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Commercio filatelico - ulteriori spunti

di Emilio Simonazzi
Le "divise uniformi" degli impiegati
delle Poste Granducali - 1835

Di recente sembra essersi destato un certo qual interesse per la storia del commercio filatelico in Italia, manifestatosi con alcuni articoli apparsi sia sulle riviste cartacee che in quelle on-line.

Mi riferisco all’articolo di Lorenzo Carra sull’Arte del Francobollo di aprile di quest’anno, nel cui contesto viene ricordata l’attività della “Prima Agenzia Filatelica Romana” dell’Ingegnere Piero Becchini che oltre ad aver aperto un negozio a Roma in via Due Macelli a pochi passi da Piazza di Spagna, (Fig. 1), editò per alcuni anni la Rivista del Francobollo da lui rilevata da Ugo Grifoni di Spoleto che l’aveva fondata nel 1897 e che continuò a pubblicare dal 1898 al 1909 anno della sua morte, allorquando venne acquisita, unitamente al negozio e all’attività commerciale, da Andrea Pulcini che aveva iniziato a commerciare in francobolli nel 1889 con un negozio in via dei Crociferi. (Fig. 2)

Fig. 1 - Fotografia riproducente la facciata del negozio del Becchini in via Due Macelli

Fig. 2 - Cartolina pubblicitaria del Pulcini

 

Altro interessante intervento avente ad oggetto le origini e lo sviluppo del commercio filatelico, sia pur delimitato alla sola regione Toscana, è l’articolo in due puntate di Alberto Caroli, apparso sulla rivista on-line Il Postalista.

In quest’ultimo caso l’autore sviluppa una approfondita ricerca sulle numerose ditte commerciali che sin dal secolo diciannovesimo iniziarono un’attività in campo filatelico, riportandone, fra l’altro, alcune che non appaiono elencate nel mio libro “Il Commercio Filatelico in Italia – L’evoluzione a cavallo di due secoli“, cosa di cui sono particolarmente grato poiché risultano un ottimo contributo alle mie ricerche, che continuo a sviluppare nella convinzione di non essere riuscito ancora ad individuare tutte quelle che in più di cento anni hanno svolto in Italia la loro attività. (Fig. 3)

Fig. 3


Proprio attingendo alle indagini svolte sull’argomento e già peraltro riportate nel citato libro, ritengo utile fornire un contributo integrativo a quanto riportato dal Caroli circa le attività commerciali filateliche toscane, riproponendo in questa sede talune notizie riguardanti le prime ditte filateliche che operarono nella Regione.

In effetti nell'ampio panorama bibliografico esistente sulla filatelia, in particolare sulle tante edizioni di manuali, cataloghi e riviste filateliche apparsi sin dai primi decenni dallo sviluppo di questa forma di collezionismo, ben poco esiste che si riferisca con particolare attenzione al commercio filatelico.

L'Italia non fa eccezione, così che non è agevole tentare di ricostruire la storia del commercio filatelico, non essendo state conservate le notizie di molte ditte commerciali che avendo iniziato la propria attività nel corso dell'ottocento o nei primissimi anni del novecento l'hanno poi dismessa per vari motivi.

L'opera dello statunitense John K. Tiffany “ The Philatelical Library: a catalogue of Stamp publication “, apparsa a St. Louis nel 1874, nell'elencazione di listini o circolari editi da commercianti filatelici di varie Nazioni, riporta per quanto attiene l'Italia e la Toscana in particolare il nominativo della ditta ” F. Caldelli “ di Firenze del 1866.

Va ricordato, poi, lo spagnolo “Placido Ramon de Torres” (1847 – 1918) a lungo residente in quel di Livorno, dove oltre a pubblicare la prima rivista filatelica italiana “ La Posta Mondiale “ a partire dal luglio del 1873 di cui uscirono solo dodici numeri, curò anche l'edizione di un catalogo – prezzario dei francobolli emessi dal 1840 al 1874. (Fig. 4)

Fig. 4 - Frontespizio del catalogo del Torres

 

Il Torres che esercitava l'attività commerciale filatelica nel proprio negozio di via Maggi è noto, peraltro, anche per aver proposto al Comune di Catania ed a quello di Livorno delle marche municipali che provvide a stampare ed a vendere come marche ufficiali ancorchè la proposta non fosse stata accolta dalle rispettive municipalità.

