Seconda edizione

Riveduta, corretta ed ampliata

Pubblicazione didattica del CIFO - Collezionisti italiani di francobolli ordinari
 

LESSICO FILATELICO ITALIANO

 Vocabolario dei termini e dei modi di dire del linguaggio filatelico italiano

  

A cura di Giovanni Riggi di Numana

Copyright ©2003 Giovanni Riggi di Numana


     
il postalista

PREMESSA

Lettera
"A"
"B"

"C"
 "D"
"E"
"F"
"G"
"H"
"I"
"J"
"K"
"L"
"M"
"N"
"O"
"P"
"Q"
"R"
"S"
"T"
"U"
"V"
"W"
"X"
"Y"
"Z"

 

 

 

"P"
 

PACCHETTO – Sostantivo - Piccolo pacco spedibile per posta che ebbe per molto tempo tariffa propria, poi unificata ai quella dei Campioni di merci senza valore (se aperti) o alle lettere (se chiusi). La tariffazione postale specifica per l'interno si avviò l'11.2.1933 ; da quel momento i pacchetti sono stati riconosciuti dalle Poste italiane come voce a se stante separata da quella dei campioni di merce senza valore. Con la tariffazione avviata il 25.3.1975 i pacchetti hanno avuto tariffe equiparate ai campioni di merci con cui fino al 1999 si sono confusi. Per l'estero i pacchetti non furono presi in considerazione fino al 31.3.1935 ; in precedenza i piccoli pacchi potevano esser spediti sotto la denominazione "Scatolette" con tariffa a se stante a partire dal 1.2.1921. Dalla tariffazione per l'estero che si avviò il 31.3.1974 scomparvero i campioni senza valore che vennero accomunati ai pacchetti. Conclusivamente i pacchetti sono stati associati ai campioni senza valore per le tariffazione interne, mentre per l'estero, i campioni senza valore sono stati accomunati ai pacchetti con un processo simile ma inverso. Dal 2000 i pacchetti fino a 2 kg ., suddivisi in 4 tipi, in relazione alla dimensione e al peso, hanno tariffa accomunata alle stampe, agli invii promozionali e ai cataloghi di vendita sia per l’interno che per l’estero.
La parola "Pacchetto" ha però importanza per la storia postale anche in un altro significato : "i Pacchetti a Vapore" erano navi e piroscafi che tra il 1820 ed il 1860 percorrevano il Mediterraneo per trasportare posta, giornali e merci. La formula deriva dall'italianizzazione della dicitura francese "Paquebot a vapeur", normalmente ridotta a "Paquebot", che indicava appunto navi a vapore (all'epoca le più veloci e sicure) che trasportavano merci  e passeggeri tra i porti d'Italia, di Francia e dell'Africa del nord. Sono noti alcuni bolli lineari di alcune amministrazioni postali delle nazioni che si affacciavano sul Mediterraneo che contengono la frase “pacchetto a vapore”, tra cui quelli delle Poste del Regno di Napoli, in genere in rosso acquoso, applicati sul frontespizio di molte corrispondenze che viaggiarono con bastimenti da Napoli ai porti del Mediterraneo o viceversa nei decenni centrali del 1800.  

PACCO – Sostantivo - Involto confezionato, spesso legato e ben sigillato contenente merci e oggetti. Nel nostro paese il trasporto di pacchi chiusi contenenti merci consentite, fino ad un certo limite di peso è riservato alle Poste pubbliche, in privativa, seguendo alcune disposizioni. La privativa postale di stato dei pacchi iniziò, con molte limitazioni, il 1.10.1881, molto più tardi rispetto a quella della posta lettere. Inizialmente i pacchi non potevano superare il peso di 3 kg . ma con la tariffazione avviata il 21.7.1890 furono creati due scaglioni di peso (3 e 5 kg .) e con quella avviata il 1.4.1904 fu possibile spedire pacchi fino a 10 kg . (terzo scaglione). Il servizio dei pacchi, da quel momento, con qualche variante rispetto alla posta lettere, ebbe la possibilità di aggiungere alcuni servizi accessori quali l'assicurazione, la consegna a domicilio, il contrassegno, la ricevuta di ritorno, il porto assegnato ecc., ma divise i pacchi in due gruppi in relazione al loro volume (pacchi ordinari e ingombranti) con tariffe differenziate nei tre scaglioni di peso considerati. Con la tariffazione che si avviò il 1.4.1932 furono aggiunti altri scaglioni di peso (1,3,5,10,15,20 kg. sempre divisi in ordinari ed ingombranti), ed altri servizi (pacco urgente, espresso, posta aerea ecc.) riservando così alle Poste tutto il traffico dei pacchi fino a 20 kg .. Dalla tariffazione avviata il 1.1.1922 fu riconosciuta agli editori una tariffa Pacchi ridotta del 50 % per la spedizione di libri in 5 scaglioni di peso (fino a 10 kg ). Tale assetto fu mantenuto fino al 1998, ovviamente con qualche variante e aggiornamento, e la privativa di Stato riconosciuta alle Poste sul trasporto dei pacchi fino a 20 e successivamente fino a 30 kg . restò fino alla trasformazione delle Poste Italiane in SpA,  malgrado la concorrenza dei trasportatori privati. Ovviamente i pacchi di peso superiore a quello dello scaglione massimo accettato dalle le Poste, era ed è ancora trasportato da corrieri privati senza sottostare al monopolio di Stato o al diritto di privativa riconosciuto dallo stato alle Poste dopo il 1998. In ogni tempo però i corrieri privati hanno potuto trasportare pacchi sottoposti al monopolio o alla privativa se autorizzati dalle Poste italiane, secondo le norme dell'Istituto dei "pacchi in concessione", molto simile a quello del "recapito autorizzato" per gli espressi di città.
L'affrancatura dei pacchi fu originariamente effettuata con speciali francobolli per pacchi ad una sezione da applicare su un bollettino (ricevuta che le poste consegnavano al mittente per ogni pacco). Dal il 1914 il francobollo per pacchi fu realizzato a due sezioni da applicare separatamente ma parallelamente sia sulla matrice (per le Poste) che sulla figlia (ricevuta consegnata al mittente) del Bollettino, ossia del cartoncino tagliabile in due sezioni che accompagnava il pacco nel viaggio. Questo sistema rimase in uso fino a circa il 1980, ossia fino all’esaurimento dei francobolli per pacchi a due sezioni (emessi fino al 1973 ma ristampati fino al 1978), e all'invenzione di un nuovo bollettino per pacchi, anno in cui gradualmente furono sostituiti con i francobolli ordinari da applicarsi solo sulla copia che restava alle Poste. Per i pacchi in Concessione furono emesse a partire dal 1953 delle Marche (non francobolli) simili ai francobolli per pacchi anch'esse a due sezioni da applicare separatamente, una sulla matrice conservata dal corriere, l'altra sulla figlia consegnata al mittente. Precedentemente al 1953 i corrieri privati autorizzati applicavano su loro bollettari i francobolli per pacchi e speciali marche da bollo. A partire dal 1984 le marche dei pacchi in concessione a due sezioni furono abbandonate fu utilizzata una marca unica assai simile ad un francobollo, da applicare solo sulla matrice. Il sistema venne però rapidamente dismesso per la scomodità, la confusione, la difficoltà dei controlli sul territorio, il contrabbando e sopratutto le truffe perpetrate dai corrieri privati che avevano approfittato dello sbandamento delle Poste pubbliche per penetrare sul mercato del trasporto dei piccoli pacchi fino a 20 kg .. Il servizio dei pacchi in Concessione sempre in vigore alla data odierna, è stato quindi regolamentato dal 1984 con la concessione di una autorizzazione ottenibile contro il pagamento di un ammontare forfettario che ogni corriere paga il relazione al proprio giro d'affari e alle proprie capacità strumentali. 
Dal punto di vista collezionistico il servizio postale dei pacchi prima del 1998 ha grandi difficoltà d’espressione perchè i bollettini postali o le loro frazioni di proprietà dei mittenti sono molto dispersi, mentre quelli o le frazioni rimasti nelle mani delle Poste o sono stati distrutti o, se disponibili al collezionismo, sono frutto di sottrazione agli archivi dell’amministrazione postale.
Ciò e dovuto al fatto che sui bollettini è riportato oltre ai dati dei corrispondenti anche il contenuto del pacco (vero o falso che sia) e per il diritto alla privacy postale difeso dalle Poste, nessuno dovrebbe conoscere che cosa un cittadino ha spedito ad un'altro anche decine e decine di anni prima. Per lo stesso motivo nelle collezioni di bollette di pacchi in concessione, potrebbero solo esser presentate le frazioni figlie e non le matrici. Tutti i bollettini pacchi postali in mano alle Poste fino alla data della loro privatizzazione e tutti i bollettari in mano ai corrieri, dopo una giacenza negli archivi di 5 anni, dovevano andare per legge all'incenerimento e quindi quelli in circolazione disponibili per il collezionismo sono da considerare rubati. Dal 2002 i bollettini pacchi non devono più esser affrancati : l’affrancatura deve essere effettuata sugli involucri dei pacchi in francobolli o surrogati e quindi il loro collezionismo, a parte la dimensione dei frammenti di carta su cui sono applicati, è pareggiabile a quello dei grandi plichi e delle lettere. Nel 2003 molte tariffe pacchi sono state unificate, ne sono state inventate delle nuove in relazione alla velocità richiesta dai mittenti (paccocelere 1 e 3) mentre per il pacco ordinario è stata adottato un unico scaglione di peso da 0 a 30 kg . a tariffa unica. Nel 2005 questo limite è stato ridotto da 30 a 20 kg . 

PAESAGGIO – Sostantivo - Veduta più o meno ampia di una località aperta, in cui si vedono campagne, monti, mari città e villaggi per mostrare la bellezza naturale del luogo o le caratteristiche di un'area. I paesaggi sono spesso riprodotti nelle vignette dei francobolli per pubblicizzare qualche luogo particolarmente ameno e attrezzato per l'accoglienza turistica e per questo motivo molti francobolli italiani del periodo repubblicano mostrano vignette di questo tipo. Da molti anni l’Italia ne programma una serie all'anno per far conoscere l'immagine di luoghi belli ed accoglienti al fine di promuovere appunto il turismo locale. Queste emissioni sono denominate "Turistiche", ma ne esistono numerose altre, non specificamente così denominate, che per le loro vignette promuovono ugualmente il turismo. La realizzazione dei francobolli con panorami e paesaggi non è particolarmente difficile poiché i bozzetti per produrli partono sempre da una fotografia.

PAESE – Sostantivo - Nel suo significato più semplice indica un centro abitato di piccola dimensione, poco più grande di un villaggio ma più piccolo di una città. In un significato diverso indica anche una contrada, un'area e perfino una estensione di terra abitata da un popolo, fino a sostituire in letteratura il significato di nazione. In filatelia i francobolli di un paese intendono quelli di una nazione sovrana.                                              

PAGAMENTO – Sostantivo - E' il dare del denaro, dei soldi liquidi, o in titoli trasformabili in denaro, contro una merce o un servizio. I pagamenti alle Poste per i servizi postali o per le tassazioni sono effettuabili solo in contanti o in trasferimenti di denaro attraverso conti correnti con la Posta. Non sono ammessi pagamenti con assegni o con altri titoli ma dal 2000 sono state inventate dalle nostre Poste pubbliche, ormai divenute una banca, delle carte di credito postale che possono sostituire il denaro contante sia per pagare servizi postali che per pagare merci presso negozi e rivenditori accreditati alle Poste. Questa situazione è in rapida evoluzione perché con l’informatica il riconoscimento delle persone è più facile, immediato e sicuro.

PAGARE – Verbo - E' l'azione di dare denaro contro servizi, merci, tariffe,tassazioni,debiti ecc. (Vedi “Pagamento”).

PAGATO/A – Aggettivo -  In Filatelia e Storia Postale viene associato a parole come tassa, tariffa, porto, ecc. indicando che per le voci a cui questo aggettivo è connesso è stato effettuato il pagamento necessario a coprire il dovuto o il debito. Esistono numerose impronte di bolli contenenti la parola "Pagato" tra cui forse la più famosa in campo storico postale è "R.P. Pagato" (regio porto pagato). Il bollo ovale con questa impronta fu impiegato prevalentemente tra il 1944 ed il 1948 in un momento in cui mancarono agli uffici postali le forniture di francobolli ed il pagamento dell'affrancatura fu effettuato con denaro agli sportelli postali contro la sola applicazione del bollo mentre l'ammontare era scritto a mano sul frontespizio. In epoca più tarda, con la cessazione del regime Monarchico, dal bollo fu scalpellata la lettera R. riducendo l'impronta a "P.Pagato" (porto pagato). Lineari postali contenenti la parola "Pagato" sono più frequenti su documenti amministrativi o su ricevute consegnate agli utenti di tutti i periodi. (Vedi “Pagamento” e “Pagare”)

PAGINA – Sostantivo - Facciata di un foglio di un libro, di un giornale, di un quaderno. Ogni foglio possiede due facciate e quindi ad un foglio si riferiscono due pagine diverse con numerazione diversa. I fogli delle collezioni filateliche talvolta sono impropriamente chiamati "pagine" poiché per poterli mostrare in esposizione sono utilizzati da un solo lato. Talvolta in letteratura la parola è destinata a individuare un contenuto (in uno scritto) piuttosto che  indicare un vero e proprio numero di pagina.

PAGLIA – Sostantivo - E' l'insieme degli steli del grano maturo o di altre biade, separato dalle spighe. La paglia ha un largo impiego nell'agricoltura e in altre occasioni, ma è divenuta col tempo una delle principali materie prime per produrre la carta comune. La paglia, come il legno, sminuzzata finemente, possedendo una percentuale altissima di cellulosa, serve a realizzare la carta per giornali, per pacchi e per imballi, ed in tempi difficili come quelli di guerra o di carestia, quando le forniture di cotone furono impossibili, la paglia fu miscelata alla carta nobile riciclata per produrre carta pregiata per i francobolli e per la scrittura. La carta filatelica prodotta con paglia si riconosce abbastanza facilmente perchè è leggermente più scura di quella normale e mostra, all'esame microscopico, fibre più lunghe e leggermente giallastre rispetto a quelle bianche del cotone. La così detta carta filatelica di Guerra degli anni 1944/46 fu realizzata con una percentuale notevole di paglia. A differenza di quella in cotone, la carta prodotta con alta percentuale di paglia si ossida facilmente, ingiallisce rapidamente quando esposta alla luce solare intensa e si conserva senza sbriciolarsi per tempi più brevi perché la sua componente acida è molto più elevata di quella del cotone.

PAIO – Sostantivo - Indica due oggetti, due cose che stanno necessariamente insieme o che si usano soltanto se sono unite tra loro. In realtà “un paio” di qualcosa indica un oggetto unico formato da due parti uguali generalmente simmetriche (scarpe, guanti, occhiali ecc.). In un altro intendimento sostituisce il numero 2. In filatelia indica comunemente due francobolli, indifferentemente separati o uniti tra loro. In questi casi per esser più precisi per indicare due francobolli ancora uniti tra loro, è preferibile dire "coppia".

PALA - Sostantivo dai molteplici significati - Oltre ad essere uno degli strumenti più comuni per l'edilizia e dell’agricoltura ed uno degli elementi costituenti i remi e le eliche nautiche, ha un significato legato al mondo dell'arte che può esser utilizzato anche in filatelia. Una "Pala" è una delle parti di un quadro composto da più sezioni tra loro connesse. Spesso molti antichi dipinti a soggetto religioso che avevano necessità di una espansione orizzontale per poterli appoggiare sugli altari delle chiese, furono realizzati in tre o cinque o più sezioni autonome ma collegate da cerniere, in modo che i vari pannelli (sezioni) accostati formassero un'unità artistica unica, logica ed inscindibile. Questi quadri sono costituiti da "Pale" ed ogni pala trova una sua posizione rispetto alle altre. Per es. se un dipinto è composto da tre pannelli, quello centrale viene definito pala centrale, e gli altri due pala di destra e pala di sinistra. In similitudine, per i francobolli composti da tre sezioni accostate e connesse tra loro con la dentellatura chiamati abitualmente "Trittici", la sezione centrale può assumere il nome di "pala centrale" mente le altre sono rispettivamente le "Pale di destra e di sinistra". I trittici non sono molti ma oltre a quelli del periodo aureo dell’aeronautica italiana (trittici Balbo), ne esistono altri del periodo repubblicano che non è sempre facile trovare nelle tariffe esatte ancora interi su busta, e che quindi, malgrado la loro modernità, sono rari e costosi. 

PALLIDO - Aggettivo – qualifica alcune tonalità dei colori. Un colore (qualsiasi) pallido è un colore privo di vivacità, smorto, sbiadito e tenue. Si usa in filatelia per specificare meglio il colore di qualche francobollo che in assoluto o in alcune tirature o casualmente è meno brillante e meno vivace di altri francobolli simili considerati normali. Molti francobolli diventano talvolta "pallidi" a causa di lavaggi piuttosto energici, effettuati con acqua addizionata a ossidanti e sbiancanti ottici; tali francobolli non sono varietà, ma sono diventati difettosi e quindi di scarto.

PALLONE - Sostantivo con diversi significati - Tutti però che indicano un oggetto di forma sferica. In filatelia per pallone o “sferico” si intende una grande sfera di tela, gonfia d'aria calda o gas più leggero dell'aria e non motorizzata che può navigare nei cieli, guidata da uomini appesi al pallone all'interno di piccole navicelle di legno o di vimini. E' quindi un aeromobile inventato dall'uomo per volare e per trasportare cose e persone. L'invenzione del 19mo secolo è successiva a quella della Mongolfiera ma precede storicamente quella del Dirigibile. Ha sistemi direzionali molto approssimativi e quindi sale verso il cielo ed è nella maggior parte dei casi preda dei venti che lo conducono in ogni direzione possibile. In conseguenza ebbe impieghi iniziali difficili, ma servì a lungo per scopi militari per poi trasformarsi in aeromobile sportivo. Storicamente ebbe impiego anche per trasportare posta, cosa che si fa ancora oggi durante qualche manifestazione filatelica, e le sue migliori prestazioni in questo campo si ebbero durante l'assedio di Parigi del 1870, quando fu l'unico mezzo per sorvegliare gli assalitori dall'alto e in versioni non tutte abitate, fu l'unico sistema per trasmettere notizie scritte all'esterno, anche a distanze enormi. La posta trasportata in quella occasione, detta comunemente "Par Ballon Montée" fu scritta su carta molto leggera preparata appositamente con diciture prestampate. Durate il lungo assedio ebbe regolari tariffe postali ed una certa regolarità di partenza. I palloni dell'assedio di Parigi trasportarono anche giornali (la gazzetta degli assenti) per informare il mondo esterno su quanto accadeva nella capitale della Francia assediata dagli Austriaci. Questa posta è particolarmente pregiata ed è oggetto di studi e di collezioni specializzate. Durante la 1ma guerra mondiale anche l'Italia utilizzò i palloni per difesa ed attacco, e creò uno speciale corpo, quello degli "aerostieri", specialisti nell'uso dei palloni frenati (legati con delle corde a terra) e dei palloni da trasporto (per bombardamento ed osservazione) che nel caso di spedizioni di lettere e corrispondenze utilizzarono bolli propri piuttosto rari e di valore. Oggi la posta trasportata con palloni è solo una versione commemorativa del grande passato dello "sferico" storico.

PANE – Sostantivo - Alimento base dell'uomo. In filatelia si ricorda perchè durante la prima guerra mondiale furono prodotte molte cartoline illustrate col patrocinio della casa Reale italiana distinguibili da infinite altre per la dicitura "Casa del Pane" riportata a chiare lettere sul lato scrittura insieme ad un logo appositamente studiato. Tali cartoline molto collezionate per il lato illustrato, erano vendute da comitati e da enti che devolvevano l'incasso per produrre pane da distribuire alle famiglie dei poveri o dei militari bisognose di aiuto in un momento storico in cui tutto, anche questo alimento base, mancava sulle tavole di molte persone.

PANIERE - Sostantivo - Cesto di vimini per lo più rotondo e profondo, con un manico ad arco. Nel significato che ci interessa è un contenitore ideale entro cui si possono immettere vari prodotti o merci che per la loro diffusione nella popolazione sono dei segnalatori dell'inflazione economica di una nazione confrontando i costi degli stessi prodotti in tempi successivi. Ovviamente all'interno del paniere vengono introdotte merci (o servizi) necessari alla sopravvivenza della popolazione e non prodotti superflui. Oltre al pane (comune), alla benzina automobilistica, al costo delle ferrovie, e di altre merci o servizi, nel paniere c'è anche il costo postale di una lettera primo porto per l'interno che è considerato uno degli indicatori principali per stabilire il costo della vita e il crescere dell'inflazione. Normalmente le variazioni tariffarie volute dal Ministero delle Poste per aggiustare il bilancio del servizio, raramente in discesa, sono concordate con il governo del paese perchè incidono sul "paniere".

PANTOGRAFO – Sostantivo - Macchina complessa per copiare i contorni di disegni o di oggetti anche in dimensioni diverse da quelle originali. Serve in genere all'industria ma trova impiego anche in filatelia per evitare molta fatica nel trasferire lo stesso disegno o scritta da un supporto cartaceo ad un altro. Recentemente l'impiego del pantografo è stato abusato per riprodurre autografi e riportarli da un documento all'altro (anche con l'autorizzazione del proprietario della firma stessa). Con questo sistema sono state firmate numerosissime buste commemorative, nella maggioranza dei casi non viaggiate nello spazio, dei voli spaziali prodotte dal 1964 in poi. Il riconoscimento della firma derivata da pantografo da quella autentica è difficile, poiché la macchina, per scrivere, utilizza una vera penna e quindi il segno è assolutamente identico a quello prodotto naturalmente. I tentativi di riconoscimento sono legati al confronto di numerosi pezzi firmati : se la firma è assolutamente identica su vari esemplari, deriva da pantografo, se è leggermente diversa può essere autentica ma non è certo, poiché le operazioni di copiatura possono esser state eseguite in tempi diversi da originali diversi. Le firme che documentate sono precedenti agli anni '60 hanno maggiori probabilità di essere autentiche e non pantografate. Il pantografo adatto a queste riproduzioni produce firme, scritte o disegni a cui deve essere accompagnata la dicitura “realizzata con Autopenn", cosa che non sempre avviene e che provoca infiniti dubbi sulla posta notoriamente prodotta in numerosi multipli firmati (vedi aero ed astrofilatelia).

PAPA/PAPATO – Sostantivi - Nomi propri che indicano la massima autorità religiosa cattolica e il suo potere temporale. In filatelia hanno interesse perchè sono all’origine di numerose emissioni filateliche prodotte da molti Stati ma soprattutto dallo Stato della Città del Vaticano, stato indipendente, sovrano, autonomo che può emettere valori postali e che gestisce uffici postali propri. L'importanza del Papa, del Suo Pontificato, del Vaticano e dello Stato Pontificio del passato, incide spesso su moltissime altre nazioni, tanto che queste producono francobolli in loro onore. Oltre al grande interesse filatelico per l'antico Stato Pontificio (dalla prefilatelia alle emissioni filateliche avviate nel 1852) l'attuale interesse è legato dal 1929 (Concordato con lo Stato Italiano) ad emissioni filateliche inizialmente rare e a numerose altre emissioni, dal 1952 forse alquanto inflazionate. Un rinnovato interesse collezionistico è comunque nato dai numerosi viaggi che i Pontefici hanno effettuato in varie nazioni del mondo negli ultimi decenni, un collezionismo sopratutto attivo nelle nazioni emergenti, sensibili alla forza di penetrazione del potere temporale dei Papi e della religione cattolica nelle società più bisognose e politicamente meno vicine al cattolicesimo, ma asfittico in Italia e nelle nazioni più avanzate. Le emissioni filateliche della Città del Vaticano sono quantitativamente molte e le tirature sono troppo elevate per i reali bisogni della posta vaticana ; in conseguenza il collezionismo del periodo moderno e contemporaneo è meno interessante, sempre meno seguito e può esser considerato speculativo, salva qualche rara eccezione legata a particolari avvenimenti (ad es. i francobolli per la Sede vacante). 

PAPIRO – Sostantivo - Nome di una pianta acquatica a fusto medio che anticamente cresceva in abbondanza soprattutto lungo le rive del Nilo. Dal suo fusto nell’antico Egitto venivano ricavate fibre sottili e lunghe adatte ad esser congiunte per formare sottili fogli che, se compressi e spianati, servivano come supporto su cui scrivere. In realtà la denominazione "papiro" nel linguaggio corrente si è trasformata da pianta a foglio per scrivere o già scritto. Per papiro nel linguaggio comune si intende un foglio o un documento scritto nella maggior parte dei casi appartenente alla cultura dell'antico Egitto ( 1800 a .C. – 800 d.C.). La Posta scritta su papiri è praticamente inesistente poiché pochissime lettere di interesse esclusivamente museale, certamente non disponibili al collezionismo privato, si sono salvate col passare dei secoli. Il papiro, come supporto su cui scrivere fu sostituito in epoca Romana con tavolette in legno cerate, poi con la cartapecora o la pergamena e soltanto con l'arrivo della cultura araba in Italia, tra il 1000 ed il 1200, con la carta.

PARACADUTARE/TO/A - Verbo e aggettivi derivati. Queste parole derivano da Paracadute, un grande ombrello di stoffa adatto a contrastare la forza di gravità terrestre e a sostenere il peso di una persona o di oggetti pesanti in caduta libera dal cielo, facendoli scendere dolcemente anche con un sistema di guida. Sono considerati dei presidi indispensabili per i passeggeri degli aeroplani e per lanciare dal cielo forniture ed aiuti in aree difficili da raggiungere per via di terra o di mare. In alcuni rari casi il paracadute è servito anche per lanciare dagli aerei i sacchi della posta accelerando notevolmente le consegne a destino e facilitando il lavoro dei trasportatori.  Negli Stati Uniti e in altre nazioni con aree molto estese e poco abitate furono studiati e resi operativi dei sistemi di scambio postale senza la necessità di far scendere gli aerei a terra : la posta in arrivo era paracadutata, mentre quella in partenza raccolta in un sacco posto sull'estremità di un palo molto alto veniva recuperata a mezzo di un gancio appeso ad una corda pendente dall'aeroplano, in una operazione ardita ma abituale per i pionieri del volo. Oggi il sistema non si usa più, ma durante qualche manifestazione aerea d’oltreatlantico il  lancio e di recupero di posta con paracadute e gancio utilizzato negli anni ’30 viene commemorato e ripetuto con lo scambio di posta filatelica così trattata. In Italia durante il periodo sperimentale della Posta aerea (esperimenti di Como con idrovolanti) fu paracadutata posta su alcuni paesi affacciati sul lago e dell’interno. Durante un lancio un sacco di quella posta, oggi considerata rara e ricercata per il collezionismo, non fu immediatamente trovato dai funzionari postali che lo attendevano a terra e la posta contenuta fu immessa nel circuito di consegna solo quando, molto tempo dopo, il sacco fu ritrovato appeso e nascosto tra i rami di una pianta.

PARAGONE – Sostantivo - Sinonimo di "Comparazione". Intende un esame effettuato tra due cose simili, una perfettamente conosciuta e classificata, l'altra ancora ignota, per controllare se hanno caratteristiche comuni o diverse e quindi per proclamarne l'identità, la similitudine o la diversità. Il metodo si usa molto spesso in filatelia per stabilire l'identità di francobolli o per riconoscere gli esemplari falsi dagli autentici. I periti filatelici per poter fare bene il loro lavoro devono possedere un grande archivio di esemplari originali con cui paragonare quelli che giungono loro per analisi e perizia.

