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le domande dei lettori

Vorrei chiedere il vostro aiuto per una cartolina che ho ricevuto in eredità.
E' stata spedita il 19/09/1942 da un tenente cappellano dell'Ospedale da Campo n. 166, Posta Militare n. 34.
Potreste dirmi da dove fu spedita esattamente ed, eventualmente, l'unità a cui era aggregato tale ospedale?

Grazie per l'attenzione. Cordialmente,

Fabrizio Corso

non sono uno specialista ma possiedo un buon libro: “LA POSTA MILITARE ITALIANA 1939-1945 del bravissimo Marchese. Ti mando una scansione del testo riguardante la posta militare n. 34. Solitamente la descrizione del servizio postale è accompagnata dalle “NOTE STORICHE” però per questo numero non c’è nulla, in ogni caso il tuo lettore saprà che nel periodo l’Ospedale da Campo n. 166 era servito dalla posta militare n. 34 situata a Marsa Matruk .

Non ho altro, ciao

Marino Bignami


Mi chiamo Valerio Vignati

Sono alla riceca da un mese circa di informazioni riguardanti annulli telegrafici postali di cui vi rimetto un esempio in allegato.
Vi sarei grato se poteste darmi informazioni al riguardo oppure un riferimento bibliografico a cui riferirmi.

Ringraziando per la cortese attenzione

Porgo
Distinti Saluti

Valerio Vignati


risponde Marino Bignami

Non mi risulta ci possano essere annulli sui francobolli diversi dal bollo a data sui valori mostrati in periodo di validità che il lettore ha inviato in visione (si tenga presente che verso la fine degli anni Settanta cambiarono di colore), innanzitutto perchè il telegramma doveva essere pagato nell'ufficio telegrafico in partenza per contanti, e nel caso di invio del testo da ufficio postale senza telegrafo, la movimentazione cartacea dei testi (contenete vaglia per la cifra necessaria al pagamento del messaggio telegrafico emesso dall'ufficio postale accettante) era spedito in busta affrancata (raccomandata o assicurata) alla prima stazione telegrafica ed il pagamento del modulo con il testo da trasmettere doveva essere pagato con vaglia a favore dell'ufficio telegrafico che avrebbe effettuato la trasmissione. Dal 1882 il modulo con il testo del telegramma poteva essere pagato anche con francobolli (applicati e annullati dall'ufficio postale) che accreditava la cifra necessaria a favore dell'ufficio telegrafico di partenza del telegramma.

Mai visti questi segni.

Ciao, Marino


vorrei farti una domanda sulla busta allegata: dovo è stato impresso il datario sopra al bollo di Grosseto? L’inchiostro dei due bolli sembra dello stesso colore ed inoltre ho visto che Manciano si trova a poca distanza da Grosseto, il che mi fa supporre che si tratti del datario di Grosseto. Il catalogo ASPOT però riporta sotto quell’ufficio un datario su tre righe con caratteri molto diversi (peraltro l’esempio riprodotto è di poche settimane antecedente a questo).

Nuovamente grazie,

Alessandro

risponde Massimo Monaci:

CIAO ALESSANDRO,

CIRCA IL QUESITO INERENTE LA TUA LETTERA DA GROSSETO A MANCIANO, IL PERCORSO POSTALE SEGUITO DALLA STESSA FU GROSSETO (BOLLO LINEARE IN PARTENZA )-SIENA –SAN QUIRICO-RADICOFANI (BOLLO DATARIO IN TRANSITO, ESSENDO L’ULTIMO UFFICIO-LUNGO IL TRAGITTO POSTALE SEGUITO-MUNITO DI BOLLO)-PITIGLIANO-MANCIANO

SPERIAMO DI RISENTIRCI PRESTO,

Massimo Monaci


risponde Danilo Paolo Vignati

Fornisco qualche informazione riguardo la tariffa piego di libri chiamata all'attenzione da parte di gianfrancopasaro@alice.it

