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il frazionario, questo sconosciuto

di Mario Pozzati
per gentile autorizzazione di AICPM e ANCAI


Uno degli elementi chiave in una ricerca sugli uffici postali italiani, compresi quelli militari, è il numero frazionario, che individua univocamente ogni ufficio dotato di contabilità autonoma. Questo numero identificativo, rimasto invariato per la maggior parte degli Uffici fin dall’epoca della prima attribuzione, presenta per altro alcuni aspetti ancora sconosciuti, che hanno resistito ad anni di ricerche. Dato che tale argomento riguarda anche gli uffici postali militari italiani pensavo di riassumere, anche sulla nostra rivista, le conoscenze in merito, frutto tra l’altro di ricerche condotte dai soci ANCAI, riassunte in alcuni articoli apparsi sulla relativa rivista “L’Annullo”. Ricordo che un articolo in merito apparve anche sul n. 76 del novembre 1997 della nostra rivista a firma di Bruno Deandrea.

La struttura di questo codice matricolare è quella di una frazione (da cui il nome), e precisamente reca prima un numero che individua la provincia e poi un numero che individua l'ufficio nell’ambito di quella provincia.

Il nostro numero lo troviamo oggi comunemente sulle ricevute dei conti correnti accettati con le nuove macchine (si veda sopra il 24/21 corrispondente al 21° ufficio – Codigoro – della 24^ provincia – Ferrara), oppure sui vecchi vaglia e sui documenti dei servizi a risparmio. E’ anche comparso negli anni ’20 nei timbri postali al posto della provincia (altra vicenda non ancora chiarita). Da tutto ciò avrete capito che era nato per i servizi a danaro, e precisamente per individuare univocamente ogni ufficio postale che potesse avere a che fare con tali servizi nell’ambito delle relative contabilità. Vediamo quindi un po’ meglio qual è stata la sua storia.

Il 28/05/1905 venne nominata una commissione di studio sull’ordinamento e la pratica delle Casse di Risparmio, e questa commissione, tra le altre cose, studiò come numerare gli uffici postali per evitare gli errori dovuti alle omonimie o comunque ai nomi simili. A questo proposito voglio qui ricordare un fatto che noi spesso ci dimentichiamo: all’epoca tutti i documenti venivano redatti a mano in corsivo, e sbagliare a leggere una lettera era facile; ora, dopo decenni di macchine da scrivere prima e computer dopo è facile dimenticare questo particolare…

La soluzione venne pensata attribuendo ad ogni ufficio che poteva tenere una contabilità un numero scritto sotto forma di frazione: come dicevo prima sopra c’è un numero indicativo della provincia e dopo un numero indicativo dell’ufficio. Per far ciò le provincie vennero numerate in ordine alfabetico (da 1 a 69, in quanto all’epoca mancava il Trentino e la Venezia Giulia, Zara, e le varie provincie costituite dagli anni ’20 in poi), tenendo il 70 per gli uffici all’estero, e il 71, 72 e 73 per le Navi, i Consolati, e forse qualcos’altro (queste notizie sono in parte ancora dubbie). A seguire vennero attribuiti i numeri alle provincie via via create (ma solo quando veniva aperto il reparto ragioneria delle relativa Direzione provinciale delle Poste). Per una panoramica completa dei numeri oltre il 69 si veda lo specchietto finale.

Gli uffici vennero anch’essi numerati progressivamente in ordine alfabetico, e quelli aperti successivamente alla prima attribuzione del 1905 ricevevano via via il primo numero libero.

Da quanto detto risulta chiaro che questo numero (confrontato con gli altri della stessa provincia) ci dà varie informazioni sull’ufficio, ad esempio se era nella prima serie (in ordine alfabetico) ci dice che quell’ufficio era già aperto ad inizio ‘900. Però a livello collezionistico tutto ciò non è mai interessato più di tanto, anche perché a noi collezionisti, di solito, interessano i pezzi che abbiano a che fare coi francobolli, mentre il nostro frazionario coi francobolli ha a che fare solo per puro caso (ed esempio per gli annulli numeralizzati, o per il breve periodo in cui fu in vigore la tariffa del diritto di ricevuta di 10 lire sui vaglia). Per capire meglio la storia degli uffici postali italiani, invece, è necessario, secondo me, considerare il frazionario come una chiave primaria per comprendere meglio le cose.

