Torna alla Posta Militare

LE BRIGATE DI FANTERIA

Samuel Rimoldi si รจ assunto il compito di completare la rassegna delle Brigate di Fanteria che, per la sua prematura morte, Giuseppe Marchese non ha potuto portare a compimento. Le Brigate, a sola firma di Samuel, sono contraddistinte da .

Brigata Abruzzi

Brigata Acqui

Brigata Alessandria

Brigata Alpi

Brigata Ancona

Brigata Aosta

Brigata Aquila

Brigata Arezzo

Brigata Arno

Brigata Avellino

Brigata Bari

Brigata Barletta

Brigata Basilicata

Brigata Belluno

Brigata Benevento

Brigata Bergamo

Brigata Bisagno

Brigata Bologna

Brigata Brescia

Brigata Cagliari

Brigata Calabria

Brigata Caltanisetta

Brigata Campania

Brigata Campobasso

Brigata Casale

Brigata Caserta

Brigata Catania

Brigata Catanzaro

Brigata Chieti

Brigata Como

Brigata Cosenza

Brigata Cremona

Brigata Cuneo

Brigata Elba

Brigata Emilia

Brigata Etna

Brigata Ferrara

Brigata Firenze

Brigata Foggia

Brigata Forlì

Brigata Friuli

Brigata Gaeta

Brigata Genova

Brigata Girgenti

Brigata Grosseto

Brigata Ivrea

Brigata Jonio

Brigata Lambro

Brigata Lario

Brigata Liguria

Brigata Livorno

Brigata Lombardia

Brigata Lucca

Brigata Macerata

Brigata Mantova

Brigata Marche

Brigata Massa Carrara

Brigata Messina

Brigata Milano

Brigata Modena

Brigata Murge

Brigata Napoli

Brigata Novara

Brigate Padova

Brigata Palermo

Brigata Pallanza

Brigata Parma

Brigata Pavia

Brigata Perugia

Brigata Pesaro

Brigata Pescara

Brigata Piacenza

Brigata Piceno

Brigata Piemonte

Brigata Pinerolo

Brigata Pisa

BRIGATA PISA 25 maggio 915 - 2 novembre 1918, pubblicazione originale a cura di Gabriele ROMANINI

Brigata Pistoia

Brigata Porto Maurizio

Brigata Potenza

Brigata Puglie

Brigata Ravenna

Brigata Re

Brigata Reggio

Brigata Regina

Brigata Sicilia

Brigata Sassari

Brigata Treviso

Brigata Vicenza


La pubblicistica di
Giuseppe Marchese

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori
LE BRIGATE DI FANTERIA

Elenco e distintivi delle Brigate di fanteria in vita al 1912. Le successive brigate furono formate durante la prima guerra mondiale
introduzione alle Brigate, di Giuseppe Marchese

La nascita delle Brigate di fanteria

La nascita delle prime Brigate risale al periodo preunitario riunendo i reggimenti, discendenti da unità in servizio nell’Esercito Piemontese fin dal XVII secolo.
Era d’uso che i Reggimenti prendessero il nome delle Regioni e delle Città da cui provenivano e quindi le prime brigate si chiamarono: Savoia, Piemonte, Aosta, Cuneo, Casale, Pinerolo, Savona, Acqui, Brescia, Cremona, Como, Bergamo, Pavia. A questa tipologia di denominazioni fa eccezione la Regina, costituita nel 1815, e la Re, che in effetti era la precedente Savoia, divenuta nel 1860 Re per la cessione della Regione alla Francia. Tutte queste Brigate vennero costituite tra il 1815 e il 1821.
Nel 1860 seguendo l’acquisizione dei nuovi territori del Regno di Sardegna, che poi scaturirà nel Regno d’Italia, si formano le nuove formazioni: Pisa, Siena, Livorno, Pistoia. Ravenna, Bologna, Modena, Forlì, Reggio (Emilia), Ferrara, Parma.
Fa eccezione la brigata Cacciatori delle Alpi, incorporata nell’Esercito regolare Sardo e che in seguito si chiamerà anche Alpi.
La nascita delle formazioni segue un ordine numerico dei Reggimenti crescente dall’uno al cinquantadue.
Nel 1861, nato il Regno d’Italia, si aggiungono nuovi reparti che, seguendo la tradizione, assumono il nome di Regioni o di Città che entrano a far parte della formazione, pardon del nuovo Regno e l’ordine numerale dei Reggimenti. Questi sono: Umbria, Marche, Abruzzi, Calabria, Sicilia, Cagliari, Valtellina, Palermo, Ancona, Puglie
Alcune Brigate denominate in origine “Granatieri” vennero nel 1871 trasformate in Brigate di fanteria, quali:
Granatieri di Lombardia formata nel 1859. Nel 1871 Brigata di fanteria “Lombardia”.
Granatieri di Napoli formata nel 1861. Nel 1871 Brigata “Napoli”
Granatieri di Toscana formata nel 1862; dal 1871 “Toscana”, e in seguito diverrà la Divisione “Lupi di Toscana”.
In seguito si aggiunsero le Brigate:), Friuli (1882), Venezia (1883), Verona (1883), Salerno (1883), Basilicata (1883), Messina (1883) Roma (1884), Torino (1884).
Alla vigilia del conflitto mondiale, l’Italia disponeva di 26 Brigate, composte da 52 reggimenti.
Nel corso della prima guerra, dal 1915 al 1917, vennero costituite 68 nuove Brigate con la denominazione di città, Fiumi, mari. Erano tutte formate da due reggimenti, salvo le ultime quattro, aperte nel 1917, di tre Reggimenti: Potenza, Belluno, Vicenza, Foggia. Non avevano artiglieria e servizi (genio, servizi vari, ufficio postale etc). Per questi servizi si agganciavano alle Divisioni dalle quali dipendevano.