Per quanto riguarda la tariffa piego di libri è un dato assodato che non sempre lo sportellista è a conoscenza della validità di tale tariffa e quindi risulta, fatto quantomeno bizzarro, che sia un fatto discrezionale. Riporto infatti un fatto personale: ancora oggi non mi è possibile spedire pieghi di libri dall'ufficio postale sottocasa perchè non lo ritiene possibile mentre l'ufficio centrale (1 km di distanza ma nel medesimo comune) lo accetta senza fiatare.Il sito di Poste Italiane fino alla primavera 2009 rimandava alla corretta tariffa, raggiungibile con questa stringa:

 http://www.poste.it/postali/pieghi_libri/condizioni_tariffe.shtml  

Ora con gli aumenti aprile 2009 la tariffa in  vigore (comunque immutata nei valori) è raggiungibile con questa stringa:

http://www.poste.it/postali/prodottieditoria/tariffe_7_5/pieghi_libri_editoriali.pdf  

Dalla lettura non risulta pertanto esplicito l'utilizzo della tariffa della prima colonna da parte di chiunque se non comparandola con la seconda colonna i cui importi sono riservati a Case editrici o librarie AUTORIZZATE. Pertanto chi non è autorizzato può utilizzare le tariffe della prima colonna arrotondate a 1,28 euro per pesi fino a 2 kg e a 3,95 sino a 5 kg.Tutte queste tariffe sono da me ancora utilizzate (almeno fino al 15.10.2009) con il servizio accessorio RACCOMANDATA il cui costo accessorio non è stato aggiornato (rimane di euro 2,35 anzichè quello nuovo in vigore dal 30.6.09 di euro 2,70). Pertanto pieghi fino a 2 kg costano euro 3,63.Consiglio sempre l'utilizzo della raccomandata per due motivi: uno che permette la rintracciabilità della spedizione e secondo l'utilizzo di plichi sigillati che possono quindi contenere (ma per la tariffa non dovrebbero) anche testi di corrispondenza. Il piego di libri normale deve rimanere ispezionabile, aperto su uno dei lati, con il rischio di perdita di parte del contenuto. 

Ricordo per aver utilizzato per molto tempo sino al 1998 la tariffa pacchi postali contenenti libri (si pagava Lire 3.000) del peso non eccedente 20 kg.  Da quella data in poi sono dovuto passare alla tariffa Piego di Libri.

Quindi è una tariffa già rara per conto suo, resa inconsueta dall'impossibilità per alcuni di accedervi.


Saluti



risponde Marino Bignami:

Se ho ben capito il lettore sembra che lamenti la non applicazione della legge "L. 662/1996, art 2 comma 20"; legge che bisogna ricordare era stata promulgata quando ancora le poste dipendevano ancora dal Ministero, ma questa legge non sarà più applicabile perchè come dice bene Riggi, le riduzioni vennero meno quando diventate S.P.A.dal 1998 Posta Italiane non sono più un ente pubblico soggetto a leggi e decreti ministeriali. Come azienda che sta sul mercato mi pare che possa fare i suoi affari come meglio crede, in più, dopo dieci anni di gestione economica da S.P.A. le Poste Italiane hanno cambiato completamente i servizi (e i prezzi), rivolte soprattutto a servire le aziende con grandi quantitativi di corrispondenza. Noi tutti siamo storici postali, ognuno con la propria specialità, però i collezionisti frequentanti "il Postalista" non credo seguano l'evolversi dell'odierno marketing delle Poste Italiane S.P.A..

Perchè il lettore non scrive direttamente alla direzione delle Poste Italiane?

 

gianfrancopasaro@alice.it scrive:

Ho riscontrato una incongruenza tra VS scheda e quanto applicato di fatto da parte degli UP: http://www.ilpostalista.it/coordriggi13.htm