Ricordo poi che ultimamente il nostro frazionario è stato chiamato ad individuare gli uffici postali, oltre che per tutti i servizi a danaro, anche per altri servizi, come quelli di corriere (postacelere, paccocelere, pacco postale, ecc.), nella ricerca nel database degli uffici postali presente sul sito Internet delle Poste, ed ha cominciato a ricomparire (sporadicamente) in alcuni timbri.

 

Tornando alle vicende iniziali vediamo però che nell’elenco degli uffici del 1909 non ce n’è ancora traccia, ed infatti la legge che emana tutta la materia è la n. 719 del 24/12/1908, in vigore dal 1/8/1909 (Riforma della contabilità delle Poste). Le disposizioni operative agli Uffici relativamente ai nuovi libretti di risparmio sono impartite col § 314 del Bollettino Ufficiale n. 13 del 1909, vari richiami seguono poi nel B.U. n. 25 del 1909, e col § 429 del B.U. n. 18 del 1910 viene annunciata la distribuzione di un “timbrino” da mettere sui vari moduli di servizio.


 prima attribuzione                              data istituzione                        attribuzioni successive

(denominatore da 1)                   provincia.          frazionario                    e domande

 

70 Uffici all'estero                                                1905 ?             perché non riattribuito?

71 Casse Navali                                                  1905 ?             dal 1971 Isernia (prov. dal 1971)

72 Casse risp. it. all'estero ?                                 1905 ?             dal 1974 Oristano (prov. dal 1974)

73 Casse risp. it. all'estero                                    1905 ?             perché non riattribuito? ancora esistente?

74 Trento                                   1923                  1923 ?             (poi scorporato Bolzano)

75 Trieste                                   1923                 1923 ?             (poi scorporate Pola e Fiume)

76 Zara                                      1923                  1923 ?             dal 1951 Asti (prov. dal 1935)

77 Pola                                      1923                  1923 ?             perché non riattribuito?

78 La Spezia                              1923                  1923 ?             -

79 Taranto                                  1923                 1923 ?             -

80 Fiume                                     1924                 1924 ?             dal 1951 Nuoro (prov. dal 1927)

81 Frosinone                              1927                   1927 ?             ebbe il frazionario perché gli furono passati

                                                                                                    gli uffici della ex provincia di Caserta (?)

82 Etiopia – poi Scioa               1936                    1936               perché non riattribuito?

                                                                                                   da 1/10/36 scorporati gli altri Governatorati

83 Eritrea                                   1936 ?                 1936               dal 1951 Enna (prov. dal 1927)

84 Amara                                   1936                    1936               dal 1951 Pescara (prov. dal 1927)

85 Galla e Sidamo                      1936                    1936               dal 1951 Pistoia (prov. dal 1927)

86 Harar                                    1936                    1936               dal 1951 Savona (prov. dal 1927)

87 Somalia                                 1936 ?                 1936               dal 1951 Brindisi (prov. dal 1927)

88 Bolzano                                 1927                1936/’41 ?          perché disaggregato da Trento?

89 Spalato                                  1941                    1941               dal 1951 Varese (prov. dal 1927)

90 Cattaro                                  1941                    1941               dal 1951 Vercelli (prov. dal 1927)

91 Lubiana                                 1941                    1941               dal 1965 Pordenone (prov. dal 1968)

92 P.d.C.                                   1943/’44              1943/’44         dal 1951 Terni (prov. dal 1927)

93                                                                                                  dal 1951 Matera (prov. dal 1927) perché dal 101?

94                                                                                                  dal 1951 Rieti (prov. dal 1927) perché dal 101?

95                                                                                                  dal 1951 Viterbo (prov. dal 1927) perché dal 101?

96                                                                                                  dal 1951 Latina (prov. dal 1934) perché dal 101?

97                                                                                                  dal 1951 Ragusa (prov. dal 1927) perché dal 101?

