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Tassare con le A.M.

di Sergio DE BENEDICTIS (Aicam)

n periodo prefilatelico la tassazione delle lettere era la prassi per le corrispondenze in porto dovuto.

Lettera da Bari a Napoli ove giunse il 24.12.1821 come da bollo lineare a stampatello dritto su due righe posto al recto in arrivo, mentre al verso abbiamo un bollo di forma ovoidale attestante la tassazione che in questo caso è di 9 grana per un foglio e mezzo entro le 150 miglia (Tariffario R.D. 25 marzo 1819 che resta in vigore fino al 1845)

Salvo volontà esplicita del mittente ad assolvere la tariffa e, in tal caso si parlava di “port payé“ con apposizione dei classici bolli P.P. o P.D., se la destinazione era compresa nel territorio di competenza o era diretta all'estero.

Parlando di affrancature meccaniche veniamo catapultati nella prima metà degli anni ‘50 del secolo scorso. Questo perché, anche se l’introduzione in Italia delle prime macchine affrancatrici risale, come abbiamo visto, al 1927, ebbero inizialmente un uso esclusivamente presso i privati.
Si riscontra nel luglio 1953 il primo uso sperimentale riguardante la tassazione presso l’ufficio Roma-Arrivi e Distribuzione con una macchina Hasler F/88 a valori componibili.

La Posta adottò questa soluzione perché una macchina affrancatrice introduceva il vantaggio di risparmiare sulla carta e sulle spese di stampa necessarie alla produzione dei segnatasse ma anche perché si otteneva un significativo vantaggio di rapidità nell’applicazione rispetto al precedente annullamento manuale.

L’uso durò fino al 1999, quando poi il Decreto Legislativo n. 261 del 22 luglio pose fine alla possibilità di inviare lettere con tassa a carico del destinatario.

L’impronta, sostanzialmente identica a quella delle A.M. utilizzate nel periodo, presenta una vistosa piena sul lato sinistro, andando a standardizzare una forma che, nei timbri utilizzati sino a quel momento, era risultata delle più varie. Nel datario è presente l’indicazione “SERVIZIO TASSATE”.

Il colore da rosso varia in blu perchè così impone l’Amministrazione anche se, nel corso degli anni, è il caso di dire che “se ne sono viste di tutti i colori”!

Inoltre come potete vedere in queste ultime immagini a volte la T era riportata in targhetta in modo tale da risultare nella stampa solo il suo profilo.

La diffusione si ha dapprima nei grossi centri: Milano, Genova, Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli, Bari

ma progressivamente si diffondono anche in centri minori, purché dotati di un discreto volume di corrispondenza.

Con riferimento alla Hasler F/88 riscontriamo diversi tipi di impronte che, se sostanzialmente simili, si differenziano per alcuni particolari quali:

• una diversità di forma degli asterischi che completano il valore nel punzone
• datario a singolo o doppio cerchio
• presenza del numeratore successivamente eliminato
• datario che viene successivamente messo in linea con il punzone e che si posiziona prima della T
• fregi del punzone attaccati o staccati dalla cornice

Anche altri modelli di macchine affrancatrici hanno svolto negli anni questo tipo di servizio. Ne elenchiamo alcune mostrando la relativa impronta.

Modello Pitney Bows RS di tipo elettrico distribuita dal novembre 1952 (1)

Modello Francotyp CCM 6000 con cerchietto pieno e vuoto sotto la T, che fungeva da controllo; macchina la cui distribuzione è iniziata verso la fine del 1978.

Modello Hasler H 310/O la cui distribuzione è iniziata nel 1991.

Modello Hasler H 311/O la cui distribuzione è iniziata nel 1997.


Come abbiamo avuto modo di dire l’inchiostro da utilizzarsi era di colore blu e doveva essere fornito dalla ditta produttrice dell’affrancatrice; ma spesso ciò non accadde ed essendo il blu un colore difficile da reperire sovente si utilizzarono gli inchiostri neri dei normali tamponi in dotazione, se non lo stesso rosso come abbiamo visto.

L’utilizzo alterno dei colori ha portato, a causa della non perfetta pulitura del feltro inchiostratore, ad avere a volte stampe bicolori o a strisce alternate di colore diverso.

Anche questa modalità di tassazione contemplava i classici due casi:

Tassa a carico del destinatario: in tariffa semplice, cioè soggette alla stessa tariffa che avrebbe pagato il mittente; riservata ad alcuni enti pubblici, previa apposizione di specifici bolli ovali che garantivano il diritto a far pagare l'affrancatura semplice al destinatario.

 

Affrancatura insufficiente o mancante del tutto: la tassazione era equivalente al doppio della normale tariffa; in questo caso la tariffa primo porto per lettera semplice era pari a L. 750 e pertanto fu tassata per L. 1500

Particolare il trattamento riservato, a volte, alle cartoline dove il messaggio era palesemente scoperto; in questi casi l’ufficio procedeva con l’applicazione di una mezza busta a copertura del messaggio e sulla quale veniva apposta l’impronta equivalente alla tassa.

(1) Si ringrazia per l’immagine il forum di Filatelia & Francobolli nel quale è stata a suo tempo pubblicata da parte dell’amico Eugenio

Le altre immagini, non di proprietà dell’autore, sono tratte dalla pubblicazione AICAM n. 232 del socio Michele Passoni.

 


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