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Quattro chiacchiere sul CAP e sull'automazione postale

di Marino Bignami


Quelle barrette verticali di colore nero e arancione fluorescenti (qualche volta rosa) che troviamo sulla parte bassa delle buste che ci vengono consegnate dal portalettere, sono la codifica automatica del codice postale e dell'indirizzo che è stato scritto sulla corrispondenza dal mittente. L'operazione è stata effettuta nei centri di meccanizzazione postale.

Dal loro esordio, avvenuto oltre quarant'anni fa, le cinque cifre del CAP (divise in due serie di 3+2) hanno sempre svolto la loro funzione di identificare il luogo di consegna della nostra corrispondenza.
Le cinque cifre del CAP sono state lette da una macchina (scanner) nei centri CMP (Centri di Meccanizzazione Postale) e trasformate in segni grafici che ne permettono lo smistamento.

Potente e moderno impianto di smistamento di un CMP che provvede a suddividere per zone postali.
(immagine ripresa da "Il gabbiano" rivista interna delle Poste Italiane.)

Come è noto le prime due cifre del CAP rappresentano la provincia, la terza cifra se è un 1 si riferisce al capoluogo di provincia e le seguenti due (quarta e quinta) alla zona postale della città; invece se la terza cifra è uno 0, le seguenti rimandano alle zone postali della provincia determinate dalle ultime due cifre. Esempio:

MILANO

CAP - 20100

MILANO - VIA OGLIO

CAP - 20139

CINISELLO B. - (MI)

CAP - 20092


Al fine di ottenere la meccanizzazione della vecchia e manuale "carteggiatura" della corrispondenza era essenziale poter "leggere" l'indirizzo automaticamente, suddividerlo in zone postali via via sempre più specifiche. La moderna trascrizione del CAP è realizzata in barrette di colore nero, posizionate sulla destra del fronte busta e sono lette dalle macchine dello smistamento da destra verso sinistra. Da qualche tempo però (?) i numeri "neri" sono aumentati e alla serie di cinque numeri del CAP scritto dal mittente, ne sono stati aggiunti altri quattro ricavati evidentemente dall'indirizzo che è stato letto dalle macchine nei centri CMP (Centri di Meccanizzazione Postale) e trasformati in segni grafici di colore nero, che
lette dalle macchine ne permettono lo smistamento .
I pacchetti singoli, sono ritirati dai portalettere senza l'applicazione del bollo a data di arrivo di antica memoria. La motivazione ufficiale è per non ritardare la consegna della corrispondenza che resta pertanto senza testimonianza dei tempi di consegna.
Le barrette in colore, che sono probabilmente codificate in un secondo tempo e riportate sulla sinistra del fronte, descrivono altre informazioni relative alle istruzioni di servizio; non ultimo penso anche con il ricorso ad un database completo che le poste hanno di tutti gli abitanti (infatti esiste un servizio Postatarget che può essere richiesto per una zona postale specifica a cui non occorre fornire gli indirizzi, basta consegnare alla posta il testo su supporto elettronico e le zone di interesse, poi l'amministrazione postale pensa a farle recapitare nominativamente agli abitanti della zona). La cosa si evince dalla nota che è inserita (in caratteri microscopici) sul fronte della lettera inviata in occasione delle ultime elezioni politiche.

Informativa (art.13 d.lgs. 196/2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali) Il Partito Democratico con sede in Roma, piazza S. Anastasia 7, intende informarLa che i dati personali (nominativo ed indirizzo) utilizzati per l'invio della presente comunicazione sono stati estratti da un archivio elettronico di proprietà di Postel, che ne ha curato la stampa, l'imbustamento e l'inoltro tramite Poste Italiane S.p.A. In tale archivio, gestito anche con strumenti elettronici e per la farniture di servizi relativi ad analoghe iniziative da parte di Postel S.p.A, Quale autonomo titolare del trattamento (con sede in Viale Guglielmo Massaia 31, Roma), sono stati registrati negli scorsi anni dati ricavati da elenchi telefonici ed altri registri pubblici, all'epoca conoscibili da chiunque, e già utilizzati per inviarLe in passato materiale di propaganda elettorale o politica, nel rispetto della previgente normativa sulla protezione dei dati personali. Lei può in ogni momento accedere ai Suoi dati, ottenere di non ricevere più materiale di propaganda, opporsi al trattamento dei dati o chiedere di integrarli, rettificarli, ecc. (art, 7 d.lgs. 196/2003) rivolgendosi al responsabile del trattamento designato da Postel, ossia al Responsabile Service Unit Direct Marketing & Door-to-Door, con sede in Viale Cassala 46. 20143 Milano.