98                                                                                                  dal 1951 Aosta (prov. dal 1927) perché dal 101?

99                                                                                                  dal 1951 Gorizia (prov. dal 1927) perché dal 101?

 

Come si vede le cose sono fin qui abbastanza dettagliate, ma a tutt’oggi rimangono però dubbi alcuni aspetti. Riferendoci alla tabella riassuntiva dei numeri provinciali assegnati successivamente al 69 vediamo quali sono queste lacune:

1.        All'epoca dell'attribuzione (che ricordo venne fatta per l’uso solo per i servizi di risparmio, e all’inizio non per i vaglia) le 69 province allora esistenti furono elencate in ordine alfabetico, ma le attribuzioni successive rimangono oscure per vari aspetti; precisamente, riferendomi all’ultima colonna della tabella precedente, i dubbi sono i seguenti:

a)       nel 1905 vennero attribuiti già anche i numeri 70, 71, 72 e 73? Il 72 venne dato anch’esso al Ministero degli Affari Esteri per le rimesse degli emigrati? E se sì, perché, dato che c’era già il 73?

b)       perché venne attribuito un frazionario nuovo (74, 75, ecc.) per le provincie costituite od annesse fino al 1924, mentre quelle costituite dopo il 1927 vennero aggregate contabilmente ad altre già esistenti, ed ebbero un reparto Ragioneria e di conseguenza frazionario proprio (dopo varie vicissitudini) solo dal 1/7/1951 (B.U. n. 15/1° suppl. del 21/5/1951 e B.U. n. 20 § 194 dell'11/7/1951, che riproduce la circolare 7/AG-231del 20/6/1951)?

c)       perché (e da quando) tra le province istituite nel 1927 solo Frosinone ebbe un frazionario proprio prima degli altri? Forse perché gli vennero aggregati parte degli uffici della soppressa provincia di Caserta?

d)       perché e quando Bolzano ebbe un proprio frazionario venendo disaggregato da Trento?

e)       perché le province che ebbero i frazionari da 93 a 99 ebbero un denominatore che partiva da 101, benché quei frazionari non fossero mai stati prima attribuiti ad altre provincie?

f)        perché certi numeri (70, 73, 77, 82) non vennero riattribuiti dopo la guerra?

g)       perché le province metropolitane della Libia ed il Fezzan mantennero il frazionario 70 (assieme all'Egeo), a differenza di Eritrea e Somalia che passarono rispettivamente dal 70 all'83 ed dal 70 all’87?

h)       Mentone ebbe un frazionario, analogamente a Lubiana, Spalato e Cattaro? Nessuno l’ha mai visto finora, però i servizi a danaro venivano effettuati: fu forse aggregato alla provincia di Imperia? Con che numeri? Forse con il 50/79 e seguenti?

i)         l'Albania (compreso il Kossovo annesso) ed il Montenegro, benché non annessi direttamente all'Italia, ebbero anch'essi il frazionario? Se sì, quale? Pare proprio di no, anche perché i relativi ordinamenti postali erano diversi da quelli italiani. Idem per le Isole Jonie.

2.        Gli uffici di Posta Militare che frazionari ebbero? Vari esempi sono stati riprodotti nell’articolo di Emanuele Gabbini “Pacchi e servizi a danaro” pubblicato nel n. 85 del marzo 2001.

Non abbiamo ancora trovato nessun dato per gli uffici operanti durante la campagna di Libia (1911/12), mentre durante la prima guerra mondiale i libretti di risparmio richiesti agli uffici di posta militare venivano emessi direttamente dal Ministero, e quindi probabilmente non vennero dotati del frazionario né di Bologna né di Lecce, provincie cui erano contabilmente aggregati.

Durante la guerra di Spagna il frazionario era già in uso anche per i vaglia, ed agli uffici venne attribuito il 55/ (che individua la provincia di Roma, o meglio la Ragioneria della Direzione Provinciale delle Poste di Roma); si conoscono il 55/658 per l’U.P.S. 2 ed il 55/666 per l’U.P.S. 8 (si veda anche il lavoro di Cadioli e Cecchi sulla guerra civile spagnola – Quaderno n. 18 dell’I.S.S.P.).