PIEGO - Sostantivo – In passato indicava un plico di carte piegate e tenute insieme da una fascetta di carta che le lasciava intravedere. Questo tipo di spedizione, essendo aperta e parzialmente ispezionabile godeva di tariffe inferiori di quelle di spedizioni equivalenti contenute in busta chiusa. Se collegato a oggetti specifici indicava anche il nome di un particolare tipo di spedizione : il piego di libri, è ancora oggi il nome di un invio postale a tariffa ridotta per la spedizione di libri, giornali, riviste ecc., sottofascia ossia è una spedizione di carta stampata protetta da una fascia di carta o da una busta non sigillata o trasparente, con il contenuto ispezionabile o esposto alla vista dei controllori postali o degli ufficiali postali accettanti. Queste spedizioni particolari, prevalentemente utilizzate per diffondere la cultura, sono sempre state favorite dall'Amministrazione Postale Italiana. In passato permettevano a chiunque (con sensibili differenze tra privati ed editori) tariffe inferiori a quelle delle stampe delle stesso peso. Dal 1998 circa, dopo la trasformazione delle Poste da ente pubblico ad azienda privata le spedizioni di pieghi di libri tra privati sono ancora possibili ma tariffariamente pareggiate alle lettere o ai pacchi, mentre dopo un periodo incerto che sollevò ampie proteste degli speditori professionali di libri, furono riammesse tariffe ridotte esclusivamente per le case editrici di libri, riviste e pubblicazioni. I pieghi spediti tra privati ebbero quindi tariffazione ridotta fino al 1998, con un trattamento ancora più favorevole se spediti da editori (riduzione ulteriore del 50% della tariffa riservata ai privati). Fino al 19 luglio 1997 anche i diritti postali di servizi aggiuntivi (raccomandazione, contrassegno) godevano della stessa riduzione del 50% ma a partire da questa data le riduzioni sui diritti sono state abolite. Le case editrici riconosciute da alcune prerogative di legge e dalla loro ragione sociale dispongono dal 1998 di un tariffario ridotto esclusivo a parte. e nonostante NULLA lasci intendere il contrario, apparentemente se un cliente ordinaro (RETAIL) si reca in un UP e chiede di fruire della tariffa ORDINARIA , ai sensi della L. 662/1996, art 2 comma 20,ha diritto pagare solo (1,28 e 3,63 Euro) rispettivamente per piego di libri ordinario e Raccomandato .Siccome non ho ricevuto analogo trattamento, potreste  chiarirmi dettagliatamente come stanno in realtà le cose, possibilmente con le normative di riferimento. grazie

gianfrancopasaro@alice.it


 

Risponde Vanni Alfani:

i transiti sono:
Genova - Torino - Svizzera-Francia / Francia- Belgio - Amsterdam.
Un saluto

Risponde Maurizio Salvadori

Ti ringrazio della gentile risposta.

L'ipotesi via di mare era dettata dal fatto che Rotterdam ha sbocco sul mare (pur essendo a circa 20 km sulla Mosa) ed é il primo porto olandese.
Purtroppo quelli inviati sono gli unici timbri visibili

Risponde Lorenzo Carra:

Via di mare?

Perchè Rotterdam è sul mare?

Non direi: nel 1862 c'erano in Francia e Belgio ottime e veloci ferrovie.

Che timbri ci sono al retro (oltre a quelli mostrati)?

In ogni caso la lettera, oltre che per i bei francobolli, è interessante per i due bolli d'entrata francesi...

Maurizio Salvadori Chiede:

sarei lieto di approfittare delle Vostre conoscenze circa la storia postale.

Vorrei chiederVi un chiarimento per una lettera del Regno di Sardegna che possiedo:

lettera del 9/12/1862 da Genova per Rotterdam

bolli al recto:
Genova 9/12/1862
Italie - 5 - Lanslebourg 12/12/62 (instradamento francese rosso)
Suisse - 3 - Bellegarde 12/12/62 ( " " " )

bolli al verso:
Torino 10/12/62
Rotterdam 16 (18?) /12/62

La lettera dovrebbe aver preso la principale via postale per il Nord attraverso la Savoia (Lanslebourg), essere entrata per un breve tratto in Svizzera per poi rientrare in Francia (Bellegarde).

Vi chiederei, ammesso che quanto prima da me supposto sia corretto, il Vostro parere circa il successivo tragitto dalla Francia all'Olanda (via mare?)

