

Va quindi da sé che gli uomini in età di leva prestassero servizio militare nel Regio Esercito Italiano. Il mittente della lettera che prendiamo in esame è il fante Pavsic Stanislao nato il 10.11.1914 a Cal di Canale, arruolato nella 10^ Compagnia del 90° Reggimento Fanteria, Divisione Cosseria.

Stanislao scrive in lingua slovena alla signora Winkler Ema a Lom di Tolmino presso Santa Lucia d'Isonzo.


Nella lettera, il cui contenuto è stato tradotto dal prof. Veselko Guštin:

"Cara Ema
Non essere arrabbiata se non ti ho risposto subito, poi ti ho scritto io, non mi hai risposto. Perciò adesso ti scrivo io. Grazie che hai pregato per me, quel giorno ne avevo bisogno.
Mi hanno scritto che il carnevale si farà. Andranno anche questi a Trieste per cercare i musicisti.
Mi hai detto che ti devo scrive, come è in questi posti? Case piccole di legno, senza malta, e dentro come da zingari. Non hanno fame seppure la guerra durra già 2 anni. In cantina hanno 100 q di grano, ma del scorso anno, di quest'anno niente, è rimasto sui campi. Il pane che mangiamo è da questo grano.
»Varišne« sono belle solo non si danno a vedere, non so perché forse per la guerra. Non sono come nostre ragazze che fanno compagnia con ogni che viene.
Per il momento questo, per altra volta scriverò di più.
Un saluto ha te e a tutti famigliari Stanko.

Scusa se scrivo in stile 900."

La Divisione Cosseria è trasferita sul fronte russo tra la fine di giugno ed i primi di luglio del 1942. Posta dapprima nelle retrovie come unità di riserva, ad agosto è spostata in prima linea sostenendo duri scontri con i russi, mantenendo le posizioni al costo di gravi perdite.

A Dicembre la divisione è schierata nella zona tra Ivanowka e Novo Kalitwa. Il nostro Stanislao risulta disperso dal giorno 6 dicembre: come il capitano Marchetti ricordato in un precedente articolo, probabilmente Stanislao scompare nel corso di uno scontro tra pattuglie e la sua salma non viene recuperata a causa della grande offensiva che si scatena dall'11 dicembre portando la Divisione, o almeno buona parte di essa, al ripiegamento a partire dal giorno 17.

Samuel Rimoldi
07-12-2021