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Note sulla corrispondenza inerente il "Calendario Fascista"
del 1940 - 1941 e 1942 -1943

 

di Marino Bignami (www.postaesocieta.it)

E' proprio vero che con la storia postale le sorprese non finiscono mai. Ho in collezione quattro oggetti postali appartenenti ad un unico invio (lo scrivente era il P.N.F. Ufficio Calendario) e non utilizzati dal destinatario.
Appartengono ad una sollecitazione per la prenotazione di una o più copie del calendario fascista del 1940 - 41 (sic). Comprendono: una busta in arrivo non affrancata nè bollata che è simile alle stampe propagandistiche o in abbonamento (però era sigillata contrariamente alla normativa), una busta con l'indirizzo del mittente che era all'interno della prima assieme ad una cartolina prestampata e preindirizzata, da completare e da rispedire per l'ordinazione del calendario, per ultimo un bollettino di versamento postale in conto corrente Mod. ch 8 bis., anche quest'ultimo preintestato per la prenotazione di una o più copie del suddetto calendario.
Tutti gli oggetti, sia la busta in arrivo che quelli da rispedire, hanno la particolarità di non essere affrancati (al posto del francobollo è stampata la frase "Esente da Francobollo") e tutti riportano in cartella una scritta giustificativa dell' esenzione all'affrancatura facente riferimento addirittura ad una autorizzazione Ministeriale. Per consuetudine (nel periodo) all' invio di stampe editoriali o pubblicitarie e consimili era sufficiente l'autorizzazione di una Direzione Postale (Generale o Provinciale).
Sono rimasto stupito perchè la normativa postale dell'epoca permetteva ad un mittente di poter inviare corrispondenza non affrancata solo se appartenente ad una categoria prevista dal regolamento (e previa autorizzazione), possibilità che non era prevista per le eventuali risposte alla sollecitazione (non era determinabile in anticipo se e quanti avrebbero risposto), infatti la normativa non prevedeva alcun invio di risposta senza affrancatura a meno che non si utilizzasse il servizio dei conti di credito speciale, con gli estremi dell'autorizzazione (rilasciata da una direzione postale) riportati sull'oggetto inviato in risposta.
L'apertura di conti di credito speciale (a tariffa ordinaria piena) era effettuato dall'ufficio postale del mittente che otteneva la risposta, la tassazione era effettuata dall'ufficio postale con l'applicazione di segnatasse su ogni oggetto (fino al 1942, successivamente collettivamente a fine mese su Mod. 32 ).
A garanzia del pagamento del servizio e della tassazione la posta imponeva un deposito di congrua somma da scalare, e da integrare in caso di insufficiente residuo.
Questi oggetti invece hanno caratteristiche uniche, godono di un particolare tipo di servizio che esula dalla normalità delle stampe, insolita è anche la scritta stampata sugli oggetti postali per tale autorizzazione (è la sola a mia conoscenza). Inizialmente ho pensato ad un abuso amministrativo permesso dallo strapotere del partito, infatti come già accennato, mentre gli invii pubblicitari a stampa sono determinati quantitativamente in partenza, non è ovviamente possibile determinare a priori il numero dei destinatari che risponderanno e quindi stabilire una cifra da pattuire senza ricorrere ai conti di credito speciale.
La risposta a questo mio quesito l'ho trovata spulciando la pubblicazione on-line dell'ISSP "Rassegna delle Poste e delle Telecomunicazioni" (una vera miniera di informazioni !). Detta pubblicazione riporta nella rubrica "corrispondenza" dell'indice della seconda metà dell'anno a cominciare dal 1929 e fino al 1943, l'avviso che il P.N.F. avrebbe spedito il Calendario Fascista sottolineando che secondo accordi, tutte le spedizioni inerenti il detto calendario erano state pagate in anticipo alla direzione Generale. Il "Calendario" venne inviato con analoga procedura salvo lievi aggiustamenti per gli anni 1929, 1930, 1931, 1936, 1937, 1940, 1942 era anche previsto per il 1943 ma con normativa differente. Le disposizioni per il 1940, pubblicate nel fascicolo 8, pagina 579, della "Rassegna delle Poste e delle Telecomunicazioni" di cui posseggo i documenti sotto riprodotti, riporta il testo di una normativa specifica alla spedizione del calendario fascista di quell'anno. Ne riporto integralmente la parte iniziale. (trascritta per questioni di leggibilità)


