IL POSTALISTA

8 marzo 2022

La forza delle Donne è IMMORTALITÀ

Giovanna

Nadia Anjuman

Maria Grazia Calandrone 

Matris animo curant, quando la cura è donna

Maria Grazia Dosio

Bianche dame nella Grande Guerra: le infermiere volontarie 

Enrico Bettazzi

La nostra emissione 2022 è dedicata a... ILARIA CAPUA

Studio Grafico ERRE GI 

8 marzo: è vera festa per la donna?

Sergio De Benedictis

Anna Maria Enriques Agnoletti: LA SCELTA

Lorenzo Oliveri

Indice di tutti gli articoli pubblicati 2019-22

 

 
Enrico Bettazzi
Bianche dame nella Grande Guerra:
le infermiere volontarie


La Grande Guerra fu una guerra...grande, la prima mondiale, la prima moderna, quella che coinvolse tutti i settori della società; tutti parteciparono a più titolo senza distinzione di censo o genere. In Italia ognuno fece la propria parte ed una parte importante la ebbero le donne, chiamate a sostituire gli uomini al fronte in molti mestieri finora a loro preclusi. Andarono così anche in guerra.

Un drappello di donne della borghesia e della nobiltà vollero dare il proprio contributo prestando servizio nella Croce Rossa ed entrando nel Corpo Infermiere Volontarie.
Tutto era iniziato nel 1906 dopo un’eruzione del Vesuvio e quando ancora nel 1908 per il disastroso terremoto di Messina la Duchessa Elena d’Aosta era andata in prima persona a prestare soccorso a quelle popolazioni, si era resa conto che c’era un servizio sanitario di prima emergenza da organizzare a livello nazionale.

La Duchessa Elena d’Aosta, ispettrice generale delle Infermiere Volontarie della C.R.I.


Fu così che in quell’anno fu organizzato il primo corso per Infermiere Volontarie presso l’Ospedale Militare del Celio a Roma; ne seguirono altri a Firenze, Bologna e Modena con un totale di 110 diplomi rilasciati entro la fine dello stesso anno.

Diploma di infermiera volontaria rilasciato nel 1917, con essa veniva consegnata la medaglia di infermiera della Croce Rossa.


La prima esperienza militare fu per la guerra di Libia del 1911-12; alcune di loro, con in testa la Duchessa Elena, furono imbarcate sulla nave ospedale Menfi e vi prestarono servizio durante la guerra. Anche la guerra balcanica del 1912/13 vide la presenza di un drappello di 14 nostre crocerossine.

All’entrata in guerra il 24 maggio 1915 il numero delle infermiere volontarie era già salito a circa un migliaio. La Duchessa Elena d’Aosta era la Ispettrice Generale, incarico equiparato al grado di generale dell’esercito; la segretaria generale fu equiparata ad un colonnello e le altre infermiere a seconda dei ruoli ai gradi di capitano, tenente, sottotenente. Ruoli quindi non certo secondari, forse facilitati dalla posizione sociale e culturale rilevante per molte di loro, mogli o figlie di importanti personaggi nazionali; va però detto che nelle corrispondenze dal fronte le medesime non ebbero mai a menzionare la loro posizione gerarchica, ma semplicemente si indicarono come Infermiere Volontarie.

Negli epistolari dei feriti troviamo solo parole di ringraziamento per l’opera prestata spesse volte in prima linea, negli ospedaletti da campo, a contatto col nemico, in situazioni di estremo pericolo. Le loro candide uniformi con la vistosa croce rossa furono assoggettata alla dura legge della guerra moderna ed in prima linea anche queste coraggiose donne indossarono il grigio verde dei loro commilitoni.

Cartolina di F. Vecchi raffigurante una crocerossina in uniforme da campo al fronte: si notano le stellette militari sul colletto e la medaglia di infermiera diplomata al petto.

Ma nelle cartoline di propaganda l’iconografia le ritrae quasi esclusivamente nella loro uniforme bianca, utilizzata normalmente negli ospedali di riserva o territoriali.

Foto di crocerossine, soldati della sanità militare e feriti all’Ospedale territoriale di Torino nel febbraio 1916.

