Per partecipare al gioco:


Gioca con noi

Giocate con noi

alcuni riscontri

lo studio di
Massimo CURRELI

lo studio di
Claudio VIANO

lo studio di
Giuseppe PREZIOSI

lo studio di
Alberto MORI



MARCIA SU ROMA ED ALTRI
lo studio di Giuseppe PREZIOSI

 

Da alcune settimane una nuova rubrica su “Il Postalista” ha attirato la mia attenzione. Si tratta di “giocare” con dei francobolli inviati, a chiunque li avesse richiesti, da un filatelista e signore d’altri tempi, quel Giorgio Landmans, editore di cataloghi e materiale filatelico che, per qualche tempo, verso la fine degli anni ’50, aveva operato a Milano in tale veste. In verità, in principio non immaginavo che Lui… fosse proprio Lui, chi aveva pubblicato il mio primo catalogo che occhieggiava dalla vetrina di una cartoleria quando avevo ancora i calzoni corti, a lungo oggetto del mio desiderio.
Alcuni giocatori avevano già messo in rete i risultati del loro attento impegno e non pensavo di dover partecipare. Mi sembrava di apparire un presenzialista protervo, visto che il buon Roberto aveva ospitato già più di una volta dei miei scritti su “Il Postalista”. Avevo resistito alla tentazione pensando che fosse giusto lasciare ad altri amici la possibilità di dimostrare, col loro impegno, la competenza che emergeva dalle loro osservazioni. Ma poi, considerando che il gioco non accennava a chiudersi che, anzi, si sollecitava l’intervento di altri appassionati, che in palio c’erano francobolli (e un filatelico incallito è pronto a raccogliere anche il più comune degli ordinari, anch’io mi son trovato a scrivere per partecipare. Ho pensato: nella peggiore delle ipotesi verrà fuori un articoletto per l’“Occhio di Arechi”, il Notiziario dell’Associazione Salernitana di Filatelia e di Numismatica. Dopo pochi giorni, infatti, nella mia buca c’era l’invio atteso e mi sono ritrovato ad esaminare il contenuto. Tre gruppi di francobolli erano suddivisi in tre bustine.
Nella prima erano sigillati 30 pezzi del 50 centesimi del Decennale della Marcia su Roma, quel valore violetto emesso il 27 agosto 1932, opera del Mezzana, che riproduceva la statua equestre di Mussolini posta davanti alla torre dello stadio littorio di Bologna. Stampato in rotocalco ad un colore, aveva avuto una tiratura non nota ma certamente molto consistente. La dentellatura, con passo 14, era stata applicata “a blocco”, la carta, tipica del periodo, da 80 gr a mq (c’è chi dice 90 ma io ci credo poco), recava la filigrana corona. La dimensione del valore, quella dell’“espresso”, presupponeva, in una situazione ideale, la presenza di due coroncine in ciascun valore. Come per tutti i francobolli dell’epoca poteva essere presente la filigrana “lettere” se si fosse verificato un significativo slittamento della carta rispetto al cilindro di stampa. Inoltre il Manelli, nel suo “Catalogo delle specializzazioni dei francobolli del Regno d’Italia…” segnalava l’esistenza, in realtà poco rara, di fogli con le coroncine capovolte. I 30 valori che mi erano toccati in sorte non presentavano varianti di dentellatura (che peraltro non sono state mai segnalate e che difficilmente possono esistere con la dentellatura “a blocco”) e nessuna delle coroncine della filigrana, presenti sempre in quantità di due, è risultata capovolta.
È solo possibile segnalare che 10 coppie di esse non sono centrate nel francobollo e si presentano spezzate verticalmente, 1 soltanto orizzontalmente. Il colore, con qualche leggerissima variante, è il violetto classico usato per i 50 centesimi delle serie omnibus del periodo.
Solo in due valori il colore appare diversificato maggiormente ma è facile costatare che si tratta di una diversa inchiostrazione o usura del cilindro e non di diversa tonalità. I 30 pezzi, tutti usati, presentano 18 annulli tondi manuali, 8 ad onde con 7 sinusoidi appartenenti alle annullatrici elettriche Flyer presenti in tutti gli uffici più importanti e 4 sono stati colpiti dalla targhetta, usata con molta larghezza nel periodo ed abbinata alle stesse macchine, che recitava “Mostra della Rivoluzione Fascista Roma riduzione ferroviaria”. Le date dei bolli manuali, quando leggibili, sono comprese tra il 25 giugno 1933 e il 7 marzo 1934 (la validità scadeva il 31 agosto 1934) rispettando pienamente il periodo di validità.
Tra le località si segnalano Augusta (3 valori), Velletri (güller con frazionario in luogo della Provincia), Bologna Ferrovia (2 valori), Ginosa (frazionario su 3 valori) e Urbania (PU). Per quanto riguarda la qualità del lotto il discorso è duplice. Quello relativo alla centratura conta 18 valori ben centrati, due decentrati verso l’alto fino alla cornice del disegno, due leggermente decentrati verso l’alto ed uno decentrato in basso fino alle scritte minute ai piedi della vignetta. Diverso è il discorso per quanto riguarda le ingiurie degli uomini. La mia ormai ben nota mania nella ricerca della qualità mi ha portato a scartare ben 16 valori, di cui 6 rotti (il 53,33%) e non sono stato particolarmente severo.
A tre francobolli manca un angolo, altri 3 sono vistosamente rotti, 4 hanno un’evidente piega, 3 sono spiegazzati, 1 ha degli strappetti che non toccano la cornice, un altro ha un intero angolo piegato e l’ultimo ha un dentello d’angolo piegato.
