Dal 1851 il Regno di Sardegna, sulla falsariga di quanto già approntato dalle poste francesi sin dai primi anni '40, adottò un sistema di tassazione che è oggi definito un "precursore" degli attuali segnatasse intesi come veri e propri valori postali per tassazione; questi foglietti di colore variante dal bianco rosaceo al rosa vivace (a seconda dei tipi e dei periodi d'impiego) erano in dotazione agli uffici di scambio con l'estero (i quali li annullavano al momento dell'uso) e venivano applicati sulle lettere in transito o in arrivo da stati esteri quando insufficientemente o semplicemente non affrancate, indicando la contabilizzazione della somma dovuta alle varie amministrazioni postali che avevano dato - dietro corrispettivo - il loro contributo al trasporto della lettera.
Il documento qui proposto reca appunto uno di questi "segnatasse" su una missiva spedita dalla Francia, inizialmente diretta a Napoli per via di mare; ivi giunta la lettera, assoggettata a tassa di 54 grana napoletani (2,30 lire) venne rispedita al mittente e - seguendo la via di terra per lo Stato Pontificio, il Granducato di Toscana e gli Stati Sardi - fu definitivamente inoltrata a Parigi, con tassazione a carico del destinatario di complessive 4,15 lire, arrotondate a "42" decimi di franco francese.   
Si tratta ad oggi della più alta tassazione complessiva nota per questi segnatasse; l'esemplare in esame è oltremodo raro in quanto apposto su missiva (ri)spedita dal Regno di Napoli, provenienza del tutto rara su lettere recanti "segnatasse mod. 200bis".