Vi ringrazio in anticipo e Vi invio i miei più cordiali saluti,


 

Potete aiutarmi ?
Cerco la collaborazione di collezionisti italiani al fine di creare un registro di cartoline postali (a colori ed in bianco e nero) propagandistiche e satiriche della Seconda Guerra Mondiale, provenienti da entrambi i fronti di guerra, iniziando con le cartoline delle Potenze Europee, in qualsiasi lingua e da qualsiasi nazione. Vorrei iniziare prima di tutto con le cosiddette "cartoline portoghesi" distribuite soprattutto dagli inglesi e dai tedeschi.
Il manuale Baldus potrebbe essere un eccellente punto di partenza per i casi più difficili, che sono la maggioranza, riguardante, cioè, le cartoline non numerate, quelle non identificabili o prive di un codice.
Sarei felice di ricevere fotocopie o "scan" di entrambi i lati delle cartoline.
Ringrazio sin d'ora per la cortese collaborazione.

Mr A.Hickey, 3 Yester Drive, Chislehurst, Kent (UK),
BR7 5LR,

oppure email: hickey_anthony@hotmail.com


 

 

4) Marino Bignami risponde alla domanda su come eliminare da una busta le macchie di nastro adesivo

Mi scuso per l'incompletezza della descrizione. La trielina, il percloro sono i comuni liquidi smacchiatori clorurati con un potere solvente decisamente superiore alla benzina avio, sono venduti normalmente nei supermercati in bottiglie di vetro ialino trasparente da mezzo litro (eventualmente nei colorifici). Spesso sono venduti in miscela con il cloruro di metilene, l'etichetta riporta solitamente la dizione OTTIMO SOSTITUTO DELLA TRIELINA.

L'essere l'adesivo ormai seccato e non più appiccicoso fa sperare di ottenere il risultato migliore. Sperando che sia secco e fragile provi con molta cautela (magari al microscopio) a grattare l'adesivo seccato, se si sbriciolerà ne avrà meno da allontanare con il solvente, perchè inevitabilmente sciogliendosi penetrerà nella carta.

Auguri

Marino Bignami

3) Alessandro Chiarelli

I segni visibili sulla busta comunque non sono dovuti alla presenza di frammenti di scotch, da tempo rimossi, ma solo alla loro impronta ormai secca (passando il dito su di essi non si appiccica). Domanda da profano: il percloro e la trielina sono la stessa cosa? In caso contrario, sotto quale nome commerciale posso trovare il solvente clorurato?
Saluti,


Alessandro Chiarelli

2) Marino Bignami risponde alla domanda su come eliminare da una busta le macchie di nastro adesivo

Mi sembra di intravvedere dall'immagine che trattasi di frammenti di nastro biadesivo rimasti ancora aderenti. Userei la stessa tecnica suggerita da Umberto Bocus e la cautela ecologica da lui suggerita, però senza esagerare. Solitamente i buoni adesivi per contatto sono formulati con resine acriliche che conservano la plasticità senza seccare (purtroppo) ma sono scarsamente solubili in benzina avio (esano), miglior risultato si potrà ottenere usando solventi clorurati tipo trielina o percloro (non infiammabili). Comincerei coll'ammorbidire dal retro il biadesivo (se di questo si tratta), poi asporterei con una pinzetta i frammenti (con l'adesivo ammorbidito) facendo molta attenzione. Poi metterei della carta assorbente (tipo scottex) dalla parte sporca e dal retro farei fluire in fasi successive del solvente clorurato fresco con i tamponi di cottonfioc, spostando lo scottex quando è bagnato (così si allontanerà anche il collante). L'operazione dovrebbe funzionare anche se lunga. Per finire, per limitare gli aloni tamponare spesso con scottex pulito sopra e sotto per far assorbire il solvente sporco di adesivo ed infine spargere del talco dal retro la parte umida per non fare evaporare il solvente sulla carta (ed i residui di adesivo) ma trasferirlo nel talco che si dovrà spazzolare per allontanarlo quando asciutto. Io qualche volta ho risolto, altre volte no, dipende dall'anzianità dell'incollaggio e dalla formula dell'adesivo.

Auguri

Marino Bignami

1) Umberto Bocus risponde alla domanda su come eliminare da una busta le macchie di nastro adesivo

Alessandro sul Postalista n. 324 chiede - tra l'altro - come eliminare le tracce di nastro adesivo da materiale cartaceo. Ho tentato di tutto, ho letto di tutto ma pare che il problema sia irrisolvibile e che i danneggiamenti diventino irreparabili.

