![]() digressioni gastro - filateliche a cura della Brigata di Cucina del Postalista |
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| jingisukan | |||
| Giappone, 11 novembre 2020, Yvert 10211 | |||
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Benché jingisukan sia la traslitterazione del termine che in giapponese corrisponde al nome del celebre condottiero Gengis Khan, vissuto a cavallo tra il XII e il XIII secolo e fondatore dell’impero mongolo, il piatto che l’allegra Brigata di Cucina del Postalista è venuta ad assaggiare nella più settentrionale delle isole che compongono il Giappone, quella di Hokkaido, con la Mongolia ha poco o niente da spartire. Pare infatti che quella che potremmo definire una grigliata di carne di montone, anche se grigliata propriamente non è, visto che la cottura avviene in una specie di wok molto allargato, rovesciato e posto sopra i carboni ardenti con la convessità rivolta verso l’alto, sia nata nel secondo decennio del 1900 proprio sull’isola di Hokkaido. In quegli anni il governo giapponese aveva deciso di importare quasi un milione di ovini per rifornire di materia prima la nascente industria tessile; gli allevamenti furono aperti un po’ in tutto il Giappone ma, a parte quelli installati sull’isola di Hokkaido, chiusero tutti in breve tempo. Sull’isola gli abitanti, soprattutto quelli delle classi più povere, si abituarono a consumare la carne dei capi uccisi perché non adatti alla produzione laniera, e siccome la grande importazione degli anni precedenti proveniva in massima parte dalla Mongolia, trovarono naturale chiamare questo piatto con il nome dell’unico mongolo che probabilmente conoscevano, Gengis Khan. La preparazione è estremamente semplice: la carne di montone tagliata a fettine e adeguatamente speziata viene posta sulla superficie convessa del wok (così il grasso in eccesso si fonde e scivola via) unitamente a germogli di soia, peperoni, cipollotti e funghi, arrostita e condita con diverse salse, per lo più a base di soia; un piatto semplice e conviviale che col tempo si è diffuso in tutto il Giappone. Curiosamente, anche il cosiddetto barbecue mongolo, diventato popolare a Taiwan intorno alla metà del secolo scorso e che si è poi gradualmente diffuso anche nella Cina continentale e nel sud est asiatico, con la Mongolia ha ben poco a che vedere. Il piatto presenta molte similarità con il nostro jingisukan, trattandosi ancora una volta di una “grigliata senza griglia”, dove vari tagli di carne di manzo, pollo, maiale, agnello vengono proposti agli avventori insieme a gamberi, calamari, tofu e ortaggi e verdure varie; i commensali scelgono gli ingredienti che più desiderano e poi passano la scodella così riempita ai cuochi, che fanno saltare rapidamente il tutto su una grossa piastra arroventata unitamente a una generosa porzione di noodles e alla salsa anch’essa scelta dal cliente. In questo caso pare che l’accenno alla Mongolia sia stato introdotto dall’ ”inventore” del piatto, un ristoratore pechinese fuggito a Taiwan dopo la presa del potere da parte di Mao Tse Tung: nelle sue intenzioni si sarebbe dovuto chiamare barbecue pechinese ma poi, per rimarcare il proprio dissenso dalla parte politica in quel momento al potere a Pechino, aveva finito col ripiegare su barbecue mongolo, forse ispirato da alcune usanze culinarie della Mongolia interna, quella che fa parte della Cina.
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