Le date e i reparti

Le date inerenti le Brigate sono state riprese dai volumi “LE GRANDI UNITA’ DELLA GUERRA ITALO – AUSTRIACA 1915/1918” edito nel 1926 dalla Libreria dello Stato di Roma. Di aiuto sono stati inoltre i volumi “L’Esercito e i suoi corpi” edito dall’Ufficio Storico dell’Esercito, a cui si rimanda per una completa visione dell’attività delle Brigate.
Le date di inizio di attività sono sempre certe. Quelle di cessazione della dipendenza alle volte riportano una data che si protrae oltre la successiva appartenenza. In questo caso sono state lasciate le date indicate nei detti volumi.

Cenni storici

Le operazioni in cui furono impiegate le Brigate sono state riportate in sintesi.
Per chi vuole approfondire, è possibile consultare il testo edito dello Stato Maggiore “L’Esercito e i suoi corpi”, volume III, tomo primo, edito a Roma nel 1979, oppure il catalogo “La Posta Militare italiana 1915 /23”. Entrambi i volumi riportano una estesa disamina delle campagne di guerra e fatti d’arme.
Le vicende delle Brigate si fermano subito dopo la grande guerra in quanto con l’ordinamento del 1926 le brigate vennero abolite e al loro posto, in seguito, troviamo le Divisioni.

La posta militare

E’ stato un poco arduo risalire alla posta militare delle Brigate. Il complesso meccanismo della posta militare divisionale è stato “adattato” alle Brigate e non sempre è stato facile, e non sempre in forma completa. Manchevolezze e sfasamento di date erano inevitabili. Alla fine, tuttavia, il settore si può considerare “collezionabile” e le informazioni sulla posta militare delle Brigate appaiono certe per almeno 80%.
Ci vorrebbero i diari delle unità; un lavoro lungo e complesso presso l’Ufficio Storico dell’Esercito. Per adesso ci accontentiamo di quanto passa il convento, in attesa di una nuova generazione di studiosi e collezionisti di storia postale.

Formazione di una collezione inerente le Brigate

Chi vuole collezionare tutte le brigate, o solo quelle della propria Regione o Città, può rivolgere l’attenzione alle:
1) cartoline reggimentali;
2) cartoline di franchigia militare;
3) lettere e cartoline di posta militare siano essi risorgimentali, guerra di Libia, prima guerra mondiale.
4) Lettere e cartoline commemorative d’epoca recente per le collezioni tematiche.
5) Altri documenti secondo il gusto o l’impostazione della collezione di tipo storico, tematica, regionalistica o “municipale”.

