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| Memorie di un anziano collezionista di storia postale (CIV parte): | ||||||||||||||
| RICORDO GLI UFFICI POSTALI DELLA MIA CITTA’ – ROMA OSTIENSE |
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| Antonio Rufini | ||||||||||||||
§ 6) – Sono giunto stavolta ad un altro grande ed importante Ufficio Postale realizzato negli anni ’30 delle scorso secolo dal Regno d’Italia (tra il 1933 ed il 1935); il perché della realizzazione anche di questo Ufficio, cioè ROMA OSTIENSE, l’ho spiegato nel precedente §1 (IL POSTALISTA 10/9/2024) e non necessita quindi di essere riproposto. Il progetto di ROMA OSTIENSE venne messo a concorso; l’area a disposizione era molta, tanta, senza palazzoni in cemento armato attorno e con reperti archeologici vicini (la Porta San Paolo delle Mura Aureliane e al di là delle mura la bizzarra piramide di Caio Cestio); si trova ai piedi del Colle Aventino che ai tempi degli antichi romani aveva costituito uno del cosiddetto “septimontium” della primitiva Urbe repubblicana; è inoltre vicinissimo (forse 150 o 200 metri in linea d’aria) con la stazione del Treno (e Metropolitana) per il Lido di Ostia ed è prossimo al Quartiere Testaccio ed al Rione San Saba (nel quale ultimo, urbanisticamente e materialmente ricade). Il progetto approvato fu degli architetti Adalberto Libera (1903-1963) e Mario De Renzi (1897-1967) e, non me ne vogliano gli appassionati di architettura, si trattò praticamente tre parallelepipedi rettangolari accostati per formare una grande lettera “U” in carattere stampatello (maiuscola e capovolta); sul davanti (cioè lo spazio aperto della “U” capovolta verso la Via Marmorata) c’è un’ampia scalinata di accesso al salone per il pubblico, illuminato, questo, dalla luce naturale proveniente dal tetto vetrato e nei bracci della “U” e posteriormente tantissimo posto per uffici e la distribuzione; fu chiaramente una realizzazione in stile razionalista di elementare forma squadrata ed è l’unico edificio realizzato su quel lato (ovest) della lunga Via Marmorata; attorno all’U.P. c’è oggi il Parco pubblico della Resistenza. (1) Guardando l’edificio dalle Mura Aureliane sembrerebbe, di primo acchito, un edificio di dimensione metafisica, come una scenografia disegnata da Salvator Dalì o peggio: da Giorgio de Chirico (ma senza archi, ombre proiettate sulle strade, manichini), con le ordinarie, ossessive aperture delle finestre sovrastanti, luci per i vari, tanti uffici, ma che danno l’idea di costruzione cimiteriale moderna con tantissimi “loculi”, del tipo di quelli che nella mia città generalmente vengono definiti “fornetti”. Si tratta, sia chiaro, di mie personalissime impressioni.
La presente memoria si arresta qui. NOTE:
Anche se sono ormai trascorsi 55 anni da quando feci servizio, sono orgoglioso ancora oggi di aver fatto parte di quell’unità dell’E.I. che aveva, come sopra, cotanta tradizione. Del XIII° Reggimento di Artiglieria ne allego qui sotto (a sinistra) lo stemma ed il cartiglio col relativo “motto” ed in più (a fianco) lo stemma divisionale dei Granatieri di Sardegna (ancora cucito sulla manica della mia vecchia divisa “diagonale” invernale da Ufficiale).
2) La busta rossa con la Citis illeggibile o quasi l’ho tirata fuori dalla mia raccolta di ERRORI (ma sarebbe più corretto scrivere ORRORI) delle Poste. La scansione la misi da parte per un’altra memorietta a tema “Ho collezionato l’illeggibile” e quindi qui sopra, assieme alle altre, l’ho semplicemente riciclata. RETTIFICHE SUI DATI DEI DOCUMENTI POSTALI ALLEGATI SONO STATE FATTE A CURA DI CARLO GROSSHEIIM Antonio Rufini | ||||||||||||||
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