 

      Foto di crocerossina “Durante la guerra del 1915-16-17”     

Durante la guerra che vide avvicendarsi quasi cinque milioni di soldati durante i quattro anni di conflitto, furono 8420 ad essere mobilitate, di cui 1080 furono presenti al fronte. Alcune, assegnate ad ospedaletti da campo, seguirono le nostre truppe operanti in Albania e Macedonia; altre prestarono servizio su navi ospedale o treni attrezzati.


Diploma di conferimento della medaglia istituita a ricordo della Grande Guerra. Sotto medaglie militari al merito della Croce Rossa; quella in argento con fascetta “campagna italo austriaca 1915-1916” per lodevole servizio al fronte.

Alla fine della guerra si contarono 44 infermiere morte, di cui 9 per cause di guerra e 35 per malattie contratte in servizio; due furono ferite e 3 vennero fatte prigioniere. A testimonianza del coraggio con cui prestarono servizio rimangono le concessioni di onorificenze a loro concesse: 155 medaglie al valor militare tra argento e bronzo; 348 croci al merito di guerra.

Cartolina facente parte di una serie dedicata al Cimitero Militare agli Invitti della III Armata a Redipuglia, prima della costruzione dell’attuale sacrario. Vi è rappresentata la tomba della crocerossina Margherita K. Parodi, morta di spagnola a Trieste liberata mentre prestava servizio all’ospedale di Servola in soccorso dei nostri militari rientranti dalla prigionia.
Era partita per il fronte appena diciottenne nel 1915 assieme alla madre, prestando servizio presso ospedale n.10 della C.R.I. a Cividale del Friuli. Passò per diversi ospedali; a Pierris, sull’Isonzo, assegnata al 2° Chirurgico Mobile, si guadagnò la medaglia di bronzo al valor militare:
“Per essere rimasta serena al suo posto a confortare gli infermi affidati alle sue cure, mentre il nemico bombardava la zona dove era situato l’ospedale cui era addetta- Pierris (ospedale mobile n.2), 19/5/1917”


Cartolina in franchigia postalizzata tramite PM Intendenza 3ª Armata, sez. A in data 26/6/1917; scritta da Livia Sarcoli, di Firenze, mentre era all’Ospedale di Tappa a Palmanova (UD). All’ospedale da campo 071 meritò la MBVM: “Durante bombardamenti nemici della località ove era impiantato l’ospedale cui era addetta, continuava serena nell’adempimento del suo compito, confortando e tranquillizzando i feriti affidati alle sue amorevoli cure con calmo coraggio e sprezzo del pericolo. Palmanova, aprile 1916

 

Cartolina in franchigia postalizzata tramite PM30 in data 25/8/1917. Timbro Ospedaletto da campo 49. Scrive Amalia Boninsegni, di Firenze, tra le infermiere volontarie fin dal 1908. Prestò servizio in vari ospedali territoriali fiorentini e in un treno ospedale. Passò in zona di guerra all’ospedale di Dogna, ove si meritò una MBVM: “Durante un bombardamento nemico, sebbene l’ospedaletto fosse in serio pericolo perché colpito più volte, rifiutava di mettersi in salvo, per assistere gli ammalati e feriti che accompagnava al sicuro, percorrendo la zona del paese battuta dalle artiglierie nemiche. Dogna, 4/8/1916

Cartolina in franchigia edita dalla Croce Rossa Italiana, postalizzata tramite posta militare in data 23/12/1915 predisposta per il Natale di guerra. Scritta da Giuseppina Milazzo, di Palermo, rimasta al fronte per due anni. Per l’encomiabile servizio presso l’ospedale 057, le fu concessa la MBVM: “Addetta per lungo tempo ad un ospedale contumaciale, curando infettivi e colerosi, dimostrava alto spirito di abnegazione. Si distinse per serena calma e sprezzo di ogni pericolo anche in occasione di bombardamenti nemici, amorevolmente rinfrancando gli infermi affidati alle sue cure. Cervignano, maggio-novembre 1916

Cartolina in franchigia affrancata per 10 cent, essendo postalizzata tramite posta civile di Treviso in data 19/9/1917 senza timbri accessori militari, scritta da Laura Palmas Vigo, di Pavia, alla famiglia. Fin dai primi giorni di guerra fu all’ospedale territoriale Ghisilieri di Pavia; raggiunse poi l’ospedale da guerra n.17 in Soleschiano di Manzano. Meritò la MBVM: “Calma e serena continuava a prestare le sue cure ai feriti a lei affidati, dimostrando contegno coraggioso e sprezzante del pericolo, nonostante il bombardamento nemico della località ove trovavasi l’ospedale cui era addetta. Soleschiano, agosto 1917”.