Metodi per organizzare la formazione della collezione

Le cartoline di franchigia e le reggimentali evidenziano i reggimenti. Per giungere alle brigate occorre conoscere a quali Brigate vennero aggregate. Salvo casi eccezionali i reggimenti sono legati alle Brigate e quindi è necessario il solo elenco che si aggiunge a questa.
Le lettere e cartoline di posta militare hanno bisogno di un supporto molto complicato e appena abbozzato.
Come detto le Brigate, nel corso del conflitto, non avevano servizi e si avvalevano di quelli della Divisione, compresa la posta militare.
Il guaio è che i passaggi da una Divisione all’altra sono molto frequenti.
Per superare questo scoglio è di fondamentale importanza disporre dei volumi “L’Esercito e i suoi corpi”, volume terzo, le divisioni di fanteria.
Il volume, in forma sintetica, documenta i passaggi delle varie Brigate alle Divisioni. Ho elencato, accanto a ogni Brigata, la Divisione e la Posta Militare corrispondente.
Inoltre alcune divisioni sono state “date in prestito” a una Divisione diversa da quella di appartenenza. In gergo militare si chiama “dipendenza tattica”. In questo caso restavano in organico alla propria. Pertanto tali brigate figurano con una doppia dipendenza Divisionale (o di altra Grande Unità). La dipendenza tattica, quando accertata, viene indicata in elenco con la lettera (T).
Inoltre le Brigate alle volte adoperavano un diverso annullo di posta militare in occasioni di trasferimenti, missioni, vicinanza di un altro ufficio postale, e per altri motivi.
In questo caso l’uso di un diverso ufficio postale comporta una ricerca se il bollo venne usato per esigenze di guerra, motivi individuali, o di gruppi isolati, altri fatti contingenti. Se non è possibile individuare la causa poco male, l’enigma resterà un fatto di sola pertinenza tra noi e Lui (il nostro ego).

Delle cartoline reggimentali

Le cartoline reggimentali non sono tutte eguali. Hanno delle caratteristiche proprie che riassumo:
a) fino al 1904/8 sono del tipo con formulario per la spedizione a tutta pagina
b) In seguito formulario dimezzato per dare le possibilità di scrivere qualche riga nella parte sinistra della cartolina.
Fino al 1911 le Reggimentali evidenziano i fatti d’arme del periodo risorgimentale.
Si parla anche del “brigantaggio meridionale” e nell’attesa di conoscere i misteri di questo periodo oscuro della storia nazionale, sarebbe interessante formare una collezione su questo tema.
Le poche “reggimentali” che parlano del Brigantaggio meridionale sono di alcune brigate e Reggimenti di Cavalleria che dal 1860 al 1870 furono impiegate in questo “fronte interno”.
Certo il termine “brigantaggio” è riduttivo sia per il periodo temporale di questo fenomeno, sia per la quantità delle Brigate e di altri reparti impiegati.
Dal 1912 i pochi reggimenti che vennero impiegati in Libia portano i fatti d’arme che li interessarono.
Nel corso della prima guerra le illustrazioni o le didascalie riportano questi eventi.
E’ da tenere presente che dal punto di vista della quantità di materiale disponibile sono numerose quelle inerenti il periodo pre 1915.
Dopo quella data sono più rare, come è notorio a tutti quelli che hanno avuto tra le mani qualche documento postale.
La guerra in corso, il mutare dei gusti dei collezionisti, la relativa brevità del periodo considerato, comportano una difficoltà maggiore nel reperire documenti della prima guerra.
Tuttavia non è molto importante avere una grande collezione di Cartoline reggimentali bastano quelle essenziali per documentare la vita, l’appartenenza, il fatto d’arme e anche tutte le altre diavolerie che, sono certo, riuscirete e sperimentare e porre in essere per ingarbugliare la vita vostra e altrui.

Delle Cartoline di franchigia militare (figura 9)

Dal maggio 1915 al Luglio 1916 ebbero libero corso le cartoline di franchigia emesse da privati, in forma assistenziale, ed anche le Cartoline Reggimentali.
Dopo quella data le “Reggimentali” dovettero essere affrancate, ovvero non inoltrate o tassate in arrivo. In ogni caso ci sono, anche se in misura minore.
Queste cartoline sono interessanti per documentare la vita dell’Unità sia per una collezione “Storica” sia per una “Tematica” di ampio respiro.

