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E SE...

diciassettesima riflessione di un novantenne


di Giorgio LANDMANS

 

Una collezione di francobolli?
Oggi fare una collezione di francobolli per paese sta diventando un gioco pesante.
Già perché è facile sfruttare la scia di certi criteri striscianti che poi ristrusciano indisturbati nelle teste del popolo incolto che però si ritiene colto..
Ho sentito dire…., si dice ….. e ti resta dentro qualcosa e non sai mai in quale forma quel qualcosa t’ è restata dentro.
Così l’aberrante giornalistico urlo, il diffuso criterio dei tempi passati fa sì che una collezione di francobolli o di storia postale resta come l’ idea di accumulazione di qualcosa che poi frutterà denaro e forse ancor più denaro...
Si perde così l’ idea del gioco da giocare. In fondo in ogni gioco c’ è un sottofondo parafinanziario e la sfida e la tenzone d’ un tempo non viene più fatta a suono d’ armi stridenti, ma dal nascosto colore di denaro sonante …
Le sfide allora sfociano in lussuriose Esposizioni dove, ben nascosto, sta il colore di moneta sonante.
Il lontano piacere di una lieta spiegazione, il piacere di una lenta dimostrazione, e anche l’esposizione di tempo passato a studiare, a cercare, a ricercare, a far combinare il momento e l’ ora di quel gioco solitario, è diventata oggi l’ esposizione silenziosa di quanto denaro si è disposto, si è messo.
Si mostra il denaro non si mostra lo studio ed io gioco a studiare.
I giudici giudicheranno così, non sarà la cultura, non sarà nuova conoscenza che ne deriva, ma sarà per i chiamati a svelare l’acre odore di denaro che vi sta sotto.
Una collezione di francobolli? Una collezione di storia postale?
E' gioco del tempo passato!
Tutto va bene, ma è sempre mal di soldi dove non c’ è medico curante.

Curi una ditta che produce e/o distribuisce del vino? Una anticamera tappezzata di antiche cartoline intestate a passate ditte inerenti il tuo lavoro (non chiamiamolo mestiere, è brutto) e il tuo cliente resta seduto in attesa d’ essere forse da te ricevuto o da qualcun altro e guarda, esamina.
Già a Napoli… ma guarda, anche a Milano, ma anche a Canicattì… anche lì vi erano Ditte e un uomo o più vi lavoravano e guadagnavano il pane per il loro vivere.
In quei tempi era prestigio farsi intestata la carta da lettere e forse anche ribadirlo sulla busta o sulla cartolina così pronti ad una pronta risposta...
Si potrebbe allora fare il gioco della storia del proprio lavoro? Non li fai perché forse temi la concorrenza di morti?
In tante piccole o grandi cornici hai sistemato la tua piccola modesta esposizione. Hai giocato un gioco che potevi giocare, è stato per te un passatempo e forse hai, il nuovo cliente ha capito che hai capito qualcosa in più del tuo concorrente.
Alla fine è il tempo che comanda e non è il soldo l’ unico bene.
Capisci che devrai scomparire ma lascerai una traccia.
Dove è studio non è mai a vuoto. E così sarò il tuo domani. Lascerai forse una traccia e forse gli altri non riusciranno a capire. Ma il tuo tempo si è riempito e quella Esposizione non sarà mera esposizione di nascosto denaro.
Forse oggi quel cliente che ti aspetta guarderà quella piccola tua modesta Esposizione e domani sarà forse curioso e ti chiederà. Quel giorno tu gli risponderai e forse diventerete amici.
La vita poi corre, che chiedi di più?

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