Durante la guerra d'Etiopia (1935/36) gli uffici postali militari ebbero il frazionario 40/ (Napoli), mentre durante la seconda guerra mondiale (1940/41) gli uffici postali militari in A.O.I. ebbero l’82/ (Addis Abeba).

Gli uffici P.M. aperti per la campagna d’Albania ebbero il 55/ (Roma), e conservarono il medesimo frazionario anche durante la 2^ guerra mondiale.

Per la seconda guerra mondiale, infine, i nostri uffici postali militari ebbero il frazionario 55/ (Roma); ciò dovrebbe implicare una dipendenza contabile dalla Ragioneria della Direzione Provinciale di Roma, mentre sappiamo che le dipendenze contabili sono variate sia nel tempo che per i vari uffici. Tutto ciò vale per il periodo 1940/1943, e per il Regno del Sud anche per il 1943/46.

La Posta da Campo della R.S.I. ebbe invece il 92/ (primo frazionario libero dopo il 91/ attribuito a Lubiana), anche se la cifra sotto non era progressiva ma era il numero dell’Ufficio (ad esempio la P.d.C. 827 aveva il frazionario 92/827 – v. articolo di Buzzetti e Vironda sulla “Tribuna del Collezionista n. 260).

Abbiamo cercato per anni gli elenchi di tali frazionari, ed anche la Direzione Provinciale di Roma, da noi interpellata, che proseguì la richiesta all'ex Direzione Centrale per i Servizi Ispettivi, tramite la sua Div. IV / Sez. IV / Uff. "M" ci rispose che tutti gli incartamenti erano stati passati all'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, che a sua volta li aveva passati all'Istituto di Studi Storico Postali di Prato. In effetti gli incartamenti sono nella biblioteca dell'Istituto, e contengono indicazioni di tutti i tipi, ma non sul frazionario attribuito.

Durante l’AMG-FTT gli uffici mantennero il frazionario 75/, ed anche Sgonico (aperto nell’ottobre 1947 – si veda. nel timbro la dicitura T.L. Trieste al posto dell’indicazione della provincia) proseguì con le regole italiane.

3.        Sempre a proposito della provincia di Roma, sia il grande numero di uffici urbani sia il fatto che ebbero frazionario 55/ varie altre provincie aggregate nonché vari uffici di Posta Militare (vedi punti precedenti) fece sì che al 1/7/1951 (data di attribuzione dei nuovi frazionari alle provincie ex aggregate) si fosse già arrivati al 55/971. Dopo questa data i frazionari attribuiti ai nuovi uffici via via aperti seguono due vie: in piccola parte proseguono, in parte "ripescano" numeri più bassi (pochi 300 e 400, poi dal 512 in su). Il 999 viene comunque raggiunto nel 1986, e quindi da vent’anni si "ripesca" e basta: ma cos'erano questi numeri liberi? Forse quelli degli ex Uffici di posta militare? I numeri degli Uffici delle ex provincie aggregate non li abbiamo mai visti riutilizzati. Questo argomento meriterebbe una disamina più approfondita, che mi riprometto di fare in futuro, tempo e dati permettendo.

Nel caso dei ripescaggi, però, uno stesso numero viene ad individuare due diversi uffici, sia pure in diversi periodi di tempo; identica situazione si verifica per i frazionari riattribuiti alle provincie ex aggregate, dove si è sì ripartiti dal denominatore 101, ma spesso la vecchia attribuzione arrivava ben oltre (ad esempio la provincia di Lubiana arrivava a 91/148, mentre Pordenone ricomincia da 91/101, quindi con ben 48 frazionari "doppi").

4.        Da quando alle ricevitorie (ex collettorie) non è più stato attribuito il frazionario? Forse dal 1/10/1952, con la riforma del D.P.R. 5/6/1952 n. 656 e relativo Regolamento D.P.R. 20/10/1953 n. 1234? Inoltre perché anche ad alcuni uffici principali non è stato attribuito un frazionario (ad esempio Bari Porto)?