Delle Cartoline e buste di posta militare (Figura 10)

Per chi si accinge a questo tipo di collezione espongo in maniera dettagliata le fasi di riconoscimento, scarto o eventuale inserimento di questa tipologia di oggetti postali.
Per prima cosa occorre individuare il mittente, o al limite il destinatario della busta o cartolina.
Per quanto riguarda il mittente occorre che vi sia il reparto di appartenenza che sia per noi collezionabile. I reparti dell’artiglieria, del genio, dei Reggimenti di marcia, degli ospedali da campo, dei servizi vari, sono da scartare perché erano dipendenti dalla Divisione e non dalle Brigate.
La visura di un buon numero di questi oggetti mi porta alla constatazione che solo il 20% delle corrispondenze hanno questo requisito fondamentale. Il resto sono cartoline senza indirizzo del reparto, indirizzo errato o incompleto, reparti genio, artiglieria ecc.
La seconda cosa da fare è accertare il numero di posta militare. Se è quello che appare nell’elenco tutto bene. Se vi è un altro bollo occorre sapere perché. Si può risalire, attraverso un catalogo specializzato, a conoscere la dipendenza della Brigata/Divisione. Se tutte e due le alternative (bollo postale che ha / dovrebbe avere il documento) portano a una medesima Armata forse si tratta della contiguità di due Brigate / Divisioni. Si dovrebbe andare più oltre - ma questo i cataloghi non lo dicono - e vedere se tutte e due le alternative di cui sopra, siano dipendenti dallo stesso Corpo di Armata. Se l’esito è positivo, se cioè tutte e due sono dipendenti dallo stesso Corpo d’Armata, si può desumere che per fatti di guerra, azioni personali, spostamenti troppo arretrati o avanzati, sia avvenuto lo scambio.
Se invece l’esito non è positivo (diversa dipendenza all’Armata o al Corpo d’Armata) ne potrebbe derivare l’ipotesi di a) bollo postale non ben impresso e quindi errato; b) numero o bollo del reggimento sbagliato; c) spostamento individuale del mittente.
Al limite una lettera o cartolina diretta a un Reggimento / Brigata può essere utilizzato per una collezione sulle Brigate, ma con una certa parsimonia poiché il bollo postale e di reparto non è attinente al Reggimento / Brigata essendo solo “in armonia” con la collezione il solo indirizzo del destinatario.
Naturalmente si debbono escludere anche buste e cartoline spedite da Corpi d’Armata, Armate e altri reparti che non portino il numero del Reggimento o il nome della Brigata.
Un’altra cosa; in questo contesto mancano le riproduzioni dei bolli, la distinzione dei tipi adoperati, la cronistoria dell’unità.
Per i primi due casi si può ovviare coi cataloghi esistenti. Per la cronistoria dell’unità il lavoro si farebbe più lungo e complesso.

Fronte della cartolina reggimentale della 8^ Divisione di fanteria, stampata a Torino il 22.10.1918. L’unità era composta da due brigate, Brescia e Alpi, assieme al 10° Reggimento di artiglieria e al 25° Battaglione del Genio.
Retro della precedente cartolina dell’8^ Divisione. Come si nota sono riportati i più importanti fatti d’arme dell’unità, in Italia e Francia
Fronte della cartolina reggimentale della 35^ Divisione di fanteria, col bollo del Comando del Genio. La 35^ Divisione rinforzata di altra Brigata e servizi operò in Macedonia
Retro della cartolina reggimentale della 35^ Divisione di fanteria, con l’annullo della posta militare 16 in data 7.12.17 che in quel momento era in uso presso l’unità. La cartolina è stata affrancata perché la franchigia non era ammessa per i reparti dislocati oltre i confini
Fronte della cartolina reggimentale dei reparti arditi, con difetti di stampa che la fanno sembrare una immagine surreale
Retro della cartolina reggimentale precedente, spedita da ardito del 1° Gruppo d’assalto, aggregato alla prima Divisione d’assalto con annullo della posta militare 142, propria della Divisione, in data 12.9.1918
Una Cartolina Reggimentale della prima guerra, dove le Brigate combatterono la loro ultima battaglia come unità organiche. Infatti nel 1926 queste vennero soppresse e. alcune, trasformate in Divisioni
Cartolina reggimentale adoperata con la posta militare della 10^ Divisione nell’agosto 1915. In questo caso il mittente è un dipendente del 92° Reggimento fanteria della Brigata Basilicata. La necessità di agganciare il Reggimento alla Brigata è essenziale per iniziare o completare una collezione
Cartolina di franchigia militare con annullo a numero della posta militare. A sinistra compare il numero del reggimento, il 137° appartenente alla Brigata Barletta. Nel formare una collezione basata sulle Brigate è basilare che il Reggimento di appartenenza, ma anche la Brigata, sia segnalata con indicazioni manoscritte, a anche con bolli o con scritte
pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori