MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XCVI parte):
MODULI POSTALI: IL MOD.22-O E IL 22-O/C: USI, USI IMPROPRI, ERRORI E CURIOSITA’
Antonio Rufini

§ 2) – Seguito a raccontare cosa successe, per l’accettazione meccanica di Raccomandate, durante l’”interregno” cioè tra la cessazione dell’impiego negli uffici postali (relativamente pochi) delle M.A. tipo Francotyp Taxograph e l’inizio dell’uso delle nuove più compatte ed agevoli nuove M.A. tipo Citis.
Le “nuove” M.A. italiane tipo Citis stampavano, cioè avrebbero stampato sul “nuovo” Mod.22-O/C creato ad hoc con le varie “caselle”, già predisposte tipograficamente dall’I.P.S., l’impronta come appresso:

Nel periodo d’interregno, come preannunciato, si verificarono però casi simili a quello raccontato nel precedente §1) ma con accadimenti al contrario.
Ci furono Uffici che seguitarono ad usare le “vecchie”, si fa per dire, Macchine accettatrici di Raccomandate (in breve “M.A.”) tipo Francotyp Taxograph in attesa della fornitura delle nuove M.A. Citis, così accaddero fatterelli che vorrei definire “anomali”.
Si, perchè quei medesimi Uffici esaurirono i “vecchi” piccoli Modelli 22-o (mecc.) da cm. 10,5 x 4,5 dato che la tempistica delle Poste non prevedeva alcuna ulteriore fornitura del tipo; in compenso, però, erano già arrivati (cioè consegnati ed a disposizione) i nuovi stampati Mod. 22-O/C e quindi gli impiegati addetti agli sportelli per l’accettazione delle Raccomandate codesti nuovi stampati passarono sul piano-busta sotto le vecchie macchine e stamparono il bel “riassuntino”, simile all’impronta stampata sulla Raccomandata, che era di identica stampa ad inchiostro grasso e colore rosso (e non nero a ricalco come quella delle M.A. tipo Citis che le avrebbero sostituite).
A mio giudizio non sono affatto comuni i nuovi Mod. 22-O/C con stampa ad inchiostro rosso grasso del bel “riassuntino” della vecchia M.A. Francotyp Taxograph e, visivamente, per me appassionato di Storia Postale, all’epoca saltarono subito agli occhi: modulo nuovo con vecchia stampa (capovolta), vedere per credere:




Non ho pensato di scriverlo nel paragrafo precedente, quindi sono costretto a precisarlo ora: perché la mia collezione dei “poveri”, dei “miseri” Mod. 22-o e 22-O/C?

Sono costretto a ripetermi: nelle mie “Sacre Scritture” conservo, tra altre cose, il Catalogo Unificato di Storia Postale (U.S.P.) “1995-1996 Italia 1961-1968” edito dalla C.I.F. di Milano che ebbe quali coautori Filanci & Angellieri con la partecipazione di L. Sirotti(1); in codesto bel manuale a pag. 410 (Iconografia postale) vennero trattati CARTOLINE ILLUSTRATE (a tema Uffici e mezzi postali), CALENDARI POSTALI (quelli regalati o venduti dai postini) e AUGURI DEL PORTALETTERE (quelli offerti per sollecitare mance).

Orbene: se fanno parte della Storia Postale codeste cose, ho sempre pensato che a maggior ragione dovessero farne parte anche le ricevute di Raccomandate (e Assicurate), per decenni “scritte” manualmente dagli impiegati dell’U.P. e con i bolli dell’Ufficio accettante e poi le successive con impronte delle macchine affrancatrici usate. Quindi ho messo in collezione i vari esemplari “diversi” tra varie centinaia di Mod. 22-O (“E” ed “I”), Mod.22-o (mecc.) e Mod.22-O/R, nei vari tipi che si sono, in successione, usati negli U.P. (che ho raccolto e conservato).

Ultima o quasi annotazione: le ricevute di spedizione di Raccomandate non le ho mai viste in vendita sui banchetti dei mercatini; non raramente ma rarissimamente sono comparse in eBay ma in condizione di “inusate” <cioè vergini> (ed in codesto “sito” compaiono, però, le ricevute di spedizione pacchi, forse perché alcune sono affrancate). Perché codesta mancanza? In Delcampe compaiono ricevutine di Raccomandate (poche e con francobollo) ma solo del periodo “Regno” ed anteriori al 1900 (prezzi da € 40 ed anche inferiori + postali) ma nulla per i documenti relativi all’accettazione meccanica con M.A., quindi dai primi anni ’60 in poi del ‘900. Perché la non-offerta, la non-vendita, l’esclusione delle ricevute di spedizione delle Raccomandate accettate meccanicamente?

Dovrei anche aggiungere come sul “tema” RICEVUTE DI RACCOMANDATE accettate mediante affrancatrici meccaniche negli Uffici Postali Italiani sia un po’ “scarno” sulle particolarità ed i vari “pasticci” accaduti perfino l’ottimo manuale di Mario Pozzati (pubblicazione A.I.C.A.M. n. 206 anno 1999) che ne trattò alle pagine 20 e 21 (con termine dell’iconografia ad un terzo della pag. 23).(2)

Io non sono riuscito a darmi una risposta, ma se qualche lettore de IL POSTALISTA abbia maggiori e più profonde conoscenze di me sarebbe opportuno che scriva il proprio pensiero, la propria opinione sulla materia.

Avrò fatto bene o no a collezionare, studiare, catalogare le ricevutine di invii Raccomandati?
Insisto: saranno, anche in parte qua, graditi i pareri dei lettori de IL POSTASLISTA, di qualsiasi tipo ed anche se contrari ai miei; aggiungo: io ho scovato qualcosa di “particolare” e da collezionare solo qui in Roma; forse e di certo ci sarà molto altro accaduto nel resto d’Italia……
Quindi con le mie ricevute di accettazione meccanica di Raccomandate non finisce mica qui!

 

NOTE:

1) A dire il vero oltre a tale bel volume avevo anche il precedente, edito l’anno prima ma l’ho prestato ad un mio amico filatelista, ex compagno di banco al Liceo, che però è mancato ai vivi una dozzina di anni fa e dopo la sua scomparsa non so più che fine possa aver fatto.

2) Cito non spesso ma spessissimo il bel manuale di Pozzati, un’opera veramente “unica”. I lettori che vorranno potranno consultarla nell’Archivio per Autori de IL POSTALISTA dato che il nostro Direttore Monticini venne autorizzato a ripubblicare il predetto formidabile manuale (115 pagine) dall’A.I.C.A.M. in data 12/10/2022 e con prefazione di Sergio De Benedictis.

il 24 giugno

Antonio Rufini
24-04-2025

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