§ 290

Spedizione calendario del Partito Nazionale Fascista

Il Partito Nazionale Fascista inizierà, tra breve, la spedizione da Bologna, in raccomandazione del proprio calendario per l'anno XIX ed in via ordinaria in pieghi e buste chiusi del materiale inerente a tale pubblicazione (circolari, reclame, cartoline ecc.) L'importo delle tasse di francatura, di raccomandazione e di assegno è stato corrisposto direttamente a questa Amministrazione centrale. I pieghi avranno corso, di conseguenza, privi di francobolli. Ogni piego, che potrà raggiungere anche il peso di 20 o 25 chilogrammi, recherà stampata la seguente indicazione: "Calendario del Partito Nazionale Fascista, Tassa pagata, autorizzazione Ministeriale n° 902859/ST luglio 1940-XVIII" Le disposizioni contenute nella presente circolare sono applicabili anche alle spedizioni del materiale suddetto eseguito dalle Federazioni proviciali del Partito Nazionale Fascista. I pieghi contenenti calendari devono essere attentamente verificati per constatarne la perfetta integrità esterna, e gli eventuali scondizionamenti degli involucri devono essere constatati con verbali, coi modi regolamentari, procedendo anche alla ricognizione del contenuto quando ne sia il caso. Per quanto riguarda l'importo degli assegni gravanti le raccomandate, esso deve essere versato esclusivamente sul C/C postale n. 1/10100 intestato all'Eccellenza Ettore Muti, Segretario del P.N.F.. Roma , Palazzo Littorio, mediante i bollettini ch 8 allegati ai singoli invii.......

Notare la specifica "ed in via ordinaria in pieghi e buste chiusi del materiale inerente a tale pubblicazione (circolari, reclame, cartoline ecc.) L'importo delle tasse di francatura, di raccomandazione e di assegno è stato corrisposto direttamente a questa Amministrazione centrale."
Seguono disposizioni per il regolare accredito alla Segreteria Fascista di Roma che tralascio.


Sopra la busta in arrivo e sotto la busta da spedire con lo stesso: "Esente da Francobollo" Fronte e retro della cartolina di risposta con i termini di pagamento prescelti.

Come conclusione tale normativa nel suo complesso ci dice che tali oggetti riuniscono: le "Stampe propagandistiche" (la busta inviata), la "Cedola di commissione libraria" (la cartolina da restituire compilata) la "posta ordinaria" (la busta preindirizzata) e le "Stampe non periodiche" cioè il plico contenente il calendario, in una o più copie, che verrà inviato anche in contrassegno, oppure raccomandato se era stato fatto il versamento con l'allegato bollettino Mod. ch 8 bis.. il tutto senza tasse e senza affrancature!

Le tariffe comprese nell'autorizzazione sono:
-1) la posta ordinaria inviata (realizzata a stampa che sarebbe stata da affrancare perchè sigillata)
-2) la "Cedola di commissione libraria" (anch'essa da affrancare), godeva di una tariffa ridotta perchè appartenente alla "cultura" e serviva per ordinare libri e pubblicazioni;
-3) la "posta ordinaria" (la busta preindirizzata senza la specifica se da sigillare o no) e
- 4) gli invii eventuali del Calendario come stampe non periodiche (perchè la natura degli invii ha naturalmente cadenza superiore ai sei mesi, che è il termine massimo per le stampe periodiche).

E inoltre, caso eccezionale come è precisato nelle disposizioni, i plichi da inviare (che possono essere anche di 20 - 25 Kg.) sono spediti in raccomandazione ed in contrassegno, il tutto senza affrancatura e non messa a carico del destinatario. Sicuramente i plichi e la corrispondenza relativa non erano appartenenti alle raccomandate di servizio (etichetta rosa), veramente singolare!!
Fra queste singolarità postali lo scrivente P.N.F. editore del calendario, aveva introdotto un'altra particolarità (non postale) che merita di essere menzionata: l'inizio del calendario era fissato al 29 ottobre (inizio dell'anno fascista e data della presa del potere) e terminava il 28 ottobre dell'anno successivo quindi erano riportati i due anni del calendario gregoriano a cavallo del calendario fascista.
Il calendario del 1942 - 43 é formato da un cartone piuttosto robusto formato mm 242 x 320 con un disegno di Boccasile di un militare di sentinella ad un braciere. Sulla parte inferiore del cartone é fissato un blocchetto suddiviso in sei parti con perforazione tipo francobolli, le parti a data erano da asportare facendo comparire man mano frasi ricavate dai discorsi del Duce.
Da notare che, come si vede dalla foto, il calendario 1942 - 43 riporta l'anno fascista XXI^ perchè la parte dell'anno antecedente il 28 ottobre (1942) era ancora XX^ E.F. e faceva parte del calendario precedente.

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