PARASSITA – Sostantivo - E' un organismo vivente animale o vegetale che vive a spese di un altro individuo, nella maggior parte dei casi di un'altra specie o di manufatti. Molte muffe ed alcuni piccoli insetti sono i parassiti dei francobolli e delle collezioni filateliche, più genericamente della carta, in quanto si alimentano di cellulosa e di gomma. I parassiti più frequenti dei francobolli sono le muffe e la ruggine, ma termiti, tarme, pesciolini d'argento e simili sono i parassiti che procurano i maggiori danni alla carta e alle collezioni poco areate o conservate in ambienti poco favorevoli. Gli animaletti si eliminano immettendo negli armadi di conservazione dei blandi antiparassitari (vedi Timolo) e le muffe si riducono areandole, spolverandole o esponendole brevemente alla luce.

PARASTATO – Sostantivo - Complesso di aziende, di enti, di uffici che non appartengono alla Cosa Pubblica, ma ne sono molto vicini e da ci dipendono, in cui il lavoro svolto si occupa di questioni pubbliche e in cui il capitale investito per crearli e gestirli è in buona parte proveniente dalle casse dello Stato. Tra i massimi dirigenti che le guidano ci sono una o più persone dipendenti dei Ministeri competenti in materia, che controllano la gestione dall'interno e ne rispondono agli stessi ministeri da cui furono trasferiti. In Italia molte furono le aziende che appartennero a questo gruppo di attività poiché i grandi investimenti necessari ad avviarle non potevano provenire da privati e l'interesse ai servizi prodotti era di carattere pubblico, strategico e rilevante per la vita della nazione. La produzione di energia (Enel), buona parte delle comunicazioni (Stet, Rai, Poste, ecc.) ed altre fonti primarie delle necessità nazionali sono state fornite ai cittadini da aziende di questo tipo, ma da qualche anno, tendono ad essere privatizzate per poter migliorare la redditività del lavoro compiuto. Anche le Poste italiane, originariamente di Stato, sono state lentamente privatizzate, passando prima a “Ente Poste” (estate 1997), azienda del Parastato, e poi dal 1999 a SpA privata (ma di interesse pubblico), sorvegliata dal Ministero delle Telecomunicazioni di cui è concessionaria, per produrre contemporaneamente utili aziendali e per servire bene la nazione. Il processo di privatizzazione nel 2005 non è ancora del tutto terminato (soprattutto per la parte finanziaria) ed è sottoposto a continui controlli sulla qualità del servizio fornito, producendo comunque e sempre degli utili di esercizio che devono andare a pagare il debito contratto con la Banca d’Italia per avviare la privatizzazione. Queste variazioni di ragione sociale dal punto di vista storico postale hanno completamente modificato il significato e l’applicazione della Franchigia postale. Gli enti di Stato o del Parastato che godevano della Franchigia attiva e passiva per lo scambio epistolare perché le Poste erano di Stato ed era inutile trasferire denari da un ufficio all’altro, dal 1998 non esiste più. Le Poste, divenute SpA privata, da quel momento considerano gli uffici di stato come qualsiasi altro cliente e quindi pretendono sulle corrispondenze da loro spedite il pagamento delle tariffe postali.

PARERE – Sostantivo - Sinonimo di "opinione", ossia l'idea che una persona si è fatta su una questione qualsiasi o a Lui sottoposta. Il parere o l'opinione delle persone sulla stessa questione può differire e perciò le conclusioni sono considerate personali e non assolute. In filatelia, sui certificati peritali scritti dagli esperti autorizzati ad esaminare per denaro il materiale filatelico dell'area italiana, si trova sempre la formula “a mio parere l'esemplare ......” (e non “l’esemplare è……….”), frase che scarica l'esperto da ogni responsabilità anche se il parere fornito da altri risulta diverso e che sopratutto non garantisce una qualsiasi verità sull’oggetto della perizia. Da qui nasce la necessità di disporre per i pezzi più rari e dubbi, il parere di più esperti e di effettuare la perizia più volte nel tempo poiché le nuove conoscenze acquisite nel tempo trascorso tra l’una e l’altra possono far modificare l'opinione anche allo stesso perito. Da un altro punto di vista la frase è considerata ambigua e pericolosa poiché l'opinione che si richiede a pagamento ad un esperto dovrebbe esser definitiva, certa e priva di ogni dubbio, altrimenti l'esperto non può esser definito tale. La situazione in Italia è quindi ancora oggi, dopo decenni di lavori peritali, ambigua, ed anche se in altre nazioni si è cercato di superare la questione con l'eliminazione della frase dai certificati, rendendo con ciò i periti oggettivamente responsabili delle loro dichiarazioni, la situazione è per ora stabile e non sembrano esistere prossime modifiche di questo atteggiamento anche da parte dei periti più accreditati ed affidabili.

PARLAMENTO – Sostantivo - Assemblea di persone elette dal popolo con funzioni legislative e di controllo sull'attività del governo delle nazioni. In Italia il Parlamento è diviso in due parti : il Senato e la Camera dei deputati. In altro intendimento è anche il luogo fisico ove si riuniscono gli eletti. In filatelia l'interesse al parlamento oltre alle leggi postali che produce, è rivolto agli uffici postali di cui sia la Camera dei Deputati che il Senato sono dotati. Ambedue gli uffici possono prestare ogni servizio postale possibile sia per le comunicazioni d'ufficio che per le comunicazioni scritte personali dei parlamentari. Questi uffici hanno bolli riconoscibili poiché nelle iscrizioni interne recano le diciture Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Da qualche anno in questi uffici sono in funzione anche delle affrancatrici meccaniche con targhette figurate che abbreviano i tempi di lavorazione delle corrispondenze, ma per chi lo desiderasse esiste ancora l'affrancatura in francobolli e la bollatura a mano. Dal 1997 la franchigia fino ad allora esistente per le comunicazioni d’ufficio è stata eliminata. Nel passato questi uffici vendevano ai parlamentari anche cartoline postali intestate alla Camera o al Senato, oggi ricercate dai collezionisti, anche se non sono molto rare.

PARTECIPAZIONE – Sostantivo - Il prender parte a qualcosa. In filatelia e storia postale è il nome di un tipo di comunicazione breve, contenente una notizia lieta o dolorosa (una nascita, un matrimonio, una morte ecc.) che si trasmette in busta aperta e che per questo motivo e per la sua brevità ebbe dall'origine una tariffazione postale a se stante, inferiore a quella della lettera chiusa. Dal 1995 questa tariffa è stata eliminata e questo tipo di invii postali, come le cartoline di qualsiasi tipo, sono tariffati come le lettere chiuse, secondo il principio che ogni invio comporta per l'amministrazione postale una lavorazione identica e quindi un identico costo. In un altro intendimento filatelico si da il nome di "Partecipazione" ad una collezione che partecipa ad un concorso, in derivazione da una traduzione dello stesso termine dall’inglese effettuata per assonanza.

PARTENZA – Sostantivo - Indica l'atto di partire, di allontanarsi da un luogo per raggiungerne un'altro. In Storia postale la partenza indica il momento in cui la corrispondenza viene consegnata alla posta e contemporaneamente bollata con i bolli a data. In molti casi però l'avviamento in buca o presso gli sportelli postali delle Poste non corrisponde al momento della bollatura che viene assunto per principio come il momento della partenza. Esaminando la posta del passato non si può mai dire se le due operazioni siano state contemporanee o effettuate in tempi successivi talvolta anche molto distanti fra loro. In qualsiasi caso la data di partenza è quella presentata sull'invio all'interno dei bolli postali annullatori della affrancatura o comunque posti sul frontespizio delle corrispondenze. Se sullo stesso invio esistono più impronte diverse, si assume come data di partenza quella più vecchia o, in caso di equivalenza, quella più logica per la sequenza di viaggio. Per le prefilateliche più antiche che non possiedono bolli postali, si assume come data di partenza quella scritta all'interno, ove esista, normalmente posta in testa o in coda al testo.

PARTICOLARE – Sostantivo o aggettivo spesso sostantivato - Come sostantivo indica una parte più piccola ma rilevante, ben definibile ed interessante di un complesso. Come aggettivo sostantivato indica una persona che ha fatto qualcosa di speciale, di unico e che quindi è "il Particolari". Nel linguaggio dei secoli scorsi indicava il corriere "particolare" che, su commissione, portava anche una sola lettera da un punto all'altro del territorio. Da qui nasce la definizione del "Corso Particolare", istituto del codice postale, che nel passato stabiliva le norme del trasporto delle lettere al di fuori del canale pubblico con l'autorizzazione dell'amministrazione postale pubblica stessa e che consentì l'esistenza del Recapito autorizzato e del trasporto di molte corrispondenze "in proprio" ossia con i propri mezzi. (vedi "Recapito Autorizzato" e "Corso"). Il bollo lineare “In corso particolare” applicato sul frontespizio delle lettere, indicava che l’invio era stato presentato ad uno sportello postale ed era stato immediatamente richiesto indietro dal mittente. Ciò si faceva in tempi lontani per impedire il contrabbando postale e in tempi più recenti per scaricare le responsabilità delle Poste nella movimentazione e nella consegna degli invii stessi, che in realtà erano effettuate da altri. Sia il Corso particolare che il Recapito autorizzato con la privatizzazione del sistema postale italiano, dal 1999 sono stati aboliti ed in conseguenza le lettere trasportate da privati o con sistemi limitati ma autorizzati, da questa data non presentano più i bolli o le affrancature caratteristiche di questi servizi. Dal 1999 chiunque può presentarsi agli sportelli postali, richiedere la bollatura sulla regolare affrancatura di qualsiasi invio e immediatamente richiedere indietro la spedizione, senza l’applicazione del bollo “in corso particolare”.  In letteratura filatelica quando si indica che un'emissione, una lettera, un oggetto postale è particolare, si intende che quell'oggetto ha caratteristiche insolite, che escono dal contesto e che quindi richiede una attenzione ed una descrizione diversa dal solito.

PARTIGIANO - Sostantivo e aggettivo – Come sostantivo indica una persona che parteggia ideologicamente e materialmente per una fazione e che quindi con scritti o con azioni provoca danni alla parte avversa. Come aggettivo si può unire a qualsiasi parola che può riferirsi ai partigiani. I partigiani hanno avuto una parte determinante in molte guerre poiché all'interno dei territori da conquistare da parte di una fazione, hanno subdolamente e apertamente combattuto contro la parte avversa e hanno subito la ritorsione di questa. La lotta partigiana ha contribuito specialmente nell'ultimo conflitto italiano alla vittoria degli alleati contro il regime fascista e l'invasore tedesco ed ha subito tutta la crudeltà della lotta intestina tra appartenenti alla stessa patria. In filatelia e storia postale i partigiani devono essere ricordati perché, nell'organizzazione che misero in piedi tra il 1943 ed il 1945 nell'Italia del Nord, si occuparono anche della trasmissione di posta fuori del canale pubblico, attraverso un sistema di corrieri spesso occasionali ma organizzati che correvano nelle campagne o nelle città portando gli ordini ed i messaggi necessari al coordinamento delle azioni tra i gruppi vicini. La “posta partigiana” spesso non porta tracce di passaggi postali ed é quindi difficilmente riconoscibile, ma in alcuni casi fu affrancata con specie di francobolli inventati o sovrastampati (utilizzando quelli legalmente in corso) senza autorizzazioni e per iniziativa privata o sostenuta da disposizioni incerte e difficilmente controllabili. La legalità e quindi il riconoscimento delle emissioni filateliche partigiane tra quelle effettive del nostro paese è una discussione ancora in corso ai giorni nostri che trova partigiani accesi (ma non armati) e decisi assertori del contrario. Nel frattempo sono nati cataloghi, letteratura e studi di tutte le emissioni occasionali prodotte dai partigiani in quei tristi momenti, che furono prodotte per rivendicare la liberazione di un territorio anche piccolo, ma che ebbero scarso o nullo uso postale, sia nel canale partigiano particolare che nel canale pubblico. Gli esempi di posta partigiana affrancata con esemplari emessi dai partigiani passata per la posta pubblica sono rari, assai ricercati, di buon pregio economico e provengono da aree geografiche ben definite, ma in genere hanno origine forzata perché consegnate agli uffici postali da uomini armati e talvolta minacciosi.  

PARTIRE/TO/TA - Verbo e aggettivi derivati - (vedi "partenza"). In letteratura filatelica il verbo o gli aggettivi derivati si utilizzano per indicare il momento in cui la corrispondenza fu bollata dalla Posta per la prima volta.

PARZIALE - Aggettivo qualificativo - Indica che una quantità, un elenco, un giudizio, una qualsiasi cosa, é una parte di un complesso più grande. In filatelia ed in storia postale l'aggettivo si collega spesso con la parola "affrancatura" (affrancatura parziale) quando l'ammontare applicato sulla corrispondenza è incompleto e quindi insufficiente per pagare il porto.

PASSEGGERO/A - Aggettivo e sostantivo - Come aggettivo indica che un fatto o un avvenimento dura poco e che è transitorio, momentaneo, fugace. Come sostantivo indica persona che viaggia temporaneamente su un veicolo terrestre, acquatico o aereo come ospite o come pagante. In Storia postale come aggettivo è da ricordare poiché si trova all'interno di almeno un bollo postale prodotto dalle Poste italiane per indicare un ufficio postale speciale e temporaneo di transito. Si tratta del bollo "Valona - Base passeggera" che fu utilizzato tra il 1918 ed il 1919 quando le nostre truppe in Albania ebbero necessità di una base marittima di transito per merci e persone. Si trova specialmente su cartoline postali militari in franchigia dell'epoca e non è comune.

PASSIVO - Aggettivo e sostantivo – Come aggettivo qualificativo si associa per es. a “persona” indicando un individuo che rimane inerte senza iniziative personali e subisce l'azione altrui. Il Passivo invece è un termine contabile per far emergere situazioni economiche aziendali negative esistendo nella gestione più spese che entrate. Nella normativa postale la parola viene utilizzata come aggettivo per indicare soggetti che subiscono qualcosa senza poter reagire all'azione altrui o che non hanno desiderio di farlo. Si riferiva per es. alla Franchigia (eliminata dal 1997) che poteva essere attiva o passiva o anche bivalente. Godeva di Franchigia ambivalente, attiva e passiva, il Presidente della Repubblica e a suo tempo il Re e pochi suoi parenti. Chi godeva di franchigia passiva poteva ricevere posta senza affrancatura e chiunque poteva scrivergli utilizzando qualsiasi servizio postale senza affrancare. Chi godeva della franchigia attiva poteva spedire senza affrancatura, ma la posta si rivaleva sul destinatario che doveva pagare il porto semplice delle corrispondenze. Chi godeva quindi della franchigia ambivalente poteva scrivere e ricevere senza spese. Questa norma era in vigore fin dalle origini della posta pubblica per evitare scambi inutili di denaro fra enti di stato o di interesse pubblico, ma è scomparsa con la privatizzazione delle Poste italiane. Con il 1.4.1997, il regime di franchigia per gli enti pubblici è stato trasformato in regime ordinario, se le corrispondenze sono scambiate tra enti di stato e parastato ; la franchigia dallo stesso momento è invece rimasta attiva solo per le corrispondenze di servizio delle Poste, per le corrispondenze dirette al Sommo Pontefice e quelle ordinarie e raccomandate scritte ai non vedenti in un linguaggio puntiforme.

PASTICCA/PASTIGLIA – Sostantivo - Piccolo disco da ingerire contenente in genere farmaci curativi. In Storia postale invece la parola si usa in alternativa a “ostia” o “ceralacca” e si riferisce ad un piccolo e sottile disco di materiale adesivo (farina di grano e acqua o ceralacca) che veniva posto tra le pieghe finali sulle lettere del passato (periodo prefilatelico) per chiuderle. In genere il dischetto di farina inumidito era frapposto fra le pieghe della carta e schiacciato in modo che essiccando aderisse alle due superfici contrapposte, mentre se era di ceralacca veniva schiacciato a caldo in modo che fondesse e aderisse a due superfici accostate.

PATACCA – Sostantivo – Indica una grossa moneta ma di poco valore. Nel linguaggio comune ha assunto il significato di imbroglio, di affare di grande apparenza ma di poco o nessun valore. Molto spesso  l'acquisto di francobolli falsi o truccati passati per buoni viene bonariamente definito come una patacca.

PATENTE - Sostantivo - Documento rilasciato da una autorità pubblica per autorizzare un cittadino o un ente ad esercitare una particolare attività (per es, guidare una vettura). E' un riconoscimento pubblico concesso a cittadini che hanno sufficienti requisiti e, in genere, se superano un esame di merito. Nel 1700/1820 il termine era utilizzato dall'Amministrazione pubblica degli antichi stati italiani per intitolare alcuni documenti fondamentali del proprio ordinamento. Le "Regie Patenti" erano dei documenti pubblicati dal Governo e firmati dai regnanti (erano in realtà delle leggi) che obbligavano enti, mini-steri e categorie di cittadini a determinati comportamenti pubblici e a verificarne l'esecuzione attraverso successivi regolamenti. In altre parole erano le volontà fondamentali del re o dei governanti per regolare le attività dei propri sudditi o dei cittadini. Il Re con i suoi consiglieri esaminava un problema e decideva sul comportamento da tenere in merito, riassumendole in un documento che veniva definito come “Patente”. Molte Regie Patenti sono state dedicate p.es. dai sovrani Sardi, precursori del nostro attuale ordinamento alla Posta, a definire i fondamenti del sistema postale, a regolare il flusso delle corrispondenze e a definire le tariffe, alle pene per chi sfuggiva alla privativa postale di stato, vantando il monopolio sulla gestione del servizio postale pubblico. In qualche collezione vengono ricordati e talvolta mostrati questi documenti in originale, ma se si abusa della loro ingombrante presenza, la collezione viene penalizzata perché queste carte, molto note, devono rimanere nelle conoscenze del collezionista e sottraggono spazio al materiale postale da esibire.

PATINA – Sostantivo - Velatura tipica che il tempo e gli agenti atmosferici danno alla superficie esterna di molti oggetti, ma anche sostanza che rende lucida e liscia la superficie della carta da stampa. In questo ultimo intendimento, la carta patinata, largamente utilizzata nella produzione di libri di qualità fin dal 1800 (in quanto la sua superficie lucida non consente sbavature o infiltrazioni indebite degli inchiostri di stampa)  fu anche utilizzata nella produzione di alcuni francobolli italiani al posto di carta comune o filigranata, a partire dal 1983. La patinatura della carta per produrre libri è una operazione effettuata in cartiera spalmando sulle due superfici di un foglio di carta comune una pasta bianca composta essenzialmente da polveri di caolino e silice miscelate a collanti. Per i francobolli italiani celebrativi e commemorativi nati dopo il 1983, la superficie patinata è una sola (carta patinata monolateralmente), quella su cui viene stampata la vignetta, ma rilevamenti recenti mostrano una sottile patinatura anche sul retro, per ridurre la diversa tensione ed il ritiro delle fibre sulla superficie non patinata che tende, in ambienti secchi, ad arrotolare i francobolli. Il difficile equilibrio tra patinatura e verniciatura fluorescente necessaria per produrre un francobollo di bell'aspetto e sopratutto nitido nel disegno della vignetta, sicuro contro i falsari e trattabile con macchine  bollatrici quando utilizzato su corrispondenza, è stato raggiunto solo dopo numerosi anni di tentativi e di prove. In effetti tanto più le polveri di patinatura sono dimensionalmente piccole, tanto meno la verniciatura fluorescente e gli inchiostri di bollatura penetrano nello spessore della carta e tanto maggiore è la dimensione delle polveri utilizzate, tanto minore è la qualità e la nitidezza della stampa. Dall’estate del 1997 la verni-ciatura fluorescente e gli inchiostri di bollatura penetrano tra i granuli di patina abbastanza bene, anche se non in profondità, e la vernice fluorescente si comporta come un buon fissatore della stampa che pur non perfetta, è di discreta qualità. Il problema più importante nell’equilibrio dei componenti superficiali dei francobolli patinati italiani sta nel produrre francobolli di buona qualità grafica, con buon dettaglio delle immagini, la cui superficie non risulti troppo liscia ma anche non troppo ruvida, e non consenta la cancellazione con mezzi semplici, in genere meccanici, degli annulli postali. Il problema si evidenziò specialmente nell'emissione Alti Valori Cifre dal 1983 che consentì a infinite persone di scrivere gratuitamente per molti anni perchè la loro superficie troppo liscia e impenetrabile ai liquidi non consentiva agli inchiostri di bollatura di penetrare nello spessore della carta, consentendo a tutti una facile eliminazione delle tracce della bollatura stessa. Anche la fluorescenza addizionata ai francobolli per motivi di sicurezza e per attivare la bollatura automatica delle corrispondenze è applicata “in patina”, ossia viene spalmata, o meglio verniciata, sul lato patinato della carta filatelica. E’ anche questa una operazione effettuata sotto particolari protezioni in cartiera (come appunto la patinatura) e non durante il processo di stampa.

PATRIA – Sostantivo - Territorio dove un popolo unito vive e che sente come proprio, ove ha le sue radici storiche, culturali e familiari e dove in genere esiste un linguaggio unico, compreso da tutti, che in genere supera le divisioni dialettali locali. La storia delle nazioni per raggiungere l'unità è stata spesso costellata di sacrifici, di sangue, di ideologie e di conflitti non sempre ben chiariti, ed è riportata in veste ufficiale nei libri di storia, ma in questo travaglio, la posta dei privati di quel tempo ha oggi una grande rivalutazione poichè spesso ci ripropone un lettura diversa da quella raccontata dai libri. In conseguenza molte corrispondenze dei periodi storici che dettero origine agli stati moderni, in genere per l’Europa compresi tra il 1840 ed il 1870, versano sulla Storia di molti popoli e di molte “patrie” una luce che talvolta ne modifica in qualche caso anche sostanzialmente l'interpretazione e quindi le lettere e la posta di alcuni periodi del passato, come quello che tra il 1847 ed il 1860 dette ad esempio origine alla nostra patria, sono oggi oggetto di attiva ricerca e di vivace mercato per poter ricostruire molte microstorie o storie nascoste e per poter avere una visone più obiettiva degli avvenimenti che stanno alle origini dell'Italia attuale.

PATRIOTTICO/A – Aggettivo - Qualifica persone o cose che dimostrano palesemente o nascostamente amore o ricordo verso la patria. Anche la Posta può esser patriottica se ad esempio contiene frasi inneggianti la patria o se nell'affrancatura nasconde segni  che ricordano i simboli o i colori nazionali. Al tempo del Risorgimento italiano (ma anche in quello di altre nazioni) alcune persone scrissero lettere, all'interno di involucri sigillati, in favore dei moti e dei movimenti ideologici rivoluzionari, e ce ne furono altri che, sfidando il potere oppressore, scrissero frasi inneggianti l'Italia unita sui frontespizi delle lettere o le affrancarono con particolari combinazioni di francobolli che ricordavano la bandiera che avrebbero voluto vedere sventolare (Lombardo Veneto) sul territorio che rivendicavano come proprio. La posta di questo tipo, denominata patriottica, è piuttosto rara, in genere è conservata nei musei, ma in Italia esistono filatelisti specializzati nel periodo 1847/60 che hanno realizzato piccole ma pregiatissime collezioni di lettere o di involucri dedicate ai moti rivoluzionari dell’Italia nascente.

PATRONIMICO - Aggettivo - In genere è connesso con la parola “nome” per fornire informazioni sul nome proprio o sul cognome di alcune persone. Detto di nome proprio che deriva dal nome del padre o di un antenato illustre. I doppi cognomi o gli attributi che si leggono talvolta su lettere del lontano passato spesso derivano dall'applicazione del patronimico.

PEDAGGIO – Sostantivo - Tassa di passaggio su strade, ponti, autostrade ecc.. Nel lontano passato quando i confini erano frequentissimi, i pedaggi erano numerosi e spesso, salvo accordi particolari, dovevano esser pagati anche dai corrieri postali. Spesso nel punto ove si doveva pagare il pedaggio la posta cambiava di mano, ed il luogo diveniva in realtà un punto di scambio postale tra corrieri di regioni o nazioni confinanti. Soltanto col tempo i pedaggi, sempre richiesti per il passaggio di persone e cose (vedi ad es. i dazi), furono eliminati per il traffico postale poiché le convenzioni interstato o le leggi all'interno di uno stesso stato garantivano un nuovo tipo di pedaggio compreso nel porto delle lettere e delle corrispondenze affidate alle poste pubbliche. Da tempo anche il Dazio in Italia è stato eliminato perchè sostituito da altre tasse di stato, ma specialmente all'estero (vedi USA ma anche altrove) l'uso del pedaggio è ancora in vigore laddove la costruzione di una strada o di un ponte è dovuta all'iniziativa privata e non pubblica (autostrade, ferrovie e trasporti aerei). In questi casi anche il Servizio postale pubblico deve pagare il pedaggio per far correre la posta attraverso questi passaggi obbligati, ma l'utente postale non risente del costo poiché la tariffa è unica e comprende anche il costo dei pedaggi. Il sistema postale pubblico sopporta la spesa per i pochi casi ancora esistenti, sopratutto perché questi passaggi abbreviano i percorsi e permettono un risparmio di altro tipo.

PEDONE – Sostantivo - Persona che cammina a piedi in contrapposizione di persona che si fa trasportare da veicoli o da animali. In altro intendimento anche denominazione di uno dei pezzi del gioco degli scacchi. Nella storia della posta il pedone è il nome più frequente del corriere postale dei secoli scorsi (1300/1700) che camminando a piedi trasportava i messaggi postali da un luogo all'altro o anche da una persona all'altra (in tale caso era anche detto "espresso"). All'epoca si chiamava pedone anche se poteva utilizzare cavalli o carri o più tardi anche altri mezzi di locomozione per trasferirsi da un punto all'altro del territorio. Era in realtà una definizione generica per indicare colui che portava la posta viaggiando. La dicitura "per staffetta" indicava una serie di pedoni o meglio di cavalieri che in catena trasportavano la posta tra località distanti tra loro. Soltanto in epoca più tarda (1850),la denominazione superata dai tempi e dalle tecnologie del trasporto postale si modificò in portalettere o postino. Crediamo che la più nota formula postale storicamente riportata su oggetti postali ufficiali che ricordi il pedone, sia quella contenuta nelle diciture scritte in filigrana nei Cavallini di Sardegna. In queste si può leggere "Corrispondenza in corso particolare per pedoni ed altre occasioni", ma la parola si può trovare manoscritta anche sul fronte o sul retro di alcune lettere prefilateliche in frasi dedicate al pagamento del porto. 

PELLE – Sostantivo – Tessuto biologico esterno di molti animali. La pelle o meglio il pellame (per uscire dall'ambiguità offerta dal significato spesso riferito quasi sempre a quella umana) dopo una lavorazione particolare, una tensione, un assottigliamento, una concia ed una spianatura, divenne tra il 300 a .C. ed il 1500 d.C. uno dei supporti preferiti dell'uomo per scrivere lettere, testi, proclami, encicliche ecc. ecc. che dovessero durare nel tempo. La cartapecora (pelle ovina conciata) e la pergamena (pelle animale bovina o di altri animali più finemente conciata che prese nome dalla città greca di Pergamo , specializzata in questa produzione) sono i nomi delle pelli animali conciate più adatte a scrivere. Oggi la pergamena serve per la rilegatura di libri pregiati.(vedi anche "Pergamena").