A tali curiosità ed anche ad altre avrebbe potuto rispondere facilmente l’elenco dei frazionari che senz’altro le Poste hanno, ma solo nel 2005 siamo venuti a sapere che, incredibile ma vero, tale numero viene attribuito ancora oggi come cent'anni fa (infatti funziona bene…), e precisamente con un "librone", una pagina per provincia, e aggiornato a penna. Dopo aver saputo chi fisicamente ce l'ha e lo aggiorna (all’epoca la Divisione Rete Territoriale nelle persone di due dipendenti, di cui in questa sede tralascio i nomi), abbiamo chiesto di farne aver una copia non direttamente a noi ma al Museo, all'istituto di Prato, alla Biblioteca delle Poste, insomma a chi gli pareva e che istituzionalmente ne avesse diritto. In un primo momento è sembrato tutto facile, poi improvvisamente il terrore burocratico-manageriale della segretezza ha mandato tutto a monte. Sconsolati abbiamo provato anche direttamente con Sarmi (l’amministratore delegato), a cui è stato consegnato un piccolo promemoria spiegato anche a voce, ma evidentemente da quell'orecchio non ci sente... Anche l'Ufficio Stampa (interpellato per altra via) ha dovuto comunicarci un no. Da notare che il frazionario è esposto all’ingresso di quasi tutti gli uffici postali, e che viene impresso su qualsiasi documento passi in una macchina delle poste, dalla raccomandata al bollettino al versamento. E’ sempre stato pubblicato nei Bollettini Ufficiali e negli Elenchi degli uffici pubblicati periodicamente, e quindi il rifiuto di tale informazione ormai storica non è dovuto a segretezza ma secondo noi soprattutto a quell’atteggiamento di arroganza che molto spesso esercita chi ci vuole chiamare “clienti” ma ci considera solo limoni da spremere, e magari fossero solo le Poste… Quindi, come ogni thriller, finisco questo racconto lasciandovi in sospeso, col seguito alla prossima puntata… sperando che ci sia!

prima del 1.7.1951: mostro sopra Montefiascone con il vecchio frazionari 55/ di Roma.

Per completare la panoramica sul nostro frazionario elenco di seguito in ordine alfabetico le 69 provincie esistenti nel 1905, ricordando che le discrepanze fra l’ordine numerico e quello alfabetico derivano dal fatto che tre città avevano nomi diversi da adesso, e precisamente Agrigento (Girgenti), L’Aquila (Aquila) e Imperia (Porto Maurizio, in seguito unita ad Oneglia per creare l’attuale Imperia):

29 Agrigento, 1 Alessandria, 2 Ancona, 4 Arezzo, 5 Ascoli Piceno, 6 Avellino, 7 Bari , 8 Belluno, 9 Benevento, 10 Bergamo, 11 Bologna, 12 Brescia, 13 Cagliari, 14 Caltanissetta, 15 Campobasso, 16 Caserta, 17 Catania, 18 Catanzaro, 19 Chieti, 20 Como, 21 Cosenza, 22 Cremona, 23 Cuneo, 24 Ferrara, 25 Firenze, 26 Foggia, 27 Forlì, 28 Genova, 30 Grosseto, 50 Imperia, 3 L'Aquila, 31 Lecce, 32 Livorno, 33 Lucca, 34 Macerata, 35 Mantova, 36 Massa Carrara, 37 Messina, 38 Milano, 39 Modena, 40 Napoli, 41 Novara, 42 Padova, 43 Palermo, 44 Parma, 45 Pavia, 46 Perugia, 47 Pesaro, 48 Piacenza, 49 Pisa, 51 Potenza, 52 Ravenna, 53 Reggio Calabria, 54 Reggio Emilia, 55 Roma, 56 Rovigo, 57 Salerno , 58 Sassari, 59 Siena, 60 Siracusa, 61 Sondrio, 62 Teramo, 63 Torino, 64 Trapani, 65 Treviso, 66 Udine, 67 Venezia, 68 Verona, 69 Vicenza.