Risulta che il Torres fu poi costretto al ritiro delle marche da lui predisposte per il Municipio di Catania ed a dichiarare sulla propria rivista l'impegno a ricomprarle da chi le avesse acquistate. Sulla produzione di tali marche Gerhard Lang-Valchs ha dedicato un lungo e documentato articolo sulla rivista “Fil-Italia“.

La vita della rivista “La Posta Mondiale“, primo mensile filatelico edito in Italia fu tuttavia breve, poiché cessò le pubblicazioni dopo dodici numeri nel luglio dell'anno successivo per motivazioni non note, ma con ogni probabilità per dissapori intercorsi fra il Torres ed il conte “Giulio Cesare Bonasi“ di Carpi, di cui il Torres era probabilmente solo un prestanome e che dal Bonasi volle prendere le distanze con un editoriale pubblicato sull'ultimo numero della rivista, come ha ben documentato Fabio Bonacina nell'articolo “Il mistero del Bonasi“ apparso nel numero 49/2013 della Rivista “Vaccari Magazine“. (Fig. 5)

Fig. 5 - Lettera spedita a G.C. Bonasi da Roma per Roma nel settembre del 1891


Nel citato articolo del Valchs, si fa riferimento ad un altro personaggio toscano, il libraio fiorentino “Elia Carlo Usigli” (1812 – 1894), che nella propria libreria di Firenze vendeva anche francobolli e che con ogni probabilità risultava legato al Torres come finanziatore occulto della rivista “La Posta Mondiale“, unitamente peraltro allo stesso Bonasi. (Fig. 6)

Fig. 6 - Circolare spedita nel giugno del 1863 dall'Usigli ad un proprio cliente ad Amelia in Umbria


Gerhard Lang-Valchs cita inoltre una pagina della rivista filatelica tedesca “Illustriertes Briefmarkenjournal“ del marzo 1875 nella quale si fa riferimento ad un annuncio del “Deposito Centrale Timbrofilo Italiano“ di Firenze, dichiarando che tale ditta sarebbe stata gestita dall'Usigli e dal Bonasi, mettendo in guardia i propri lettori dalla possibilità che vi fossero posti in vendita esemplari falsi o comunque ristampe di originali. (Fig. 7)

Fig. 7 - Sovracoperta di busta spedita da Montevideo a Firenze al Deposito centrale Filatelico

 

L'Usigli peraltro fu noto in campo filatelico anche per aver realizzato con degli stereotipi originali dei francobolli delle Romagne delle ristampe poste poi in commercio. Stereotipi che lo stesso Usigli nel 1888 vendette al Conte Bonasi il quale a sua volta nel 1892 li rivendette al famoso commerciante di Bruxelles, J.B. Moens, che tentò di realizzare anch'egli delle ristampe, ottenendo tuttavia dei risultati poco soddisfacenti e scatenando una reazione negativa dalla stampa filatelica dell'epoca, che invero non si era in precedenza interessata delle ristampe realizzate dall'Usigli.

Parlando del “Deposito Centrale Timbrofilo – Italiano“ e delle attività del Bonasi e di quelle dell'Usigli, è bene segnalare anche un altro soggetto riconducibile ad un'attività commerciale filatelica.
Si tratta di Emilio Neri di Firenze, il quale utilizzava sulla propria corrispondenza delle elegantissime etichette raffiguranti alcuni francobolli degli antichi stati preunitari italiani. (Fig. 8)

Fig. 8


Fiorentino comunque era anche Niccolò Gavilli, anch'egli libraio e commerciante di francobolli, autore altresì di un catalogo di francobolli emessi dal 1840 al 1877, data di presumibile editazione, dalla cui premessa oltre a ricavare l'impressione che si trattasse prevalentemente di un catalogo di vendita, è estremamente interessante riportare le seguenti parole: “Mi gode l'animo di poter far noto come l'amore per le collezioni vada ognor più estendendosi ed abbia oggi acquistata tale serietà da farci augurare un felice proseguimento; le persone con le quali abbiamo l'onore di corrispondere ce ne offrono un'arra sicura.“. (Fig. 9)

Fig. 9 - Frontespizio del catalogo del Gavilli


All'estero, invece, era diretta la bella raccomandata qui illustrata e precisamente a Metz in Germania; risulta spedita l'8 agosto del 1891 da “E. Vestri“ di Livorno il cui nome campeggia a stampa in alto a sinistra, unitamente all'indicazione “Francobolli per Collezione /Compra Vendita e Cambio“. (Fig.10)

Fig.10 - La raccomandata reca al retro la dovuta affrancatura

 

Emilio Simonazzi


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