PELLEGRINO – Sostantivo - Persona che si muove in un vasto territorio lungo percorsi fissi, andando verso un luogo stabilito, in genere per uno scopo religioso o votivo. Nei primi secoli del 2do millennio in Europa, molte persone denominate pellegrini, spesso raccolte in gruppi, si muovevano verso i grandi centri di culto religioso a piedi e a cavallo, chiedendo l'elemosina o da mangiare lungo un cammino tracciato dall’uso e tramandato dalla tradizione che poteva durare mesi. Roma, Gerusalemme, La Mecca, erano i principali obiettivi dei viaggi effettuati a piedi dai pellegrini del passato ma anche i grandi santuari come Compostella in Spagna o Lourdes in Francia ancora oggi sono le mete preferite di molti pellegrinaggi, ossia viaggi organizzati a scopo religioso effettuati a prezzi popolari da comitive di persone che viaggiano insieme verso la stessa meta. I pellegrini nei secoli 13mo,14mo,15mo erano anche ottimi corrieri per la posta poiché coloro che li accoglievano lungo il percorso (abitualmente fisso perché tracciato e tramandato di generazione in generazione), conoscendo le tappe successive, affidava, contro assistenza e cibo, lettere e messaggi con buona probabilità che la posta giungesse sana e salva a destino. I pellegrini a loro volta accettavano di buon grado il trasporto di posta perché avevano la speranza di una buona accoglienza da parte dei destinatari. In realtà le prime grandi vie di posta (per es. la via Francigena ) furono proprio quelle tracciate dai pellegrini che si muovevano lungo strade battute e frequentate come quelle dei pellegrinaggi, attraversando sempre le stesse zone, su percorsi spesso contorti ma più sicuri. La posta trasportata dai pellegrini, se riconoscibile per segni, preghiere aggiunte sul frontespizio o segnalazioni particolari, è diversa e più rara di quella dei frati questuanti o dei macellai non solo perché i percorsi erano più lunghi, ma anche perchè lo stesso pellegrino portalettere difficilmente sarebbe stato visto una seconda volta lungo lo stesso percorso.

PELLICANO – Sostantivo - Nome di un grande uccello esotico di grandi dimensioni, dal grande becco flessibile adatto a portare cibo. Per questo motivo il nome è stato preso come simbolo di una spedizione militare italiana di carattere umanitario in Albania nel 1991/93 che si occupò di distribuire alimenti e soccorsi ad una popolazione appena uscita da un regime oppressivo e autarchico durato molti decenni. Il corpo di spedizione militare fu dotato di ufficio postale proprio, con bollo postale ordinario e alcuni servizi. La posta militare giunta dai militari in Albania tra il 1991 ed il 1993 si dice "Posta di Pellicano" poiché su di essa si trova quasi sempre un logo che riproduce un piccolo pellicano e sui bolli postali e amministrativi si riporta questo nome.

PELURIA – Sostantivo - Insieme di piccoli e sottili peli su una superficie. In filatelia ha interesse la peluria della carta dei francobolli o della posta. Normalmente nei francobolli nuovi o sulla carta delle buste o delle lettere non esiste una peluria legata allo sfibramento della cellulosa che li compone, ma in presenza di forte umidità o con immersione in acqua, le fibre di cellulosa più sottili e corte presenti sulla superficie esterna, tendono a sollevarsi, formando una peluria abbastanza fitta, visibile solo con lenti di ingrandimento. In questi casi, frequenti nei francobolli usati recuperati dopo immersione in acqua, la peluria, non perfettamente distinguibile all'occhio, tende a modificare l’aspetto delle vignette mostrando contorni non netti, disegni leggermente fumosi, dalla superficie un poco polverosa, che denunciano appunto l'immersione in acqua o in liquidi. La scoperta di francobolli riciclati, ossia già passati per posta ma non bollati, si effettua proprio con l'analisi della peluria della carta sul recto dei francobolli e della ridotta  lucidità della superficie delle vignette. L'eliminazione di questo difetto della carta bagnata e poi asciugata, è possibile attraverso una leggera stiratura caldo/umida, che ovviamente non si può generalizzare per per ogni esemplare, ma che può essere utile invece per dare un aspetto più naturale ai francobolli di maggiore interesse o alla posta e alle lettere che hanno subito umidificazioni o bagnature indesiderate.

PENTAGONO – Sostantivo - Forma geometrica piana regolare o irregolare chiusa, composta da 5 lati. La forma pentagonale  regolare di piccole dimensioni fu utilizzata in qualche raro caso per le impronte di alcuni bolli anche postali, ma fu abbandonata perché un maggior numero di lati (6/8) permetteva di inserire meglio le diciture interne. L'eliminazione di ogni lato per giungere alla forma circolare adottata oggi per la stragrande maggioranza dei bolli postali, permette non solo di disporre di maggiore spazio interno ma di facilitare la centratura delle diciture nelle impronte.

PERCORSO – Sostantivo - Sinonimo di tragitto, percorso, strada. In Storia Postale il percorso è determinante per stabilire le caratteristiche di un invio postale poiché, specialmente nel passato, individuava un tipo di sistema di trasporto e in molti casi anche una tariffa diversa dello stesso oggetto per la stessa destinazione. Ancora oggi la via aerea e la via di superficie stabiliscono la tariffa postale necessaria a trasportare l'invio, il tempo di viaggio, i confini da superare e talvolta anche il sistema di confezionare gli invii. La descrizione del percorso delle lettere è fondamentale nelle collezioni di Storia Postale : in esse lo studio, la conoscenza delle vie di comunicazione e di trasporto della posta devono essere l'oggetto principale, insieme alle tariffe, delle descrizioni del materiale postale inserito nelle collezioni di questi tipo. Numerosi sono i sistemi di riconoscimento dei percorsi compiuti dalle lettere : molti bolli e molte soprascritte presenti sui frontespizi stabiliscono in genere anche a posteriori la via percorsa dalla lettera; la loro esatta individuazione sugli involucri permette di effettuare i controlli sulle tariffe applicate e sui tempi di viaggio.

PERENNE – Aggettivo -  Indica che un oggetto, una storia, un fenomeno hanno un tempo di esistenza perpetua. Si contrappone a caduco che invece indica una tempo che finisce. Nulla in filatelia é perenne o perpetuo, anzi molte cose o regole postali e filateliche che sembrano immobili prima o dopo cambiano, si modificano o cessano, compresi i francobolli a validità dichiarata permanente. Purtroppo la carta, con cui sono realizzati francobolli, posta e collezioni, in relazione al sistema di fabbricazione ed alla polluzione ambientale, hanno una vita più o meno lunga ma non eterna ed è quindi irragionevole pensare che abbiano durata e conservazione infinite anche se vengono utilizzati i migliori presidi conosciuti. I francobolli a validità permanente rappresentano una scommessa di una amministrazione postale col futuro, ma col passare del tempo, col cambio delle mode o dei regimi, hanno una validità lunga, forse lunghissima ma comunque limitata.

PERFEZIONARE/TO - Verbo e aggettivo derivato – In genere indica il compiere un lavoro di miglioramento. In un altro intendimento, in gergo burocratico o postale, il perfezionare una pratica o una spedizione, significa compiere ogni giusta e completa procedura per renderla operativa o possibile. In genere le “pratiche” sono perfezionate con un “visto”, col “Placet” del responsabile di legge, in genere rappresentati da una firma o dall’applicazione di un bollo che consente l'avviamento dell'esecuzione del lavoro.  Nel caso postale, l’accettazione e l’applicazione dei bolli di partenza perfezionano la spedizione, responsabilizzando colui che l’ha avviata.

PERFINS – Nome proprio - Parola tecnica esclusiva del linguaggio filatelico per individuare particolari francobolli che presentano perforazioni significative sulla loro superficie. Le perforazioni di cui si tratta sono circolari, di piccole dimensioni (in genere simili a quelle delle dentellature) sono disposte in sequenza logica e continua in modo da tracciare delle sigle (p.es. CI), dei numeri o dei disegni (p.es. una piccola ancora). Le perforazioni in passato erano spesso eseguite da privati, specialmente aziende, per siglare quelli acquistati, al fine di impedirne l’uso ad altri (ad esempio a impiegati dell’azienda stessa per spedire corrispondenze proprie e non d’ufficio). Dato che non si poteva per legge manomettere o modificare i valori postali, le perforazioni effettuate dalle aziende tra il 1880 ed il 1910 dovevano essere autorizzate dall’Amministrazione postale che contribuiva a scoprire usi impropri dei francobolli aziendali utilizzati su buste non intestate all’azienda stessa. La scomodità e l’impegno del lavoro di controllo effettuato dalle Poste a questo scopo però fece sospendere la disposizione, essendo il furto di francobolli aziendali un fatto interno dell’azienda stessa e non delle Poste e quindi dal 1910 circa, la perforazione dei francobolli con sigle o disegni non fu più utile, ma rimase soltanto un vezzo. In conseguenza i francobolli Perfins fino al 1910 dovrebbero trovarsi solo su buste o corrispondenze scritte su carta intestata con le sigla o le diciture dell'azienda o dell'ente scrivente. Ne esistono comunque molti su buste non intestate che dal punto di vista collezionistico mantengono il loro valore documentario e venale ma che dal punto di vista regolamentare non erano a posto. Dal 1910 dunque chiunque può perforare i francobolli senza autorizzazione per vezzo o per qualsiasi altro motivo, se non priva gli esemplari di più del 10% della superficie stampata. Le sigle e i disegni su moltissimi esemplari del Regno e qualcuno ancora della Repubblica sono oggetto di studi, di catalogazione, di attiva ricerca filatelica e di collezionismo specializzato. I Perfins hanno un valore leggermente superiore agli equivalenti non perforati sia allo stato di nuovo che di usato, ma hanno un valore alquanto superiore a questo standard se ancora trovati su corrispondenze intestate. La perforazione dei francobolli oltre che in Italia, avvenne anche in molte altre nazioni avanzate del mondo. (vedi anche perforare/to)

PERFORARE/TO - Verbo e aggettivo derivato - Passare da parte a parte qualcosa con una punta o più punte o con altri strumenti. In filatelia oltre ad esser sinonimi di "Dentellare" o “dentellato”, come aggettivo congiunto a francobollo indica anche un gruppo di francobolli che come caratteristica distintiva presentano delle perforazioni coordinate sulla loro superficie, e che sono detti più semplicemente "Perforati" o "Perfins" (Vedi parola dedicata). Queste perforazioni erano realizzate privatamente (non dalla Poste) con particolari perforatori a blocco in cui gli aghi sottili trascrivevano in negativo o in positivo le sigle o dei disegni che l’acquirente degli esemplari desiderava, in modo da poter far riconoscere questi francobolli da altri identici. Questa operazione fu consentita dalle Poste dietro specifica autorizzazione a molte industrie, banche e privati che tra il 1880 ed il 1910 utilizzavano intensamente la posta pubblica per le proprie comunicazioni e temevano che impiegati infedeli rubassero i francobolli. Il controllo era effettuato dai verificatori postali che segnalavano ai titolari delle autorizzazioni la posta su carta non intestata affrancata con i perfins. Dopo il 1910 la perforazioni con sigle furono consentite a tutti e le poste non si occuparono più del controllo. In conseguenza la moda o l'utilità della perforazione decadde e da quel momento rimase solo come vezzo di qualche azienda o ente. Le perforazioni sono ancora oggi consentite ma devono essere molto limitate nelle dimensioni perchè non devono superare il 10% della superficie della vignetta al fine di non interferire troppo con le vignette stesse o mascherare obliterazioni già subite dai francobolli. Gli esemplari perforati sono oggetto di attivo collezionismo e di pubblicazioni che classificano le diverse sigle e i diversi disegni che i perforatori hanno impresso su molti esemplari nel corso degli anni. (vedi anche "dentellatura" e "perforazione").

PERFORATORE – Sostantivo - Strumento adatto a perforare (martello, trapano, ago ecc.). I "Perforatori" in filatelia sono detti "Dentellatori", ossia delle aste o dei blocchi metallici a cui erano fissate file coerenti di aghi cavi e taglienti di molti tipi e dimensioni che venivano schiacciati sui fogli già stampati di francobolli per creare le dentellature. La disposizione degli aghi permette di distinguere il tipo di dentellatura impiegata (a pettine, a blocco o lineari). Questi blocchi erano montati sulle macchine da stampa e si attivavano nell'ultima parte della produzione filatelica (dopo la stampa e la gommatura). Dal 2003 i perforatori sono stati sostituiti con un nuovo tipo di attrezzatura che produce delle bugne disposte in file coerenti sulla carta intorno alle vignette di tutto il foglio e che asporta le punte delle bugne stesse, creando quindi delle file di perforazioni su tutto il foglio in pochissimi istanti, riducendo i tempi di produzione, ma fornendo una regolarità delle perforazioni, in diametro e distanza, minore di quella prodotta con i vecchi perforatori ad aghi. (vedi anche “perforare”, “perforazione”, “dentellatura”, ecc.)

PERFORAZIONE – Sostantivo - Operazione adatta ad effettuare buchi e fori in qualsiasi materiale. In Filatelia le perforazioni sono numerose, non solo per effettuare buchi e quindi sigle e disegni all'interno delle vignette (Vedi "perforare" e "Perfins") ma sopratutto per creare le dentellature, ossia quelle file continue di fori adatte a dividere le vignette nei fogli di francobolli, necessarie per separare gli esemplari l'uno dall'altro. In questo intendimento la "Perforazione " filatelica tende ad essere sinonimo generico di "dentellatura", nelle sue varie espressioni e suddivisioni. Pertanto rimandiamo il lettore alle parole “Dentellatura”, “Perforatore” e simili.  

PERGAMENA – Sostantivo - Pelle di animale essiccata, spelata, pulita e spianata con un lungo lavoro manuale di raschiamento, adatta, se in dimensioni e spessore idonei, a scrivere o a rilegare libri. Nome derivato dalla antica città di Pergamo, ove la pergamena era stata scoperta e che fornì al mondo per centinaia ad anni la migliore qualità di pergamene per scrivere. Insieme al Papiro è il supporto piano e sottile più utilizzato nel lontano passato, prima dell’arrivo della carta in Europa, per scrivere con penna ed inchiostro. Molte antiche lettere e numerosi documenti scritti prima del 1200/1300 d.C., tuttora in buono stato di conservazione, sono stati redatti su pergamena. La P. si può piegare anche se è originariamente semirigida, ma nel passato più spesso era arrotolata per evitare pieghe dal difficile spianamento. Intorno al 1300 d.C. in Italia la pergamena da scrittura iniziò ad essere lentamente abbandonata in favore dalla carta, giunta dall’oriente per mano araba, supporto più adatto e più economico per la produzione di libri e per la scrittura delle lettere.

PERIFERICO/A – Aggettivo -_Indica una posizione di un oggetto, di un servizio, di un ufficio, di una qualsiasi cosa, rispetto ad un'altra più grande ed importante che per convenzione o per reale situazione possiede una posizione centrale. Nelle questioni postali gli uffici periferici sono quelli lontani da un ufficio centrale e da questo dipendono per ogni loro necessità, per i rifornimenti e per le direttive. Nel lontano passato gli uffici di minore importanza non solo erano periferici, ma avevano anche un suddivisione in categorie (principale, secondario, di prima, seconda classe ecc.) in relazione ai servizi che potevano prestare ed alla popolazione che potevano servire. Tanto più l'area era lontana dal centro, povera di abitanti e di attività, tanto minore era la classe dell'ufficio postale periferico e tanto minori erano i servizi disponibili. A partire dal 1996 tutti gli uffici postali periferici italiani sono stati trasformati in Agenzie, dipendenti da direzioni regionali a loro volta dipendenti dalla direzione centrale delle Poste in Roma. In un'altro più moderno intendimento l'aggettivo sostantivato al femminile (una periferica) intende una macchina che produce dei servizi collegata ad una principale che la guida (per esempio la stampante di un computer).

PERIODICO - Aggettivo e sostantivo - Come aggettivo si può riferire o collegare a qualsiasi fatto o avvenimento che si ripete nel tempo a scadenze fisse più o meno stabilite e regolari. Come sostantivo indica una pubblicazione scritta, un giornale o una rivista che esce a numeri successivi e a scadenze abbastanza regolari. In quest’ultima ottica il Periodico ha interesse filatelico e storico postale poiché le pubblicazioni ripetitive nel tempo vengono spesso spedite per posta agli abbonati ed hanno quindi una tariffa postale spesso ridotta o favorita perché sono considerate veicoli di cultura e d'informazione che le Poste e lo Stato debbono favorire per migliorare la popolazione. Le tariffe postali per la spedizione di periodici di prima mano fino al 2000 erano riservate agli editori che godevano di una riduzione del 50 % se le spedizioni erano in modeste quantità, ma potevano raggiungere riduzioni molto più notevoli (abbonamento postale) se gli invii erano quantitativamente grandi e se si ripetevano con grande frequenza nel tempo, come accade per i quotidiani e le riviste di interesse ed importanza nazionale. Anche la spedizione di pubblicazioni di seconda mano (tra privati) godevano di riduzione tariffaria pari al 50 % della tariffa stampe se l'invio veniva consegnato aperto. Dal 2000 le tariffe per i periodici sono stati sottoposte ad altre condizioni, sempre di favore, ma relative a quantità scalari di spedizioni e alla frequenza degli invii.

PERIODO – Sostantivo - In letteratura  è un insieme di parole formato da una o più frasi che ha una unità grammaticale e logica. La parola ha anche altri significati in matematica e fisica, ma per la filatelia è il tempo storico necessario per il compimento di un ciclo caratterizzato da aspetti propri e compiuti. In questo intendimento è considerato quasi sinonimo di "epoca" ma è necessario anche dire che all'interno di un'epoca si possono distinguere spesso più periodi. La filatelia di ciascuno Stato, è normalmente suddivisa in periodi che in genere coincidono con l'avviamento e la conclusione di vicende storiche e politiche importanti in genere originati dai cambi di regime al vertice della nazione. Anche le occupazioni militari o le guerre in filatelia vengono distinte in periodi particolari. Per l'Italia alcuni studiosi e molti cataloghisti hanno convenzionalmente suddiviso la filatelia in periodi : P. Antico (prefilatelia – antichi stati), P. Classico (dal 1mo francobollo dentellato alla prima emissione commemorativa), P. Moderno (dal primo commemorativo al primo francobollo della Repubblica) e P. contemporaneo (dalla prima emissione repubblicana ad oggi). Ovviamente i cataloghi hanno divisioni in relazione ai convincimenti dell’autore o dell'editore e quindi queste definizioni possono variare. Per la filatelia codificata dalla Federazione tra le Società filateliche che si occupa dei concorsi filatelici, dal 2000 circa, in relazione al fatto che le  collezioni tradizionali e storico postali non sono solo composte da francobolli, ma anche da posta e altri oggetti, la suddivisione è diversa : periodo classico (collezioni dalle origini della posta fino al 1900), o  periodo moderno (collezioni dal 1900 ad oggi), aggiungendo anche collezioni dette “diacroniche” che contengono materiale di ambedue i periodi. Inoltre il tempo scorre e col passare degli anni i limiti del periodo più vicino a noi (moderno o contemporaneo) slitta in avanti con un probabile futuro nuovo riassetto dei periodi. In genere comunque per il nostro paese, il "Periodo Prefilatelico" è convenzionalmente il periodo della posta precedente alla emissione dei francobolli, il "Periodo Antico" è quello delle emissioni filateliche degli Antichi Stati, prima dell'unificazione dell’Italia, il periodo classico va dal 1° francobollo dentellato al 1° commemorativo (1910), quello moderno dal 1° commemorativo al 1° francobollo repubblicano e il contemporaneo dal 1° repubblicano ad oggi. Come già detto, le divisioni sono convenzionali, spesso non sono accettate dai filatelisti e col tempo possono subire variazioni. Dato che lo scibile filatelico è immenso, oggi si tende ad aumentare il numero dei periodi, suddividendone alcuni in parti più piccole, perchè la specializzazione ed il maggior approfondimento storico dei moderni filatelisti vuole sempre maggior dettaglio e precisione.

PERITO - Aggettivo e sostantivo - In filatelia interessa solo il sostantivo che indica persona molto esperta nel settore filatelico a cui gli altri filatelisti si riferiscono per controllare l'originalità di francobolli, soprastampe,annulli e corrispondenze di buon valore filatelico e commerciale. I periti filatelici sono dei professionisti che prestano la loro opera contro parcelle in denaro secondo delle tabelle legate al difficile lavoro che devono compiere e al valore dei pezzi che esaminano. I periti appongono la loro firma a garanzia dell'originalità del materiale sul pezzo stesso e possono se richiesti, produrre dei documenti denominati "certificati peritali" scritti, spesso corredati da fotografie del materiale. Il materiale con perizia viene definito "periziato" in quanto ha subito l'esame peritale. I periti a causa delle norme del codice civile italiano non sono sottoposti alla responsabilità oggettiva e quindi se sbagliano non sono puniti dalla legge e non sono obbligati a rimborsi in caso di contestazioni. Questo argomento assai spinoso non consente ai periti di avere un albo professionale ma alcuni di essi, per divenire periti di tribunale, e quindi poter vantare una professionalità riconosciuta dalla legge, devono subire un esame presso le Camere di Commercio delle città in cui vivono e/o esercitano. Grazie a questo fatto soltanto alcuni sono periti riconosciuti dalla legge, mentre altri, che non desiderano divenire periti di tribunale, possono esercitare la professione soltanto in relazione alla notorietà delle loro conoscenze filateliche ed alla fiducia che i filatelisti riconoscono a loro.

PERIZIA – Sostantivo – Sinonimo di "abilità" ed indica una qualità spiccata di una persona o di un essere vivente a far bene specifici lavori. Nel campo filatelico o in altri settori professionali, ha assunto un significato diverso e più oggettivo perché indica la formulazione di un parere, che si traduce spesso in un documento scritto detto "Certificato peritale", redatto da un esperto, talvolta riconosciuto dalla legge o dall'opinione pubblica, nel quale si esprime una opinione su una questione, su un fatto, su un oggetto, su un guasto e quindi anche su un francobollo o su una corrispondenza del passato. La perizia filatelica o expertise, è un foglio di carta (filigranata e intestata) in cui un perito o un esperto riconosciuto, dichiara in buona fede l’originalità di un francobollo, di una serie di francobolli o di un qualsiasi oggetto postale (francobolli, impronte postali, posta ecc.). In genere il documento è firmato ed è completato da una fotografia colpita da un bollo a secco di proprietà del perito. La perizia nella maggioranza dei casi ha un prezzo ed i periti non solo fanno pagare la loro esperienza, il tempo e le spese di gestione del loro lavoro ma anche la virtuale responsabilità della loro dichiarazione.  Per materiale filatelico di grande valore in genere richiedono un prezzo legato al valore del materiale esaminato (una percentuale sul valore di catalogo del materiale). Dal punto di vista pratico infine, i periti appongono la loro firma direttamente sui pezzi se questi hanno un valore medio basso, e redigono “perizie” scritte solo per il materiale di alto o altissimo valore sottoposto al loro esame.

PERMANENTE - Sostantivo e aggettivo - In filatelia ha senso solo come aggettivo sinonimo di perenne (vedi parola dedicata) e si connette in genere con la parola Validità. I “francobolli a Validità permanente” non hanno scadenza d'uso e possono essere utilizzati a distanza di tempo notevole dal giorno di emissione, teoricamente fino all'infinito. In Italia dal 1967 i francobolli hanno validità permanente e mantengono il valore di facciale originario per sempre, anche nel caso, accaduto a partire dal 1.1.2002, della sostituzione della moneta nazionale al cambio fisso di 1 Euro = 1936,27 Lire. In Francia e in altri stati sono emessi francobolli senza valore di facciale che possiedono permanenza di validità che hanno anche in caso di variazioni tariffarie, il valore del primo porto lettere per l'interno. Questi francobolli seguono quindi l'inflazione e possono rappresentare perciò una scommessa ed un investimento economico indipendentemente dal loro valore filatelico attuale e futuro.

PERMEABILE – Aggettivo - Qualifica una sostanza o un materiale che per la sua consistenza fisica permette l'assorbimento di liquidi o ne consente il passaggio attraverso il loro spessore. La Carta è ad esempio un materiale permeabile e si contrappone p.es. alla Plastica, alla pietra o ai metalli che, se non sottoposti a particolari trattamenti, sono impermeabili. Da qualche tempo però sono stati prodotti francobolli e supporti su cui scrivere (adatti anche alle spedizioni postali) in pellicola plastica che per questa caratteristica sono divenuti impermeabili. Si tratta di francobolli per distributori automatici in genere prodotti in libretti nell'area anglosassone e statunitense che possono anche non esser più annullati poiché l'adesivo di cui vengono dotati ha un solvente sconosciuto agli utilizzatori. Gli involucri postali impermeabili, o impermeabilizzati, servono per invii postali su percorsi “bagnati”, “umidi” o “rischiosi” (come quelli marittimi o a mano) durante i quali si rischia di inumidire o, come si diceva un tempo, "inondare" (in caso di caduta in acqua) la corrispondenza e quindi offrono una maggiore sicurezza nella conservazione dei contenuti durante i trasporti.

PERSEGUIBILE – Aggettivo - Indica la possibilità di ottenere qualcosa o di raggiungere qualche obiettivo. In un intendimento più aderente alle questioni postali è aggettivo che si connette con un'azione di tipo giuridico o penale per la quale qualcuno, qualche ente o le Poste stesse possono difendere i propri diritti da ingiustizie o infrazioni a mezzo della legge. Perseguibile per legge è per esempio colui che ruba posta o i contenuti delle lettere e le norme applicabili sono tanto più gravi quanto più il colpevole ha a che fare con la trasmissione della posta. La stampa di francobolli falsi, l’impiego di francobolli già passati per posta o i trucchi per frodare i filatelisti sono perseguibili per legge.  

PESCIOLINO D'ARGENTO – Nome proprio -_ E’ il nome di un insetto, parassita della carta, che può raggiungere anche un centimetro di lunghezza, 6/7 mm. di larghezza, e qualche decimo di millimetro di spessore che si insinua tra i fogli di carta impilata, tra le pagine dei libri e che quindi ha la sua sede preferenziale in archivi cartacei poco utilizzati. Si nutre di cellulosa e cuoio e produce falle della carta di grandi dimensioni. La presenza di pesciolini d'argento indica una parassitosi grave la cui disinfestazione deve esser fatta solo da professionisti. Per l'eliminazione di questi insetti non servono i normali presidi efficaci per i parassiti della carta di minori dimensioni, ma sono richiesti trattamenti chimici e fisici lunghi e ripetitivi in ambienti isolati dalla normale vita dell'uomo.

PESETA - Nome proprio - Unità monetaria del Regno di Spagna e di altre nazioni di lingua spagnola centro e sud americane.