Non sono un esperto in materia ma per esperienza personale uso di norma Benzina Avio, nell'uso della quale far molta attenzione nel non inalare e non danneggiare le parti scritte dell'epoca
, non fumare e mettere possibilmente una mascherina.
Con cautela metterne poca in una piccola bacinella e con cottonfioc provare poco a poco sulle macchie avendo l'accortezza di porre la busta aperta ben aderente ad una carta assorbente. Se fortunati un po' alla volta la colla si trasferisce nella sottostante e comunque di sfuma la macchia diventando meno ad angoli retti assumento l'apparenza di una inflorescenza del "tempo".
Lo stesso si fa per togliere i residui del nastro adesivo.
Un qualche altro modesto risultato viene dato da talco sui punti, il documento tra due carte assorbenti, un passaggio da stiro poco caldo.
Altro non conosco.

Umberto Bocus

Come eliminare le tracce di nastro adesivo da un supporto cartaceo ?

pongo un quesito in merito alle condizioni in cui versa la busta sottoriprodotta; quello sciagurato dal quale l'ho acquistata, evidentemente più interessato al bollo di sanità al verso della busta piuttosto che ai "cuori" toscani, aveva molto probabilmente appiccicato la parte anteriore della lettera ad un qualche supporto utilizzando del nastro adesivo e, al momento del distacco, ne strappò due lembi. Visto che a quest'ultima maldestra azione non posso porre rimedio, vorrei sapere come fare ad eliminare almeno le tracce di scotch che deturpano il recto della busta.

Grazie fin da ora per qualsiasi suggerimento.

Cordialmente,
Alessandro


 

risponde Fabrizio Finetti sui bolli a cuore:

Caro Alessandro, i tuoi quesiti sono tutt'altro che banali e rappresentano due aspetti ancora aperti sull'uso dei bolli ebdomadari delle Poste Toscane. Brevemente vorrei ricordare che, contrariamente a quanto si è sostenuto fino ad ora, i "cuori" non erano stati concepiti per datare la corrispondenza, ma bensì per un uso contabile interno. In pratica venivano usati dal Distributore e dal Portalettere dell'Ufficio, per contrassegnare, settimana per settimana, le lettere che prendevano in carico dal Direttore. Ed al quale dovevano restituire le tasse percette. E' importante dire, a questo punto, che ogni ufficio (o per meglio dire i Distributori di ogni Ufficio), conteggiavano le settimane dell'anno in maniera diversa. Non solo Livorno aveva 53 impronte, mentre Firenze e Siena ne avevano 52, ma è dimostrabile anche che vennero usati criteri diversi per calcolare l'inizio e la fine delle settimane che cadevano a fine anno. Con il risultato che tutto ciò provocava slittamenti considerevoli tra città e città. La presenza di 2 impronte di Firenze sulla tua lettera, dimostra che, probabilmente, questa è rimasta in carico al Distributore per almeno 2 settimane, prima di essere consegnata al destinatario. Sull'apposizione al recto o al verso delle impronte, ritengo che abbia un significato, ma certamente questo era il frutto di una prassi che veniva decisa dagli impiegati stessi, ed al momento non abbiamo nessun documento che provi le nostre supposizioni. In ogni caso, se sei interessato ad approfondire l'argomento, ti consiglio di leggere quanto ho recentemente pubblicato nell'articolo "I cuori toscani, falsi datari del neoromanticismo", pubblicato sul N° 41 della rivista Vaccari Magazine.

Fabrizio Finetti.

1) Chiedo un parere ai molti frequentatori del Suo bellissimo sito riguardo alla busta inviata da Costantinopoli al Sig. Matteoni di Firenze il 25/06/1807 (e ricevuta 10/09?!!) della quale allego scansioni dettagliate. In primo luogo vorrei sapere il motivo della presenza contemporanea sulla stessa busta di tre bolli ebdomadari recanti tre numeri di settimana diversi: 41 e 42 di Firenze e 43 di Livorno (ha qualche significato il fatto che i bolli siano stati impressi al recto o al verso della busta?).

Grazie fin da ora per qualsiasi suggerimento.

Cordialmente,
Alessandro


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