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l'intervento di Paolo Saletti,

"Articolo molto interessante, che precisa alcune cose che cercavo da anni. Fra le poche domande a cui posso rispondere io, dopo le ricerche che feci sulla provincia di Siena, segnalo che la riattribuzione dei numeri di uffici chiusi avvenne solo nei primissimi anni (diciamo prima della I G.M.) e che dopo, tutt'oggi, restano vuoti perché ai nuovi uffici danno un nuovo numero, anche talvolta saltandone uno o due senza apparente motivo. Volevo anche ribaire che, come per le mie ricerche, l'unico ente che non collabora mai, nemmeno con le cose più banali quali l'elenco degli uffici di una provincia, è Poste Italiane ad ogni livello !!! L'unica possibilità è cercare gli elenchi sul loro sito perché lì ci sono (forse loro non lo sanno..) e con tanto di codice frazionario... semmai è bene fare le stesse ricerche per due o tre volte. magari iniziando con una provincia che si conosce bene, in quanto i risultati non sono sempre univoci (altro mistero)."

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Il contributo di Gerardo Cacciari,

Scrivo a proposito del vostro recente articolo sui frazionari postali. Tempo fa mi ero costruito anche io un elenco di numeri frazionari, partendo da varie fonti trovate su internet, e il mio elenco è quasi del tutto coincidente col vostro fatte salve alcune piccole differenze:

Fraz. 70: nel mio elenco l'ho registrato come Venezia Tridentina o come Egeo, voi lo segnate come Uffici all'estero. Vedete inoltre quanto scrivo dopo.

Fraz. 71: io l'ho come Venezia Giulia, poi passato a Isernia (attuale). Voi invece lo assegnate alle Casse navali.

Fraz. 72: io l'ho come Zara (che voi invece mettete al numero 76 che ora è di Asti). Voi invece lo indicate come Casse di risparmio per italiani all'estero.

Non ho certo la pretesa di avere informazioni più precise, voglio solo condividere quel che so e mi chiedo quali siano le informazioni più esatte.

Inoltre, ho scoperto quasi per caso che il famoso frazionario 70/xxx, non più utilizzato dai tempi della seconda guerra mondiale, è stato finalmente riutilizzato, forse da poco, per un ufficio della provincia di Roma! L'unico che sono riuscito a trovare facendo un po' di prove empiriche è il 70/001 che corrisponde a Filacciano. Forse il 55/xxx è talmente pieno che si sono infine decisi a riciclare il 70/xxx. Guardate:

http://www.poste.it/online/cercaup/imprese/dati_ufficio.php?fraz=70001

Dato che ci sono vorrei chiedervi che informazioni avete a proposito di frazionari "anomali" tipo 11/001A01 (vedere link seguente). Ho visto che ce ne sono parecchi nella provincia di Roma, la mia impressione è che vengano utilizzati per uffici speciali o temporanei. Mi sapete dire qualcosa in più?

http://www.poste.it/online/cercaup/imprese/dati_ufficio.php?fraz=11001A01


Grazie,
G. Cacciari (Bologna)


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ancora un contributo di Paolo Saletti,

Quelli che Cacciari definisce frazionari anomali (non vedo perché anomali... forse perché sono diversi dai soliti...) sono dei nuovi frazionari, in uso da pochissimo tempo, che sostiuiscono i frazionari originali quando un Ufficio non dipende più direttamente dalla Direzione Provinciale ma da un altro Ufficio, prendendone il frazionario (ovviamente per tutte le implicazioni contabili che ciò comporta) con l'aggiunta della A ed un numero progressivo in ordine alfabetico... faccio un esempio pratico che è meglio: in provincia di Siena oggi gli Uffici di Campiglia d'Orcia e Vivo d'Orcia dipendono direttamente dall'Ufficio di Abbadia San Salvatore e non dalla Direzione di Siena quindi hanno, rispettivamente, i frazionari 59002A01 e 59002A02, dove 59002 è il frazionario di Abbadia San Salvatore ed il resto quanto detto sopra, ma credo sia importante rimarcare che gli originari frazionari dei due Uffici, rispettivamente il 59013 ed il 59080, sono stati soppressi. Spero d'aver risposto esaurientemente...


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