PESO – Sostantivo - Denominazione della pressione che un corpo esercita dall'alto verso il basso a causa della forza di gravità terrestre. L'entità della pressione di un corpo si determina per confronto con quella di un altro corpo assunto come riferimento e più precisamente con dei pesi standard che il mondo accetta come unità di misura. Il Chilogrammo (Divisone decimale - Sistema MKS) con multipli e sottomultipli sono le unità di peso standard dell'Italia e di molte altre nazioni, ma non di tutte. Le nazioni anglosassoni preferiscono usare ancora la libbra e relativi multipli e sottomultipli (Sistema duodecimale) ma nel futuro i due sistemi (decimale e duodecimale che hanno avuto il maggior uso nel tempo) saranno unificati con l'abbandono del sistema duodecimale. Il peso condiziona la tariffa postale da applicare alle corrispondenze per renderle franche. Fin dalle origini il peso in grammi (o in altre unità di peso ormai scomparse) o la definizione della dimensione dei fogli (che corrispondeva ad un peso medio standard), stabiliva lo scaglione tariffario con cui affrancare la posta. Il peso della lettera semplice durante il Regno Sardo e nel Regno d'Italia primigenio era di 7,5 gr.; passò poi a 10 gr., quindi a 15 ed infine a 20 gr. con un difficile adeguamento degli scaglioni tariffari a quelli delle nazioni che contemporaneamente adottavano altre unità di peso (vedi nel passato alcuni antichi stati e ancora oggi alcune nazioni anglosassoni). Col nascere dei nuovi Regni e dei nuovi assetti politici e sociali, con l’acquisizione di nuovi dati tecnici e scientifici, spesso superando abitudini e tradizioni popolari, il sistema MKS (Giorgi) vinse lentamente la sua battaglia e il grammo insieme ad altre misure decimali ebbe il sopravvento su ogni altra unità di misura ponderale. Tra il 1870 ed il 1930 la maggioranza delle nazioni si adeguò a misurare il peso delle lettere e dei pacchi con questa unità. (Per i paesi non ancora allineati esistono tavole di conversione dei pesi che ammettono una piccola tolleranza reciproca).  
Le tariffe postali nei tariffari italiani susseguitesi nel tempo, crescono in relazione a scaglioni di peso via via crescenti. Tali scaglioni sono definiti da due pesi in grammi,uno inferiore ed uno superiore, entro cui deve esser compreso il peso dell'invio per poter corrispondere alla tariffa affiancata. La progressione dei pesi e delle tariffe non è sempre lineare (per esempio non segue la legge del raddoppio) ma segue adattamenti di vario tipo il cui principio generale segue la legge del minor costo relativo per il trasporto di maggior peso assoluto. In altre parole l'aumento di peso della corrispondenza per esempio da 20 a 50 gr. non corrisponde ad una tariffa 1 o 1,5 volte superiore ma ad una cifra inferiore in valore assoluto (per es. 0,8 volte) in quanto il costo del trasporto si scarica sopratutto nel lavoro burocratico e tecnico di movimentazione dell'invio piuttosto che nel trasferimento materiale del peso. Conclusivamente per lo studio della posta e per il collezionismo storico postale deve sempre esser tenuto in grande considerazione che le affrancature, nei vari periodi tariffari, devono sempre assolvere tariffe postali suddivise secondo stabiliti scaglioni di peso (raramente in scaglioni progressivi dimensionalmente o volumetricamente). 

PESTE/PESTILENZA – Sostantivo - La Peste è una malattia epidemica e contagiosa dell’uomo e di altri mammiferi, comune e frequente nel passato, caratterizzata da febbre alta e dalla tumefazione delle ghiandole linfatiche del collo, delle ascelle e dell'inguine (delle articolazioni) e che può essere frequentemente mortale. La pestilenza è il nome specifico dell'epidemia di peste. Fino alla metà del 1800 la peste era una malattia frequente anche in Europa che falciava le popolazioni e che non disponeva di presidi medici adeguati. Dato che si trasmette per contatto, le città e le comunità umane in passato si difendevano isolandosi e relegando le persone e le cose che giungevano da lontano o da zone notoriamente infette, in luoghi lontani, isolati e frequentati solo da persone che erano sopravvissute alla stessa malattia. Anche se non serviva a nulla (ma i nostri antenati non lo sapevano), la posta veniva isolata, messa in quarantena come le persone o disinfettata attraverso operazioni di riscaldamento associate a vaporizzazioni di varie sostanze chimiche semplici  (vedi "Disinfezione"). La peste, salvo casi eccezionali attualmente ancora possibili a causa del terrorismo o guerra biologica, ormai non è più un pericolo per l'uomo moderno sia per i presidi sanitari inventati a partire dalla metà del 1800, sia per le più sane abitudini sociali e alimentari del mondo attuale. I luoghi di disinfezione del passato abitualmente si trovavano negli ospedali di carità o nei lazzaretti in cui vivevano persone che avevano superato la malattia (autovaccinazione) e che perciò erano addette all'assistenza dei malati e al trattamento delle merci provenienti da luoghi infetti. Questi luoghi erano serviti spesso anche dalla posta ed erano dotati di bolli e di servizi, riconoscibili per le parole impresse nelle loro impronte. La peste colpì tutta l’Europa in modo assai grave dopo il 1600 ed ebbe i suoi ultimi ritorni anche in Italia fino al 1870. 

PETTINE – Sostantivo - Oltre al più noto significato comune dell'oggetto da toeletta per ordinare e pulire i capelli e i peli, ha un significato filatelico preciso che individua uno strumento tecnico semplice ma contemporaneamente non facile da realizzare, adatto a perforare la carta con fori piccoli e allineati in file coerenti sostenuti da barre o blocchi metallici. La dentellatura di molti francobolli è effettuata a macchina attraverso il movimento di "pettini" che si abbattono su uno o più fogli tra loro impilati, separando le vignette tra loro con file di fori perfettamente allineate e in genere tra loro ortogonali. Il pettine filatelico ha assunto questo nome poiché la serie di linee di perforazioni ottenute assumono una disegno molto simile a quella al pettine da toeletta. Infatti le perforazioni seguono una linea orizzontale da cui partono numerose linee ortogonali numericamente corrispondenti al numero delle file di francobolli contenute nel foglio. La lunghezza della fila orizzontale di perforazioni è leggermente inferiore alla larghezza del foglio, ma corrisponde circa alla somma delle larghezze di tutte le vignette orizzontali contenute nel foglio, mentre la lunghezza delle file ortogonali è in genere poco più lunga  dell’altezza di una vignetta del francobollo. In questo modo quando il pettine cala sulla carta, le vignette della prima fila di francobolli vengono tutte dentellate superiormente e lateralmente mentre il lato inferiore rimane intatto. Il pettine viene successivamente alzato, si sposta la carta della misura dell'altezza di una vignetta e il pettine si abbatte nuovamente producendo il completamento delle perforazioni della prima fila orizzontale superiore e le perforazioni laterali verticali della seconda fila orizzontale. Con operazioni successive tutte le file del foglio vengono perforate verticalmente e orizzontalmente e i francobolli possono quindi esser tutti facilmente separati per il loro utilizzo. Intorno agli anni ’80 il Poligrafico di Stato del nostro paese ha spesso utilizzato pettini doppi, ossia pettini che potevano perforare totalmente la prima e la seconda fila orizzontale e verticalmente la terza. Successivamente il foglio si spostava di due file in modo che il successivo abbattimento del pettine completava la perforazione della terza fila orizzontale, perforava completamente la quarta e quinta fila e perforava solo verticalmente la sesta. Il procedimento del doppio pettine riduceva i tempi di lavorazione perché l'abbattimento del pettine si attuava metà delle volte di quanto si effettuava col pettine semplice. Dal 2003 la perforazione dei francobolli italiani non viene più effettuata con pettini o blocchi portatori di aghi ma con un sistema più veloce (a blocco continuo) con cui sono state attrezzate le nuove macchine da stampa dell’ente di produzione. Tecnicamente il pettine era formato da una serie di bacchette d'acciaio disposte trasversalmente tra loro su cui erano piantati degli aghi d'acciaio vuoti all'interno (per lo scarico dello sfrido) secondo delle distanze stabilite. La distanza degli assi degli aghi segue alcune leggi matematiche e alcune misure auree che permettono, in relazione alla dimensione delle vignette dei francobolli, di mantenere perforazioni equidistanti e coincidenti anche negli spigoli, ove le file di fori si incrociano. Nel corso del tempo per le variabili dimensioni dei francobolli o anche per le diverse misure della carta filatelica impiegata, i pettini hanno avuto infinite diverse realizzazioni e diverse misure (numero di perforazioni in due centimetri). Tutte le misure possibili impiegate dalle amministrazioni postali del mondo sono riportate dagli odontometri che appunto stabiliscono quanti fori allineati esistono nella lunghezza standard di due centimetri. Per curiosità aggiungiamo che non sempre la distanza degli assi tra gli aghi orizzontali e quelli verticali coincide, anzi è quasi sempre probabile che la misura rilevata dagli odontometri sia diversa sui due lati ortogonali dello stesso francobolli. Ciò si deve alla diversa lunghezza dei lati delle vignette che non sempre permettono un divisione aurea perfetta ; ciò obbliga l'Ente di emissione a disporre di pettini con bacchette orizzontali con aghi tra loro distanziati in un modo e verticali in un'altro. I pettini per la produzione filatelica in Italia sono stati dismessi a partire dal settembre 2003.  

PICCIONE – Sostantivo - Volatile di medie dimensioni e dal veloce volo, addomesticabile, adatto all'alimentazione umana e a compiere alcuni servizi utili all'uomo, quali ad esempio il trasferimento di oggetti leggeri (per es. posta di piccole dimensioni) sfruttando la caratteristica del costante e sicuro ritorno al nido dell'uccello se rilasciato anche a grandi distanze. La posta trasportata con i piccioni viaggiatori ebbe un momento storico importante durante la prima guerra mondiale per trasmettere ordini e comunicazioni militari non intercettabili dal nemico, ma fu utile anche in qualche remoto angolo del mondo per superare ostacoli naturali complessi (scogliere, montagne, laghi, fiumi ecc.). Oggi questo tipo di posta non è più in uso se non per gioco o per ricostruzioni storiche. I collezionisti di posta per piccione viaggiatore non sono molti data l'esiguità del materiale originale reperibile, che pertanto è divenuto raro e costoso.

PIEGA – Sostantivo - Corrugamento o increspatura di una superficie liscia e piana. Molte superfici flessibili possono presentare pieghe naturali (p.es. la pelle) o subire ripiegamenti su se stessi in conseguenza a spostamenti o a movimenti per ritornare poi distesa. La carta, quale materiale semiflessibile, composto da cellulosa in forma microcristallina, può facilmente sopportare delle pieghe, ma pur potendo essere ridistesa, mantiene la traccia della linea di piegatura perché i cristalli della cellulosa, rigidi e non elastici, si sono irrimediabilmente spezzati. Le pieghe della carta filatelica verificatesi dopo la stampa dei francobolli, sono considerate danni irreversibili perché danneggiano la continuità della superficie. Francobolli stampati su pieghe di carta precedenti al processo di stampa la stampa sono rari e ricercati in quanto spesso danno luogo a varietà importanti e di grande valore. Questi francobolli, a piega distesa, hanno dimensioni maggiori e dentellature irregolari, spesso a zig zag, che modificano totalmente forma, aspetto e continuità del disegno delle vignette. Le pieghe assomigliando ad un’ansa del mantice di una fisarmonica che può distendersi e richiudersi producono un varietà che, alla francese, si chiama “pli d’accordeon”.

PIEGO - Sostantivo – In passato indicava un plico di carte piegate e tenute insieme da una fascetta di carta che le lasciava intravedere. Questo tipo di spedizione, essendo aperta e parzialmente ispezionabile godeva di tariffe inferiori di quelle di spedizioni equivalenti contenute in busta chiusa. Se collegato a oggetti specifici indicava anche il nome di un particolare tipo di spedizione : il piego di libri, è ancora oggi il nome di un invio postale a tariffa ridotta per la spedizione di libri, giornali, riviste ecc., sottofascia ossia è una spedizione di carta stampata protetta da una fascia di carta o da una busta non sigillata o trasparente, con il contenuto ispezionabile o esposto alla vista dei controllori postali o degli ufficiali postali accettanti. Queste spedizioni particolari, prevalentemente utilizzate per diffondere la cultura, sono sempre state favorite dall'Amministrazione Postale Italiana. In passato permettevano a chiunque (con sensibili differenze tra privati ed editori) tariffe inferiori a quelle delle stampe delle stesso peso. Dal 1998 circa, dopo la trasformazione delle Poste da ente pubblico ad azienda privata le spedizioni di pieghi di libri tra privati sono ancora possibili ma tariffariamente pareggiate alle lettere o ai pacchi, mentre dopo un periodo incerto che sollevò ampie proteste degli speditori professionali di libri, furono riammesse tariffe ridotte esclusivamente per le case editrici di libri, riviste e pubblicazioni. I pieghi spediti tra privati ebbero quindi tariffazione ridotta fino al 1998, con un trattamento ancora più favorevole se spediti da editori (riduzione ulteriore del 50% della tariffa riservata ai privati). Fino al 19 luglio 1997 anche i diritti postali di servizi aggiuntivi (raccomandazione, contrassegno) godevano della stessa riduzione del 50% ma a partire da questa data le riduzioni sui diritti sono state abolite. Le case editrici riconosciute da alcune prerogative di legge e dalla loro ragione sociale dispongono dal 1998 di un tariffario ridotto esclusivo a parte.

PIENO/A – Aggettivo - Si dice di cosa, di un contenitore o di un recipiente, che contiene una sostanza fino al colmo. Si utilizza anche in senso figurato per esempio per indicare la completezza di un disegno o di un’idea. In filatelia è aggettivo talvolta connesso con parole del vocabolario postale, ad esempio la parola lunette, ossia con quelle aree, a forma di mezzaluna, contenute nelle impronte di molti bolli al di sopra e al di sotto del datario che normalmente sono vuote, prive di disegni o parole. Talvolta le impronte delle lunette possono essere in rilievo e quindi, quando impresse sulla carta, risultano inchiostrate ed esser parte di un disegno. I bolli di questo tipo si definiscono a "lunette piene".

PIETRA – Sostantivo - Nome generico che indica ogni tipo di roccia naturale compatta di qualsiasi forma e dimensione. La pietra fu utilizzata anche per produrre alcuni francobolli del lontano passato poiché uno dei primi sistemi di stampa fu la Litografia ossia l'incisione di particolari pietre spianate su cui veniva riportato il disegno del foglio (ottenuto accostando incisioni identiche con alcuni accorgimenti) che bagnato di inchiostro e schiacciato su un foglio riproduceva sulla pagina bianca l'impronta del foglio completo. La litografia non è più utilizzata nella produzione di francobolli ma resta uno dei sistemi più caratteristici e più pregiati per produrre quantità limitate di opere grafiche artistiche. (Vedi "litografia"). Per l’Italia un solo francobollo è stato prodotto con questo sistema : si tratta del “Litografico” da 15 cent. del 1863. 

PIGMENTO – Sostantivo - Sostanza colorante base adatta a formare i colori impiegati negli inchiostri da scrittura o da stampa nelle loro più diverse espressioni cromatiche. In realtà sono dei piccoli granuli o polveri che miscelate in vari liquidi servono a produrre gli inchiostri per scrivere o per stampare. I pigmenti dei colori dal punto di vista chimico possono essere sia sostanze organiche che inorganiche, in ragione della loro provenienza. I P. inorganici sono i più comuni, i più utilizzati, i meno costosi ma anche i meno sicuri per la stabilità dei colori nel tempo. Al contrario quelli organici sono più costosi meno utilizzati, ma anche i più stabili nel tempo e perciò vengono impiegati per produzioni che devono possedere migliore qualità anche nelle peggiori condizioni di conservazione. La carta ha grande capacità di assorbire i liquidi colorati e quindi non pone problemi gravi di compatibilità con i pigmenti dei due tipi ma essendo sottoposta spesso a stress fisici e chimici richiede per scritture stabili e permanenti nel tempo inchiostri di buona qualità che pertanto preferisce pigmenti di tipo organico di più difficile produzione per i consumi industriali. Fino al 1950 gli inchiostri per stampare i francobolli ebbero pigmenti inorganici in genere di estrazione naturale, ma col passare del tempo e sopratutto con le nuove scoperte della chimica, si è passati all'impiego di inchiostri con pigmenti organici di sintesi che oggi rappresentano la quasi totalità del prodotto impiegato per la produzione filatelica italiana e mondiale. Il vantaggio principale derivato dall'impiego di pigmenti organici di sintesi è la stabilità della risposta cromatica malgrado che molti francobolli vengano sottoposti per gioco o per caso a lavaggi prolungati o a illuminazione intensa, stress fisici e chimici gravi che tendono a ridurre la brillantezza, l'intensità e la tonalità della loro risposta cromatica. Ovviamente il costo di produzione dei francobolli varia in relazione al tipo di pigmento impiegato nella realizzazione dei colori delle vignette, anche se la quantità di pigmenti impiegati per ogni francobollo sembra irrisoria e di poco conto. In realtà l'incidenza del costo dei pigmenti per esemplare vale oggi (1997/2005) alcune decine di lire o qualche centesimo di Euro, che aggiunto al costo della carta e della lavorazione propone un costo finale all'origine di non meno di 120/150 L. = circa 8 cent di € per esemplare, costo che rende del tutto sconveniente, seppur necessario, produrre francobolli con un valore di facciale inferiore a tale cifra. Un altro problema proposto dai vari tipi di pigmenti utilizzati in filatelia è legato alla idrosolubilità dei pigmenti e alle caratteristiche del liquido impiegato per realizzare gli inchiostri. Per questo motivo non possono esser impiegati coloranti anilinici ma di tipo antrachinonico, alizarinico e spesso anche le fitalocianine. La maggior parte dei difetti cromatici (scoloriture) che si possono rilevare su francobolli usati e quindi lavati con sbiancanti ottici sono originati dall'impiego di inchiostri realizzati con pigmenti organici deboli, con miscele di pigmenti organici ed inorganici o più facilmente con pigmenti inorganici ancora utilizzati in piccola parte per motivi di risparmio economico.

PINZA – Sostantivo - Strumento in ferro o in acciaio adatto all'uso manuale creato per afferrare o a stringere saldamente oggetti. Strumento indispensabile alla meccanica e all'utensileria con qualche raro impiego anche nelle questioni filateliche e postali. Pinze con ganasce piane e senza grande necessità di esprimere forza furono realizzate appositamente per afferrare singole lettere o piccole quantità di lettere per evitare contatti con le mani degli operatori durante le operazioni di disinfezione contro il diffondersi delle epidemie nei secoli scorsi. Queste pinze servivano anche per mettere e togliere le lettere all'interno di stufe calde entro cui venivano immesse per le fumigazioni. Avevano manici in legno con anima in ferro piuttosto grandi e ganasce piatte adatte a schiacciare lievemente e per le loro non piccole dimensioni potevano essere anche utilizzate a due mani. Il loro uso decadde con la cessazione dell'uso della disinfezione postale (fino al 1870 circa).

PINZETTA – Sostantivo - Piccolo strumento manuale realizzato con due sottili lamine in genere di metallo flessibile unite ad una estremità, adatto a prendere cose piccole e sottili, come i francobolli. Sinonimo di "Pressella" a cui rimandiamo per maggiori dettagli.

PIOMBINO - Nome proprio di una cittadina italiana e sostantivo - Nell'uso postale e filatelico, il piombino è ancora oggi la denominazione di un piccolo cilindro di piombo con fori trasversali che viene impiegato nella confezione dei pacchi di merci spediti per posta. Le perforazioni del piombino sono attraversate dallo spago che avvolge i pacchi nella legatura finale e permette di rendere ferma, fissa e sicura la legatura finale dei capi dello spago schiacciando su di essa il tenero metallo dei piombini con una pinza. La continuità dello spago ed il piombino deformato sulla legatura garantiscono che durante il viaggio il pacco non è stato aperto o manomesso. L'applicazione del piombino, o attualmente anche di altri sistemi equivalenti ma meno costosi (p.es. nastri adesivi), sono richiesti  dall'amministrazione postale per il trasporto di pacchi contenenti valori dichiarati che per l’accettazione richiedono un sigillo e un sistema di chiusura forte e stabile che devono rimanere intatti fino alla consegna del pacco al destinatario.

PIROSCAFO – Sostantivo - Nave di medie o grandi dimensioni dotata di motori alimentati con combustibili accesi. Si differenzia da altre navi di pari dimensioni (p.es. motonavi) proprio perché è il fuoco produce l’energia per muovere l'apparato locomotore : le navi di questo tipo erano ad esempio le navi a vapore, a carbone, a legna ecc. ed erano caratterizzate da lunghi e numerosi fumaioli che sbuffavano abbondante fumo nero durante la navigazione. Queste navi sono ormai considerate obsolete e sono state sostituite da navi con motori a scoppio, diesel, atomici ecc. la cui polluzione ambientale è minore ed il cui combustibile non solo è più economico, ma è anche più maneggevole e leggero. I piroscafi ebbero un grande impiego nella storia della posta poiché le prime vie postali sulla grande e media distanza erano più facilmente percorribili per via di mare piuttosto che per via di terra, sopratutto quando la via aerea era inesistente o embrionale. Tra il 1863 ed il 1920 le Poste italiane si attrezzarono con piroscafi postali di medie e grandi dimensioni che percorrevano linee fisse nel Mediterraneo e nell'oceano atlantico per trasportare posta e passeggeri che disponevano anche di ufficio postale di bordo, dotato di bolli nelle cui diciture esistevano la scritta "piroscafo postale" seguito dal relativo nome proprio della nave. Come all'origine, quando le Poste Italiane dovevano affidare i sacchi postali a linee di navigazione private (p.es. Florio e Rubattino), col passare degli anni, l'impegno navale delle poste italiane si ridusse gradualmente con la dismissione ed il disarmo dei piroscafi postali (1960/70), sostituiti però, ove necessario, da navi private con l'obbligo del trasporto postale conseguenti ad accordi economici particolari oppure con l'affidamento del corriere ad aerei per destinazioni anche vicine ma più scomode e disagiate. Le corrispondenze con i bolli dei Piroscafi postali italiani non sono comuni ed hanno collezionisti specializzati che valutano bene il materiale ancora reperibile in aste e sul mercato libero.

PIUMA – Sostantivo - Piccola penna, in parte morbida e flessibile che ricopre alcune parti del corpo degli uccelli, da non confondere con la penna vera e propria più rigida, di maggiori dimensioni e più esterna del piumaggio dei volatili. Alcune piume di volatili domestici hanno avuto interesse nella sigillatura delle lettere prefilateliche, in quanto se frapposte tra i margini della carta già ripiegata e adeguatamente riscaldata con un ferro caldo, al verso delle lettere fondono come la ceralacca, ed incollano i margini accostati, sigillandola. Questo sistema fu utilizzato nel passato specialmente nel nord Europa non solo per chiudere le lettere ma anche per indicare una maggior premura nel trasporto e consegna delle lettere così chiuse, indicando che la corrispondenza doveva “volare” velocemente come gli uccelli. In questa ottica le lettere chiuse con le piume possono esser anche considerate precursori dell’espresso.

PLAGIO/PLAGIARE - Sostantivo e verbo - Sinonimi di copia o imitazione e copiare o imitare. Indicano in forma astratta anche una trasmigrazione forzata e subdola di concetti, convincimenti idee e pensieri da una persona all’altra. Queste parole non hanno interesse diretto nella filatelia ma spesso possono essere chiamate in causa dei filatelisti per la frequenza dello spacciare per propria qualche informazione, più spesso copiare della letteratura filatelica scritta da altri o ancora nel convincere qualche collezionista a diffondere per proprie notizie false o dati tendenziosi, in genere per fini economici e commerciali. All'origine del plagio sta la debolezza economica e ideologica di alcuni e la forza di quello di altri, nonché le grandi difficoltà dello studio e delle ricerche da effettuare anche in filatelia, come in qualsiasi altra arte o scienza, al fine di ottenere guadagni, notorietà e successo. Purtroppo in filatelia il plagio ideologico o la copia di articoli interi o di voluminose parti di manoscritti è piuttosto frequente ed è senza rimedio perchè gli interessi economici sono in genere mossi dai maggiori commercianti del settore e quelli letterari sono troppo modesti per poter avviare azioni legali. Resta però il fatto morale, che molto spesso rimane in penombra ma che marchia senza scusanti e senza appello coloro che hanno approfittato del lavoro degli altri per ottenere guadagni fama e notorietà per se stessi. Plagio ideologico di carattere filatelico si attua ad esempio quando si impone alla massa di collezionisti dei convincimenti errati come lo spacciare per francobolli delle etichette senza decreto di emissione.

PLASTICA – Nome proprio – Indica genericamente un’ampia serie di materiali derivati dalla lavorazione del petrolio che con particolari procedure tecniche si possono plasmare e rendere solidi, che quindi possono assumere forme inesistenti in natura ma di estrema utilità per l'uomo. Il consumo del petrolio ha prodotto e continua a produrre quantità immense di derivati che vengono trasformate in oggetti d'uso, dal costo molto ridotto e dalla durata pressoché illimitata poiché i materiali plastici non sono biodegradabili e non possono entrare convenientemente nel ciclo energetico ; purtroppo gli oggetti prodotti possono avere le più svariate forme e funzioni ma il loro peso non può più esser modificato poiché, anche combusti, il residuo, seppur volumetricamente ridotto, resta ponderalmente identico. La "plastica" si divide in vari gruppi chimici che non hanno interesse in questo contesto, ma è necessario sapere che nel campo filatelico alcune nazioni avanzate hanno già prodotto francobolli in lamina plastica, molti involucri postali hanno spesso completamenti in plastica (vedi buste plastificate, buste imbottite ecc.) e che molte taschine di protezione di oggetti filatelici sono realizzate con materie plastiche trasparenti e flessibili. I francobolli realizzati con fogli di materiale plastico sottile hanno un aspetto molto simile a quelli in carta, ma in genere non sono dentellati, non sono gommati ma resi autoadesivi con collanti non idrosolubili, vengono distribuiti su supporti siliconati e si separano tra loro a mezzo tagli fustellati. Hanno superficie molto liscia e praticamente impermeabile per cui non permettono la penetrazione degli inchiostri di bollatura e quindi molto spesso sulle lettere su cui sono applicati non risultano annullati. La filosofia d'impiego di questi francobolli non consente però il loro riutilizzo perché non viene comunicato al pubblico il solvente con cui staccarli dagli involucri postali e quindi se mai fossero riutilizzati, sarebbero facilmente scoperti perché bisogna riapplicarli con un frammento della carta su cui furono applicati per la prima volta. In qualsiasi caso i francobolli di plastica non sembrano superare la sicurezza, l’economicità e la sicurezza offerta da quelli in carta e quindi sebbene siano stati fatti numerosi tentativi per produrli (specialmente in libretti e in foglietti sperimentati in alcune nazioni: USA, Australia, ecc.) non sono mai decollati e difficilmente avranno uno sviluppo futuro se non verranno apportate nuove  e importanti varianti tecnologiche. In relazione alle Taschine in materiale plastico trasparente e flessibile è necessario dire che sono utilizzate per la loro grande versatilità e per la protezione del materiale che offrono, ma è bene sapere che non tutte le taschine in commercio preservano in modo ottimale i francobolli contenuti (vedi “sanguinamento” – fenomeno che riduce la brillantezza dei colori dei francobolli contenuti) e che molte, quelle prodotte con plastica termoindurente, lentamente ma sicuramente degradano, induriscono, infragiliscono e diventano opache, richiedendo la sostituzione. Anche se il problema dell'inquinamento derivato dalla impossibile biodegradabilità della plastica è insignificante per la quantità consumata dalla filatelia, non possiamo non ricordare di non disperdere nell'ambiente i materiali di questo tipo poiché laddove si posa sul terreno un frammento di plastica (anche combusto) non può più crescere alcun tipo di vegetale fino a quando non verrà rimosso. Sebbene i materiali di plastica possono esser estremamente comodi per la filatelia, e sapendo che oggi è una battaglia perduta, sarebbe opportuno preferire album e taschine di pergamino o di cellulosa (cellofan) per evitare, oltre ad alcuni danni diretti su francobolli e posta, anche una peggiore qualità della vita di chi verrà dopo di voi. 