Cartolina in franchigia scritta da Ospedaletto da campo n.191 da Margherita de Bellegarde, di Firenze; meritò la MBVM: “Nella sua lunga permanenza in ospedali avanzati diede costanti prove di abnegazione ed elevato sentimento del dovere. Nonostante intensi bombardamenti nemici continuava con sereno coraggio e calma ammirevole a prestare l’opera sua pietosa confortando e rincuorando i feriti affidati alle sue amorevoli cure. Gradisca, ottobre 1917”.

Cartolina in franchigia postalizzata tramite Posta Militare 1° Ufficio d’Armata in data 9/12/17, scritta da Jole Livellara presso ambulanza 3/12 del Settore Postale 88.

Cartolina in franchigia postalizzata tramite PM Intendenza 3ª Armata sez. B in data 4/6/17. Scrive Lucia Garelli, di Morozzo (CN), crocerossina presso OdC n.057. Nel maggio 1915 fu chiamata all’Ospedale di Mondovì; a Natale partì per il fronte, ospedale n. 032. Fu poi destinata a fine 1916 al OdC 057 di fronte l’Hermada. Morta il 24/8/1917 a seguito di deperimento per cause di servizio.
Ottenne una MBVM: “Nonostante che il nemico bombardasse la località ove trovavasi l’ospedale a cui era addetta, continuò a compiere serenamente le sue mansioni presso i feriti affidati alle sue cure, dando prova di grande abnegazione e di sprezzo del pericolo. Infermiera impareggiabile profuse tutte le sue energie nella pietosa missione tanto da morire di esaurimento nell’agosto 1917. Cervignano. Ottobre 1916”.

Cartolina in franchigia postalizzata tramite PM intendenza 3ª Armata in data 11/2/1917, scritta da Sandra Mengoni Ferretti, di Roma, in servizio negli ospedali dal 1915 al 1919 ininterrottamente. Prima presso l’ospedale territoriale del Quirinale in Roma, prestò servizio al OdC n.234 a S. Giorgio di Nogaro. Fu poi all’ospedaletto n. 50, che si trovava verso il Grappa. A fine guerra andò a Pola ad organizzare l’assistenza civile a quella popolazione.
Ebbe la MBVM: “Costante esempio di devozione al dovere, nella sua lunga permanenza in ospedali avanzati diede prova di sereno coraggio e disprezzo del pericolo durante il bombardamento nemico, continuando a prestare con intrepida calma le sue amorevoli cure ai feriti a lei affidati. San Giorgio di Nogaro, ottobre 1917”.

Cartolina in franchigia spedita da treno ospedale n. 17 e pervenuta a Firenze con apposizione timbro civile in arrivo il 5/7/1915. Scritta il 3 giugno da Berta Pozzolini, di Firenze, che ricevette la MBVM per l’esemplare servizio prestato presso l’ospedale di guerra n.11 a Cormons: “Infermiera volontaria della Croce Rossa nell’Ospedale di guerra n.11 in Cormons, compiva la sua nobile missione anche durante gli attacchi dell’artiglieria nemica alla città, infondendo col suo mirabile contegno, la calma nei ricoverati e concorrendo all’opera soccoritrice con fermezza d’animo e sereno coraggio. Cormons, agosto 1915- marzo 1916”.

Cartolina edita congiuntamente dalla Croce Rossa Italiana e dalla Lega Nazionale delle Seminatrici di coraggio, disegnata da A.M.Bancherio.

Enrico Bettazzi
25/2/2022

Bibliografia

E. BETTAZZI, Le infermiere volontarie al fronte nella grande Guerra, in Posta militare e storia postale, rivista del AICPM, n. 116 (giugno 2010).

M.PERRINI – M.L.SOLENTINO, Donne eroiche italiane decorate al valor militare 1915 -1918, Roma,