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Una macchina affrancatrice a disposizione del pubblico

di Sergio De Benedictis (AICAM)

Oggigiorno è sempre più importante per le aziende rendere automatico e disponibile al pubblico i propri servizi riducendo al massimo l’intervento umano. Le amministrazioni postali non sfuggono a questo imperativo ed essendo, almeno a parole, il loro core-business la gestione della corrispondenza, hanno da sempre investito in questo settore ai fini dell’automazione.

Affinchè l’iter possa partire è necessario provvedere all’affrancatura e oggi l’unica alternativa, a meno di non essere un collezionista ed aver dimestichezza con l’acquisto dei valori bollati, è quella di recarsi allo sportello, mettersi in coda ed alfine vedersi apporre la fatidica ed alquanto anonima “label”.

Ma le nostre care amiche “rosse” affrancatrici meccaniche non servono proprio ad apporre le impronte in modo da rendere franca la spedizione?

E allora perché non rendere questo servizio, sinora limitato ad aziende pubbliche e private, fruibile al pubblico in modo tale che si possa effettivamente parlare di “affrancatura fai da te”!

Chissà che Poste Italiane non ci legga e non realizzi un qualcosa che già nel lontano 1939 divenne operativo negli Stati Uniti e Canada:

le macchine affrancatrici MAILOMAT della Pitney-Bowes

A quel tempo la famosa Ditta, fondata nel 1902 da Arthur Pitney, poteva vantare un parco macchine installate di circa 30.000 unità per lo più presso banche, assicurazioni, aziende medio piccole e studi professionali.

Interpellò quindi l’amministrazione postale, proponendo la realizzazione e l’installazione in luoghi concordati e di grande accesso pubblico, di una macchina affrancatrice che potesse assolvere il compito di affrancare, attraverso una impronta meccanica, la corrispondenza.

Nel 1936 furono quindi realizzati i primi prototipi e si passò alla fase di sperimentazione.

Nota convenzionalmente con il termine di “Coin #100”, che gli rinveniva dal codice stampigliato nell’impronta, la sua operatività era molto semplice e come si evince dalla cartolina creata “ad hoc” per pubblicizzare il servizio, bastava:

- inserire le monete nell’apposita fessura,
- scegliere la tariffa postale,
- inserire la lettera o cartolina, nel vano per la stampa,

e, come recitava lo slogan, tutto il resto lo fa la macchina

- la corrispondenza viene prelevata automaticamente,
- viene stampata l’impronta affrancatrice,
- la corrispondenza viene posta nell’apposito cestello per essere successivamente prelevata.

Era possibile affrancare per valori da 1c a 33c con la classica impronta raffigurante l’aquila opportunamente personalizzata o il solo punzone e datario.

Il 14 ottobre 1936 il servizio partì sperimentalmente presso l’Ufficio Postale di Stamford, nel Connecticut (città dove risiedevano gli stabilimenti della Pitney-Bowes) e terminò l’11 ottobre del 1937. Una seconda macchina, con diversa impronta, rimpiazzò la prima il 20 dicembre del 1937.

Si era ormai pronti per entrare in esercizio e una Pitney-Bowes Meter 51,001, abbastanza simile alla precedente fu inaugurata il mattino del 17 maggio 1939 nel salone delle Poste Centrali di NewYork.

La prima affrancatura fu effettuata dal General Postmaster che inviò una lettera all’allora Presidente Franklin D. Roosevelt, noto collezionista. L’intera operazione ebbe una forte eco sulla stampa nazionale ed internazionale; grande enfasi fu posta sulla possibilità che era stata data al grande pubblico di affrancare autonomamente la propria corrispondenza.

A seguire, per un totale di 27 apparecchi, ognuno identificato da un codice progressivo stampigliato sull’impronta, il servizio fu esteso agli uffici postali di Detroit, Chicago, Boston, Washington D.C. ed altri, nonché anche presso alcune stazioni centrali di grosse località e alcuni importanti esercizi commerciali come i grandi magazzini Macy. Molte impronte furono sfruttate anche per veicolare messaggi pubblicitari.


Ricordiamo che in quel periodo, esattamente il 6 maggio del 1940, cadeva l’anniversario dell’emissione del Penny Black e alla Pitney-Bowes fu commissionata una impronta che ricordasse l’avvenimento e si pensò anche di utilizzarla sulle Mailomat.


Il 10 maggio 1945 fu invece la volta dello Spring Festival presso la Washington Cathedral dove furono approntate tre impronte diverse inchiostrate con colori diversi. Interessante anche l’invio fatto con una Mailomat installata all’interno dell’edificio del Pentagono. Anche se la definizione di F.D.C. (First Day Cover) prevede l’utilizzo del francobollo, anche queste buste o cartoline possono essere considerate tali.

Nel 1942 la Pitney-Bowes realizzò anche una “Mailomat da scrivania” per uffici postali un po’ più piccoli. Il funzionamento era identico salvo il fatto che l’utente per poter far procedere la lettera doveva azionare una manovella. Diventata operativa nel 1948, è possibile vederla ancora oggi attiva in qualche ufficio.

 

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