PLEBISCITO – Sostantivo - Denominazione di un certo tipo di consultazione popolare (nazionale o locale) che attraverso una votazione di tutti i cittadini stabilisce una scelta politica, un indirizzo sociale e perfino le sorti di un territorio. I plebisciti non sono frequenti ma sono stati utilizzati in passato in alcune aree del mondo prevalentemente per stabilire pacificamente l'appartenenza di un territorio ad una nazione o a quella confinante (p.es. la Saar) o per modificare il tipo di regime che governa una nazione intera (in Italia per es. il plebiscito Monarchia/Repubblica). In passato, i plebisciti felicemente condotti a termine hanno avuto bisogno di una lunga preparazione per la forte tensione politica presente nell'area ed i periodi precedenti e immediatamente successivi alle votazioni hanno avuto necessità di governi provvisori o di transizione, talvolta garantiti con la forza delle armi di altre nazioni e di trattati internazionali per gestire imparzialmente l’operazione e certificare il risultato finale. In questi periodi, spesso anche lunghi, i francobolli utilizzati nell’area portano talvolta le tracce della difficile vicenda politica affrontata, presentando sovrastampe che ricordano il Plebiscito, mentre i bolli postali nelle loro diciture interne contengono parole che ricordano la vicenda. Se per gestire il Plebiscito intervennero altre nazioni con presidi militari armati, le forze incaricate del controllo del territorio per garantire l’obiettività del plebiscito e l’ordine pubblico dal consesso delle Nazioni portarono in  molti casi con se la propria organizzazione postale con uffici e bolli creati appositamente in cui si legge chiaramente l’ingerenza territoriale temporaneamente vantata e giustificata. Il caso più tipico che interessa la nostra filatelia fu quello della Saar (1938), territorio conteso fra Francia e Germania, poi in conseguenza all’esito del Plebiscito annesso alla Francia, che produsse francobolli propri prima delle votazioni e che vide impegnato un corpo militare italiano trasferito nella regione, accompagnato da un ufficio postale con bolli propri.

PLI D’ACCORDEON – Nome proprio – Nome di una non comune varietà filatelica che talvolta si trova su francobolli (prevalentemente nuovi) stampati su fogli di carta con una piega di carta originaria. In questi rari casi la vignetta e la dentellatura si trovano sulla parte esposta della piega ma non nel suo interno. In conseguenza se si distende la piega, il francobollo presenta una superficie maggiore ed irregolare e soprattutto una stampa completa ma interrotta da uno spazio bianco non stampato delle dimensioni della piega. La forma e la dentellatura del francobollo si ricompongono quando si riproduce la piega. Il nome deriva dalle pieghe del mantice della fisarmonica che compaiono e scompaiono in funzione del suo riempimento e svuotamento per produrre i suoni.

PLICO – Sostantivo - Denominazione di un involucro piuttosto voluminoso contenente documenti, carte, fogli ecc. facenti parte di un unico complesso sigillato o contenuto in una cartella o in una busta. In gergo postale è una lettera voluminosa o, in passato, un pacchetto contenente più lettere dirette alla stessa destinazione o aventi tutte un denominatore comune, tenute insieme da una legatura o chiuse in un pacchetto. Oggi è una lettera voluminosa indifferentemente chiusa o aperta, la cui tariffazione segue gli scaglioni tariffari dei pesi delle lettere ordinarie in vigore.

PLUSVALORE – Sostantivo - Parola usata nel linguaggio economico per indicare l'incremento di valore di un bene al momento della vendita rispetto al prezzo di acquisto. In filatelia questa parola viene talvolta utilizzata per indicare alcune emissioni o semplici francobolli “con plusvalore” o con “sovraprezzo” ossia in cui il prezzo di acquisto iniziale è superiore al potere di affrancatura. Questi francobolli hanno il valore di facciale diviso in due parti (p.es. 750+ 3000 L .), una equivalente al potere di affrancamento sulle corrispondenze, l'altra corrispondente all'ammontare in più richiesto per il suo iniziale acquisto, in genere utilizzato dalle Poste (che li pongono in vendita e che gestiscono il denaro ricavato) per beneficenza, per soccorrere categorie di persone e territori o per sostenere iniziative culturali o sociali. I francobolli di questo tipo sono meglio individuati con la dicitura F. "con sovrapprezzo". L'Italia ne ha emessi pochi, ma ci sono alcune nazioni che abitualmente e ripetutamente propongono al consumo francobolli con sovrapprezzo, come la Svizzera, che ha sempre proposto emissioni dedicate alle opere per la gioventù, per la Patria, o per altro. La questione del sovrapprezzo sui francobolli, in genere, non è gradita dalla clientela postale e non è facile nemmeno per le Poste ottenere dallo Stato l’autorizzazione per emettere questi francobolli e per gestire i fondi ricavati. Salvo casi eccezionali (vedi per l’Italia il francobollo dedicato agli alluvionati dell’Alessandrino nel 1995) il sovrapprezzo è una piccola parte dell’ammontare complessivo, mentre raramente è superiore al potere di affrancatura.

POLARE - Aggettivo - In filatelia è talvolta connesso alla parola posta. La "posta polare" è quella proveniente dai pochi uffici postali esistenti nei territori artici e antartici, soprattutto inoltrata dalle basi scientifiche costruite vicino al Polo Nord o Sud del globo, abitate in modo stabile da poche o limitate quantità di persone o in molti casi è connessa con alcune spedizioni che si recano nelle aree polari per soggiorni temporanei o ancora che tentarono e continuano a tentare di raggiungere a piedi o con mezzi meccanici i poli terrestri. I documenti postali affrancati e passati per posta nei pochissimi uffici postali fissi o temporanei esistenti nel passato ed oggi nei pressi dei Poli, sono molto rari, di grande valore documentario e storico ed hanno anche di un discreto valore venale perchè sono oggetto di collezionismo specializzato. La posta che proviene dall'antartico è più frequente, in quanto l’area è continentale e quindi si presta maggiormente alla realizzazione di basi o di piccoli agglomerati abitati fissi. Al contrario la struttura marittima dell'area artica male si presta all'uomo per costruire basi stabili nel tempo perchè il ghiaccio si muove in continuazione, si frattura spesso e permette la permanenza dell'uomo e strutture postali per tempi limitati (basi derivanti). Storicamente le basi artiche galleggianti e mobili furono nel tempo circa una cinquantina (fino al 2000), ebbero interesse militare (Usa e Urss) e quindi non hanno avuto grande notorietà. Da queste partì della posta oggi poco conosciuta e quantitativamente limitata che ha grande interesse e rarità poiché i segreti militari che nascondevano questi insediamenti si sono sciolti come i ghiacci su cui erano state fondati. Esistono però anche alcune terre nell'area artica, poche in verità, che nel passato sono state utilizzate da alcune nazioni a scopo minerario o come basi di partenza per le spedizioni polari a causa della loro vicinanza al polo nord. Su esse esistono sperduti uffici postali da cui è partita e continuerà a partire posta adatta al collezionismo polare. Le terre antartiche al contrario hanno permesso un maggiore affollamento abitativo dell’area e quindi hanno maggiori necessità di comunicazioni, che in alcuni casi è sfociata in insediamenti fissi o temporanei, non solo di carattere scientifico o militare ma anche effettuati da molte nazioni, tra cui l’Italia, per prestigio o per investimento culturale e tecnico. Il collezionismo filatelico polare raccoglie anche le lettere partite dagli uffici postali di bordo di navi e di rompighiaccio che navigano nell'area artica ed antartica e che collegano le poche basi fisse o temporanee ai porti delle nazioni più vicine ai poli (Cile, Nuova Zelanda, Russia, Usa, Canada ecc.).

POLICROMO - Aggettivo – Qualifica cromaticamente una sostanza, un disegno, o anche una vignetta dei francobolli ed indica che gli esemplari sono stati stampati con più colori distinguibili ma spesso anche mescolati fra loro. Molti francobolli recenti del nostro paese sono infatti definiti sui cataloghi come "policromi" poiché i colori di stampa sono numerosi, complessi da descrivere nella brevità delle definizioni e difficilmente separabili nei loro contorni. E' quindi una formula comoda ma imprecisa per descrivere e catalogare i francobolli.

POLLICE – Sostantivo - E' il dito più grosso e più interno delle mani dell’uomo. In altro intendimento è anche una unità di misura di lunghezza anglosassone che corrisponde a circa 25,4 mm . del sistema MKS. Interessa sopratutto la filatelia anglosassone poiché le dimensioni o le misure degli oggetti filatelici dell’area inglese sono sempre state calcolate in pollici e relativi multipli o sottomultipli.

POMERIGGIO – Sostantivo - Frazione di tempo che si individua tra le ore 12/13 e le 19/20 di una qualsiasi giornata. Nelle nazioni in cui i bolli postali portano o portavano l'ora di bollatura, è possibile individuare facilmente il pomeriggio o il mattino attraverso la lettura della cifra (tra 1 e 24) inserita nelle scritte del bollo stesso. Se invece,come accade nell'area anglosassone in cui la giornata lavorativa è divisa in due frazioni di 6 ore ciascuna, l'individuazione del pomeriggio (o della mattina) è possibile leggendo le lettere dell'alfabeto aggiunte alla cifra dell'ora (M per il mattino e A per il pomeriggio). Questa distinzione è importante in filatelia quando nelle prerogative del collezionismo specializzato è necessario controllare l’ora di bollatura che deve coincidere con qualche particolare avvenimento storico (ad esempio in Astrofilatelia, in cui nella descrizione del materiale bisogna far coincidere l’ora di bollatura con l’avvenimento spaziale a cui si riferisce – per es. il lancio di una navetta o il ritorno degli astronauti a terra).

PONENTE – Sostantivo - Modo alternativo per dire "occidente" nel significato di punto cardinale della rosa dei venti. In altre parole indica l'ovest. La parola ebbe uso in passato per indicare la direzione verso cui alcune lettere dovevano andare in contrapposizione al levante (verso il sole) o alle altre direzioni cartografiche. Al tempo di Colombo l'ovest era denominato appunto Ponente, tanto che nella letteratura e su almeno un francobollo italiano del 1991, commemorativo di C.Colombo, la parola è stata citata nella frase "Buscar el Levante per el Ponente" volendo significare che i viaggi di Colombo andarono verso occidente per scoprire l'oriente in quanto il navigatore voleva raggiungere il Cipango, ossia la Cina circumnavigando il globo, senza sapere che tra l'Europa e la Cina c'era il continente americano.

POROSO/POROSITA’ – Aggettivo e sostantivo – Qualifica la compattezza o la spugnosità delle sostanze solide. I materiali solidi in relazione alla loro porosità (a pressioni stabilite), permettono o non consentono il filtraggio di liquidi e quindi assumono particolare importanza per l’uomo quando è necessario consentire o impedire che un liquido attraversi un corpo solido. In filatelia le due parole hanno interesse per i riflessi che possiedono nella produzione di carta in quanto la qualità del prodotto è selettiva in relazione all’uso. Diversa è infatti al porosità della carta per realizzare francobolli, su cui scrivere, per stampare libri o giornali o per realizzare imballaggi. La carta filatelica è in genere  poco porosa perchè realizzata col fitto accostamento e la tenace adesione di fibre filiformi nobili di cellulosa tra loro, che così stabilmente accostate diventano adatte ad accettare inchiostri fluidi, poco oleosi e facilmente essiccabili necessari per la scrittura manuale o per produrre stampe molto fini e dettagliate. Gli interstizi tra le fibre compongono la struttura spugnosa della carta che è quindi facilmente permeabile ai liquidi. Le carte più pregiate sono meno permeabili in quanto le fibre di cellulosa sono più fini, più sminuzzate e quindi possiedono interstizi più fitti e meno penetrabili ai liquidi a pressione ambiente. Contemporaneamente nella carta di buona qualità il collante utilizzato è più fluido e quindi più penetrante e tende pertanto a riempire meglio gli interstizi tra le fibre. La carta patinata monolaterale (usata per molti francobolli attuali d'Italia) o bilaterale (sulle due facce di un foglio, utilizzata per i libri di pregio) è meno permeabile perchè la patinatura tende a chiudere tutti i pori superficiali esistenti fra le fibre di cellulosa tra loro intrecciate, esposti all’esterno. La carta più antica è invece molto più porosa ed è quindi anche proporzionalmente più leggera a parità di superficie e di spessore. La porosità della carta filatelica si dimostra quando per staccare gli esemplari dai frammenti delle corrispondenze si immergono per pochi minuti in acqua. La carta patinata monolateralmente utilizzata dall'Italia dal 1983 per molti francobolli commemorativi, celebrativi e ordinari ha avuto nel tempo una complessa messa a punto funzionale perché l’iniziale scarsa penetrabilità degli inchiostri di bollatura connessa con una patinatura realizzata con polveri molti fini adatte alla stampa di precisione, non permetteva la permanenza degli annullamenti sulla loro superficie. Per ottenere la permanenza dei bolli fu necessario aumentare la dimensione media dei granuli delle polveri utilizzate per la patinatura, in modo da consentire alla superficie di essere un poco più spugnosa. L’operazione fu difficile perché l’equilibrio tra la porosità ideale adatta ad una buona stampa e alla penetrazione degli inchiostri di bollatura, dipendeva da molte variabili tra cui anche dagli inchiostri di stampa delle vignette e dalla vernice fluorescente superficiale aggiunta per facilitare la bollatura automatica, liquidi infatti che essiccando, riducevano molto la porosità superficiale della carta. In conseguenza i francobolli italiani in carta patinata hanno a partire dal 1996 una porosità equilibrata tra la possibilità di far penetrare gli inchiostri di bollatura, gli inchiostri di stampa e i liquidi fluorescenti, in un bilancio delicato e talvolta incerto, ma adatto ad ottenere una buona stampa delle vignette ed un sicuro annullamento dei francobolli passati per posta. E' infine necessario dire che la carta troppo porosa a fibra grossolana e non lisciata, non è adatta alla scrittura e alla stampa poiché gli inchiostri tendono a spandere e ad ingrossare i caratteri.

PORPORA - Sostantivo e aggettivo - Materiale colorante di un bel rosso lucente di origine animale naturale, usato fin dall'antichità per tingere stoffe o carta. La parola si può usare anche come aggettivo per indicare un colore, il color  porpora, poco usato nella produzione filatelica. I Porporati, il cui nome deriva appunto da porpora sono i principi della chiesa cattolica, ossia i Cardinali, che per distinguersi da tutti gli altri servitori della chiesa cattolica, si vestono in pubblico con alcuni abiti di color porpora.

PORTALETTERE – Sostantivo - Definizione di una persona che professionalmente porta delle lettere o meglio della posta da un centro di ripartizione o raccolta postale ai destinatari su un territorio relativamente piccolo da percorrere a piedi o con piccoli mezzi di locomozione. Sinonimo di "postino", un lavoratore che fin dal lontano passato occupa molte migliaia di persone nel mondo. (vedi anche “postino”).

PORTAPACCHI – Sostantivo - Indica sia una persona che trasporta i pacchi, sia un oggetto che serve a fissare i pacchi su mezzi mobili per trasportarli con sicurezza e comodità. Nel caso postale individua professionisti che  trasportano appunto pacchi e colli. Per la Posta il Portapacchi è una sorta di postino che attrezzato di veicolo, trasporta esclusivamente i pacchi spediti per via postale e compie un percorso spesso diverso da quello del collega che consegna piccoli pacchetti, stampe, lettere e posta poco voluminosa. I Portapacchi postali per espletare bene il loro servizio devono essere normalmente in due poiché il furgone con il quale si spostano ha necessità di un autista/sorvegliante che aspetta sulla strada mentre l’altro fa le consegne presso le abitazioni dei destinatari oppure perché devono completarsi in caso di consegne pesanti e scomode.

PORTO – Sostantivo – Ha più significati, alcuni dei quali interessano la filatelia e la storia postale. Il porto, nel suo significato più comune, è uno specchio d'acqua circoscritto, riparato dalla furia del mare da frangiflutti naturali o artificiali per ancorare e far accostare con sicurezza alla riva le navi e le imbarcazioni. In storia postale i porti hanno una discreta importanza perchè quelli di maggiori dimensioni e trafficati, oltre a possedere uffici destinati al controllo dei traffici marittimi dispongono anche di uffici postali per l'imbarco e lo sbarco della posta che viaggia per via di mare. Ovviamente nel passato, quando la via di mare era obbligata o più frequentata, gli uffici postali portuali avevano dimensioni ed importanza maggiore di quella attuale. Disponevano non solo di personale e di locali idonei al traffico che dovevano espletare, ma erano dotati di guller e timbri propri nelle cui diciture era spesso  contenuta la parola Porto (Per es. Napoli Porto ecc). I bolli che contengono questa parola in Italia non sono molti, sono ricercati dai collezionisti ed hanno un valore maggiore di quelli degli uffici di terra della stessa località.  
Il secondo importante intendimento della parola "Porto" interessa ugualmente la storia postale perché, derivando dal vocabolo Trasporto, nel correre del tempo ha assunto il significato di "tariffa postale" in funzione al peso della spedizione. Il primo porto lettere è ad esempio la tariffa delle lettere che oggi in Italia pesano meno di 20 gr.; il secondo porto è la tariffa delle lettere fino a 50 gr. e via dicendo. Per ciascun tipo di oggetto postale esistono tariffe differenziate in successivi porti distinti da scaglioni crescenti di peso che nel corso del tempo hanno subito variazioni ed aggiustamenti in relazione alle capacità e all’economia del servizio e in relazione al crescere dell’inflazione monetaria.  
Nel linguaggio postale e nella distinzione di impronte di bolli o di sovrascritte addizionali applicate talvolta alle corrispondenze, spesso si incontrano frasi che coinvolgono la parla "porto". "Franco di porto" oppure "Porto Franco" indicano che l'oggetto viene trasportato a spese del servizio postale oppure senza spese da parte del destinatario, contrariamente di "Porto a carico" che indica invece un trasporto pagato dal destinatario ; "tassata per 2 porti", scritta utilizzata nella tassazione delle lettere impostate, indica che la lettera deve pagare la tassa del secondo porto e non quella del primo con cui fu erroneamente affrancata in partenza. La sigla P.D ., spesso presente su lettere del 1800, in alcuni casi sta per “Porto a Destino” (porto pagato fino a destino)in altri sta per “Porto Dovuto” (porto da pagare alla consegna).

POSCRITTO – Sostantivo - Termine ridotto, derivato dal latino “Post Scriptum” (scritto dopo) o anche più brevemente accorciato con la sigla "P.S.". Indica una frase o un periodo, in genere breve, scritto al termine di una lettera, aggiunto dopo la firma dello scrivente che, avendo dimenticato qualche notizia, la aggiunge "dopo lo scritto".

POSTA – Sostantivo – Parola che nel tempo e nel linguaggio filatelico e storico postale che ci interessa ha modificato il suo significato. Un tempo “la posta” era un luogo attrezzato di stalle e di assistenza al viaggiatore ove si fermavano le carrozze o i cavalieri per cambiare i cavalli stanchi dopo una lungo percorso. In questi luoghi distanti tra loro, le diligenze ed i corrieri postali si fermavano qualche ora per cambiare i cavalli, caricare e scaricare viaggiatori, e scambiare lettere e merci. Le Poste nei secoli scorsi erano quindi delle stalle/osterie/uffici/ dormitori per coloro che si spostavano sul territorio o che trasferivano oggetti e lettere per conto terzi ed erano dislocate strategicamente su strade percorribili da carri che collegavano le principali città e cittadine esistenti. La distanza media tra una posta e l’altra era di circa 20 km . o più, ma le poste erano sopratutto dislocate in relazione agli incroci stradali per cambiare direzione o ai dislivelli dei percorsi. In queste stazioni facevano sosta sia le diligenze che trasportavano persone e cose, sia i corrieri postali a cavallo o a piedi che trasportavano carichi leggeri, pochi valori e che dovevano viaggiare con maggiore rapidità. Nelle Poste facevano quindi sosta e capo sia la "Posta Cavalli " (che trasportava prevalentemente merci e persone), sia la "Posta lettere" (che trasportava esclusivamente posta) o meglio i loro addetti. A partire dalla metà del 1800 con la nascita di sistemi più moderni di trasporto (treni ed autovetture) e con le nuove organizzazioni nate con gli Stati moderni, il vocabolo ha variato il suo significato e ne ha assunto più di uno che interessa il nostro lavoro. “La Posta” da quel periodo indica il complesso dell'organizzazione, della struttura, degli uffici e del personale che si occupa del trasporto della posta. In altro intendimento è anche il nome generico del servizio pubblico che trasporta le corrispondenze e in un significato ancora più semplice e popolare è anche la corrispondenza trasportata e consegnata a casa dei cittadini. Oggi alla Posta non si cambiano più i cavalli ma si va per spedire le corrispondenze o ad effettuare operazioni a denaro e si aspetta la Posta (la corrispondenza) quando attendiamo notizie scritte.

POSTACELERE – Nome proprio – E’ il nome di un servizio postale celere per il trasporto di corrispondenze, plichi e pacchi per l’interno che se accettati da particolari sportelli postali delle Poste Italiane devono giungere a destino in tempi stabiliti, contro tariffe molto più elevate del corriere ordinario. Il servizio entrò in funzione dal 1987 ma ha avuto nel corso del tempo numerose modifiche e aggiustamenti (nelle tariffe, negli scaglioni di peso e nei volume trasportabili, diversi da quelli delle Poste) perché affidato dalle Poste pubbliche ad un corriere esclusivo (SDA) acquisito dalle Poste stesse sul mercato dei corrieri. Questo corriere ha mantenuto sempre linee di viaggio e di consegna indipendenti dal servizio postale pubblico e inizialmente non ebbe la risposta esecutiva abituale, la puntualità e i controlli delle Poste pubbliche, suo nuovo padrone. L’accettazione fin dall’inizio fu affidata ai normali uffici postali e le tariffe furono immediatamente pubblicate sul tariffario postale per servire due linee postali diverse : una per l’interno detta P.I. (Postacelere Interno) e una cittadina detto P.U. (Postacelere Urbano). Il P.U. fu eliminato pochi anni dopo (nel 1998) per l’enorme concorrenza del servizio dei pony cittadini mentre il P.I. fu modificato più volte nei pesi, nella velocità, nella sicurezza e perfino nell’affran-catura, normalmente effettuabile in francobolli correnti, ma anche con tagliandi speciali, surrogati dei francobolli, acquistabili in blocchetti dagli utenti che usufruivano abitualmente del servizio e che chiedevano degli sconti tariffari. Nel 2003 il servizio fu nuovamente modificato dividendo la spedizione dei plichi fino a 3 kg ., con tariffe proprie, dai pacchi fino a 30 kg . (unico scaglione) questi ultimi a loro volta suddivisi in due gruppi in relazione alla velocità di consegna (Paccocelere 1 con consegna in 24 ore e Paccocelere 3 con consegne in 3 giorni) con tariffe proprie.

POSTAGIRO – Sostantivo - Trasferimento virtuale di denaro da un conto corrente postale ad un altro della stessa persona o da quello di una persona ad un altro conto corrente postale di un'altra. Il Postagiro può essere utilizzato dalla stessa persona se ha più conti correnti con la Posta o se, in caso di spostamenti di denaro da una persona all’altra ambedue i contraenti hanno un proprio conto corrente con la Posta. Le operazioni di postagiro sono effettuate come tutte le operazioni a denaro dal Bancoposta, una sezione delle Poste Italiane che si occupano solo dei servizi detti appunto "a denaro".

POSTEBOLLO – Nome proprio – Nome brevettato dalle Poste Italiane per indicare un servizio postale informatico durato in via sperimentale dall’estate 2001 al dicembre 2002, avviato nel dicembre 2002, e cessato al termine del 2004. Questo particolare servizio, effettuato a mezzo di un collegamento telefonico con le Poste Italiane, consentiva di affrancare le corrispondenze ordinarie e prioritarie direttamente sugli involucri attraverso le stampanti dei computers domestici di utenti abbonati al servizio, che pagavano, oltre l’affrancatura (con tariffe identiche a quelle della posta affrancata in francobolli o surrogati) un piccolo abbonamento annuo. La posta affrancata per via informatica guidata dalle Poste poteva essere inoltrata in buca entro le 24 ore successive all’affrancatura. Il servizio ebbe grandi difficoltà iniziali e fu sospeso perché preda dei pirati informatici, in attesa di nuove tecnologie che possano superare i limiti dell’informatica dei primi anni del III millennio. L’affrancatura digitale impiegata in questo caso, di origine statunitense, malgrado la sospensione in Italia, è utilizzata da molte importanti amministrazioni postali estere (Svizzera, Usa, Germania ecc.) che stanno espandendo il sistema soprattutto ai loro grandi utenti. Il ritrovamento di posta affrancata col francobollo digitale italiano è molto rara perché il servizio fu avviato con poca informazione e l’affrancatura fu confusa inizialmente con le etichette Tp Label (affrancatura meccanica delle Poste). Le corrispondenze residue, forse solo qualche centinaio in tutto sono molto rare e tanto più costose quanto più la data di spedizione si avvicina all’estate del 2001. 

POSTELEGRAFICO/FONICO - Aggettivo in qualche caso sostantivato - Come aggettivo si può riferire a qualsiasi cosa che sia connessa al servizio telegrafico e postale (p.es ufficio, posto, ecc.). Come sostantivo un postelegrafico, o meglio, un postelegrafonico è il nome burocratico e sindacale di un impiegato delle poste o del telegrafo, che fa parte di una categoria di lavoratori che appunto lavorano presso le poste pubbliche.

POSTERIORE – Aggettivo e sostantivo - Come aggettivo di tempo e di luogo è sinonimo di successivo o di cosa che avviene dopo, se di luogo indica una posizione di qualcosa che sta dietro. La parte posteriore è quella che sta dietro all’anteriore che in genere è quella esposta alla vista e si vede. Quando la cosa o l'oggetto viene girato per mostrare la parte opposta si dice che mostra il posteriore (forma sostantivata poco usata per evitare ambiguità e volgarità). La parte posteriore dei francobolli o della posta si dice "retro" oppure "verso".

POSTIGLIONE – Sostantivo - Il postiglione nel passato delle poste era la persona che tra il 1700 ed il 1800 inoltrati guidava la diligenza postale lungo il suo tragitto sulle strade percorribili dai carri, frustava i cavalli nei momenti di difficoltà e suonava il corno quando si avvicinava alle stazioni di posta per annunciare il suo arrivo. Nei tempi d'oro delle diligenze era riconoscibile tra gli altri impiegati delle Poste perchè portava una divisa speciale. E' una figura postale superata dal tempo che si può soltanto vedere su illustrazioni, disegni e stampe del passato o che viene presentata in rievocazioni storiche.

POSTINO – Sostantivo - Denominazione corrente di una persona che si occupa della consegna della posta, in genere dipendente delle Poste pubbliche, trasportandola dai punti di concentramento postale o da uffici di ripartizione alle abitazioni dei destinatari. Sinonimo di portalettere. Nel sistema postale pubblico e privato è un professionista che ha mansioni precise e codificate fin dalla nascita dei sistemi postali ma che si sono modificate nel tempo in relazione allo sviluppo delle comunicazioni postali. Nel corso del tempo in Italia dal 1863 ad oggi il postino ha gradualmente ridotto le sue mansioni, le sue responsabilità ed il suo orario di lavoro. Mentre alle origini le consegne della posta erano effettuate ogni 2/3 ore e quindi più volte nella stessa giornata, oggi la consegna postale è giornaliera, effettuata in un unico viaggio. Negli ultimi 10 anni della tassazione delle lettere male o non affrancate (ossia fino al 1998) i postini non potevano incassare più i denari delle tassazioni essendogli stata tolta la responsabilità di maneggiare denaro. Dal 1998 il problema non esiste più essendo stata eliminato l’istituto della tassazione. Il lavoro del postino è considerato disagiato perchè si effettua all'aperto in qualsiasi condizione ambientale ed atmosferica, spesso nelle ore mattutine (entro le 14) per consentire ai riceventi di rispondere durante le proprie ore lavorative.

