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STORIA POSTALE - ESPRESSO

 

Era un servizio di recapito a domicilio della corrispondenza possibile nel periodo antecedente l'Unità d'Italia, anche se effettuato con modalità diversa. Nel nostro periodo venne introdotto il 21 Luglio del 1890. La consegna era affettuata "espressamente" con personale incaricato per la consegna "immediata" (praticamente aveva la stessa procedura dei telegrammi) cioè al di fuori dalla normale distribuzione postale; infatti quando non esisteva un apposito reparto di consegna espressi, oppure il personale addetto era insufficiente, l'operazione di recapito era affidata (anche) al servizio telegrafico o ad organizzazioni private autorizzate dalla posta.
Il servizio era normalmente richiesto dal mittente con l'affrancatura aggiuntiva dell'apposito francobollo speciale per l'importo richiesto e con la segnalazione sull'invio "a sinistra sopra l'indirizzo" della parola espresso per l'interno ed express per l'estero, riportata a timbro, a penna o con appositi cartellini di segnalazione da incollare.

Rassegna di francobolli per servizio espresso dall'esordio al 1943

 

Era anche possibile utilizzare dei francobolli normali oltre ai francobolli speciali appositamente emessi ad iniziare dal 1° Giugno 1903; anzi, in un primo periodo per l'invio degli espressi ci si doveva recare all'ufficio postale che effettuava la presa in carico e applicava il cartellino apposito "ESPRESSO" senza però rilasciare ricevuta; solo successivamente si potè imbucare nelle cassette postali.
I riceventi destinatari potevano richiedere la consegna per espresso della corrispondenza normale loro diretta, avvisando l'ufficio postale di competenza territoriale; in tal caso il servizio era pagato con l'applicazione di segnatasse di pari importo che venivano annullati con "il bollo a data variabile".

Il servizio espresso (solo la consegna lo era!) poteva essere applicato a tutte le corrispondenze di: posta ordinaria, posta aerea, manoscritti, stampe non periodiche anche in aggiunta ai servizi di raccomandazione, assicurazione, e al contrassegno. Il regolamento (escluso il periodo iniziale) ammetteva che gli espressi potessero anche essere "immessi nelle buche o cassette postali" purchè "siano regolari tanto nella forma quanto nell'affrancatura" (cioè senza altri servizi speciali come la raccomandazione, l'assicurazione e il contrassegno che, essendo accompagnati dalla ricevuta, si dovevano obbligatoriamente richiedere in ufficio postale)

Al servizio espresso non poteva essere applicata nessuna riduzione, doveva essere pagato interamente dal mittente anche se aveva effettuato invii con affrancatura a carico del destinatario, anche agli oggetti in franchigia era applicata la stessa normativa. Solo la corrispondenza d'ufficio del servizio postale godeva della consegna espresso in franchigia.
Il servizio poteva essere pagato applicando sia il francobollo speciale che i francobolli normali di pari importo (purchè vistosamente segnalato).
Gli invii espresso insufficientemente affrancati, se coprivano l'importo del servizio espresso, erano consegnati con tale servizio con la tassazione del porto mancante; se invece l'importo totale applicato non arrivava a soddisfare la tariffa espresso, l'invio era consegnato in posta ordinaria.

Ufficialmente dal 1922 agli invii indirizzati in fermo posta venne negata la possibilità del servizio espresso perchè impossibile da eseguire (prima di tale data, assurdamente, era possibile richiedere il fermo posta e congiuntamente anche il servizio espresso che non poteva essere svolto). Però per difficoltà a seguire la normativa, come si può vedere dalle due buste riportate sotto, non sempre il regolamento era seguito.

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Busta del 1940 e del 1953 - Il servizio espresso non poteva essere accettato congiuntamente al fermo posta perchè era impossibile eseguirlo, ciononostante continuò per anni ad essere associato, forse perchè gli utenti non sapevano che il trasporto della corrispondenza aveva tutta lo stesso trattamento e solo la consegna era speciale.

