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La forza delle donne indice

Tutte le emissioni de "Il Postalista"

 

LA FORZA DELLE DONNE
MARIAM ABU DAGGA

Di
GIOVANNA

L'EMISSIONE DE "IL POSTALISTA" VALIDA PER "AFFRANCARE" LE DONNE DALLA VIOLENZA è DEDICATA A MARIAM ABU DAGGA
by
GENOVA-GRAFICHE ErreGi

LA VIOLENZA DI GENERE IL FEMMINICIDIO (1522)
DI
CLAUDIO A NOME DEL GRUPPO FILATELIA NELLE CARCERI DI MILANO OPERA

VIOLENZA CONTRO LE DONNE
di
FABRIZIO FABRINI

11 OTTOBRE 2025 - GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE BAMBINE E DELLE RAGAZZE: ECHI DA GAZA
Di
LORENZO OLIVERI

L’ONU PER LA SICUREZZA DI DONNE E RAGAZZE
di
MARIA GRAZIA DOSIO

LE DONNE IN AFGHANISTAN
di
ALESSANDRO BLASI e SERGIO DE BENEDICTIS

PRATO - APERTURA MOSTRA MAIL ART: STOP VIOLANCE ON WOMEN
di
DEBORAH CECCHI

RICAMI POETICI
DI

CLAUDIO A NOME DEL GRUPPO FILATELIA NELLE CARCERI DI MILANO OPERA

MAIL POETRY PROJECT
STOP VIOLANCE ON WOMEN

di
GRAZYELLA (GRAZIELLA DI GREZIA)

GIORNATA INTERNAZIONALE PER IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE– QUESTO NON È AMORE
by
Emissione filatelica MIMIT

 

LE DONNE IN AFGHANISTAN

 
di Alessandro Blasi e Sergio De Benedictis


L’Afghanistan è sempre stato uno dei paesi più pericolosi per le donne; ciò nonostante, prima dell’arrivo dei talebani e della loro presa di Kabul, le donne erano riuscite a raggiungere grandi conquiste.

Kabul, palazzo reale

Erano infatti riuscite ad ottenere il diritto di studiare, di praticare sport e di crescere economicamente; con la presa della capitale afgana, tutti questi sforzi sembrano essere diventati nulli, nonostante il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, nella conferenza del 17 agosto, abbia affermato:

“Le donne sono un elemento importante in Afghanistan”

Questa è solo una delle tante affermazioni fatte dai fondamentalisti islamici, che al momento dell’assedio, si sono impegnati a rassicurare la popolazione mondiale che i diritti delle donne sarebbe stati da loro rispettati.

Queste parole non sono state però sufficienti a far crollare il terrore delle donne afghane, che dall’arrivo dei tradizionalisti, diventarono consapevoli del “futuro oscuro” che le aspettava con i talebani al governo.

Tale intuizione si può avere anche osservando i dati che mostrano i miglioramenti della vita delle donne dopo la caduta nel 2001 del primo governo talebano: tra il 2001 e il 2017 l’aspettativa di vita per le donne afgane è passata da 56 anni a 66 anni.

Un fatto più vicino a noi, che prova la gravità della situazione per le donne in Afghanistan, è legato alle paralimpiadi di Tokyo, a cui, dopo numerosissimi ostacoli, la campionessa afgana di taekwondo Zakia Khudadadi riuscì a partecipare aggirando i divieti di espatrio, arrivando a Parigi passando per Dubai, superare i test per il covid, e solo successivamente riuscì a partire per il Giappone.

Tutto questo perché con l’arrivo dei talebani a Kabul la sua partenza fu cancellata e per le donne divenne vietato praticare sport, in particolare a livelli così alti come quelli della Khudadadi.

Anche nel campo lavorativo tutte le promesse che avevano fatto i talebani si dimostrarono nulle, poiché le donne furono costrette a rimanere a casa dato che la sicurezza fuori non è assicurata, visto che i talebani non sono abituati alla presenza di donne per le strade, per cui risulta difficile raggiungere i posti di lavoro, come asserito da numerose giornaliste.

Le discriminazioni riguardano tuttora, anche la scuola, dove le donne hanno il diritto di accedere all’istruzione rispettando tutta una serie di regole sul loro abbigliamento e sul loro comportamento. Ad esempio, sono obbligate a indossare delle lunghe tuniche insieme ad un copricapo che copre tutta la faccia, con solamente una piccola “finestra” sugli occhi.

Numerose associazioni hanno sempre provato ad aiutare le donne in Afghanistan, anche in Italia, come l’associazione Pangea, che aiuta le donne nei Paesi in cui sono più a rischio. Nell’ultimo periodo però hanno dovuto distruggere ed eliminare tutte le prove delle collaborazioni con le donne afghane, perché se rintracciate le avrebbero messe in serio pericolo.

Per ultimo, a testimonianza di un rapporto “malato” tra i due sessi, che però non trova riscontro nel libro sacro del Corano, quando un violento terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito tra il 31 agosto e il 1° settembre scorso, le province di Badakhshan, Nangarhar, Kunar e Nuristan, causando gravi danni e oltre tremila vittime, i corpi delle donne sono rimasti sotto le macerie, imponendo la legge agli uomini l’assoluto divieto di poter toccare i poveri corpi martoriati delle donne.

Nessuno ne parla. Ma è questa l’attuale drammatica situazione delle donne afghane. Anche questa è una insana e colpevole violenza.

Alessandro Blasi e Sergio De Benedictis
25-11-2025