POSTO – Sostantivo - Sinonimo di Luogo. Ha scarso uso in campo filatelico e storico postale, ma ha un significato preciso se riportato nelle diciture di bolli postali. Il posto telefonico che fu in uso in molte località d'Italia poco abitate ebbe specialmente negli anni 1950/65 l'incarico di sostituire parzialmente l’ufficio postale specialmente per le comunicazioni scritte della massima urgenza come i telegrammi. In questi "posti" in genere bar o locande sperdute su strade fuori mano, esistendo il telefono, venivano accettati i telegrammi i cui contenuti erano trasmessi dal gestore via telefono all'ufficio postale più vicino attrezzato per l'inoltro. Le Poste quindi affidarono ai gestori di questi esercizi pubblici i moduli su cui scrivere i telegrammi ed i francobolli per poter far pagare la tariffa postale e garantivano oltre alla gratuità della telefonata anche un aggio per il lavoro effettuato. Il telegramma veniva scritto in due copie, una delle quali era affrancata con l'ammontare della tariffa (un tanto a parola, come alle Poste). I francobolli dovevano essere annullati con dei bolli forniti dalla Posta alcuni dei quali contenevano spesso le parole "posto telefonico di...." che non sono comuni poiché questi "posti" erano pochi (meno di 100 in Italia), disagiati e con modesto traffico telegrafico. Il “Posto di Scambio” era ed è ancora invece il luogo ove i trasporti postali si incontrano e passano di mano, ossia dove la posta cambia direzione, attraversa un confine o passa dalla responsabilità di una persona o di un ufficio a quella di un altro. Spesso i posti di scambio postale internazionali si trovano negli aeroporti internazionali e nelle città di confine ove due amministrazioni posali sovrane si incontrano per scambiare le corrispondenze da e per le due nazioni o in transito in una di esse.

POSTUMO - Aggettivo,talvolta anche sostantivato - Sinonimo imperfetto di "tardivo". Indica che un fatto si è verificato più tardi di quando invece doveva normalmente accadere. In filatelia l'aggettivo si connette talvolta a bollo, bollatura o a "uso". Se il bollo viene definito postumo vuol dire che fu effettuato più tardi rispetto all'epoca in cui doveva esser utilizzato e perciò il documento postale su cui fu applicato è per lo meno dubbio se non falso e deve essere indagato per riconoscerne l'originalità. In genere purtroppo le bollature postume sono applicate facendo retrodatare il bollo in uso per ottenere un documento di maggiore interesse o valore al fine di imbrogliare qualcuno. I bolli postali postumi veri ed originali esistono ma sono rari perché derivati da qualche incidente ben circoscritto spesso ricordato nella letteratura postale e filatelica. Gli usi postumi di francobolli (impieghi oltre il loro periodo di validità) sono invece più frequenti perché originano da una ignoranza degli operatori postali sulle date di scadenza o da banali sviste. La possibilità che francobolli prodotti anni prima e ormai considerati esauriti, possano essere utilizzati per posta appena prima o poco dopo la loro scadenza di validità è frequente, possibile e spesso regolare. Si definiscono invece “usi tardivi” quelli di francobolli in validità permanente o lunghissima applicati alle corrispondenze molto tempo dopo la loro distribuzione postale ed il loro naturale esaurimento nelle scorte filateliche delle Poste. In qualsiasi caso le indagini su bolli postumi, su usi tardivi di francobolli lontani dal periodo della loro distribuzione devono essere approfondite per evitare di inserire in collezione pezzi falsi o truccati.

PRATICA – Sostantivo - Denominazione della tecnica adatta a svolgere una attività o un mestiere che si contrappone o si collega alla teoria che ne da i principi. L'unione della pratica alla teoria sta alla base di un qualsiasi mestiere. In altro intendimento la parola significa anche usanza, abitudine, ma nel significato che più interessa il linguaggio comune, questa parola indica un fascicolo di carte che contiene tutti i documenti relativi ad una vicenda, a una storia o a un iter burocratico, gestita da un ufficio pubblico o privato e conservata in un archivio. Se una persona "pratica" (dal verbo praticare) la filatelia vuol dire che si occupa del collezionismo filatelico e che probabilmente è un filatelico o un filatelista.

PRECURSORE – Sostantivo - Si dice di cosa o persona che precede altre o meglio che in senso temporale “viene prima”. I precursori in filatelia sono oggetti filatelici (documenti, francobolli, posta ecc.) che cronologicamente vengono prima di altri perfettamente conosciuti e ben classificati e che hanno perciò contribuito a costruire i  fondamenti di una storia filatelica e che mostrano le esperienze preliminari per dare un aspetto definitivo ad un settore o a tutta la filatelia conosciuta. In genere per costruire una storia filatelica è necessario risalire indietro nel tempo per capire le esigenze e le soluzioni via via inventate dall'uomo per avviare e poi espletare un servizio inerente la trasmissione della posta. Per es. i precursori dell'Espresso sono tutte le corrispondenze che nel corso dei secoli mostrano segni di premura che i mittenti hanno riportato sui frontespizi, dal "Cito Cito" del lontanissimo passato al "preme" della fine del secolo scorso. Anche tutti i segni di tassa sulle lettere precedenti all'invenzione del francobollo possono esser considerati i precursori del francobollo stesso. Molti servizi postali prima di essere avviati hanno avuto richieste dell'utenza ed esperimenti adatti a comprendere come il nuovo servizio avrebbe potuto essere effettuato. La ricerca e l'esposizione di materiale che presenta caratteristiche di priorità rispetto all'oggetto del collezionare sono premiate nei concorsi filatelici perché il risalire nel tempo non è facile e richiede tempo, denaro e ricerche. La presentazione per es. dei saggi e delle prove di molti esemplari, precursori di ciascun francobollo, nobilita fortemente le collezioni di filatelia tradizionale. Tutti i filatelisti, qualsiasi collezione coltivino, dovrebbero sempre chiedersi quali furono i precursori del materiale collezionato e cercarlo attivamente, per costruire un capitolo introduttivo alla collezione. Come per ogni altra scienza o arte, anche in filatelia la ricerca delle origini ha una grande importanza.

PREGEVOLE – Aggettivo - In filatelia si può connettere a francobollo o a busta per indicare che l'esemplare o il documento postale è di buon valore e di buona qualità ma non è eccelso, ossia non rappresenta la massima espressione di qualità e di valore tra pezzi simili.

PREGIO – Sostantivo - Qualità di cose o persone che le rende particolarmente degne di considerazione, stima e valore. Si può spesso riferire a posta o francobolli se si tratta di documenti o esemplari rari il cui valore è rilevante o almeno degno di nota.

PREISTORIA – Nome proprio - Denominazione di un periodo di tempo molto lungo (milioni di anni) che precede la storia del genere umano e delle sue attività, del quale non abbiamo notizie dirette ma soltanto indirette perchè legate a tracce fossili, geologiche e solo raramente a disegni o a documenti grafici tracciati su supporti naturali poco deteriorabili come la pietra. La preistoria occupa la maggior parte del tempo di esistenza dell’uomo sulla terra il cui sviluppo culturale e sociale è conosciuto soltanto negli ultimi 10.000 anni, un periodo infinitamente più breve rispetto all'esistenza del nostro pianeta e del sistema solare di cui ci sentiamo sovrani. Il vocabolo si usa metaforicamente anche per indicare un periodo di tempo precedente a qualche vicenda o storia dell’uomo, volendo indicare che i dati certamente conosciuti si riferiscono al periodo precedente a quello documentabile.

PREMURA – Sostantivo - Sinonimo di "urgenza", "fretta", "sollecitudine" che nel contesto filatelico e storico postale di questo lavoro, talvolta si traduce in brevi formule scritte sui frontespizi delle lettere di tutti i tempi. Queste scritte si definiscono "Segni di Premura" e sono piuttosto ricercate sulla corrispondenza del lontano passato, quando l'Espresso o il Postacelere non esistevano, ma che si possono ancora trovare sulla corrispondenza contemporanea (p.es. "Corri postino corri" oppure "Urgente" e simili). In quest'ultimo caso questi segni sono soltanto delle curiosità, ma per il passato prefilatelico sono segni delle abitudini, dello sviluppo dei sistemi di trasporto postale, e in fin dei conti della storia delle comunicazioni e quindi rendono le lettere su cui sono scritte pregiate, non comuni e ricercate.

PREROGATIVA – Sostantivo - Denominazione specifica di un privilegio, di un diritto speciale concesso per legge o per consuetudine a persone o ad enti in relazione a qualche materia. Per es. il Presidente della Repubblica ha la prerogativa di sciogliere il Parlamento. Il Ministero delle Poste certamente fino al 1996 ha avuto la prerogativa di emettere i francobolli con l'ausilio di altri enti o uffici che a loro volta hanno la prerogativa di scegliere i soggetti, le date di emissione ecc.. A partire dal 1997 la situazione delle prerogative nell'emissioni filateliche si è incrinata poiché la trasformazione dell'Ente Poste in SpA ammette che il gestore concessionario ormai acquisito (le Poste Italiane SpA) sia più autonomo che in passato e quindi, come è accaduto in altre nazioni, la prerogativa di emettere francobolli si sta lentamente spostando di soggetto o ammette contemporaneità di soggetti (Poste e Ministero delle Telecomunicazioni che devono lavorare di conserva).

PRESCRIZIONE – Sostantivo - Deriva dal verbo prescrivere che significa ordinare, comandare, stabilire. La prescrizione è quindi un ordine perentorio che stabilisce un comportamento o un modo di fare le cose. Chi trasgredisce alle prescrizioni rischia punizioni in relazione alla gravità dell'irregolarità o del reato commesso. Una prescrizione postale spesso delusa è ad esempio l'applicazione del francobollo in alto a destra la cui violazione nel passato era punita con una tassazione pari al doppio  dell'affrancatura, come se i francobolli non fossero stati applicati. La prescrizione in questo caso era dovuta al fatto che la bollatura automatica delle corrispondenze richiedeva il francobollo fluorescente applicato in alto a destra in modo che gli occhi elettronici della macchina bollatrice lo potessero vedere. Se ciò non avveniva, l’affrancatura non subiva la bollatura consentendo il recupero del/i francobollo/i oppure obbligando le poste ad una bollatura manuale che richiedeva più tempo e maggiori costi. La tassazione applicata a queste buste tendeva a pagare il disturbo necessario alla bollatura fuori del canale automatizzato e, anche se non ne era del tutto capace, voleva colpire il destinatario per convincere il mittente a comportarsi diversamente, ossia a rispettare la prescrizione di applicare il francobollo in alto a destra.

PRESSELLA – Sostantivo - Piccolo strumento metallico o di altro materiale elastico adatto a premere due superfici una contro l’altra, composto da due sottili lamine unite tra loro su una estremità, utile per afferrare oggetti sottili e piatti, come i francobolli, appoggiati su superfici piane senza danneggiarli. E' sinonimo di "pinzetta" ma rispetto a questa ha le estremità libere, arrotondate e che si congiungono elasticamente, più larghe, più piatte e non dentate e quindi più adatte ad afferrare corpi lisci sottili e fragili, premendo sulle superfici piane senza produrre danni. Ovviamente anche le presselle se utilizzate male e con poca attenzione, possono danneggiare gli oggetti presi tra le estremità ; possono creare pieghe alla carta pizzicata, ma sono il miglior strumento conosciuto per maneggiare piccoli frammenti di carta come i francobolli. Le buone presselle sono d'acciaio inossidabile armonico, hanno estremità arrotondate, non sono troppo corte per poter permettere alla mano che le usa di afferrarle bene nel palmo e tra le dita e devono possedere un buon bilanciamento tra la parte anteriore e quella posteriore. Non devono inoltre possedere una grande divaricazione delle punte per consentire di afferrare i francobolli con pochissima pressione delle dita che agiscono sulle due lamine elastiche contrapposte (in genere il pollice e l'indice) e le loro terminazioni di presa, dette anche “palette”, non devono esser dentate o zigrinate per evitare di marcare la carta filatelica che devono afferrare.

PREZZO – Sostantivo – Nome comune del valore commerciale corrente delle cose e in qualche caso anche delle persone, che si esprime quasi sempre in moneta valida e legale al momento dello scambio. Il prezzo delle cose viene stabilito dal mercato ma in genere è la somma del costo di produzione più l'utile di fabbricazione che il costruttore si riserva (detto anche costo di fabbrica) più i costi di trasporti e di rivendita. Molte volte il prezzo però lievita o scende in relazione a fenomeni di mercato che risentono di molti fattori, quali ad esempio la richiesta, la disponibilità o la moda. I prezzi tendono a  salire se l'oggetto è raro o di moda e a scendere, indipendentemente dai costi suddetti se l'oggetto è poco richiesto, quantitativamente sovrabbondante o passato di moda. Il francobollo è uno strano oggetto che ha un suo costo di produzione ma ha un prezzo finale molto più alto, al di la di ogni utile di fabbricazione, poiché il suo prezzo contiene anche il costo del servizio postale per cui nasce, ossia per pagare il trasporto degli oggetti su cui è applicato. Il prezzo dei francobolli in corso è stabilito dallo Stato con leggi apposite, caso per caso, e corrisponde al “valore di facciale”, ma può essere aumentato o ridotto dal mercato se viene trattato di seconda mano, ossia se viene venduto da commercianti e professionisti per la loro attività. Il prezzo dei francobolli non più in produzione ed esauriti dagli uffici postali oppure di quelli del passato non più validi per l'affrancatura è conseguente alle richieste del mercato filatelico e dipende sopratutto dalla quantità di pezzi ancora esistenti (non a quelli inizialmente prodotti). Alcuni esemplari hanno prezzi elevati perchè per varie vicende sono rimasti o sono disponibili in quantità minime o sono stati prodotti in tirature ridotte e gli acquirenti sono numerosi. Altri, pochi in verità, esistenti in quantità minime o addirittura uniche non hanno prezzo o ne hanno uno convenzionale per poter cambiare di proprietà. Il prezzo segue il principio economico dell'ofelimità, ossia dell'incontro tra la domanda e l’offerta e quindi dell'equilibrio raggiunto tra compratore e venditore in un mercato ampio e libero che si raggiunge spesso soltanto con le vendite all’incanto. E' infine da ricordare che specialmente in filatelia, in cui gli oggetti sono d’antiquariato e non necessari alla sopravvivenza, lo stato di bisogno del venditore condiziona spesso il prezzo dei francobolli e delle buste ; questo è un aspetto deprimente del gioco filatelico che interviene spesso nella consuetudine mercantile e che delude prevalentemente le persone anziane di età e di collezionismo.

PRIGIONIERO – Sostantivo - Denominazione di una persona dalla libertà fisica impedita, in genere carcerato o costretto in un ambiente limitato, spesso un soldato, caduto in mano nemica durante un’azione di guerra. Nel lontano passato i prigionieri non uccisi immediatamente dopo la cattura, avevano una certa libertà e qualche benessere in relazione al denaro che possedevano e potevano perfino ricevere amici e familiari. Verso la fine del secolo scorso in previsione di guerre più cruente e complesse, molte nazioni, in tempo di pace, stipularono convenzioni per il trattamento dei prigionieri di guerra e civili che ebbero la loro influenza positiva durante i due conflitti mondiali avvenuti successivamente. La convenzione di Ginevra e la Croce Rossa Internazionale da quel momento garantiscono uno stato di prigionia decoroso a coloro che cadono nelle mani del nemico in guerra e controllano che i prigionieri abbiano il minimo indispensabile per vivere, un trattamento degno e alcune possibilità di contatto con le famiglie lontane. La CRI, sede di Ginevra, ad esempio fece da intermediaria durante il I ed il II conflitto mondiale per le comunicazioni postali tra prigionieri di guerra e le famiglie in patria e costrinse le nazioni detentrici dei prigionieri a preparare stampati appositi (cartoline e buste) che dovevano servire per la comunicazioni scritte. La posta dei prigionieri di guerra di queste due guerre, internati in campi di concentramento e di detenzione spesso molto lontani dall'area delle operazioni, è ancora oggi oggetto di ricerca e di approfondito collezionismo storico postale. La posta scritta dai prigionieri su moduli/cartoline non richiedeva affrancatura, era in franchigia, ma era limitata, controllata e censurata e possedeva bolli particolari che oggi servono per localizzare i campi di concentramento e di detenzione ed usufruiva, per il passaggio di mano tra i nemici, dell’intermediazione della CRI internazionale, sede di Ginevra.

PRIORITARIO – Aggettivo, Sostantivo e nome proprio – Come aggettivo indica che l’oggetto o l’avvenimento a cui è connesso ha la precedenza su altri oggetti o altri fatti. In gergo postale italiano questa parola dal 1997 viene utilizzata come sostantivo perchè è il nome proprio di un servizio postale pubblico, il Prioritario, che  a tariffa maggiore del normale, consente ad alcune corrispondenze di essere più veloci di altre. "Prioritario" (maschile) ad esempio è la parola scritta su una etichetta autoadesiva nata nel dicembre 1997 che deve appunto essere applicata sugli invii che devono percorrere canali di avviamento e di trasporto (non di consegna) preferenziali per arrivare a destino prima degli altri. In realtà, come già detto, l'aggettivo è riferibile al sostantivo “Corriere” o “invio” ossia ad una linea postale più veloce che viaggia separata da quella ordinaria, o meglio da quella che fino al dicembre 1997 era totalmente considerata normale e che oggi è solo in parte considerata normale. In Italia, con anni di ritardo su altre amministrazioni postali sovrane, il Corriere Prioritario ebbe la sua prima fase sperimentale a partire dal dicembre 1997 dapprima in ambito cittadino, poi regionale e nel corso del 1998 in ambito  interregionale, per avviarsi definitivamente nel giugno del 1999. La posta del giorno dopo (perché indicava la posta che imbucata oggi doveva arrivare domani), così viene chiamata nel mondo anglosassone, è una esigenza del mondo moderno e fu uno dei passaggi obbligati per far entrare l'Italia nella Comunità Europea, nel tentativo di pareggiare i sistemi postali  esistenti in molti degli altri paesi europei. E’ comunque inesatto definire questo servizio come quello “del giorno dopo” perché la velocità di consegna dipende dalla distanza delle destinazioni: infatti per legge dello Stato, se la posta diretta in località vicine può realmente giungere a destino in 24 ore, quella indirizzata più lontano può impiegare 36 o 48 ore in ambito nazionale e alcuni giorni (fino a 9) per raggiungere destinazioni agli antipodi del globo. In Italia il servizio prioritario si ottiene applicando alle corrispondenze una tariffa molto maggiore di quella necessaria per il servizio ordinario mentre per molte altre nazioni (la maggioranza in Europa, poche nel resto del mondo) la posta ordinaria corre come se fosse prioritaria senza sovraprezzo tariffario, e, al contrario, quella che per l’utente non ha premura gode di un regime tariffario più economico. Il Prioritario è quindi un servizio postale accelerato che dal 1998 ha sostituito l’”Espresso”, che gode di raccolta, lavorazione, avviamento e trasporto più veloce del corriere ordinario ma non viene consegnato a destino con precedenza, com’era fino a quel momento per l’espresso, perchè la consegna avviene alla rinfusa insieme alla posta ordinaria. Dal punto di vista internazionale il corriere prioritario italiano ha sostituito la Posta Aerea (anche le etichette per questo servizio furono eliminate contemporaneamente) e seppur il tariffario postale italiano vende questo servizio per ogni località del mondo, la maggioranza delle nazioni dei 5 continenti non dispone di un servizio identico o ugualmente classificato, ma provvede all’obbligo della moderna urgenza del servizio postale ordinario attuale con sistemi equivalenti, definiti alla vecchia maniera come aerei o espressi. In alcune nazioni estere esistono servizi celeri molto speciali che trattano le corrispondenze urgentissime in modo singolare, una ad una, con tariffe elevatissime che permettono veramente di denominare questo servizio “del giorno dopo” in quanto consegnano posta e plichi da scrivania a scrivania in 24 ore su distanze di migliaia di chilometri.

PRINCIPALE - Aggettivo talvolta sostantivato – Accompagna e qualifica alcuni oggetti, persone o avvenimenti che hanno importanza, valore o rilevanza maggiore di altri che stanno nello stesso contesto. Nel caso postale che ci interessa, può accompagnare per esempio la parola ufficio. L'ufficio postale principale di una città è quello che può effettuare tutti i servizi esistenti o quello che può effettuarne più di altri nello stesso circondario. In genere in questo ufficio ha sede la direzione locale o generale delle Poste. In filatelia le emissioni principali di uno stato sono quelle ordinarie che videro la luce nei momenti fondamentali della storia della nazione, che marcarono la storia del paese e che ebbero periodi di validità lunghi e complessi. Dal punto di vista collezionistico sono  principali anche quelle stampate in basse quantità che sono quindi più rare e che hanno acquisito sui cataloghi un buon valore economico, senza le quali le collezioni sono insignificanti e prive di interesse.

PRINCIPATO – Sostantivo - In filatelia e in politica indica uno stato sovrano retto da un principe e non da un re, ma che governa come se fosse un monarca. Nel correre del tempo però i Principati si sono lentamente dissolti e quei pochi che sono ancora riconosciuti nel contesto delle nazioni, come le monarchie hanno dovuto trasformarsi in democrazie illuminate per poter sopravvivere. Questi stati, in genere molto piccoli e molto ricchi, hanno una funzione di cuscinetto tra maggiori potenze, comodi per questioni politiche strategiche ed economiche in quanto spesso sono diventati paradisi fiscali e rifugi di grandi capitali. La loro importanza filatelica è modesta poiché gli abitanti non sono molti, ma hanno una loro storia, una tradizione da rivendicare e quindi, seppur hanno il diritto di emettere francobolli, non ne consumano molti e quindi il loro collezionismo non è molto espanso. Il Principato di Monaco è un esempio vicino alla cultura italiana, ha un discreto interesse filatelico per le emissioni del secolo scorso, ma ha subito un decadimento collezionistico negli ultimi decenni perché molte emissioni inutili sono considerate di carattere speculativo. All’inizio del III millennio il Principato di Monaco ha grandi difficoltà a ricostruire una immagine filatelica credibile malgrado che stia tentando di riordinare la produzione di francobolli e faccia di tutto per rinverdire la sua antica tradizione.

PRIVATIVA – Sostantivo - Nome proprio di un istituto legislativo italiano che stabilisce il diritto di un Ente, di una persona, o di un ufficio ad occuparsi di una materia in esclusiva, su cui non è ammessa la concorrenza di altri soggetti. Chi possiede il diritto di Privativa su qualche materia, sostanza o servizio detiene un monopolio ed è difeso dalle leggi dello Stato nello svolgimento delle funzioni. Il servizio postale in Italia è stato rivendicato in Privativa di Stato fin dalle origini, eredità di norme e di funzionalità del Regno di Sardegna, ed è rimasto in esclusiva gestione del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni a capitale pubblico fino alla sua privatizzazione, ossia fino al suo affidamento ad una azienda che in nome e per conto del governo la gestisse adeguatamente con una operazione che consentisse la continuità del servizio postale senza interruzioni o variazioni sensibili nel momento dell’effettuazione. Dal 1996, con una manovra politico economica completata tra la fine del 1997 e il marzo del 1998, la privativa di Stato sul trasporto delle corrispondenze e sui servizi annessi, è stata trasferita ad una SPA (inizialmente l'Ente Poste Italiane SpA, poi Poste Italiane SpA) a capitale privato che è concessionaria esclusiva del servizio. In realtà è stata concessa dallo Stato una privativa esclusiva che può esser trasferita totalmente o parzialmente in futuro ad un altro soggetto se quello a cui è stata affidata non fosse in grado di gestire il servizio postale pubblico (o se, in parole più semplici, non riuscisse ad avere un bilancio attivo). In precedenza il bilancio era continuamente passivo e lo Stato doveva intervenire con capitali e mezzi per mantenere il livello di servizio necessario allo sviluppo della nazione; attualmente, malgrado che non tutto sia perfetto, grazie ad una politica industriale accorta, a grandi revisioni gestionali, a concessioni particolari sul regime tariffario e all’intervento in altri settori economici (vedi prevalentemente Poste pubbliche = banca  di interesse nazionale) le Poste italiane SpA stanno superando le difficoltà economiche iniziali, stanno restituendo il capitale prestato dalla banca d’Italia per costituire la Società per Azioni e iniziano ad avere bilanci gestionali attivi.
Le privative a partire dal 2000 tendono però a scomparire o a trasformarsi per consentire a regimi di concorrenza di contenere i costi dei servizi o delle merci oggetto di monopolio e ad offrire un ventaglio di nuove possibilità ad una società che si sta rinnovando. Eccezioni alle privative sono sempre esistite ma dovevano essere sostenute da validi motivi di carattere pratico ed economico. La più antica e tipica eccezione alla privativa di stato sul servizio postale in Italia, ricordata dalla letteratura e documentata da molti invii postali, è stata la produzione da parte del Regno di Sardegna, precursore del nostro ordinamento postale e politico attuale, di fogli di carta da lettera speciali detti "Cavallini" destinati a quella posta "in corso particolare per pedoni ed altre occasioni" che poteva essere trasportata da tutti senza passare dalla posta pubblica, perchè il suo costo pagava la carta ed il diritto di privativa (ma non pagava il costo del trasporto). Ciò si verificò nel 1819 e nel 1820 nel Regno di Sardegna che dal 1720 rivendicava il diritto esclusivo di trasportare e controllare la posta ma che non poteva coprire tutto il territorio con i suoi mezzi e quindi, con i Cavallini, trovò il sistema di rivendicare la privativa anche senza occuparsi materialmente del trasporto delle lettere. Anche il Recapito Autorizzato, istituito nel 1928, e dei Pacchi in Concessione (dal 1923) in Italia sono stati eccezioni alla privativa di Stato nel trasporto di posta cittadina e dei piccoli pacchi su tutto il territorio. Questi due istituti originariamente concessi dalle Poste ai privati hanno terminato la loro funzione alla fine del 1999 perché le Poste non essendo più titolari ma solo concessionarie del servizio postale non possono più subappaltare il loro lavoro. Nel contempo i corrieri merci nazionali o locali possono candidarsi come gestori postali in concorrenza alle Poste Italiane SpA in funzione a nuove concessioni, vagliate e concesse dal Ministero delle Telecomunicazioni in relazione ai bisogni nazionali o al malfunzionamento delle Poste pubbliche.    

PROCACCIO/A – Sostantivo – Nome specifico che in passato si dava ad un professionista che per mestiere procurava lavoro o commissioni ad altri. Oggi si dice “Procacciatore d’affari”. Tra il 1840 ed il 1860 il procaccio era una figura postale che seppur non direttamente dipendente delle Poste pubbliche, si occupava di trasportare corrispondenze a cui le Poste pubbliche stesse affidavano l’ufficio della consegna e della presa delle lettere sulle strade non ancora servite, contro una piccola percentuale degli incassi tariffari e a cui i mittenti e i destinatari serviti davano spesso una mancia. I Procaccia (plurale) erano persone istruite al servizio dalle Poste pubbliche, autorizzate a svolgere il loro lavoro e accreditate presso tutti gli uffici postali dell’area entro la quale si spostavano per le prese e le consegne. Cessarono quasi completamente la loro funzione istituzionale quando il servizio pubblico, seppur con grandi difficoltà, completò la copertura del territorio. Il più famoso procaccio postale fu il sig. Bottaini che agiva nell’area toscana intorno al 1850/60 e che disponeva di un proprio bollo in cartella con cui siglava al retro le lettere a lui affidate. Per numerose cause contingenti, il completamento della rete postale servito direttamente dalle Poste pubbliche non fu mai totalmente attuato e quindi ancora all’interno del 1900 e fino al 1960 circa, alcune persone (circa 100 in tutt’Italia) furono incaricate temporaneamente, con contratti a termine, dalle Poste a trattare la posta in territori mal serviti in nome e per loro conto come facevano i procaccia del secolo precedente.