Dopo il 1928 (?) fu possibile comprenderlo nell'affrancatura meccanica (in precedenza non era possibile pagare l'espresso con le "rosse") anche in questo caso, segnalando il servizio con "scritta appariscente" . Dopo il 1 Marzo 1933, per controllo della regolarità dell' invio espresso, (se era stata effettuata l'affrancatura meccanica), gli uffici postali mittenti dovettero imprimere il bollo a data variabile sul frontespizio (operazione solitamente omessa nelle spedizioni senza francobolli).

Gli espressi arrivati all'ufficio postale di partenza erano separati dalla posta ordinaria e smistati racchiudendoli in un plico a parte. Seppure separati dalla posta ordinaria ne condividevano il normale trasporto con gli stessi mezzi, erano però lavorati con precedenza e dovevano recare traccia (bollandoli al retro con timbri a data) dei vari passagi dello smistamento. All'arrivo a destino i plichi espressi andavano aperti subito, numerati, registrati e predisposti per l'immediata consegna.
Una schematica suddivisione dei metodi di consegna poteva essere la seguente:
nelle grandi città, dai reparti di consegna espresso della posta con l'ausilio del servizio pneumatico o con agenzie private di recapito autorizzato ed espressi (consegna dalle ore 6 alle ore 22; nella stagione invernale dalle 7 alle 21);
nelle città di medio traffico prevalentemente con fattorini del servizio telegrafico (sempre consegna dalle ore 6 alle ore 22) (vedi) ;
nei piccoli paesi la consegna era effettuata con personale postale durante il servizio, oppure con personale incaricato dalla posta e pagato a prestazione con utilizzo di mezzi propri di trasporto, (sempre con consegna dalle ore 6 alle ore 22) fino agli anni della "statalizzazione" di tutti gli addetti (vedi).
Per inciso gli uffici telegrafici erano abilitati a ricevere le lettere di primo porto (e solo quelli) con servizio espresso da distribuire direttamente nella città.
Per breve tempo, nel nome della massima celerità, venne creato anche il servizio "espresso urgente" che ne preannunciava telegraficamente l'arrivo per essere pronti alla consegna immediata. Fu un clamoroso insuccesso prontamente soppresso.
E' stata creata anche una categoria particolare di espresso, denominata "fuorisacco" (vedi), si trattava di una procedura per l'accettazione della corrispondenza direttamente al treno oppure con modalità analoghe concesse ad editori di giornali per accelerare il recapito di documenti e invii ; questo solo su specifica richiesta ed autorizzazione al direttore compartimentale delle Poste.

Nelle città di Roma, Milano e Napoli, gli espressi in consegna erano spesso spostati dalla stazione di arrivo alle varie succursali cittadine per mezzo della Posta Pneumatica. Tale servizio in uso dal 1913 era offerto al cittadino (applicando l'apposito francobollo) in caso volesse accelerare al massimo i tempi di arrivo alla stazione ferroviaria di partenza degli invii espresso, era anche utilizzato da chi temeva che la lettera di posta ordinaria che stava inviando non potesse arrivare in stazione in tempo utile per le coincidenze ferroviarie.

Rassegna di francobolli per servizio espresso dal 1944 al 1961

Come è noto, le sole corrispondenze epistolari (se il destinatario aveva cambiato indirizzo anche momentaneamente) potevano essere "reindirizzate" alla nuova destinazione senza applicare ulteriore affrancatura, naturalmente senza aprire la corrispondenza, e solo nel caso che non fosse richiesta una tariffa diversa, per esempio da quella distretto a quella per l'interno o da quella per l'interno ad una per l'estero. Il servizio espresso viceversa, dopo il tentativo di consegna, decadeva perchè era stato eseguito; in caso di rispedizione il francobollo espresso doveva essere annullato dal portalettere (spesso con una croce a matita blu, operazione non sempre eseguita) e continuava il viaggio in posta ordinaria; per riottenere il servizio bisognava applicare un nuovo francobollo espresso oppure un importo corrispondente in francobolli, segnalando nuovamente il servizio.
Era anche possibile, avvisando l'ufficio postale di arrivo, far reindirizzare la corrispondenza per far eseguire il servizio espresso alla nuova destinazione (questo era possibile perchè non avendo espletato il servizio espresso al primo indirizzo lo si applicava alla seconda destinazione).

Durante la "Grande Guerra" fu sospeso il servizio espressi per la corrispondenza diretta in zona di guerra mentre era possibile effettuare il servizio per la corrispondenza proveniente dal fronte ed indirizzata al paese. Ciò era possibile solamente applicando oltre la tassa per l'espresso anche la tassa piena di posta ordinaria (ricordo che ai militari non era concessa nessuna riduzione per le lettere inviate, anche se ai loro destinatari in caso di tassazioni era applicata la tariffa semplice). Alle cartoline in franchigia non si poteva richiedere nessun servizio aggiuntivo, nemmeno il servizio di consegna espresso.
Durante la seconda guerra mondiale inizialmente venne ripetuto il divieto; però dal 4 Luglio 1942 la normativa cambiò e ai militari fu possibile inviare la posta in franchigia aggiungendo a piacimento sia il servizio speciale espresso che quello aereo, a patto che fosse stata applicata la tassa relativa con l'apposito francobollo.

Ai francobolli speciali espresso era stata applicata, al termine della seconda guerra mondiale, una normativa "temporanea" che usualmente era vietata dagli stessi regolamenti postali, cioè l'uso di tali valori per affrancature di P.O. e per la raccomandazione (oltre naturalmente per gli espressi). Infatti nella necessità di ripristinare il servizio e completare le forniture (per sostituire la miriade di emissioni provvisorie del dopoguerra messe fuori corso), erano stati approntati valori sufficienti per le tariffe vigenti al momento della decisione, ma con l'inflazione galoppante il loro numero si era rivelato carente dovendo applicare molti francobolli su ogni invio per poter coprire le tariffe in continuo aumento.

Tale normativa escludeva tassativamente l'utilizzo dei valori espresso per la corrispondenza indirizzata all'estero per non ingenerare dubbi da parte degli addetti postali dei paesi destinatari; ma sia gli utenti, che gli addetti postali italiani trascurarono spesso la normativa, infatti sono noti alcuni usi per l'estero dei valori speciali usati per la posta ordinaria.
La temporaneità (per esaurire le scorte) durò per alcuni anni, dall'Ottobre 1947 alla fine del'anno 1950 e oltre!!. Non fu certamente facile riabituare all'uso esclusivo dei francobolli espresso per la loro funzione specifica, sia i gli agenti postali alla vigilanza che il pubblico al corretto uso.

 

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Corrispondenza  con francobollo espresso sovrastampato
Corrispondenza  con francobollo espresso sovrastampato
1923 - Anche dopo il primo conflitto mondiale l'inflazione costrinse a sovrastampare i valori espresso ed applicare affrancature multiple.
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1924 - Busta senza particolarità se non una bella affrancatura di valori sovrastampati in affrancatura multipla.
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Lettera con affrancatura multipla espresso
Lettera con affrancatura multipla espresso
21 Gennaio 1948 - in soli tre anni la tariffa espressi passò da 5 a ben 25 lire costringendo ad affrancature multiple del solo valore espresso.
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1948 - Nonostante i divieti alcune lettere continuarono ad essere inviate in posta ordinaria all'estero con valori espresso.
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Lettera raccomandata espresso accettata dal servizio telegrafico
1961 - Trieste, lettera raccomandata espresso inoltrata all'ufficio telegrafico, è a norma?. 31 Dicembre 1957 - Ancora dopo una decina di anni si è continuato ad affrancare la P.O. con i soli valori espresso.
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lettera espresso  presentata in posta per l'applicazione del cartellino
1902 - Lettera affrancata per il servizio espresso, inviata quando non esistevano ancora i francobolli speciali. La normativa prescriveva di presentare la corrispondenza in ufficio postale per l'applicazione dell'etichetta che evidenziava il servizio..
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Cartolina postale espresso  presentata in posta per l'applicazione del cartellino
1903 - Cartolina postale affrancata per il servizio espresso, alla data non tutti gli uffici erano provvisti dei valori dedicati, l'uso regolare fu possibile solo nel 1904.
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Cartolina postale espresso  con francobollo dedicato
1920 - Con l'aumento della tariffa nel 1919, in attesa del valore da 50 cent., la normativa prescrisse l'applicazione di due francobolli.
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Lettera espresso  per il distretto con francobollo dedicato
1922 - Nel dopoguerra si ebbe una forte inflazione con numerosi aumenti delle tariffe in breve tempo; in attesa dei nuovi valori espresso si effettuarono delle sovrastampe.
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Lettera affrancata espresso  per  zona di guerra
1917 - Il servizio espresso in zona di guerra non era consentito, i francobolli "espresso" avrebbero dovuto essere circondati da un tratto di matita colorata e non obliterati perchè il servizio non sarebbe stato eseguito. Erano previste pesanti sanzioni per gli addetti inadempienti ma...
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Lettera  tariffa sindaci con affrancatura meccanica integrata  con valore espresso
1931 - Il servizio espresso doveva essere sempre pagato con francobolli e non erano previste riduzioni di sorta.
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Lettera  in franchigia con servizio espresso affrancatura integrativa  con valore espresso
1942 - Le raccomandate in franchigia di servizio dello stato (etichetta rosa ) dovevano pagare il servizio espresso come tutti.
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Corrispondenza di servizio postale in franchigia con cartellino espresso
1952 - Le Corrispondenze interne al servizio postale erano le uniche abilitate al servizio espresso senza affrancatura.
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Lettera  in franchigia con servizio espresso
1955 -La raccomandazione poteva essere inviata con tassa a carico però si doveva pagare il servizio espresso in partenza: regola comune a tutti.
In questo caso il curatore fallimentare aveva avvisato in anticipo l'ufficio postale che non ha eseguito la prima consegna (e non ha annullato il francobollo). L'ufficio postale ha reindirizzato la missiva al curatore con consegna eseguita espresso.
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Lettera  con francobollo espresso  con valore espresso annullato per la rispedizione
1913 - Lettera di due porti reindirizzata; avendo già effettuato il servizio espresso il portalettere ha annullato diligentemente (come da regolamento) il francobollo e la parola espresso prima della rispedizione.
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Lettera  con francobollo espresso   riaffrancata per l'estero per la rispedizione
1933 - Busta reindirizzata all'estero erroneamente riaffrancata con tariffa intera estero; sarebbe stato sufficiente integrare la tariffa e applicare interamente la nuova tariffa espresso per l'estero, infatti la prima consegna espresso era stata effettuata.
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Lettera  con francobollo espresso  annullato per insufficiente affrancatura
1916 - Busta erroneamente affrancata in tariffa interno declassata a posta ordinaria, infatti il regolamento prescriveva che per l'estero "...in carenza di affrancatura, gli espressi sono comunque consegnati in posta ordinaria...". (art.13 accordi di Roma 26.5.1906).
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Biglietto postale in franchigia affrancato espresso
1942 - Dal "42 alla corrispondenza in franchigia furono concessi i servizi speciali espresso e aereo.
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Lettera  diretta a militare in piena tariffa perchè affrancata espresso
1935 - Ecco una busta apparentemente senza interesse che è invece il risultato di due regole normative vigenti all'epoca.
I destinatari militari godevano della riduzione del 50% della tariffa ma solo per la P.O., in più volendo consegnare in ufficio postale dopo l'orario di apertura al pubblico, potè essere accettata solo pagando il sovrapprezzo espresso (come per il fuori sacco delle corrispondenze singole).
Per questo è stato segnalato "dopo la partenza" cioè i dispacci del giorno erano già partiti.
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Corrispondenza  aeroespresso
1938 - Cagliari cartolina affrancata con aeroespresso a tariffa ridotta a 2 lire. Notare il tagliandino dell' agenzia privata che ha effettuato la consegna a destino.
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1957 - Biglietto postale espresso; fatto il tentativo di consegna il fattorino scrive: "...suonato più volte non aperto ore 22...." il bollo al retro riporta che è stato consegnato il giorno dopo in P.O. senza però annullare il valore espresso.