La corrispondenza del geniere Molon prosegue in agosto con una lettera scritta il giorno 2 ed impostata il giorno successivo, a mezzo posta aerea, attraverso l’ufficio di Posta Militare n. 108, dislocato all’epoca a Vorolscilovgrad, l’attuale Lugansk, in Ucraina. La missiva giunge a destino il giorno 10 agosto.


“PM 6 2.8.42 XX
Miei Cari, ho deciso di inviarvi una lettera ogni due giorni. E così faccio, sperando sempre che vi arrivino regolarmente. Vi mando delle letture perché credo arrivino prima e perché così scrivo di più.
La salute è sempre ottima, così pure il morale. Oggi è domenica, lo so perché segno il calendario, altrimenti si perde la cognizione del tempo.
Sino a ieri siamo stati vestiti in tela, stamane ci siamo vestiti in panno a causa del cattivo tempo. Fa un pò frescolino. Anzi sarà meglio che incominciate ad inviarmi un po' di roba di lana. 1 paio mutande di lana oppure quelle felpate dell’anno scorso. Se tu mamma potessi farmi il passamontagna, sarebbe un bene. Così con quello che ci darà il governo, e l’altro, io sarei a posto. Poi mi occorre un asciugamano, essendo quello giallo quasi fuori combattimento. Qua si parla, lo dicono colore che hanno passato già un inverno quaggiù, che a metà settembre si comincia a coprirci un po'.
Circola voce che ci si sposti tra non molto sino a Rostov. Sarebbe proprio un bene: laggiù c’è un clima molto migliore a causa della vicinanza al mare.
Capisco tutti i sacrifici che fate per accontentarmi. Porterete pazienza! Speriamo che tutto finisca presto ed in bene. Io prendo queste misure precauzionali, perché non si sa mai quel che può succedere. Mi spiace che la roba che mi avete spedito e che ancora non ho ricevuto, forse non l’adopererò più. Vorrà dire mi servirà un altr’anno. Mentre vi scrivo sto aspettando il rancio: mancano venti minuti a mezzogiorno. Il secondo rancio viene distribuito alle ore 6 ½. Sempre ora italiana. I nostri orologi seguono sempre l’ora italiana. Quaggiù invece siamo sfasati di quasi due ore in anticipo rispetto l’ora italiana. Infatti alle tre del mattino vi è già il sole all’orizzonte. Oggi nel pomeriggio invece di andare a schiacciare il solito pisolino, voglio fare nella nostra abitazione, il salotto. Si tratta di una casa ad un solo piano, composta di 4 stanze compresa cucina. In terra c’è l’impianto di legno. Due stanze sono state adibite a camera. In una dormiamo in tre. Nell’altra ch’è un po' più piccola dormono altri due: capostazione compreso. Tutte le stanze sono comunicanti tra loro a mezzo di porte senza porta. In un’latra delle quattro vi è il focolaio. Quella l’abbiamo adibita a cucina e bagno. Infatti se occorre facciamo da mangiare. Per adesso il focolaio ci è servito per scaldare l’acqua per lavarci. Abbiamo fatto un tavolato ove posiamo i piedi, uno sgabellino per l’acqua, ci siamo provveduti di due secchi, e due alla volta, tutti nudi, ci laviamo. A vicenda ci si lava la schiena. Anzi mi occorre sapone. Son già due giorni che mi lavo a credito avendone un mio compagno in sovra più. Qualsiasi tipo di spone va bene. Da bucato non da bucato, fa lo stesso. A giorni credo ci consegneranno il sapone dell’esercito. Ma sembra fino impossibile, non ci basta!
Dunque oggi debbo arredare il salotto. Debbo portare la linea a 220v esistente qua in pace, nelle camere e appunto nel salotto. Poi ci sono da fare le sedie, oppure ce le procureremo andando a visitare le case disabitate. Ci occorre poi la tavola. C’è da fare il porta gavette, il porta moschetti. Anzi dovete sapere che non ci hanno dato la pistola per diverse ragioni: 1° perché così è più facile trovare caricatori, essendo in Italia uniformato il calibro delle armi portatili, ad esclusione della pistola e mitragliatrice pesante. II perché con il moschetto a 100 metri si prende benissimo il segno, mentre con la pistola a 10 metri è facile sbagliare. III perché la pistola richiede una manutenzione maggiore. Infatti agli autisti e aiuti meccanici della nostra compagnia era stata consegnata la pistola in un primo tempo e fu ritirata e sostituita con il moschetto, in un secondo. Eppoi se per caso occorressimo anche noi in prima linea, come ci si difenderebbe e si offenderebbe con la pistola? È venuto così di logica armarci di moschetti. È arrivato il rancio, permesso un momentino: ho una fame da lupi! Termino dopo.
Riprendo a scrivere, sono le ore 2. Direte: quanto tempo ci vuole per mangiare?! Che volete! Ora che si mangia, si sente il bollettino, e si fa quattro chiacchiere… Sapete quanto tempo passa!
Sto fumandomi una ricca sigaretta. Ieri ce ne hanno date 35, è la nostra spettanza per una settimana. Domani sera son capace di non averne più. Che volete è l’unica soddisfazione il fumare. Ha incominciato a piovere proprio adesso. Ho osservato che qua nella zona di Stalino l’acqua cade molto spesso e abbondante. Chissà poi la neve quest’inverno. Qua a Ricovo in una settimana ha piovuto tutti i giorni. Magari per qualche minuto, ma tutti i giorni. Se in casa avete un po' di salame, mandatelo un poco nel primo pacco, così lo assaggio, e lo faccio assaggiare ai miei compagni. L’abbiamo nominato ieri sera, ed abbiamo tutti convenuto che nessuno di noi ricorda il gusto. I pacchi dovete spedirli così: fate su il pacco, l’avvolgete in un sacco e lo cucite. Lo sigillate con un po' di ceralacca lungo la cucitura. Indicate approssimativamente il contenuto; esempio con indumenti ecc: quello che in generale contiene. Bisogna che mi dia daffare per il salato. Vi lascio che altrimenti viene sera senza che abbiam concluso niente. Vi mando tanti cari bacioni. GBattista.
Mandatemi qualche foglio e busta per posta aerea e qualche francobollo se vedete che la posta non affrancata arriva in ritardo.
Cara Nena ho riaperto la busta per dirti di spedirmi quanto lo chiedo alla Nena il libro di stenografia sistema Noe con un quaderno. Anche un quaderno per stenografia basta piccolo tanto perché mi ricordi come è rigato. Dovrebbe essere lì in casa. Unite anche una boccetta di colla arabica possibilmente. Vi spiegherò il perché nella prossima”.
Nella lettera Giovan Battista dice, contrariamente alle norme sulla censura, di essere a Rostov, cittadina a pochi km da Voroscilovgrad dove è ubicato l’ufficio di posta militare. Questo ci mostra che non sempre, o per meglio dire spesso, gli uffici di posta militare sono ubicati in località non attigue ai reparti da essi dipendenti.
 a giugno 2025 |
Samuel Rimoldi
31-05-2025 |