PROCEDURA – Sostantivo - Insieme delle norme che si devono osservare nel condurre un lavoro, una pratica, un servizio. Le procedure postali hanno delle sequenze obbligate e delle esecuzioni descritte dal codice e dal regolamento interno di servizio. L'accettazione della posta pregiata p.es. deve essere effettuata secondo delle norme precise (compilazione di documenti, rilascio di ricevute, ecc.), deve precedere l'inoltro, effettuato anch'esso secondo procedure stabilite, che a sua volta deve essere seguito dalla consegna a destino effettuata anch’essa con procedure normalizzate. La sequenza delle procedure permette alle corrispondenze di compiere il loro regolare viaggio in sicurezza e con velocità.

PROFILO – Sostantivo - E' La linea che definisce i contorni di un oggetto. I profili sono disegni lineari senza o con pochissime ombreggiature e quindi senza molta profondità di campo spesso utilizzati per la loro essenzialità sulle vignette dei francobolli. Molti dei primi francobolli degli antichi stati furono proposti e stampati con il profilo dei loro sovrani poiché in questi disegni dai tratti essenziali si riconosceva facilmente lo Stato e l’autorità pubblica. Ancora oggi la tecnica del profilo viene applicata su qualche francobollo, ma rispetto al passato la quantità di emissioni contenenti profili di persone importanti si è molto ridotta sia perché il culto della personalità è fortemente diminuito, sia perchè le tecniche di stampa attuali permettono con la sovrapposizione di più colori, molte ombreggiature e una buona profondità di campo.  Resta la Gran Bretagna che propone ancora oggi su moltissimi francobolli il profilo inconfondibile della sovrana dell’Inghilterra senza nemmeno stampare il nome della nazione in cui possono essere utilizzati.

PROFUGO – Sostantivo - Denominazione di persona che fugge dalla propria patria, nazione o soltanto dall'abitazione, a causa di persecuzioni politiche, o per cataclismi, alluvioni e guerre. In caso di persecuzioni politiche o sociali la fuga delle persone può in qualche modo essere preparata, ma negli altri casi la fuga è in genere improvvisa e spesso senza un minimo di preparazione per cui i profughi di questo tipo sono persone che hanno bisogno di tutto per sopravvivere, dall'alimentazione all'abbigliamento, dall'assistenza medica all'abitazione. Lo stato di profugo in genere solleva un'onda di solidarietà popolare e spesso anche l'intervento di strutture pubbliche e private che hanno la capacità ed i fondi sufficienti per assistere i profughi nei loro bisogni primari. In caso di grandi calamità naturali, come terremoti e alluvioni, i profughi vengono prevalentemente concentrati in campi attrezzati in cui i maggiori problemi vitali possono essere affrontati più facilmente, compreso il servizio postale, telegrafico e telefonico. Nei campi profughi realizzati in alcune drammatiche occasioni in Italia hanno trovato sede e funzione uffici postali temporanei di emergenza (in genere di raccolta delle corrispondenze) che potevano accettare le richieste di spedizione di lettere e messaggi delle persone in stato di necessità senza contropartite in denaro, ossia gratuitamente. In questi uffici provvisori, le poste hanno quasi sempre previsto un bollo di franchigia temporanea che permetteva ai profughi di scrivere gratuitamente a parenti ed amici preoccupati per la loro salvezza. Questi bolli applicati sulle corrispondenze in periodi circoscritti, sono ricercati dai collezionisti, non sono comuni e portavano, in cartella, varie scritte ("Zona terremotata" "Campo profughi di..." o simili accompagnati dalla frase anche manoscritta "franchigia postale") che giustificavano l'assenza dell'affrancatura e dalla tassazione in arrivo.

PROFUMATO/A – Aggettivo - Qualità di un oggetto o di una persona di emanare un odore gradevole. Nel linguaggio postale del lontano passato (1780/1850) l'aggettivo riferito alle lettere indicava che queste erano state in qualche modo trattate per essere più gradevoli e più sicure ai destinatari a cui erano dirette. Non crediamo che Profumazione e Disinfezione siano state a quel tempo sinonimi, la profumazione non tendeva soltanto a rendere più gradevole il ricevimento della posta per particolari ambienti nobili o sofisticati con un procedimento più semplice ma simile a quello della disinfezione, ma voleva soprattutto rendere le lettere più sicure contro la trasmissione delle malattie infettive che secondo gli scienziati del passato si espandevano anche con le corrispondenze. Dal punto di vista collezionistico si conoscono infatti alcuni non comuni bolli applicati alle lettere prefilateliche del 1700 che contengono la parola “profumata” che oggi consideriamo di disinfezione postale.

PROGRESSIVO/A - Aggettivo -  Si collega a soggetti e oggetti che procedono o si susseguono in modo continuo e regolare, seguendo una legge matematica stabilita. Si riferisce spesso alla parola "Numerazione" che in molti casi, specialmente postali, può marcare le singole spedizioni per poterle poi inseguirle o cercarle in caso di scomparsa nei magazzini di giacenza, in viaggio o in transito sia manualmente che attraverso un sistema automatico di rintracciamento informatico di recente impostazione. Le corrispondenze pregiate sono ad esempio state sempre poste in ordine numerico progressivo attraverso l'applicazione di etichette numerate (oggi attraverso etichette alfanumeriche o con codici a barre bidimensionali e tridimensionali a punti) o con bolli numeratori che le distinguevano l’una dall’altra all’accettazione. Identicamente vengono anche marcate le produzioni di ogni genere di prodotti, fogli di francobolli compresi, non solo per fare dei conteggi, ma anche per individuare il momento di produzione e recuperare i prodotti difettosi già distribuiti.

PROMULGARE – Verbo - Pubblicare solennemente. Si dice per le leggi o gli atti pubblici approvati dalle autorità competenti che devono esser pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dello Stato ed entrare in applicazione in tempi stabiliti. Anche l'emissione di francobolli è promulgata attraverso leggi di Stato pubblicate sulla G.U.. La trasformazione delle Poste italiane in SpA, potrebbe portare in futuro, come in altre nazioni europee (vedi p.es. Francia), alla produzione di carte valore postali realizzate autonomamente dalle Poste stesse (comunque rispondenti a leggi generali dello stato)ma per ora questa evenienza non è praticata perché le carte valore sono esclusiva prerogativa dello Stato, ma alcune avvisaglie  si sono già verificate in Italia a partire dal settembre 1997 con la vendita di Carnet (blocchetti) contenenti 20 tagliandi a due sezioni per affrancare il Postacelere Interno da utilizzare sui plichi come se fossero francobolli. Questi nuovi oggetti d'affrancatura non possiedono decreto d'emissione, non hanno avuto una promulgazione ufficiale, ma l'uso li ha promossi a oggetti filatelici simili a francobolli,  e sono classificati in una sezione a parte dei cataloghi filatelici.

PROPRIETARIO – Sostantivo - Persona che ha la proprietà legale di una cosa e che si differenzia dal possessore che invece la detiene o la gestisce provvisoriamente con o senza il consenso del proprietario. In Italia il possesso e la proprietà degli oggetti postali da collezione si possono confondere poiché francobolli e posta antiquariale non hanno l’obbligo di essere registrati, denunciati o soltanto elencati tra i beni mobili o immobili tassabili dallo Stato (salvo nel caso di assicurazione) e che normalmente si conservano nel segreto delle abitazioni dei collezionisti. Nei concorsi filatelici è invece sempre necessario  dichiarare sul modulo d'iscrizione la proprietà del materiale esposto per poter premiare chi investe in filatelia e promuove studi filatelici. In alcuni paesi esteri, come la Svizzera, la proprietà delle collezioni può essere denunciata allo Stato non solo per dichiarare un diritto su un bene prezioso (su cui pagare le tasse) ma per poterne far riconoscere per legge la provenienza in caso recupero da furto e per provvedere ad eque divisioni in casi di eredità controverse. La legge detta "Patrimoniale" che caratterizza queste leggi straniere, costa al denunciante pochi denari all'anno di tassa sul patrimonio filatelico posseduto e denunciato ed è in realtà una garanzia sulla ricerca di polizia che lo Stato deve compiere in caso di furto denunciato o sulla giusta divisione fra eredi in caso di morte del proprietario. In quest'ultimo caso la collezione o il materiale filatelico denunciato sottoposto a regime volontario di "Patrimoniale" è un bene che rientra nell'asse testamentario che la Legge deve difendere e garantire d'ufficio per conto del collezionista defunto.

PROROGA/GATO - Sostantivo e aggettivo - Come sostantivo è sinonimo di "dilazione" ossia di rinvio ad altra data di una scadenza. Spesso questa parola viene utilizzata in linguaggio filatelico e storico postale per indicare appunto lo spostamento di una data ad una successiva p.es. della validità di una regola, di un sistema di affrancatura, di una emissione ecc. Il caso recente più evidente -fine 1997- è legato all'emissione dei tagliandi del Postacelere Interno, il cui uso scadente il 31.12.1997 stampato sul tagliando stesso, è stato prorogato al 30.6.1998 per consumare tutti quelli già prodotti, non essendo previste variazioni tariffarie fino a quella data. In questo recente caso è stata applicata su ogni tagliando una sovrastampa a mano che indica la nuova scadenza di validità e contiene la parola "Prorogata". Come aggettivo si lega a qualsiasi sostantivo che possa subire una dilazione temporale.

PROSEGUIRE – Verbo - Sinonimo di "continuare" un’azione o qualcosa anche dopo una interruzione. In gergo postale la parola viene spesso utilizzata per indicare che un sacco di posta o qualche singola lettera deve continuare il viaggio dopo una ripartizione o una maldirezione. "Far proseguire per...." è una abituale annotazione postale che accompagna bolgette e quelle lettere che nell’indirizzo presentano una incertezza di destinazione finale. L'importanza delle parola era maggiore in passato quando il cammino delle lettere era frequentemente interrotto da frontiere e da passaggi di mano. I Forwards erano maestri nel trovare la catena di corrieri per "Far proseguire" la lettera nel suo cammino.

PROTETTORATO – Sostantivo - Rapporto non paritario fra due Stati sovrani, per il quale uno dei due assume il diritto di ingerirsi nell'attività politica ed economica dell'altro e contemporaneamente assume anche il dovere di proteggerlo nelle controversie internazionali. La situazione di "protettorato" dichiarato su un territorio non è più attuale nella politica estera degli stati moderni, ma fu largamente utilizzato in passato tra il 1900 ed il 1960, quando alcuni regimi colonialisti dovettero trovare una formula politica per passare da una occupazione anche militare di alcuni territori alla loro autonomia e sovranità. Non sempre però il protettorato ebbe valore di "occupazione" su un territorio tra una nazione espansionista su una oppressa, ma spesso questo stato fu richiesto da una popolazione o da una regione che aveva dissidi interni gravi e che quindi chiedeva un arbitrato o una protezione contro le ingerenze di altri Stati. Nel passato lo stato di protettorato aveva anche un riconoscimento internazionale che seppur garantiva una piccola autonomia della nazione occupata, ammetteva che i quadri dirigenti ed i sistemi di guida del paese fossero in buona parte nelle mani di altri. Oggi il protezionismo politico ed economico non è più espresso pubblicamente nel consesso delle nazioni attraverso il riconoscimento di un Protettorato, ma la politica dei blocchi intervenuta nel mondo dopo la fine del 2° conflitto mondiale ha avuto la stessa funzione. Paesi dominanti e paesi satelliti sono coesistiti nel mondo negli ultimi 50 anni senza alcuna dichiarazione dell'esistenza di uno stato di Protettorato. Da qualche decennio l'istituto riconosciuto dal diritto internazionale col nome di “protettorato” si sta trasformando in una sorta di “protezionismo” reale, sopratutto di carattere militare, culturale ed economico. La sottile differenza esistente tra i termini è importante per la filatelia poiché i "protettorati" riconosciuti dalla Società delle Nazioni e dall'ONU hanno sempre avuto emissioni filateliche proprie, accettate dall' UPU, mentre il "protezionismo" non ha mai prodotto emissioni filateliche differenziate da quelle normali delle nazioni "occupate". I francobolli dei Protettorati sono in genere degli esemplari sovrastampati delle nazioni dominanti che dovevano esser utilizzati sul territorio protetto. Tale situazione filatelica non è comune, poiché per gli stati protetti si è sempre trattato di una situazione provvisoria, ma in alcuni casi i francobolli prodotti sono rari e poco utilizzati, specialmente se il protettorato fu breve e fu all'origine di storie sanguinose e controverse. Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Stati Uniti d'America e altre nazioni (tra cui l’Italia per la Saar) furono i maggiori gestori di Protettorati nel mondo, ma il Protezionismo economico attuato dalle nazioni più potenti e tecnologicamente più avanzate su nazioni satelliti (blocco occidentale ed orientale, area del dollaro e del rublo, ecc.) sembra oggi avere maggiore interesse, maggiore efficienza e più grande penetrazione che in passato.

PROTOCOLLO/COLLARE - Sostantivo - Ha numerosi significati : è ad esempio il nome di un libro che si trova in alcuni uffici pubblici e privati in cui si registrano in rigoroso ordine cronologico tutti gli atti, i documenti,le corrispondenze ufficiali che vengono ricevute ed effettuate dall'ufficio. E' anche il formato di un foglio di carta (circa formato A4) detto appunto protocollo su cui si scrivono gli atti pubblici. In altro intendimento è il complesso di regole che devono essere osservate durante cerimonie o visite, o ancora è un documento che contiene in forma ufficiale i vari punti di un accordo raggiunto tra parti tra loro in contrasto o in discussione. Protocollare la corrispondenza significa registrare le lettere giunte o partite dall'ufficio in un registro apposito.

PROTOTIPO – Sostantivo - Nome industriale del modello unico e originale da cui vengono realizzate numerose o infinite copie simili o identiche dello stesso prodotto. I saggi e le prove sono i prototipi dei francobolli poi prodotti in numerosi multipli identici. In forma figurata per prototipo si intende anche un modello tipico ma generico di oggetto o di persona che possiede tutte le caratteristiche di un oggetto o soggetto primigenio da cui derivano numerose copie simili ma non sempre identiche. Il prototipo di un francobollo qualsiasi è un rettangolino di carta dentellato, stampato su un lato con una vignetta colorata e col lato opposto gommato. I francobolli attuali sono tutti simili a questo prototipo anche se esistono eccezioni ed errori che permettono l’esistenza di esemplari che si differenziano per forma e/o per concetto dai tipici.

PROVA – Sostantivo - E' un'operazione, un lavoro, un accertamento con cui si verificano e controllano affermazioni, fatti, qualità, attitudini e funzioni. Tecnicamente indica il lavoro di verificare se una macchina, un arnese o un oggetto compiano regolarmente la funzione per cui furono inventate o se una affermazione è veritiera. Ciò in molti casi si fa effettuando una Prova o cercando una dimostrazione. In filatelia è il nome di un tipo di francobollo prodotto dall'Ente di Emissione anche parzialmente (p.es. non dentellato, senza gomma, su carta non definitiva ecc.) in pochi esemplari con varianti anche poco rilevanti, per accertare come potrebbe apparire in forma definitiva. Si realizzano spesso numerose “Prove” per ciascuna emissione per permettere a coloro che soprassiedono alla produzione filatelica una scelta grafica e funzionale. Indipendentemente dalla nascita di qualche nuova emissione possono anche esser compiute prove per sperimentare un procedimento di stampa o d’altro. Le "prove" filateliche prodotte per scegliere i francobolli definitivi, si possono suddividere in gruppi in relazione alla loro destinazione. La "Prova d'Archivio" è un francobollo sperimentale stampato per documentare uno studio di emissione, da inserire negli archivi ufficiali. Questi francobolli, completi o incompleti che siano, sono in genere inalienabili e sono di proprietà di pochissime entità tra cui l'autore del bozzetto, il Ministero che gestisce l’emissione dei francobolli, le Poste e il Museo postale nazionale. La sola prova dell'autore può diventare oggetto di collezionismo privato. La "Prova di Stampa" è un francobollo prodotto per prova secondo il procedimento che dovrebbe successivamente produrre gli esemplari definitivi, realizzato spesso in versione completa, per accertare come dovrebbe apparire quando prodotto in serie. Le "Prove di Colore" sono francobolli sperimentali prodotti in copia utilizzando colori diversi per scegliere la risposta cromatica più gradevole e possono divenire prove d'archivio. In alcune nazioni come la Francia, non in Italia, vengono prodotte delle "Prove di Lusso" in quantità limitata per la vendita filatelica o per fare degli omaggi particolarmente preziosi ad autorità pubbliche. Si tratta di francobolli prodotti in versione curatissima (anche in vari colori) stampati al centro di piccoli cartoncini lucidi o di carta patinata che raramente sono presenti nelle collezioni filateliche. I "Saggi" si distinguono dalle "prove" perchè prodotti (in Italia non vengono più realizzati dagli anni '60) per mostrare ad un pubblico riservato e all' UPU come saranno i francobolli che verranno emessi successivamente. I Saggi italiani storicamente esistenti, sono sovrastampati o perforati con la parola "saggio" o "specimen", sono molto più numerosi delle "prove" e non hanno mai avuto validità postale ma sono ricercati e ben valutati dal collezionismo filatelico.

PROVENIENZA – Sostantivo - E' il luogo da cui proviene una cosa o una persona. Nel caso della posta è la città o il paese da cui è partita la lettera o la corrispondenza. In genere la città di provenienza è quella del bollo postale apposto sul frontespizio delle lettere apposto a vuoto e che annulla i francobolli. Nel passato quando gli uffici postali erano in numero insufficiente per il territorio abitato, la località di partenza e quindi la provenienza possono non coincidere con il luogo di bollatura. In questi casi, se si suppone che l'origine della lettera sia un'altra, è bene controllare lo scritto (se ancora contenuto) e risalire al motivo per cui la città di partenza non sia quella citata nel bollo applicato sul frontespizio. Molto spesso infatti esiste un motivo storico postale che sostiene la bollatura in altro luogo da quello di provenienza e nasconde un percorso della lettera particolare o obbligatorio nel momento in cui fu avviata. Dal 2002, a causa di un riassetto globale del servizio postale italiano, esistono nuovi motivi per cui la località di partenza di molte lettere non coincidano con la località di bollatura : l’entrata in funzione di grandi centri di bollatura meccanizzati che concentrano nelle periferie delle maggiori città italiane la posta raccolta nel raggio di 50 e più chilometri, non permettono più di evidenziare le partenze e gli impostamenti effettuati in città minori, satelliti delle grandi città stesse.  Se questa operazione facilita e riduce i costi del lavoro delle Poste, può creare incertezze non marginali per il collezionismo filatelico perché diventa difficile o addirittura impossibile poter disporre di bolli di partenza applicati nelle piccole città satelliti (che comunque dispongono di uffici postali aperti e funzionanti) perchè fanno capo al centro meccanizzato più vicino, nel cui bollo compare il nome della città ove è dislocato il centro meccanizzato stesso. Ad esempio i numerosissimi bolli delle piccole città del circondario milanese non compaiono quasi più sulle corrispondenze perché le lettere in partenza vengono lavorate in due centri meccanizzati dislocati a Peschiera Borromeo o a Roserio, due cittadine che distano anche più di 50 km . dal punto di impostamento.

PROVINCIA – Sostantivo - Denominazione di un territorio che nell'ordinamento politico piramidale italiano sta tra il comune e la regione, che ha propri organi elettivi e che provvede alla propria amministrazione. E' il territorio su cui domina un capoluogo, circondato da numerose città di minori dimensioni, in cui trovano sede gli organi dirigenti la provincia. La somma dei territori di più province confinanti forma il territorio di una regione. Come per il sistema geopolitico nazionale anche il sistema postale ha suddivisioni territoriali simili, ma spesso non coincidenti (dipende dalle linee di comunicazione disponibili, dalle strade più o meno facilmente percorribili e dalle distanze tra centri operativi), per cui per le Poste italiane esistono Direzioni Provinciali che gestiscono tutti gli uffici postali (oggi agenzie) contenuti nel loro territorio provinciale, che fanno riferimento ad una Direzione Regionale e in seconda battuta anche alla Direzione centrale nazionale.

PROVOCARE/TO/A - Verbo e aggettivo derivato - Compiere una azione per ottenere una reazione. "Azioni" filateliche o postali possono provocare ai filatelisti dei ritorni utili al loro collezionismo poiché ad esempio lo scrivere a persone lontane anche non sconosciute, provoca in genere una risposta di cortesia utile alle collezioni perseguite. La "posta provocata" è quell'insieme di corrispondenze che i filatelisti spediscono a se stessi o ad altri per poterle recuperare, essendo state costruite in funzione al proprio collezionismo. Le corrispondenze provocate si ottengono spesso anche da persone pubblicamente note ma personalmente sconosciute che si trovano in luoghi e in situazioni particolari da cui è interessante ricevere notizie, affrancature insolite, o speciali. A queste persone o ai loro uffici può essere indirizzata della posta che ha il compito di provocare, per la cortesia del destinatario, una risposta che per quanto riguarda bolli, provenienza, contenuti ecc. è l'oggetto del collezionismo del “provocatore”. Si può scrivere ad esempio a basi scientifiche isolate, ai cosmonauti in volo spaziale, a militari in servizio all'estero o a chiunque altro per ottenere informazioni sulla loro vita, sui sistemi di trasmissione postale dai luoghi in cui si trovano e contemporaneamente per ottenere invii postali insoliti. La posta "di reazione", se innescata, porta su di se i segni del viaggio, i bolli postali utilizzati per il servizio e le informazioni per poter costruire una storia postale particolare e non comune. Molta posta militare italiana degli ultimi decenni, proveniente da località estere ove i nostri soldati hanno effettuato missioni di pace portando con se anche uffici postali militari con bolli propri, è stata costruita in questo modo. La posta provocata, spedita a se stessi o fatta spedire per proprio conto o comunque sollecitata a sconosciuti, non è diversa da quella naturale poiché è realmente viaggiata e porta su di se tutti i segni di autenticità caratteristici della posta di tutti i giorni. Si può dire che è un sistema inventato dai collezionisti per aiutarsi nel trovare materiale di difficile reperimento. Non bisogna confonderla con la posta “facilitata”, ossia la posta presentata agli sportelli postali con affrancature insolite o rare per una bollatura vera o di favore, e poi immediatamente ritirata per introdurla così come si trova nelle collezioni. Posta Provocata e Facilitata si possono facilmente riconoscere per distinguere e qualificare le collezioni in cui sono introdotte.

PROVVISORIO/A – Aggettivo - Qualificativo un sistema, una procedura, un lavoro o qualsiasi cosa che non è definitiva e che quindi non dura nel tempo ma che viene attuata per superare una difficoltà o una incertezza che prevedibilmente non deve permanere a lungo. Nella filatelia dell'area italiana esistono alcune emissioni che vengono definite “provvisorie” perchè prodotte d'urgenza per superare un empasse politico, tecnico, amministrativo o di altra natura. La più nota emissione denominata "Provvisoria" (aggettivo sostantivato) è della Città del Vaticano : fu emessa nel 1934 e consiste in un gruppo di francobolli di una serie precedente (Conciliazione del 1929) sovrastampati con nuovi valori. Anche l'Italia ebbe le sue emissioni provvisorie prodotte in attesa di nuovi francobolli definitivi. Per questo motivo i francobolli provvisori italiani sono esemplari di antecedente emissione sovrastampati con un nuovo valore o con particolari segni, prodotti in attesa di una emissione definitiva che li sostituisca. Tra tutti spicca il così detto “Ferro di Cavallo” del 1865 che fu emesso in attesa della produzione di un francobollo definitivo da 20 C . (il Vittorio riquadrato) prodotto inizialmente con difficoltà nel 1867 per il cambiamento dello stabilimento grafico produttivo da Londra a Torino. I francobolli provvisori del tempo passato possono avere un buon valore commerciale perchè le loro tirature non furono immense o grandi, ma anche se lo furono, il trovarli ancora allo stato di nuovo in perfetto stato di conservazione è difficile e costoso.

PSEUDONIMO – Sostantivo - Nome fittizio con cui qualche persona firma una propria opera d'arte o letteraria e, nel caso filatelico, un collezionista può nascondere la proprietà della sua collezione esposta in un concorso. Ciò si attua per proteggere importanti collezioni da malintenzionati che conoscendo il nome vero del proprietario possono organizzare un furto con maggiore facilità. Lo pseudonimo in questi casi ha solo carattere pubblico poiché i comitati organizzatori delle manifestazioni, pur rispettando la volontà del proprietario che si vuol celare dietro ad uno pseudonimo, devono conoscere bene il suo vero nome per espletare tutte le procedure espositive, assicurative e di movimentazione della collezione e accertare la proprietà del materiale presentato. Nella letteratura filatelica l'uso di pseudonimi non è frequente, ma scrittori dallo spirito mordace che vogliono dire qualche difficile verità o anche qualche cattiveria, disponendo di una certa protezione derivata appunto dal celarsi dietro uno pseudonimo, sono sempre esistiti e continueranno da esistere. I motivi per cui una persona adotta uno pseudonimo possono essere numerosi e in buona parte ragionevolmente corretti. In qualche caso anche gli editori richiedono che gli autori si nascondano dietro ad uno pseudonimo : ciò avviene quando il nome dell’autore è troppo invasivo o troppo frequente nelle pagine delle pubblicazioni e bisogna dare, anche ingannevolmente, l’idea che la materia sia trattata da più autori diversi.

PUBBLICARE/ZIONE - Verbo e sostantivo - Il pubblicare è il sistema per render pubblico e quindi di porre all'attenzione di tutti qualsiasi argomento attraverso testi stampati o immagini fotografiche e video, producendo un documento, la pubblicazione, che ha una data e che può essere conservato in una biblioteca o in un archivio. I libri in genere, i testi scientifici, le monografie, i giornali, i volumi di letteratura amena o tecnica, gli elaborati televisivi, i servizi giornalistici scritti e qualsiasi altro prodotto che ha divulgazione pubblica, che è posto in commercio con un prezzo di vendita oppure distribuito gratuitamente dopo conferenze o simposi pubblici, si può definire una "pubblicazione" anche se con questo nome specifico si definiscono più idoneamente gli studi impegnati e complessi di carattere tecnico e scientifico stampati dagli istituti di ricerca e dalle università. Caratteristica di questi scritti stampati è quella di riportare notizie nuove ed originali che sono tanto più importanti quanto più l'argomento trattato ha interesse generale e contiene qualcosa di innovativo sulla materia. La data di pubblicazione ha grande rilevanza per riconoscere onori e gloria a coloro che per primi scrissero e pubblicarono e per condannare coloro che copiarono. Esistono più livelli di importanza nelle pubblicazioni. Chi legge qualcosa di nuovo, non si rende immediatamente conto dell'importanza dello scritto, ma può dedurlo, per avere indicazioni generiche sulla qualità e l’importanza del contenuto, leggendo il nome dell'editore o dell’ente che ne ha promosso la pubblicazione, della rivista, del giornale, del quotidiano e sopratutto del comitato di redazione: tanto più noti sono i nomi degli editori, dei responsabili di redazione, tanto maggiore è l'affidabilità della pubblicazione, delle notizie contenute e dei concetti espressi. Ovviamente anche in questa materia esistono eccezioni perché molti autori divenuti famosi col tempo non sempre hanno inizialmente trovato editori importanti disponibili a pubblicare i loro scritti, mentre altri hanno trovato lustro e notorietà solo dopo la loro scomparsa. Chi scopre qualcosa di nuovo o ha qualcosa da dire in qualche materia, compresa la filatelia, e non pubblica in data certa, non può rivendicare di essere stato il primo se qualche altro, approfittandosi della situazione, si impadronisce dello scritto o delle idee contenute e ne fa una pubblicazione propria. La storia del mondo e della filatelia è costellata di appropriazioni indebite di testi, di argomenti e di scoperte.   