La seconda bustina conteneva 55 pezzi del 50 centesimi ordinario di posta aerea del Regno “Pegaso” del pittore goriziano Edoardo Del Neri che aveva disegnato quel bozzetto nel 1925 per vederlo realizzato solo nel marzo del 1930. I cataloghi normalmente definiscono “seppia” il colore ma sarebbe più giusto definirlo “bruno”, dal rossastro allo scuro a seconda dei casi. Un colore piuttosto instabile tanto che spesso il retro si presenta anch’esso bruno come accade per il 50 lire della “Democratica” per cui è stato usato un colore molto simile. La dentellatura è a blocco con il solito passo 14. La filigrana è normalmente costituita da un tappeto di coroncine e il francobollo ne segue il senso e, dato il formato, ogni valore ne dovrebbe contenere 1. In realtà 11 sono spezzate verticalmente e 5 orizzontalmente. In un solo valore si riscontra la filigrana “lettere” nella misura di 1/10 a destra della coroncina guardando il francobollo dal verso. In questo caso l’incremento di valore è sensibile ma non notevole (circa 10 volte quello base). Gli annulli apposti sui 55 valori, ad eccezione di 3 ad “onde”, sono tutti di güller manuali e tra questi almeno quattro sono di Posta Militare anche se per nessuno di essi è visibile il numero.
Per quel che ne so i militari sia in Africa che nei Balcani ne fecero largo uso per far giungere ai familiari notizie in modo più celere e ciò almeno nei primi due anni di guerra. Infatti, la data su uno di questi valori è del 19.10.1941, una domenica. Oltre al precedente sono visibili complessivamente altri 17 anni: un 1932, due 1934, altri due 1941, un 1942 e ben 11 1944 a riprova dell’intenso utilizzo come valore ordinario sia al Nord che al Sud nell’ultimo periodo della guerra. Oltre alla Posta Militare sono leggibili solo poche altre località di partenza (1 da Torino, 1 dalla provincia di Trento) tenendo conto della ridotta superficie del valore e che era presente una sola striscia verticale di tre (usata a Firenze nel 1944) e una, sempre verticale, di due.
La centratura è quella che ci si attende nei francobolli ordinari del periodo. 25 sono i ben centrati, due sono decentrati verso il basso fino alla cornice, sei sono leggermente decentrati in basso, due leggermente in alto, uno leggermente a destra. La qualità, dopo accurata scelta si è rivelata più che discreta (solo il 14,55% risultano difettosi o rotti). In particolare 1 valore è strappato fin quasi alla cornice, quattro presentano i dentelli d’angolo piegati, due recano vistose pieghe, uno ha il verso leggermente abraso e due sono macchiati in modo vistoso dalle buste colorate (difetto visibile malgrado il fenomeno già ricordato del colore).
Un francobollo presenta una lieve trasmigrazione del colore viola (forse un timbro di censura che nel lavaggio ha macchiato il valore) e un altro un alone rosso (stessa causa).
La vera sorpresa era però contenuta in una terza bustina che recava la scritta “Omaggio di Giorgio Landmans per i partecipanti al gioco”. In essa vi erano 14 valori del regno tutti diversi e usati, tranne uno. In ordine di emissione si trattava del 20 e 25 centesimi “Ferrucci” del 10 luglio 1930, il primo con una leggera scentratura verso il basso, con un annullo ad “onde” e la filigrana corona capovolta (+20%), il secondo con data illeggibile.
A seguire vi erano il 20, il 25 e il 50 centesimi “Bimillenario virgiliano” del 21 ottobre dello stesso anno (il primo decentrato verso il basso e usato ad Ala il 14.1.1931, il secondo con una leggera piega in alto a destra e con un annullo ad “onde” e il terzo usato il 3.1.1931).
Vi era poi il 30 centesimi “Galvani” del 16 agosto 1934, usato il 2 settembre dello stesso anno.
Seguiva, quindi, il 20 centesimi “Bimillenario oraziano” del 1° luglio 1936, con la filigrana capovolta (+100%) e quindi il pari valore della serie per le “Colonie estive” con annullo a targhetta “Visitate l’Italia” ma anche una vistosa piega in basso a destra e il dentello d’angolo piegato in alto a sinistra.
Legato al periodo bellico era sia il 50 centesimi “Propaganda di guerra” (Armi e cuori…) del 14 agosto 1942 usato a Schio il 12.1.1944, sia il 50 centesimi “Imperiale” con la stampa in nero P.M. del 3 aprile 1943 che presenta la coroncina della filigrana spezzata verticalmente.
Attribuibile alla Luogotenenza era invece il 25 centesimi “Monumenti distrutti” sovrastampato 2 Lire del 2 maggio 1945. Nel nostro caso la sovrastampa si presentava decentrata a destra e in alto e la filigrana corona spezzata verticalmente; il francobollo era anche difettoso per via di un dentello d’angolo piegato.
Tre valori, infine, appartengono ai Servizi: un 10 centesimi “Recapito autorizzato” del 7 gennaio 1930 nuovo con bordo di foglio in basso, dentellato a blocco con un lieve difetto alla dentellatura verticale sul lato sinistro; un identico valore, usato nell’agosto del 1936, con filigrana capovolta (+700%) e la metà di destra (2ª parte) del 50 centesimi “Pacchi postali” con fascetti al centro del 22 dicembre 1930 con annullo di Milano e filigrana non identificabile.
Naturalmente per tutti questi valori quel che non viene indicato rientra nei normali parametri dell’emissione.
In sostanza veramente un omaggio gradito.
In conclusione cosa dire? Un divertente gioco, un’occasione per rivedere cose mai troppo studiate, un allenamento a descrivere i risultati (cercando di non dimenticare nulla) e una giornata trascorsa piacevolmente. Grazie ancora dott. Landmans, anche dopo cinquantacinque anni.

 


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