Per arrivare a tale risultato ipertecnologico da "grande fratello" il cammino è stato però lungo e non privo di cambiamenti di tecnologia. per riuscire a codificare anche le scritte vergate manualmente.
Per fare un pò di storia dobbiamo ricordare che i primi tentativi di razionalizzare la consegna e lo smistamento furono effettuati nell'Ottocento nella città di Roma suddividendo la città secondo i punti cardinali nord - sud - est- ovest, ma vennero subito abbandonati per la scarsa adesione degli utenti.
Si ritentò poi nel lontano 1920 istituendo i quartieri postali e assegnando loro un numero, si trattava di apporre la cifra corrispondente accanto alla località di destinazione; se non era presente sull'invio, veniva applicato un bollo con il numero del quartiere postale durante la suddivisione per i portalettere, ma anche questo ebbe poco successo benchè si trovino bolli di quartiere postale ancora negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale. Negli anni "50 del Novecento si ritentò con poca incisività la reintroduzione dei quartieri postali, ma il periodo caotico causato dell'assunzione ministeriale di tutti gli addetti e la relativa sindacalizzazione gelò sul nascere il tentativo.

A sinistra volumetto del 1967 con l'elenco completo dei CAP e le istruzioni d'uso, a destra il tagliando distribuito ai privati dal mese di aprile.

Un utente particolarmente ligio ha seguito le indicazioni nei primi giorni d'uso del CAP

Finalmente per cercare di accelerare la lavorazione della corrispondenza nel 1967 si introdusse il CAP con la ferma determinazione che non poteva più essere rimandato.
Il "Codice di Avviamento Postale", fu lanciato con grande pubblicità e con l'emissione di francobolli che ne propagandavano l'uso, nei mesi precedenti l'entrata in funzione fu stampato un volumetto che fu consegnato a tutte le aziende, a tutti invece, compreso i privati, (dal mese di aprile) fu recapitato al domicilio un tagliando con il numero di codice della zona da conservare come promemoria.

Il direttore generale Ponsiglione nella presentazione del volumetto con tutti i codici d'Italia affermava: " Tale indicativo verrà utilizzato per facilitare il lavoro di smistamento della corrispondenza ..... e costituirà la indispensabile premessa per la introduzione di impianti automatici di smistamento..."
Nonostante che il CAP fosse inizialmente usato per la selezione manuale della corrispondenza, senza costringere gli addetti a studiare la geografia del territorio ma limitadosi alla suddivisione per zone postali numerate, nei progetti si aspirava a farne in futuro un uso finalizzato alla massima meccanizzazione. Intanto la tecnologia avanzava e qualcuno si chiese se (per la posta ordinaria) non fosse stato possibile annullare il francobollo automaticamente, incombenza poco gradita dal personale e che frenava lo speditezza delle operazioni, tant'è che negli anni precedenti erano state soppresse prima la bollatura in transito e successivamente spesso anche quella all'arrivo. Per poter realizzare la bollatura automatica furono resi fluorescenti i francobolli che la macchina "vedeva" e annullava automaticamente. Il passo successivo fu quello di far leggere il CAP ad una macchina per automatizzare le operazioni di "avviamento"

CAP di Cinisello Balsamo letto da destra verso sinistra 20092 seguito da altre quattro cifre di servizio 5713

CODIFICA BARRETTE FLUORESCENTI CODIFICA BARRETTE CONTINUE NERE
Lette da sinistra, le due barrette fluorescenti e i tre spazi variamente combinati in verticale rappresentano i numeri riportati sotto, Lette da destra, la prima barretta è sempre presente, gli altri spazi orizzontali a sinistra di tre barrette e due spazi variamente combinati corrispondono alla cifra di destra.

A parte vari incidenti di percorso e sperimentazioni che durarono parecchi anni e resistenze interne del personale che temeva per i posti di lavoro, la prima applicazione pratica fu realizzata negli anni "80 ottenendo la codifica del CAP con l'introduzione del codice SARI "Sistema Automatico Riconoscimento Indirizzi" della società Elsag (Elettronica San Giorgio). Il sistema riusciva a "leggere" (con una buona percentuale) il numero di CAP sugli indirizzi e lo trasformava in una serie di barrette verticali fluorescenti. Se non riusciva nell'intento il sistema scartava l'oggetto e un operatore lo applicava manualmente sul fronte dell'invio digitando i numeri del CAP su una speciale macchina a tastiera. Tale codifica era composta da 5 spazi con 2 barrette fluorescenti e 3 spazi vuoti, queste erano variamente combinate secondo il codice binario (1 o 0 ) in rappresentanza dei numeri del CAP.

Ritaglio di immagine di una busta del 1983 proveniente da Taranto codificata con barre fluorescenti con CAP generico della città di Genova.
Notare alla sinistra il numero di controllo dell'operatore.

Il passo successivo fu la realizzazione negli anni "90 di un sistema per il riconoscimento ottico dei numeri manoscritti oltre a quelli applicati con macchina da scrivere.
Il processo di meccanizzazione fu possibile con la realizzazione di impianti di OCR "Optical Character Recognition" cioè lettura ottica dei caratteri che furono realizzati sempre dalla Elsag. Per realizzarlo fu imperativa la standardizzazione delle dimensioni della corrispondenza e dell'applicazione degli indirizzi.
Questa moderna descrizione automatica a barrette ha cominciato ad essere usata agli inizi degli anni Novanta, si basa sullo stesso principio della codifica binaria delle barrette fluorescenti che sostituiva, ma prendendo come base una serie di 6 spazi e non 5 come nel vecchio sistema. La ragione fu determinata dall'esigenza di avere una serie continua di barrette; perciò il primo spazio è sempre occupato da una barretta che segnala al lettore della macchina l'inizio della serie. Anch'essa è basata su 5 spazi vuoti o pieni, in questo caso però (i tre più due) sono dati da 2 spazi vuoti e 3 con barrette (vale a dire nel codice binario due zeri e tre uno).
Il sistema era completato dalla stampa automatica delle barrette (e dei relativi spazi vuoti) nella parte bassa sotto l'indirizzo dell'oggetto postale. Inizialmente anche per questo più sofisticato sistema, la codifica e la stampa relativa era limitata al CAP, anzi spesso era limitata ai soli tre numeri della città capoluogo di provincia posizionata sulla parte destra dell'invio. Successivamente il sistema si evolse e venne completata la serie di cinque barrette nere del CAP a cui furono aggiunti in seguito altri quattro numeri che comprendevano tutte le informazioni necessarie al trattamento, compresi i quartieri postali delle città.
Verso la fine del vecchio millennio la lavorazione della corrispondenza fu ulteriormente automatizzata aggiungendo altri dati in barrette in colore fluorescente sulla parte sinistra del fronte.
Presupponendo che fosse simile al codice binario stampato in nero, ho cercato di decodificarlo usando lo stesso metodo ma non ci sono riuscito, infatti ho visto a volte serie di 12 barrette continue, impossibili con la codifica delle barrette in nero precedentemente descritta. Mettendo a confronto fra loro le serie delle barrette colorate, ho rilevato che non esistono due serie di barrette uguali, anche su invii dello stesso tipo ricevuti da me nello stesso giorno. Evidentemente descrivono informazioni specifiche dell'invio con un codice diverso.

Recente (misteriosa ?) codifica arancione del 2008 (Postel Prioritaria).

Gli oggetti che non rispondevano e non rispondono ai parametri richiesti e che l'automatismo non riesce a codificare oppure perchè sono scartati dalle macchine, sono accantonati e trattati in seguito manualmente. Questo è il motivo del reperimento di codifiche parziali riprese successivamente. Anche stampe incomplete effettuate per errore dalla macchina possono essere riprese e codificate manualmente.

Codifica errata ripresa manualmente. Anno 2001.

Le informazioni esposte sono state ricavate da letture varie, in particolare da "Il Gabbiano", da "Cronaca filatelica" e da "Storie di Posta"
E' auspicabile che qualche collezionista specializzato aggiunga altre notizie ad integrazione e corregga gli eventuali errori.

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