PUBBLICITA' – Sostantivo - Oltre ad indicare lo stato di un soggetto di carattere pubblico o che deve essere reso pubblico, più volgarmente ed usualmente indica un complesso di mezzi e di tecniche con cui vengono pubblicizzati e propagandati molti prodotti commerciali, la maggioranza dei marchi di fabbrica, le aziende e perfino molte iniziative che tutti devono conoscere. Sinonimo di Reclame. La pubblicità commerciale, il sistema più utilizzato per far conoscere e vendere prodotti e marchi, ha numerosi veicoli tra cui anche i francobolli. I francobolli di pubblicità più brevemente detti anche “pubblicitari” sono quelli che contengono nello loro vignetta un messaggio più o meno palese di carattere pubblicitario. Questi francobolli sono moltissimi e sono stati prodotti da numerose nazioni del mondo, quelle che hanno compreso che per rendere più fiorente la propria economia possono utilizzare un supporto grafico come il francobollo per penetrare capillarmente nel tessuto sociale interno e internazionale. Insieme ad altri oggetti postali come gli interi pubblicitari, i saggi, le prove, le etichette, i telegrammi ecc. fanno parte di un grande filone collezionistico di prevalente carattere tradizionale e tematico, dedicato alla "pubblicità", un tema ed un concetto informatore della vita quotidiana che muove montagne di denaro ed infiniti interessi pubblici e privati.

PUBBLICITARIO/A - Aggettivo e sostantivo - Come aggettivo deriva dalla parola pubblicità e qualifica qualsiasi oggetto, concetto, immagine, frase, articolo, spazio ecc. riconducibile a scopi di pubblicità palese o subliminale. In filatelia le emissioni pubblicitarie sono molte ed i francobolli pubblicitari sono stati prodotti da molte amministrazioni postali per promuovere aziende, prodotti, località, enti, ecc. della propria nazione per favorirne la diffusione e per favorire le entrate economiche della propria industria. Anche l'Amministrazione postale italiana ha emesso a partire dal 1924 numerosi francobolli ed interi contenenti palesi riferimenti a prodotti, ad aziende e ad enti di importanza nazionale e perfino a se stessa. I più noti sono i francobolli con appendice pubblicitaria del 1924/25, che provocarono infinite discussioni sulla dignità di accostare l'immagine del potere sovrano o di concetti patriottici (nel caso specifico del Re che fino ad allora aveva occupato la maggioranza delle vignette dei francobolli) con quella di aziende e di prodotti commerciali. Dopo una sospensione della promozione pubblicitaria commerciale su francobolli, bolli ed altri supporti postali avvenuta nel 1925 per volere del governo nazionale, durata qualche anno (salva la pubblicità del regime politico vigente), a partire dal 1946 molti oggetti postali come francobolli, interi, bolli ed altro, contengono pubblicità e sono oggetto di un collezionismo specializzato dedicato alla pubblicità. La possibilità di produrre emissioni palesemente pubblicitarie, fu ripresa infatti dopo l'avvento della Repubblica quando i tempi furono maturi per recepire la grande utilità del francobollo come veicolo pubblicitario per promuovere l’industria, la cultura ed il turismo nazionali. Da quel momento sono infatti nate numerose emissioni, alcune ripetitive anno dopo anno (emissioni turistiche), dedicate ad aziende, a prodotti, a iniziative e a località che avevano necessità di una maggiore conoscenza nazionale ed internazionale. In filatelia la parola può essere utilizzata come sostantivo a se stante quando le parole francobollo o emissione restano sottintese. Nel linguaggio comune per "pubblicitario" (sostantivo) si intende anche una persona che si occupa di professionalmente di pubblicità ed è l'a-utore di spot pubblicitari o di letteratura pubblicitaria.

PUBBLICO/A - Aggettivo e sostantivo - Quando congiunto ad un sostantivo indica che il soggetto (questione, ufficio, lavoro ecc.) riguarda la collettività e non i singoli individui. La "Cosa Pubblica " per definizione e per derivazione dal latino, indica lo Stato inteso come bene di tutti e che tutti devono proteggere e aiutare a mantenere. Come sostantivo indica un gruppo di persone che assiste ad uno spettacolo o visita una manifestazione e che è libero di entrare nel luogo ove avviene. Per quanto compete questo testo, anche la Posta, in Italia, come luogo, funzione e servizio che interessa tutta la popolazione, è stata a lungo dichiarata pubblica, ma negli ultimi anni è divenuta privata di “interesse pubblico” su concessione della Cosa Pubblica. Fin dal 1720 nel Regno di Sardegna il trasporto della posta è stato rivendicato come monopolio di Stato e la nazione italiana che ne è derivata, ha mantenuto a lungo e in proprio l'esclusiva del servizio postale. Soltanto nel 1928 si è avviato il trasporto di posta per la città in concessione (recapito autorizzato), mentre fin dal 1873 il trasporto e la distribuzione di stampati non fu più rivendicato dalle poste pubbliche per lo scarso rendimento economico che produceva. Il trasporto pubblico dei pacchi variò nel tempo : fu ammesso inizialmente dalle Poste pubbliche nel 1881 per pesi fino a 3 kg ., poi dal 1993 fino a 5 kg ., 10 kg . dal 1911, 20 kg . dal 1933, 30 kg . dal 2002, ottenendo però valore monopolistico solo a partire dal 1923. La trasformazione delle Poste da pubbliche a private avvenuta faticosamente tra il 1996 ed il 2000 non ha variato sostanzialmente il concetto di servizio postale pubblico : il regime di monopolio di stato per il trasporto di corrispondenze e pacchi fino ad un certo peso cessò in quegli anni, ma le Poste italiane (in via transitoria Ente pubblico) eredi della situazione esistente e considerate un’azienda strategica di interesse pubblico, divennero concessionarie del servizio postale del Ministero delle Telecomunicazioni, trasformando un monopolio di stato in una concessione privata per ora esclusiva. Su di esse però pende costantemente la minaccia che chiunque riesca ad organizzare un servizio migliore senza pesare sul denaro pubblico, può prendere il loro posto, o può ottenere, come concorrente commerciale paritario, una concessione parallela. 

PULIRE/ZIA - Verbo e sostantivo - Sinonimo di nettare, togliere lo sporco. Talvolta francobolli e posta per cause accidentali, per incuria o per cattiva conservazione sono ricoperti di polveri, di macchie e di sudiciume che riducono la bellezza e ne impoveriscono il valore ed è necessario pulirli. In tali casi, se i pezzi meritano un recupero, si puliscono con metodi che non ne danneggino maggiormente lo stato e che tentino di ricondurli all’antica bellezza. I francobolli usati possono essere lavati in acqua addizionata con ossidanti leggeri, mentre i francobolli nuovi possono esser lievemente puliti dalla polvere con una gomma molto morbida (gomma pane) o immersi in benzina purificata, ma non possono essere immersi in acqua o in liquidi solventi della gomma o dei colori delle vignette. Per le corrispondenze il problema è più complesso perchè molte sostanze adatte a pulire le loro superfici possono danneggiare oltre che i francobolli anche la carta dei supporti e gli inchiostri di scrittura. Specialmente questi ultimi nel tempo hanno subito infinite e sconosciute varianti di fabbricazione che rendono difficilmente individuabile il modo adatto per pulire la carta scritta. In questi casi è opportuno agire contro la polvere con la gomma pane ed è possibile ridurre o cancellare anche qualche macchia deturpante con lavaggi parziali o pennellature ripetute con acqua addizionata a leggeri ossidanti senza toccare gli inchiostri di scrittura. In casi estremi si può anche provvedere, dopo aver staccato francobolli ed etichette, a cancellare completamente tutto (macchie e scrittura) con lavaggi energici e mirati e alla fine, a busta o carta perfettamente pulita, riscrivere indirizzi e messaggi e riapplicare francobolli ed etichette in perfetta imitazione dell'originale. Questa operazione non è semplice e deve essere effettuata da specialisti nella conservazione e nel restauro che conoscano bene i vari tipi di carta e le caratteristiche chimiche degli inchiostri utilizzati sul materiale da recuperare. La pulizia del materiale postale effettuata in questo modo sembra miracolosa per i risultati ottenibili, ma è molto costosa perchè chi se ne occupa è uno specialista di grande valore che richiede alti prezzi per il proprio lavoro e quindi il metodo descritto deve essere riservato solo a materiale molto pregiato o unico da recuperare per giustificare i costi del restauro. E' anche necessario sapere che trattamenti imperfetti o effettuati senza specifiche conoscenze chimico fisiche, seppur ottengono un risultato apprezzabile, possono ridurre il tempo di conservazione successivo al trattamento stesso perchè gli aggressivi chimici utilizzati infragiliscono la carta che lentamente tende a rompersi e a ripresentare i difetti originari. Molto materiale prezioso ripulito nascostamente in modo spettacolare ma imperfetto nel metodo, viene spesso venduto senza dichiarare che ha subito un trattamento di bonifica e di pulizia per evitare di riconoscere contemporaneamente un accorciamento della lunghezza della vita della carta ed una instabilità del risultato. Si consiglia quindi nuovamente di ricorrere al metodo solo in casi eccezionali, solo su pezzi unici che altrimenti non esisterebbero e soltanto attraverso il lavoro di specialisti dal caro prezzo e dalla difficile disponibilità. 

PUNTEGGIO – Sostantivo – Indica una somma di punti o di numeri che possono essere ottenuti in molte situazioni in conseguenza ad una diluizione nel tempo di meriti o di più valutazioni contemporanee. In filatelia, ad esempio, dopo un lungo periodo di tempo in cui le collezioni sono state giudicate da opinioni più che da dati effettivi, da qualche anno si utilizzano alcuni punteggi relativi ai diversi aspetti secondo i quali gli esperti possono guardare criticamente un componimento filatelico. Si effettua in 5 valutazioni diverse, espresse in altrettanti punteggi numerici (sviluppo, svolgimento, conoscenze filateliche rarità, presentazione, o simili) la cui somma massima è 100, variamente suddivisi in relazione alla classe filatelica a cui la collezione stessa appartiene o in cui concorre. La somma finale dei punti ottenuti si confronta con una tabella standard che stabilisce in funzione all'importanza del concorso (giovanile, regionale, nazionale, internazionale) il premio ottenuto dalla collezione espresso in medaglie o in diplomi di medaglia di vario metallo (bronzo, argento, oro e alcuni livelli intermedi). Un buon punteggio, superiore ad un certo livello, e la relativa medaglia di metallo pregiato ottenuta, stabiliscono anche la possibilità di accedere a concorsi di maggiore importanza e quindi consentono alla collezione di passare da concorsi regionali a nazionali oppure da nazionali a internazionali. Questo sistema di valutazione, sebbene non pienamente soddisfacente, consente in linea di massima di classificare una buona parte del patrimonio collezionistico nazionale e di assegnare a ciascuna collezione un giudizio discretamente obiettivo in valore assoluto e non in valore relativo (ossia non ponendo le collezioni in diretto confronto alle altre contemporaneamente esposte). La non facile valutazione di materiale diverso presente nello stesso concorso, la variabile conoscenza delle materie da parte dei giurati che danno il loro soggettivo giudizio alle collezioni, alcune situazioni particolari sempre possibili nelle diverse occasioni, la superficialità di alcuni giudizi effettuati per mancanza di conoscenze dei giurati stessi o di tempo, non rendono sempre giustizia a molte collezioni anche se il sistema è considerato attualmente il migliore per limitare gli errori e le ingiustizie.

PUNTO – Sostantivo - Nome di un elemento geometrico  teorico privo di dimensioni che serve ad individuare senza alcun dubbio un luogo preciso su una superficie, per esempio su una carta geografica, su un disegno o su una vignetta di un francobollo. Il punto oltre che una posizione indica in alcuni casi anche un numero che possiede un significato convenzionale o un valore (vedi “Punteggio”). In altro intendimento è un segno grafico utile e indispensabile nello scrivere (interpunzione) o rappresenta anche piccole macchie scure o colorate che si trovano su una superficie. Macchiette o piccolissime superfici colorate, o inversamente piccoli vuoti di colore, si trovano spesso sui francobolli interrompendo la continuità dei disegni delle vignette : questi modesti segni o vuoti di colore, spesso definiti "punti" (in realtà un insieme di punti), hanno significato filatelico in relazione alle loro dimensioni. Quando sono molto piccoli rappresentano solo dei difetti di stampa fisiologici legati nella maggior parte dei casi a cattiva pulizia dei cilindri portaimpronte e quindi a polveri interposte tra il cilindro stesso e la carta su cui deve essere impresso il francobollo. Al massimo si tratta di piccole varietà di riporto, talvolta anche classificate ma dal valore economico e documentario modesto o d'affezione.

PUNZONE – Sostantivo - E' un arnese o uno strumento di metallo duro creato appositamente per punzonare, ossia per segnare su materiali meno duri ma comunque compatti segni sigle, numeri e piccole scritte indelebili, restando incise sulla superficie. La punzonatura si effettua battendo con un martello o una mazza su un lato del punzone appoggiato alla superficie da punzonare, in modo che il segno o la dicitura presente sul lato opposto del punzone lasci un'impronta scavata sull'oggetto. Le diciture, le sigle, i numeri sul punzone devono essere in rilievo e scritti in modo speculare poiché devono lasciare un'impronta leggibile nel senso giusto sull'oggetto punzonato. I punzoni, nella forma meno complessa, come sono i bulini o gli scalpelli, sono attrezzi che sono serviti anche nella realizzazione di alcuni francobolli del lontano passato, quando le tecniche di stampa non erano ancora raffinate e diversificate. Alcuni francobolli degli antichi stati furono prodotti a mezzo di lastre di pietra incise da punzoni su cui c'era in rilievo il disegno del francobollo.

PURIFICARE/TO/TA - Verbo e aggettivi derivati - Sinonimi imperfetti di pulire/to/ta o di disinfettare e sterilizzare con i relativi aggettivi. In genere in filatelia è un verbo utilizzato per indicare un trattamento di disinfezione compiuto sulla posta del passato. In realtà disinfettare, profumare o pulire in questo intendimento non sono tra loro sinonimi anche se all'epoca sottintendevano una operazione abbastanza simile. A differenza della disinfezione, che rappresentava un trattamento importante e complesso per prevenire anche illusoriamente le malattie infettive veicolate dalla posta, il Purificare era un trattamento più leggero, meno importante e sopratutto meno complesso. In genere consisteva nel sottoporre a vapori profumati all'interno di scatole chiuse la corrispondenza per breve tempo (per qualche ora o per qualche giorno) prima di portarla a destino, ma non sottintendeva trattamenti a caldo, suffumigi, tagli, aperture e quarantene come invece la disinfezione richiedeva. La purificazione può quindi esser considerata un livello intermedio di prevenzione contro le malattie applicato in passato che sta fra la disinfezione e la profumazione in uso tra la fine del 1700 e la metà del 1800 in Italia e altrove.

 

  
"Q"

 

QUADRANTE – Sostantivo - Denominazione di ognuna delle quattro parti simmetriche in cui può esser idealmente divisa una figura, una fotografia o un disegno. La divisione in quadranti si effettua tracciando da due linee perpendicolari tra loro, in genere passanti per il centro geometrico della figura stessa. Ogni francobollo ha un suo centro geometrico e se su questo centro si tirano due linee, una perpendicolare alla base, l'altra perpendicolare all'altezza, in modo che le due linee suddividano il francobollo in 4 parti dette appunto "quadranti". I quadranti si distinguono tra loro con la numerazione romana : il quadrante in alto a sinistra è il I, quello in alto a destra è il II, quello in basso a sinistra è il III e infine quello in basso a destra è il IV. Con la divisione di un francobollo in quarti o meglio in quadranti, ciascuno ben individuabile, è possibile effettuare annotazioni e osservazioni più precise sulla localizzazione di difetti o di anomalie di stampa.

QUADRO – Sostantivo - Denominazione di superficie o di un oggetto prevalentemente sottile che abbia forma superficiale quadrata (base = altezza), ma nel linguaggio comune indica un'opera pittorica o un disegno di qualsiasi forma e dimensione ; più raramente viene utilizzata per indicare una suddivisione in parti di un'opera teatrale. In un significato più moderno è anche la denominazione di una tabella divisa internamente in più parti contenenti numeri e dati o ancora la definizione di una categoria di lavoratori. In filatelia la parola viene utilizzata in genere nel senso pittorico poiché molti francobolli nelle loro vignette, riproducono fedelmente quadri famosi dipinti da artisti del passato. Esistono collezioni specializzate a soggetto e a tema che raccolgono solo francobolli le cui vignette contengono le riproduzioni di quadri famosi, a cui alcune amministrazioni postali dedicano serie annuali di francobolli (p.es. Quadri di Francia).

QUALITA' – Sostantivo - Caratteristica o insieme di caratteristiche che differenziano persone e cose e che quindi ne permettono raffronti o definizioni. Quando cose e persone vengono definite nelle loro caratteristiche, la parola "qualità" deve essere accompagnata da aggettivi detti appunto qualificativi. Qualità buona, discreta, pessima, da accertare, dubbia, grande ecc. sono aggettivi spesso utilizzati dalla filatelia per indicare le caratteristiche di francobolli e per permettere di stabilire un valore commerciale ragionato e ragionevole al materiale scambiato. Tanto migliori sono le caratteristiche di qualità, tanto maggiore è il valore commerciale riconosciuto al materiale, in rapporto ad altro materiale dello stesso tipo, ma di minore qualità.

QUANTITA' – Sostantivo - Caratteristica delle cose e delle persone per la quale si possono misurare nelle loro grandezze e nel loro numero. La parola, utilizzata senza essere accompagnata da un aggettivo qualificativo (p.es. grande, piccola, media quantità) indica quasi sempre una grande quantità. In gergo postale si può leggere su qualche invio straniero la frase "affrancato in quantità" significando appunto che la tariffa postale è stata assolta in conto corrente postale per un grande quantitativo di invii contemporanei ad un prezzo minore di quanto sarebbe stato possibile ottenere per invii simili spediti in piccole quantità. Anche i francobolli sono normalmente prodotti "in quantità" ossia in numeri molto elevati di esemplari identici. Ogni quantità ha una propria misura ed ogni misura ha la sua unità di conto. In filatelia la dentellatura ha una sua misura quantitativa, la cui unità, riportata sugli odontometri, corrisponde al numero di fori esistenti sulla lunghezza di 2 cm . (La dentellatura definita p.es. col n.13  è costituita dalla sequenza di 13 fori allineati sulla lunghezza di 2 cm .).

QUARANTENA – Sostantivo - Periodo di tempo lungo in genere 40 giorni. In senso generale indica un tempo lungo, anche non corrispondente a 40 giorni, fin dall’antichità considerato necessario all'isolamento di persone e cose per impedire il diffondersi delle malattie infettive. Nel 1700 in via sperimentale fu stabilito che erano sufficienti 40 giorni per controllare se le cose e le persone che giungevano da luoghi lontani sospettate di diffondere delle malattie erano invece sane, guarite o non contagiose. In periodi di diffusione di epidemie la quarantena era obbligatoria e doveva essere rispettata da tutti all'interno di luoghi isolati quali gli stabilimenti di disinfezione, i lazzaretti o altri luoghi chiusi al pubblico, frequentati solo da medici e da persone immuni alle malattie in quel momento infestanti. In caso di arrivo di navi da luoghi infetti con a bordo merci e persone sane e malate, la quarantena imponeva che nessuno e nulla sbarcasse a terra prima di 40 giorni mentre la nave ancorata al largo sventolava come segnale di riconoscimento una bandiera gialla. La posta urgente che giungeva in qualsiasi modo in periodi di epidemie, veniva portata da individui immuni nei luoghi di disinfezione isolati in cui o attendeva il trascorrere della quarantena o veniva disinfettata col fuoco o con fumigazioni a caldo.

QUARTIERE – Sostantivo – Piccola area topografica in cui è normalmente suddivisa una città o una piccola regione a cui alcuni cittadini si sentono di appartenere per origine o per la dislocazione della loro abitazione. I quartieri  sono l'anima di molte città italiane che vedono nel Campanile e nei vicini di abitazione un motivo di aggregazione a difesa dell'interesse comune.  Siena o Asti sono città antiche ed esemplari per chiarire questo concetto. Indipendentemente da ciò però, nel correre del tempo, le città di maggiori dimensioni sono state suddivise dagli amministratori pubblici in quartieri per avere un maggiore controllo sull'area. Le Poste istituirono i quartieri postali per individuare più rapidamente gli indirizzi delle persone e delle aziende e per individuare competenze di lavoro del proprio personale, variabili o crescenti col crescere delle superfici abitate e della popolazione. Anche le Poste attuali hanno suddiviso le città di maggiori dimensioni in aree postali (vedi Cap) in relazione al numero degli abitanti contenuti ed in relazione all'ampiezza del territorio da servire ma non sempre l'interesse postale è coinciso con quello sociale o con quello di altri servizi. La suddivisione territoriale è costantemente in aggiustamento poiché col tempo variano molti fattori. Ad esempio cambia la percorribilità delle strade, si aggiungono, si eliminano o si diversificano utenti e strutture postali, muta la dislocazione degli uffici, o la disponibilità di personale di servizio ecc.. L'originaria prima suddivisione in quartieri postali adottata nel 1863 ha subito nel tempo infinite correzioni ed ha abbandonato molto presto la segnalazione a mezzo di bolli accessori sulle corrispondenze che vigeva all'inizio. Oggi il quartiere postale, meglio dire l'area postale, viene individuata dai codici a barre e dai Cap che ogni utilizzatore della posta deve aggiungere agli indirizzi per evitare maldirezioni o ritardi nelle consegne. I bolli di quartiere (un numero tra parentesi) per alcuni anni tra le origini ed il 1920 furono affidati ai fattorini postali e ad alcuni verificatori per indicare che le corrispondenze così segnate erano passate nelle loro mani. Non erano obbligatori e quindi non hanno molta importanza nello studio e nella valutazione del materiale postale, a meno che non siano stati utilizzati come annullatori dell'affrancatura, nel qual caso apprezzano l'insieme.

QUARTINA – Sostantivo - Denominazione di un gruppo di 4 francobolli ancora tra loro uniti su due lati con altri due esemplari. Questa denominazione può anche essere espressa con la frase "blocco di 4 esemplari", ma ciò ammette la possibilità che i 4 francobolli siano tra loro uniti in strisce orizzontali, verticali o a seggiola, cosa questa che non corrisponde alla definizione di quartina.

QUATTRINO – Sostantivo – Oggi modo generico anche se un poco arcaico di definire il denaro, il soldo nella sua più piccola unità monetaria. In un tempo non lontanissimo (nel 1850 circa) era l'unità monetaria più piccola della monetazione del Granducato di Toscana. In questo antico stato italiano fu emesso anche un francobollo divenuto famoso, da 1 solo quattrino, che affrancava in singolo o in coppia gli stampati più leggeri o di piccola dimensione inoltrati con la posta.

QUINQUENNIO – Sostantivo - Periodo di tempo lungo 5 anni.

QUOTA/ZIONE – Sostantivo - Denominazione del valore di qualcosa, in genere espresso in denaro, che rappresenta il suo valore teorico di scambio, scritto su listini e cataloghi di vendita. Le cifre in denaro scritte per esempio sui cataloghi filatelici dopo la descrizione dei francobolli è detta appunto quota o quotazione. Rappresenta il valore commerciale convenzionale, media dei prezzi all'ingrosso, più il guadagno dei commercianti, del francobollo tipo descritto a fianco. Nella maggior parte dei casi non corrisponde al suo vero prezzo di vendita che spesso è minore per l'abitudine dei commercianti di fare sconti o perchè lo scambio avviene tra privati che non avendo spese commerciali e tasse legate al guadagno, possono concordare prezzi anche molto più bassi. Per la maggior parte dei francobolli la quota di catalogo diventa, per i privati che scambiano materiale, solo un dato fittizio da cui avviare una contrattazione. L’abbattimento delle quote di catalogo avviene per infiniti motivi tra cui il principale è la saturazione del mercato. In conseguenza le "quote" riportate sui cataloghi sono per tutti una base di partenza per trattare lo scambio di denaro contro materiale o di materiale contro materiale e che può precipitare, nel caso di vendite in denaro tra privati, fino al 5/10 % del valore di catalogo.

QUOTIDIANO - Aggettivo e sostantivo - Come aggettivo indica un fatto, un avvenimento, una scadenza ecc. che si verifica tutti i giorni, che è tipica nel ripetersi tutti i giorni e che è normale il suo verificarsi ogni 24 ore. Come sostantivo è il nome di un tipo di giornale che viene pubblicato ogni giorno. I quotidiani riportano le notizie del giorno prima o della notte precedente e forniscono sopratutto notizie di politica, di economia e di cronaca per informare la popolazione su ciò che accade nella nazione (giornali nazionali) o in più piccole aree (giornali regionali o locali). Le informazioni che contengono richiedono una compilazione rapida e notturna, ed una consegna molto rapida, in genere effettuata nelle prime ore del mattino. Le linee di consegna dei giornali, effettuate anche per via postale a tariffe più basse degli stampati dello stesso peso  in quanto ripetitive e costanti nel tempo, sono adattate a questa esigenza dell'informazione pubblica. Camion e furgoni veloci corrono nottetempo dalle stamperie fino ai distributori locali che, attraverso una rete di persone pagate nel prezzo del giornale o nel costo dell'abbonamento, portano al domicilio dei lettori i giornali all'alba. Spesso però la distanza non permette soluzioni così immediate e richiede l'intervento del servizio postale. In questi casi il giornale nella distanza media arriva a mattinata inoltrata e a grande distanza arriva anche il giorno successivo a quello di stampa o a cui si riferiscono le notizie contenute. La posta favorisce la spedizione di giornali concordando con gli editori di giornali dalla grande tiratura delle tariffe molto agevolate da pagare in c/c secondo uno scadenziario. Anche la spedizione di giornali sottofascia di prima o seconda mano ha avuto nel tempo tariffe ridotte (in passato pareggiate alle stampe, oggi alle lettere). Nel 1863 alcuni giornali che utilizzavano le Poste pubbliche per spedire i giornali, concordarono con le Poste l'affrancamento in francobolli da applicare sulla carta della prima pagina, prima della stampa del giornale stesso, in modo che i caratteri di alcune parole stampate potessero colpire l'affrancatura annullandola (la data era ovviamente quella del giornale e il luogo di partenza era quello della sede dell’editore). I giornali affrancati con francobolli o etichette e con bolli postali non sono comuni, provengono in genere dal passato, sono ricercati dal collezionismo filatelico e alcuni, come quelli con l'affrancatura annullata dai caratteri di stampa sono molto rari ed hanno perciò un grande valore commerciale.

 

il postalista